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Autore: Francymime    07/02/2009    8 recensioni
La storia si svolge dopo la morte di Jenny Shepard; la squadra è stata riunita ed il nuovo direttore è Lionel Vance (quello che l'ha sciolta alla fine della qinta stagione), non ci sono spoiler, è tutta fantasia! Tony e Ziva alle prese con dei giovani cadetti della marina, una ragazza fin troppo esuberante, una simulazione di incarico sotto copertura, incomprensioni e certezze...un incarico speciale che porterà Tony e Ziva ad un confronto diretto...
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le otto di sera.
All' N.C.I.S. se ne erano andati tutti da un pezzo, tutti tranne Ziva. Quella sera aveva dovuto finire di sistemare le solite noiose scartoffie e senza neppure accorgersene, fuori si era fatto buio. Si sentiva stanca, molto stanca e triste.
Nelle ultime due settimane tutto il team si era dovuto occupare dell'addestramento di un gruppo di giovani appena diplomati all'accademia, aspiranti futuri agenti; Gibbs aveva ordinato perentoriamente all'intera squadra di occuparsi di loro (la geniale idea era partita dal direttore), sebbene seccato dalla situazione, come era prevedibile, che lo costringeva a vedersi intorno dei ragazzi indisciplinati e curiosi, che avrebbero fatto persere del tempo a lui ed ai suoi agenti.
Ducky ed Abby li avevano trascinati in laboratorio ed in sala autopsie: quasi Abby era stata presa dalle convulsioni vedendosi arrivare un orda di quindici "marmocchi" che non solo l'avevano tempestata di stupide domande, ma avevano cercato di metterle a soqquadro il laboratorio, minacciato di alterare il delicato "umore" dei suoi macchinari, toccato le sue provette...insomma, non se l'era passata bene; dal canto suo Ducky era stato molto seccato quando uno degli studenti aveva dato di stomaco, rovinandogli l'autpsia che stava eseguendo, mentre una ragazza era svenuta, fortunatamente senza conseguenze; McGee si era ovviamente occupato di istruirli su quello che concerneva le procedure informatiche, forse era stato l'unico a divertirsi nello svolgere quell'incarico....si sentiva orgoglioso di giocare a fare il "prof" e finalmente anche lui poteva apostrofare qualcuno con l'odiato ed amato appellativo di pivello!
Gibbs aveva invece incaricato Ziva e Tony di istruirli su come si lavorava sul campo, dall'indagine sulla scena del crimine, a come affrontare un'indagine sotto copertura; così in quei giorni si erano trovati a fare da balia ad un codazzo di giovani esuberanti, che ovviamente si ritenevano già pronti ad affrontare tutto, mentre non avevano la minima idea di come muoversi. Tutto sommato le cose erano andate bene, a parte il solito Tony che faceva lo stupido con le ragazze e queste che erano tutte impazzite per lui...tutto bene, fino a quel giorno, l'ultimo prima che il corso terminasse.
Si erano ritrovati in palestra, per una lezione frontale sulla gerstione delle emozioni in caso di lavoro sotto copertura, Ziva stava illustrando i criteri di comportamento in quel particolare tipo di indagine, di come fosse necessario agire con la massima naturalezza anche nelle situazioni più pericolose.
Sin dal mattino Tony si era mostrato agitato all'idea di affrontare l'argomento; probabilmente pensava al suo ultimo incarico, come Antony Di Nardo, quando si era innamorato di Jeanne, una missione sotto copertura finita male, che certo gli aveva lasciato numerose cicatrici, forse non ancora del tutto rimarginate.
Ziva aveva evitato accuratamente di parlare di quell'aspetto della questione, il fatto di poter essere costretti ad affrontare una relaziome con "l'obbiettivo" da tenere sotto controllo.Si era tenuta sul generico, nonostante ciò quegli stupidi cadetti avevano messo in campo l'argomento...non era stato facile rispondere.
- Insomma, agente David, vuol dire che in alcuni casi potrebbe presentarsi la possibilità di intrecciare una storia con un criminale, oppure addirittura fingere una relazione intima con uno dei nostri colleghi?
Tutti si erano messi a ridere come degli idioti, per un secondo lei aveva sfiorato preoccupata lo sguardo di Tony, lui l'aveva ricambiato, contraendo il viso in una sottile smorfia.
Z- Certo che è possibile, va fatto tutto ciò che porti al buon esito della missione che vi è stata affidata, è esseziale imparare ed acquisire l'esperienza necessaria al fine di poter assumere una diversa identità, a seconda della necessità.
