Film > La Bella e la Bestia
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Autore: RobertaShaira    07/09/2015    0 recensioni
Una versione diversa della storia classica. Un ragazzo apparentemente omofobo si ritrova maledetto e destinato a restare nel corpo di una donna, a meno che non riesca a comprendere l'essenza dell'amore, omosessuale o meno che sia.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam, Nuovo personaggio | Coppie: Adam/Belle
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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Adam si stava guardando allo specchio, come faceva ogni mattina da ormai un anno e mezzo, e ancora stentava a riconoscere la persona che lo fissava in quel riflesso. Una ragazza castana, dai lineamenti delicati, non bellissima ma carina. Quel tipo di ragazza con cui, se l’ avesse vista per strada solo un anno e mezzo fa, probabilmente c’avrebbe provato. Si riconosceva solo in quegli occhi. Quelli, erano ancora i suoi.
La mente tornò a quella sera, in cui lui ed alcuni suoi amici erano in un pub a bere qualcosa, e videro una coppia di ragazzi tenersi per mano. Senza pensarci, forse per seguire la massa, forse per non essere diverso dai suoi amici che stavano prendendo in giro la coppia, iniziò a deriderli e quando uno dei due si protese verso di loro, lo spinse facendolo cadere a terra, e se ne andò ridendo insieme ai suoi amici. Quella stessa notte una volta a letto, Adam si spaventò a sentir suonare il campanello di casa a quell'ora tarda. Quando andò ad aprire fu ancora più stranito, trovandosi d’avanti il ragazzo che aveva spinto poco prima. 
Da quel momento in poi tutto gli sembrò assurdo, quel ragazzo gli stava dicendo che “la vita ti ripaga sempre”, che “ad ogni azione corrisponde una reazione”e che lui, essendo un wiccan, sarebbe stato l’arma che la vita avrebbe usato per ripagare Adam della sua orrida azione. 
La mattina dopo si svegliò confuso, stordito, come se un autobus gli fosse passato addosso, era forse svenuto? Appena mise una mano tra i capelli però si stupì della chioma lunga che scorreva tra le sue dita. Corse allo specchio e realizzò che non era stato tutto un sogno, una strega gli aveva fatto un incantesimo trasformandolo in una donna. E l’unico modo per spezzare l’incantesimo, gli aveva detto, era far innamorare una ragazza, così avrebbe capito cosa si provava a voler amare e a farsi amare da una persona del suo stesso sesso.  Ma soprattutto avrebbe capito che non si sceglie chi amare, o da chi farsi amare, e l’aveva compreso bene, in questo anno e mezzo, in cui non solo non era riuscito ad accettare quella situazione, ma non era riuscito neanche ad approcciarsi alle ragazze, cosa che gli era sempre riuscita più che bene, prima di tutto quel casino.
Aveva dato un taglio alla vita di prima, aveva cambiato città, era troppo imbarazzato per avere a che fare con gli amici di sempre. Col tempo, però, si rese conto che probabilmente tanto amici non erano. Non ne sentiva la mancanza, e soprattutto si sentiva diverso, da quando non frequentava quelle persone. Certo, forse era anche per tutto quello che gli era successo, ma capì che determinati pensieri in realtà non gli erano mai appartenuti davvero. 
L’unica cosa che riusciva a fare era chiudersi in biblioteca, tra i suoi libri, nel suo mondo. Era sempre stato un tipo che si abbandonava tra le parole, tra le pagine. Spesso l’avevano anche preso in giro per questo, ma non gli era mai importato più di tanto. Rinchiudersi tra quei fogli era l’unico modo per aprirsi a nuovi mondi, per sentirsi libero, ancora di più ora che si trovava in quella situazione.
Si faceva chiamare Amanda, Mandy per quelle poche persone con cui aveva stretto una parvenza di rapporto civile. 
Da quando era arrivato in questa nuova città aveva provato ad andare in alcuni locali per ragazze lesbiche, voleva trovare il modo per spezzare questo stupido incantesimo, voleva in tutti i modi liberarsi al più presto da questa cosa senza senso che gli era successa. Ma in ogni locale in cui era stato, seppur qualche ragazza si era fatta avanti, l’ormai Mandy se n’era sempre andata a mani vuote. Non sapeva perché, non sapeva cosa la frenava, sapeva solo che seppur la tentazione di far innamorare qualcuna solo per spezzare l’incantesimo era forte, l’idea che quella ragazza, poi, sarebbe rimasta sconvolta dal suo cambiamento e dal suo ritorno ad uomo lo turbava in un modo che non avrebbe mai immaginato.
Quindi Adam si trovava bloccato in Mandy, ormai da troppo tempo, arreso dinanzi a quella che credeva sarebbe stata la sua realtà: vivere una vita che non sentiva sua. 
