L’ “altro personaggio” sono i
genitori di Ib. Enjoy! :D
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End: Ib’s Revenge.
-Ib...-
Mi fermai e mi voltai. Garry si era fermato
qualche passo indietro, le mani sulle ginocchia. Ma...
pensavo che ci saremmo dovuti sbrigare, dovevamo raggiungere Mary, e in fretta,
prima che riuscisse a spogliare completamente la rosa di Garry.
-Io... Ib... vai avanti tu...-
-Cosa?! Dopo tutto
quello che abbiamo passato ora mi dici di rimanere da sola? Garry, e poi tu stai male, come potrei lasciarti qui?-
Lui sorrise.
-Me la caverò. Tu insegui Mary.-
Se la caverà?! E' vero
che ho solo nove anni, ma capisco quando uno mente!
-Garry, io-
-Ib, starò bene. Ora... devo solo riposare.-
Si sedette a gambe incrociate con la schiena
appoggiata al muro.
Cosa fare?
Mi misi inginocchiata davanti a lui.
-Garry...-
-Ib, ti prometto che quando le cose si
metteranno male verrò a prenderti, dovunque tu sia. Ti troverò, usciremo, e
andremo a mangiare i macaron in quel bar vicino alla galleria.-
Sorrise ancora.
Già, mi ricordo di averne visto uno quando sono
arrivata con i miei genitori. Ma non voglio lasciarlo
solo, non voglio!
Lo abbracciai per l'ennesima volta quel giorno.
Non sapevo cosa dire.
-Garry... è una promessa?-
Lui socchiuse gli occhi piegando la testa da un
lato, sempre col suo sorriso sulle labbra, e mi scompigliò i capelli.
-Certo, Ib. E' una promessa.-
Sapevo che non era così. Lui sarebbe morto, Mary
aveva la sua rosa, non avrei mai potuto rubargliela senza il suo aiuto.
Grandi lacrime iniziarono a scorrere sulle mie
guance.
-Garry...- iniziai a
piangere, singhiozzando fortissimo.
-Shhhh, Ib. Va tutto bene. Te l'ho detto. Verrò
a prenderti.- disse, abbracciandomi di rimando.
-Garry... io... io ti-
Lui appoggiò un dito sulle mie labbra.
-Ib, non sai cosa vuol dire, non dirlo. Sei solo una bambina, quando crescerai, capirai che
non è vero, e ci riderai sopra. Ora va’, ed esci da
questa dannata galleria.-
Piansi ancora di più, se possibile. Ma a malincuore annuii, e mi misi a correre verso l'uscita
di quel corridoio blu con delle stelle azzurre.
Una volta salite le scale trovai
Mary, che staccava dalla rosa gli ultimi due petali.
-Non m'ama... M'AMA!!
Ahahahahah!!!-
Non si accorse di me, lanciò la rosa a terra e
corse fuori dalla casetta.
Andai immediatamente a controllarla, e ne era
rimasto solo lo stelo. Niente più petali, significava solo che...
No, non è possibile!
Andai dritta verso quel vaso che avevo visto al
centro di quella strana città-album.
Misi lo stelo dentro l'acqua, ma non accadde
nulla. Riprovai più e più volte, fino a quando non mi lasciai andare in un secondo pianto, e, sempre piangendo, tornai in quel
corridoio inquietante.
Garry era esattamente nella
stessa posizione di prima, lo chiamai, ma non si muoveva. Gli diedi uno
strattone, lui cadde a terra. Lo chiamai ancora e ancora, ma non accennava a
svegliarsi. Non c'era più niente da fare, e io lo
sapevo.
Notai che aveva stretto in mano il suo
accendino. Dovevo prenderlo, se ce l'aveva allora mi
sarebbe sicuramente servito.
Ma non potevo portare con me un altro oggetto, ne avevo
troppi, e non ci sarei riuscita. L'unica opzione
sarebbe stata mangiare la caramella che mi aveva dato.
Cosa?!
No, non lo avrei mai fatto. Era la sua
caramella, me l'aveva regalata, la dovevo tenere!
Lasciai perdere l'accendino, e decisi di usare la chiave rosa che
avevo trovato nella scatola dei giocattoli.
Mi ritrovai in un corridoio nero. Percorsi tutte
le scale e mi accorsi che ero tornata davanti alla reception della galleria.
Dopo un po' di vagare ritrovai il "Mondo
Fabbricato". Ci dovevo saltare dentro per tornare nel mondo reale.
Decisi di farlo: magari Garry era già là dentro,
e tutta questa cosa delle rose forse era solo una gran cavolata.
Ma non fu così. Non c'era alcuna traccia di Garry.
Trovai solo Mary, che diceva di essere mia sorella.
E anche i miei genitori la pensavano così.
Decidemmo di andare a mangiare in quel bar.
Il bar dove io e Garry avremmo dovuto mangiare i
nostri macaron in santa pace, e senza quella maledetta Mary.
Sì, perché io odiavo Mary, e la odio ancora adesso.
Eravamo in macchina, e io avevo un musone lungo chilometri. Non so cosa mi
tratteneva dal piangere a dirotto.
-Ehi, Ib! Che cos'hai lì?-
Prese dalla mia tasca la caramella che mi aveva
regalato Garry.
-NO!- urlai.
Non la poteva toccare, non la doveva toccare, l'avrebbe contaminata con la sua malvagità!
-Ehi, è al limone! Che
bello, sono le mie preferite!-
La scartò e la
mangiò, ed io lì non ci vidi più. Le saltai addosso, le aprii la bocca a forza.