Ed era stato allora che si era fatta avanti Samantha, la leader del gruppo femminile, che sin dal primo giorno si era dimostrata la più sveglia e la più intraprendente, ma anche la più sfacciata ed insofferente all'autorità dimostrata da Ziva e, più delle altre, attratta da Tony...
S- E lei, agente Di Nozzo, ci racconti di qualche sua avventura vissuta sotto copertura, è stato coinvolto in qualche "relazione pericolosa"?...La voce della ragazza era volutamente sinuosa e dolce, Ziva l'avrebbe volentieri presa a calci.
S- E' stato mai coinvolto con un sospettato in una relazione, obbligato a frequentare una persona sotto falsa identità?
Tony contrasse di nuovo il volto, accigliandosi leggermente, ma non tradendo i suoi pensieri.
T- Si, lo sono stato - Tony abbassò per un secondo lo sguardo, cupo.
S- Ci racconta come è andata? Scommetto che si tratta di una storia avvincente...
Ziva a quel punto era intervenuta.
Z- Samantha, vero?
Ziva le si era avvicinata, squadrandola con aria di sfida.
S- Si, ma può chiamarmi Sam, anche lei ovviamente, agente Di Nozzo!
Z- Va bene, Sam...qui le domande le facciamo noi, CAPITO?
Sam non aveva abbassato lo sguardo o mostrato di essere in imbarazzo.
T- E dai Ziva, non fare il mastino, scusala Sam, non è colpa sua, a volte esagera...
Ziva stavolta squadrò Tony , fissandolo negli occhi con aria minacciosa, lo azzittì immediatamente.
Z- Va bene collega, racconta pure, anzi no, rendiamo il tutto più interessante...perchè non fai vedere a Sam ed agli altri cadetti come si agisce in questi casi?
T- Che intendi dire?- Il suo sguardo era interrogativo e vagamente preoccupato.
Z- Beh potremmo inscenare una situazione classica,in fin dei conti questi ragazzi sono qui per farsi un'idea di quello che dovranno affrontere sul campo no? Sam, tu dovrai avvicinare Tony e sedurlo, vediamo,l'azione si svolgerà in un bar affollato, è notte e tu Sam hai il compito di agganciare il corriere di un pericoloso trafficante d'armi...così, Tony, avrai l'opportunità di mostrare il tuo famoso fascino, capace di far parlare anche "i muri"...- Ziva era stata sarcastica, come solo lei sapeva esserlo.
T.- Le pietre, Ziva, si dice far parlare le pietre...
Z- E' lo stesso! Allora che ne dici Tony?
Tony sembrava divertito, dove voleva arrivare Ziva?
T- Beh in qualche modo questi promettentissimi giovani dovranno pur imparare a tradurre in realtà ciò che hanno appreso dai libri.....e va bene....
S- Scusate se mi intrometto, ma io che dovrei fare esattamente? Se si tratta di recitare con Tony, ehm l'agente Di Nozzo, sarà un vero piacere!
Z- Dovrai cercare di sedurre il corriere, devi scucirgli delle informazioni che potrebbero salvare molte vite, devi fare in modo che l'obbiettivo si interessi a te, dovrai fare in modo di attirare la sua attenzione, e di coinvolgerlo emotivamente in modo da poter agganciarlo e quindi poterlo nei prossimi giorni controllarne le mosse..quindi dai il meglio di te...nel nostro mestiere non si tratta di recitare, non siamo attori, si tratta di agire in modo da avere accesso alle persone che servono ai nostri scopi, in maniera tale che le nostre identità non vengano scoperte, cosa che può far la differenza tra vivere e morire.
Tony iniziava a capire...Ziva voleva punirlo per essersi messo a fare lo stupido con quella ragazza, bene, se voleva la guerra...
Ziva aveva nel frattempo portato uno sgabello, Tony si sedette, facendo finta di avere in mano un bicchiere...
T- Ehi cameriere, ottimo questo wiskhy, un altro per favore - si mise a ridere.
Z- Visto Sam, Di Nozzo si è già calato nella parte, ora tocca a te, avvicinati, lui non ti ha mai vista, hai poco tempo, io ti consiglierei di non farlo bere troppo, visto che devi farlo "ciarlare"....
Tony si voltò verso di lei, rassegnato.
T- CANTARE, non ciarlare Ziva!!
Z- Ok, ok, fallo "cantare" allora....
La scenetta ebbe inizio.
Sam si avvicinò a Tony, assumendo un atteggiamento volutamente provocante.
S- Ciao...è da un pò di tempo che ti sto osservando, che ne dici di offrirmi da bere?
T- Ciao..d'accordo, che ci fa una bella ragazza come te in questo posto?