A volte ripensava a quel ragazzo, dopo quella notte aveva cercato di rintracciarlo ma era come sparito, come se non fosse mai esistito. La cosa lo turbava molto, col tempo iniziò a pensare che forse non era stata tutta una coincidenza, forse la vita quella sera aveva voluto metterlo alla prova e lui, come uno stupido, non l’aveva superata. Iniziò a chiedersi per quale motivo non l’aveva superata quella prova. La vista di quei due ragazzi mano nella mano gli aveva davvero procurato tanto orrore da portarlo a comportarsi in quel modo? Era stato un ragazzo talmente debole e volubile da lasciarsi trascinare da quegli idioti che un tempo riteneva amici? Era invidioso, forse? 
Una voce spezzò quel flusso di pensieri, un ragazzo dai capelli neri, alto e slanciato, con un accenno di barba e due occhi scuri come la pece lo stava fissando. "Dicevo, è libero quel posto?"
Mandy alzò gli occhi dal libro che stava tenendo tra le gambe, troppo presa da quei suoi pensieri, si guardò un attimo intorno spaesata, e quando alzò lo sguardo rimase un attimo a fissarlo. “Siamo in biblioteca, fai mente locale, che ti succede idiota?” si ritrovò a pensare. 
"Certo, certo. Siediti se vuoi" rispose frettolosamente subito dopo. 
Non sapeva bene cosa era appena successo, sapeva solo che si sentiva strano. Strana? Non sapeva più come riferirsi quando pensava a sé stesso. Pensava ancora da uomo, ma si sentiva donna ormai. Tutta colpa di quegli ormoni femminili in subbuglio, si diceva. Era una donna a tutti gli effetti, doveva farsene una ragione, anche se non l’avrebbe mai accettato realmente. 
Ogni tanto alzava lo sguardo da quel libro che ormai fingeva di leggere. Era incuriosito più dalla sua reazione a quel ragazzo, che dal ragazzo stesso. 
Si ritrovò a pensare a quanto assurda fosse quella situazione. Lui, nel corpo di una donna che in teoria doveva far innamorare un’altra donna per tornare finalmente in sé, ora stava fissando un ragazzo misterioso che per qualche motivo lo aveva incantato. E gli veniva da sorridere, se solo pensava a quella parola.. Incantato. Era tutta colpa di un incantesimo se ora si trovava in quella biblioteca, in quel corpo, in quella situazione. Era tutta colpa di una maledizione. 
In quel momento, con quel sorriso mozzato sul volto, lo sguardo ancora alzato verso quel ragazzo, si accorse che anche lui lo stava guardando. Ricambiò il sorriso. 
"Mi chiamo Abel, scusa se non mi sono presentato prima. Tu sei?"
Per un attimo, seppur ormai era più di un anno che si presentava come Mandy quindi si era abituato a farlo con naturalezza, l’istinto di presentarsi come Adam fu fulminante. Come se volesse presentarsi per quello che era, come se volesse mostrare il suo vero io a quello sconosciuto che lo attirava come una calamita. Ma resistette alla tentazione e timidamente si presentò come Mandy.
In un modo naturale e quasi spontaneo continuarono a parlare, come se si conoscessero da sempre. Adam si sentiva sempre più perso in quello che gli stava accadendo, in quello che stava provando. Era colpa del suo essere donna? Degli ormoni? O forse stava liberando quello che, da sempre, era assopito dentro di lui? 
Abel vedeva in Mandy una ragazza affascinante ma strana. Non riusciva ad inquadrarla bene, sapeva solo che si sentiva attratto dai suoi occhi. L’avevano catturato appena l’aveva vista, appena aveva alzato lo sguardo da quel libro che ovviamente non stava leggendo perché troppo presa dai suoi pensieri. Si era perso in quegli occhi, in quei pochi secondi, e non riusciva più a trovare la strada per tornare indietro. I due continuarono a parlare per tutto il giorno e si diedero appuntamento per quello seguente. 
Adam, una volta a casa, non riusciva a pensare ad altro che ad Abel, e al casino in cui si era cacciato. Come avrebbe mai potuto spezzare la maledizione? Come avrebbe mai potuto anche solo lontanamente immaginare di spiegare la sua situazione a qualcuno? Poteva permettersi il lusso anche solo di pensarci? Eppure tutti questi pensieri non erano bastati per frenare la voglia di rivedere Abel il giorno dopo. 
Si videro il giorno dopo, e quello dopo ancora. Avanti così per mesi, le cose tra i due diventavano sempre più serene, come se davvero si conoscessero da sempre. Fino a che un giorno, mentre erano seduti sul pavimento del soggiorno di Abel per un picnic, Adam si allontanò quando Abel tentò di baciare Mandy. 