-Ib! Ib, per l’amor
del cielo!- urlò mia madre –Che cosa stai facendo, Ib?!-
Mary mi guardava come
per dire “L’ho già ingoiata, eheh!” Infatti non c’era
traccia della caramella nella sua bocca. Io la rivolevo, era l’unico ricordo di
Garry che mi era rimasto. Mary estrasse dalla tasca del suo vestito il suo
coltello da pittore, e sussurrò un qualcosa che assomigliava ad
un “troppo tardi, ora morirai.” Io senza pensarci due volte glielo presi dalla
mano, per poi ficcarglielo nel basso ventre, in modo da non ucciderla subito.
Volevo farla soffrire, esattamente come lei aveva fatto
soffrire Garry. Mary urlò, lo fecero anche i miei genitori, e mio padre, che
guidava, spaventandosi, andò a sbattere contro un edificio, la macchina si
coricò su un lato, gli sportelli e i vetri si ruppero. Mary, ansimante, si
precipitò fuori dall’auto, io la seguii immediatamente. I miei genitori
cercarono di fermarmi, ma io uccisi anche loro due con due colpi secchi. Mary
era sconvolta, aveva gli occhi pieni di lacrime, sia per il dolore che per la paura, ma io non avevo intenzione di fermarmi,
volevo che soffrisse. Infissi nuovamente il coltello dove
l’avevo colpita prima, per poi portarlo verso l’alto. La carne di Mary era
tenera, essendo solo una bambina, e si lacerava facilmente. Dopo qualche minuto
di urla assordanti si calmò, assunse la stessa espressione che aveva Garry,
solo più addolorata. Ma non volevo solo ucciderla, io
volevo riavere la caramella che mi aveva regalato Garry. Presi in mano quello
che avevo tolto dal ventre di Mary mentre lo aprivo. Non capivo molto di
anatomia, ma sapevo per certo che quando mangiamo qualcosa il cibo va nello
stomaco, e ci rimane per un po’, dunque cercai una specie di sacca, la trovai e
la aprii. Degli strani fluidi gialli mi bruciarono le mani, fui costretta a
sciacquarmi vicino ad una fontanella lì vicino. Ci
trascinai di peso anche Mary, e decisi di levare tutta quella vernice rossa che
le usciva dal corpo. E’ proprio un quadro di Guertena,
lei non è umana. Fare questo lavoro mi fece anche parecchio schifo, quella
vernice aveva un odore e una consistenza stranissima, non sembrava vernice, era
più liquida. Lavandole la pancia, vidi qualcosa che galleggiava, era una
pallina di colore giallo. La presi, e la leccai: la caramella di Garry.
Velocemente tornai in macchina e presi l’involto verde. Ci rimisi dentro la
caramella alla bell’è meglio e mi rificcai il tutto nella tasca della mia
camicia. Ero proprio soddisfatta. Guardai per un attimo sia Mary, sia i miei
genitori accasciati a terra, privi di vita.
Non sentii niente.
Ero felicissima, avevo di nuovo con me la caramella di Garry.
Tornai a casa e mi
misi a dormire, la mattina dopo vennero alcuni uomini molto alti a casa, erano
vestiti di blu e avevano un distintivo a forma di stella sul petto. Sulle loro
magliette c’era scritto “polizia”.
Non capivo cosa
volesse dire all’epoca, quello che successe dopo me lo
ricordo vagamente: mi portarono in uno strano edificio pieno di gente che
urlava, avevo paura.
Ora ho quasi venti
anni, e mi rendo conto di quello che avevo fatto.
Io… sono diventata peggio di Mary, per vendicare un mio amico.
Già, amico: Garry
aveva ragione, ora ci rido su.
Ho fatto la cosa
giusta e non ho rimpianti. Però…
Quei poliziotti non
mi portarono mai via né la caramella, né il coltello da pittore.
Ho deciso.
Prendo la caramella,
non la scarto e la appoggio in bocca, poi prendo il
coltello e faccio la stessa cosa che avevo fatto ai miei genitori dieci anni
fa.
Fa male solo per poco, poi tutto finisce.
Ma non capisco. Io pensavo che avrei trovato
loro, in mezzo ad un cielo azzurro, che mi sarebbero spuntate le ali, che sarei
diventata un angioletto. Così mi diceva mamma. E io ho
fatto la brava bambina.
Non capisco.
Qui è così caldo…
C’è molto rosso; il
rosso mi piace, ma ci sono anche troppe fiamme.
Avevo fatto la cosa
giusta.
Non capisco.
E continuo a non
capire.
E, probabilmente, non
capirò mai.
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Hola a todos!
Solo per la cronaca, io odio
lo Spagnolo, c:
E’ la prima fanfiction che scrivo sul fandom di
Ib, quindi non siate crudeli :3
E’ che Mary mi sta sul cazzo,
proprio tanto u.u
Sì, insomma, ci sono rimasta
di merda quando Mary mi ha mangiato la caramella di Garry, io boh.
E Ib lo
DEVE vendicare, MUAHAHA!!
Comunue sia.
Chi mi conosce sa che io
scrivo roba per lo più romantica/comica/ironica, ma come per magia ieri notte è
sbalzata fuori questa cosa. Devo dire che mi piace, anche se non è il mio stile
c:
Cari amici di questo fandom, sappiate che se mi rivedrete in giro, ci sarà
sicuramente da ridere :D
Per il momento è tutto,
ValyXD