S- Stavo cercando un bel ragazzo con cui passare una piacevole serata..
T- E la tua scelta è caduta su di me?...Cosa prendi?
E a quel punto era successo l'imprevedibile, o meglio, ciò che Ziva non si sarebbe mai aspettata, nemmeno da una come Sam; aveva voluto provocare Tony con quell'idea della prova di incarico sotto copertura, ma forse qualcosa le era sfuggita di mano.
S- Prendo...prendo te!
E come fosse stata la cosa più naturale del mondo, Sam aveva preso il viso di Tony tra le mani e lo aveva baciato, baciato "veramente", le labbra incollate a quelle di Tony, lui, preso alla sprovvista aveva ricambiato il bacio, non sembrava neppure molto contrariato...Ziva avrebbe voluto intervenire, ma se lo avesse fatto, chissà Tony cosa avrebbe pensato, che lei era gelosa, il che effettivamente era vero...ma...
Intanto tutta la classe si era messa ad applaudire, i ragazzi fischiavano, le ragazze si facevano spallucce.
Ziva li azzittì con uno sguardo di fuoco, voleva vedere come sarebbe andata a finire tra quei due, anche se dentro stava male, avrebbe voluto urlare...
Intanto Sam aveva slegato Tony dalla sua stretta.
T- Ehhhm, sei una ragazza che indubbiamente sa quello che vuole! - Tony parlava a Sam, ma non potè fare a meno di sbirciare Ziva, che non sembrava affatto turbata, anzi, in quel momento gli fece un cenno, lui capì che doveva continuare a recitare.
S- Ora puoi anche dirmi il tuo nome!
T- Tony, e tu chi sei?
S - Samantha, ma puoi chiamarmi Sam, gli amici mi chiamano così, anche se mi piacerebbe che tu fossi qualcosa di più di un semplice amico!
Ziva era sicura che in quel momento Sam stesse parlando a Tony agente speciale dell'N.C.I.S. e non al Tony "corriere di un trafficante d'armi".
T- Effettivamente potremmo conoscerci meglio, io e te....
S- Perchè non usciamo di qui e mi porti a casa tua?
T- Non credo sia una buona idea...
S- Beh, allora portami da qualche altra parte, conosco un posticino qui vicino, molto romantico ed abbastanza fuori mano per....
T- Ho capito, beh si può fare ma...
S- Niente ma, andiamo.
Sam prese Tony per mano e lo trascinò con sè, si fermò davanti a Ziva.
S- Può bastare, agente David? Penso proprio di essermi conquistata il cuore di questo famigerato delinquente!
T - Come prova di seduzione non c'è niente male, devi ammetterlo Ziva!
Tony stava di nuovo facendo il sarcastico con lei, forse pensava di averla sconvolta con quel bacio dato a Sam?
Z- Va bene, prova superata, Sam, sei stata brava e convincente, anche se ad essere sincera il mio collega non è il più adatto a simulare una situazione del genere, ci vuole talmente poco perchè una bella ragazza lo faccia crollare!
Tony sorrise, distolse lo sguardo da Ziva, lo stava prendendo in giro, come al solito, a lui faceva piacere, non replicò a quella battuta.
Z- Bene, per ora la lezione è finita, andate, Gibbs vi aspetta per mostrarvi uno dei suoi famosi interrogatori, vi consiglio di stare bene attenti, imparerete cose molto interessanti.
T- Perchè non sapete cosa potrebbe fare l'agente David durante un interrogatorio....
S- Già, ho sentito dire che lei è stata addestrata dal Mossad, lei è israeliana.
Z- Esatto, e con questo?
S - Beh, sarà abituata a torturare la gente, a non provare sentimenti nell'ammazzarla...so che i metodi israeliani non sono poi così diversi da quelli dei terroristi islamici...
Ziva si avvicinò alla ragazza, piena d'ira, non sopportava che si offendessero le sue origini, Tony la fermò in tempo, le prese un braccio...
T- Lascia stare Ziva e tu Sam non parlare di cose che non conosci...
S - Va bene, va bene, ora devo lasciarvi, devo seguire gli altri, ma TU, TONY, non ti allontanare troppo, mi piacerebbe prendere DAVVERO un drink insieme a te, potremmo fare questa sera...beh poi ne riparliamo, fatti trovare dopo la lezione con Gibbs.
Tutti lasciarono la palestra, rimasero Tony e Ziva.
Lei si voltò verso di lui, e con tono canzonatorio..- Adesso siamo passati al tu....ti ha chiamato pure per nome, non perde di certo tempo la ragazza, hai fatto proprio un bel lavoro Tony!