Adam si sentiva sdoppiato in due. Era quello che era, ma era anche quello che sembrava. Abel stava per baciare Mandy, non lui, e la cosa lo ferì più di quanto si sarebbe mai aspettato. Non poteva, comunque, lasciare che Abel si innamorasse solo di quello che lui sembrava. E soprattutto non riusciva ancora a credere che lui, il ragazzetto omofobo di due anni prima, stava lì a preoccuparsi di amare un ragazzo e di non volerlo ferire. Ma forse era troppo tardi, per tutto. La situazione dopo quel non-bacio divenne strana e Adam decise che l’unico modo per uscire da quell’imbarazzo era dire tutta la verità. Lentamente iniziò a spiegare tutto, di quella sera, ma anche di prima, della sua infanzia e delle sue amicizie sbagliate, di quel ragazzo misterioso che lo trasformò in quello che era ora, del suo cambio di vita e del fatto che Abel era in assoluto il primo e unico ragazzo per il quale aveva provato qualcosa del genere.
Abel restò in silenzio per qualche minuto, a fissare prima Mandy, intravedendo finalmente Adam dentro quegli occhi, e poi il vuoto. Sapeva che tutto quello che aveva appena sentito era assurdo, ma stranamente aveva senso. Come se le cose finalmente quadrassero, come se ora si spiegasse il perché di quella sensazione avuto quando aveva visto Mandy negli occhi e ne era rimasto incantato. Ma stavolta era di un altro tipo d’incanto, che si parlava. 
"Tu vorresti tornare nel tuo corpo?" si ritrovò a chiedere Abel, senza mettere in dubbio neanche per un secondo tutto quello che Adam gli aveva detto.
"A questo punto, non lo so più.. e non so nemmeno se sia possibile..ormai l’eventualità di innamorarmi di una donna, e di farla innamorare di me, mi sembra praticamente impossibile."
"Non so cosa deciderai di fare.. Non so cosa potrai effettivamente fare. Voglio solo che tu sappia che io ti amerei comunque, anche se fossi uomo.. Mi sono innamorato dei tuoi occhi. In quelli risiede lo specchio dell’anima, te l’hanno mai detto? Ciò significa che io mi sono innamorato di te. Adam, Mandy, non importa. Io amo te. Se la tua paura era quella di perdermi, se non hai voluto baciarmi per paura di perdermi, sappi che puoi stare tranquilla.. Tranquillo.. Scusa non so più come rivolgermi a te.." disse quasi sorridendo.
"Tranquillo, ormai non lo so neanche io" rispose Adam con lo stesso sorriso. "Quindi.. mi ami?"
"Ormai è troppo tardi per qualsiasi altra risposta che non sia un deciso, sincero, sentito SI" disse Abel in un sospiro. In quel momento dopo essersi guardati negli occhi per un istante che sembrò un eternità, finalmente si baciarono. Subito dopo Adam cominciò a sentirsi strano e lentamente tornò ad essere sé stesso. 
Occhi negli occhi, Abel rimase stordito da quello che aveva appena visto. E Adam rimase sconvolto da quello che gli era successo. Aveva sempre pensato che sarebbe rimasto in trappola in quel corpo non suo. Ancora di più da quando aveva capito di amare Abel. L’idea di far innamorare una donna di sé gli sembrava impossibile, in quel momento. Allora com’era stato possibile il cambiamento? Come si era spezzata la maledizione?
In quel momento, Abel spezzò nuovamente il flusso di pensieri e lo ribaciò, prendendolo alla sprovvista. 
"Non chiederti perché, non chiederti come. Doveva succedere, dovevi trovarmi, dovevo trovarti".
Continuarono a baciarsi e si amarono finalmente dopo tutti quei mesi in cui si erano voluti.  Quando Adam si svegliò il giorno dopo, trovo accanto a sé un foglio piegato in due, sembrava una lettera ma a primo acchito non riconosceva la scrittura.  Iniziò a leggere.
“Probabilmente ti starai chiedendo come è successo. E perché. Ti rispondo prima al perché. Sei riuscito finalmente ad amare, amare veramente. Sapevo che ti nascondevi dietro quella maschera d’ignoranza e paura. E il come.. beh, in realtà per spezzare la maledizione bastava che ti liberassi, e l’hai fatto. Ho vissuto più o meno quello che hai vissuto tu e da quando ho imparato ad amarmi ho deciso che avrei usato i miei poteri solo per il bene, solo in funzione del vero amore. Mi dispiace averti fatto questo, ma spero che ti sia servito.  Con affetto, R.”
Il ragazzo misterioso si era finalmente fatto vivo. Adam si voltò e trovò Abel ancora addormentato accanto a lui. Era di una bellezza disarmante. E in quel momento capì, gli fu chiaro come il sole, che quella del ragazzo misterioso non era stata una maledizione, ma un dono.
   
 
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