Non v'è sensazione peggiore che addormentarsi in un letto freddo, all'inizio dell'autunno, quando fa ancora troppo caldo per tenere il piumino, ma la brezza fresca ti fa tremare sotto il lenzuolo, non v'è sensazione peggiore che addormentarsi in un letto freddo d'autunno senza te, abbracciando un cuscino troppo morbido per essere te, che mi dai sicurezza quando ti stringo, troppo freddo per assomigliarti, perché nessuno mi scalda il cuore come fai tu. Eppure ho dovuto farci l'abitudine, allo stare senza di te, che lo volessi o meno. A che stato ho visto ridursi le mie ossa per sopportare l'amore di entrambi, in che condizione ho ripreso il mio cuore dalle tue mani, poco dopo avertelo regalato. Mi sono adeguata a questo tuo modo di essere, purché tu mi permettessi di starti vicino. Solo questo ti avevo chiesto, di lasciarmi entrare nella tua vita, senza nemmeno lasciar uscire la supplichevole richiesta che tu entrassi nella mia.

Quanti mal di testa, quanta rabbia mi ha ulcerato lo stomaco, quanta bile ha inondato il mio fegato, verde come la parete alla sinistra del tuo letto, quel letto dove mille volte ti ho perdonato ogni sbaglio, perché vedevo la possibilità che tu cambiassi veramente mentre ci amavamo.

Forse però quella ad aver fatto più errori son stata io. Perché tutte le volte che ho lasciato perdere, che ho trovato una giustificazione per te, tutte quelle volte ti ho dato un via libera per continuare a fare ciò che più mi faceva star male.

Finti sorrisi, più miei che tuoi, mentre dentro morivo ma tu avevi bisogno di vedere una faccia felice, almeno una, mentre tutti si prendevano gioco di me, mentre stavi zitto e io cercavo solo un rifugio senza trovarlo, e voglio sorridere, mostrare i denti e mostrarmi forte, perché magari poi prendevi spunto da me. Ho sbagliato tutte le volte che chiudevo gli occhi mentre mi dicevi che dovevi andartene per un po', mentre mi lasciavi da sola perché sono solo un misero dettaglio in una vita di sbandi. Una luce troppo debole per essere la salvezza, che ho la pressione troppo bassa per salvare tutti e due, perché ci si aspetterebbe che fossi tu a farlo, ma quando il principe non è innamorato la principessa mette l'armatura e va in battaglia per difendersi da sé, che non c'è nessuno a sconfiggere il drago per lei.

Quindi stringo il cuscino, che magari c'è su ancora il tuo profumo, e magari stanotte ti sogno come ti avrei voluto, o magari sogno entrambi come volevi te. Mi dico “Questo può essere paradiso o inferno.”

Scusami per non essere stata perfetta, per arrendermi troppe volte, abbassare la guardia, abbassare lo sguardo su una bottiglia che non avrei mai bevuto, ma meglio non ricordarmi del male che ho dentro, meglio spingerlo fuori. E se potessi depurerei il mio sangue dai frammenti dei nostri ricordi, che magari prima o poi si ripulirà anche il cuore della tua immagine, e che questo cuscino voglio tenerlo sotto la testa adesso, che mi fa male il collo a dormire così, in autunno, e il lenzuolo non copre abbastanza, non copre entrambi.