Non potè trattenersi dall' affibbiargli un sonoro scappellotto..
T- Ahio!! Ma che ti prende? Guarda che è stata tutta colpa tua, se non ti fosse venuta in mente quella stupida idea della simulazione e poi perchè ho dovuto fare io la parte del cattivo? Potevi scegliere uno degli studenti, che c'entro se quella Samantha è scatenata?
Z- Non mi è parso che tu fossi così disgustato qualche minuto fa...ho capito sai, lei ti piace! Non negare!
Tony assunse un'espressione maliziosa e inquisitoria allo stesso tempo, di nuovo Ziva faceva la gelosa, voleva farlo sentire in colpa, già lei glielo aveva detto in faccia...."tu hai bisogno di una donna"... non di una ragazzina, per di più così sfacciata e fuori controllo. Ma del resto anche lui conosceva bene quel gioco, lo avrebbe assecondato, ancora una volta.
T- E se anche fosse? Mi vuoi dire perchè dovrebbe interessarti? E non tirare fuori che lei è troppo giovane per me o che è solo un cadetto o... Z- Guarda che non sono tua madre, per me puoi fare quello che ti pare, non è mia intenzione voler ostacolare questo tuo grande amore. Ora ho cose più importanti da fare che stare qui a parlare con te di Samantha o di altre tue conquiste...non mi interessa proprio...e la prossima volta che qualcuno offende me o il mio Paese, non darti la pena di provare a difendermi ne tanto meno di fermarmi come hai fatto prima...la TUA Sam avrebbe meritato una lezione. T- Si, così poi chi lo avrebbe sentito Gibbs, non credo sia lecito riempire di botte un cadetto dei marines, all'interno di un edificio governativo americano, per di più da parte di un'agente del Mossad, saresti finita in un mare di guai
. Z- Al massimo mi avrebbero rispedito in Israele...magari non sarebbe stata una cattiva idea "riempirla di botte" in fin dei conti, anche se non era questa la mia intenzione, l'avrei solo rimproverata, a volte con le parole si può ferire più che con una spada, anche se nel mio caso sarebbe bastata una mossa, una mossa soltanto per metterla ko, lo sai; mi deludi Tony, non perchè non puoi fare a meno di rimanere incantato dalle ragazzine, ma perchè - Ziva esitò un istante, si morse il labbro superiore, come sempre faceva quando stava per dire qualcosa di cui poi, era sicura, si sarebbe pentita - dopo tre anni che lavoriamo insieme, mi consideri ancora un killer spietato ed incapace di controllarsi di fronte alle provocazioni...ti stupiresti nel sapere quanto sia grande la mia capacità di autocontrollo, certo non si può dire lo stesso di te!
Apposta Ziva si era avvicinata a Tony, ora erano vicinissimi, occhi negli occhi, la testa di lei inclinata vicina a quella di lui, immobile; Tony sentiva la vicinanza di lei, il suo respiro, rimase fermo, anche lui ne aveva di autocontrollo e da vendere anche, forse con le altre si lasciava andare facilmente proprio perchè tutta la sua presenza di spirito doveva utilizzarla quando stava vicino a Ziva, soprattutto quando capitava fossero così pericolosamente vicini, come in quel momento, quando l'istinto gli diceva di prenderla tra le braccia.
T- Non ti considero una killer spietata e senza cuore, anche se a volte effettivamente...- come di consueto cercava di sdrammatizzare il momento facendo il simpatico.
Ziva di scatto si allontanò, si voltò e fece per andarsene, lasciando Tony senza una parola di più, lui inebetito non fece nulla per trattenerla, sapeva che non avrebbe potuto fare nulla, era così che funzionava tra loro due, entrambi lo sapevano. Ziva uscì dalla stanza, senza voltarsi indietro.
Dopo era stato ancora peggio. Ziva aveva evitato Tony tutto il pomeriggio, non si era neppure presentata al loro solito appuntamento del caffè alle macchinette, aveva cercato delle scuse per rifugiarsi nel laboratorio di Abby, almeno sino a quando lei non l'aveva cacciata dicendo che per i risultati che aspettava ci sarebbero voluti almeno un paio di giorni, che era inutile che la andasse a disturbare ogni cinque minuti...già, come se lei non l'avesse saputo...accidenti, proprio quel giorno nessun cadavere, nessun mistero, nessun Gibbs che irrompeva nell'ufficio per mandarla in qualche posto, avrebbe preferito avere a che fare con una banda di terroristi armati fino ai denti piuttosto che rimanere lì in ufficio, i pensieri che le sfrecciavano nella testa....dove si era cacciato Tony?
Da un paio d'ore non lo aveva più visto, sembrava essersi eclissato, forse era con Sam, a quell'ora i giovinastri dovevano essersene andati e questo la preoccupava, anzi no, non le importava un accidenti, Tony era adulto, poteva fare quello che voleva. Fece finta di niente e chiese di Tony a Mcgee. Lui rispose che non aveva idea di dove fosse, che l'ultima volta che lo aveva visto era in compagnia di una biondina, una delle ragazze del corso, stavano parlando nella saletta break, erano seduti ad uno dei tavolini.
M- Tony le stava facendo la corte, questo è poco ma sicuro, ma come ci riesce? Poteva almeno aspettare di essere fuori di qui, ma quando si tratta di ragazze, lo sai, è più forte di lui, non perde tempo...fosse così quando si tratta di arrivare puntuali al lavoro!
Ziva avrebbe voluto prendersela con Mcgee, ma perchè non era stato zitto? Ok, era stata lei a chiedergli di Tony, ma non era quella la risposta che avrebbe voluto sentire.
In quell'istante entrò Gibbs, visibilmente irritato - Dove diavolo si è cacciato Di Nozzo? Doveva finire di completare il rapporto sull'ultimo caso che abbiamo seguito, questa mattina mi ha detto che lo avrebbe finito per questa sera ed io dopo questa mattina non l'ho più visto! Al cellulare non risponde, ditemi dov'è!! Devo presentare il rapportocompletato domani al direttore, questa volta lo uccido!
Mcgee e Ziva si guardarono, fu Ziva a commentare - Probabilmente ora si sta occupando di "un altro tipo di rapporto" capo!
G- Che cosa accidenti significa, se sai dove si è cacciato dimmelo, lo vado a prendere di persona e lo trascino qui, dovessi sparargli per riuscirci, è da una settimana che ha per le mani quel rapporto.
Z- Non so dove sia, so solo che se ne è andato via...
G- Questo lo vedo da me , David....prova a chiamarlo al cellulare fintanto che non ti risponde, io gli ho già lasciato dieci messaggi in segreteria. adesso devo andare da Ducky per i risultati di un'autopsia.
Z- Proverò a richiamarlo, ma dubito che si farà trovare...
Gibbs era già uscito inviperito dall'ufficio. Ziva non aveva nessuna intenzione di provare a chiamare Tony, che si arrangiasse, certo Gibbs era stato chiaro, allora si voltò verso Mcgee.
Z- Prova tu a chiamare Di Nozzo, io...ho altro da fare!
M- Come? Gibbs lo ha chiesto a te, io devo finire di filtrare questi file, è un lavoro delicato, non posso...
Ziva gli si avvicinò con aria minaccosa, Mcgee capì come sarebbe andata a finire e rassegnato
M - Ok, va bene, proverò io a chiamarlo...e se non mi risponde?
Z- Prova ancora!
M- E se non dovessi trovarlo, cosa dovrei dire a Gibbs? Lo hai visto anche tu...era parecchio furioso!
Z- Fai come vuoi Mcgee, io ora ho un impegno importante, devo assentarmi per un pò...lascio il comando a te!
Mcgee era ormai rassegnato al fatto che Gibbs gli avrebbe fatto un'altra sfuriata al suo ritorno dalla sala autopsie, perchè sapeva che Tony non avrebbe riacceso il cellulare, chissà che stava combinando..poteva immaginarlo..non sarebbe cambiato mai, accidenti a lui.
Ziva aveva bisogno di rilassarsi, decise che sarebbe andata a nuotare al piano di sotto, aveva bisogno di stancare il suo corpo, sfinirlo se fosse stato necessario, pur di non pensare a nulla, staccare la spina, dentro stava fremendo, forse di delusione, forse di gelosia, forse...
Iniziò a nuotare, una bracciata dopo l'altra, il respiro cadenzato, inspira, espira, un'altra bracciata, vigorosa, una vasca dopo l'altra; dieci, venti, trenta, Ziva si sforzava di concentrare tutto il proprio sforzo nel movimento dei suoi muscoli, ma qualcosa la tormentava, "qualcuno" la stava tormentando, il pensiero di Tony insieme a Sam,...quaranta, cinquanta, sessanta...il modo in cui l'aveva baciato in palestra, la sua aria spavalda e Tony che non aveva fatto niente per fermarla e poi la sua espressione quando gli aveva detto che era delusa del suo comportamento, lui non aveva capito, non aveva mai capito niente di lei, ed ora il suo cellulare era spento, settanta, ottanta, novanta....aveva perso la cognizione del tempo, in fin dei conti nuotare la stava aiutando a farsi scivolare il tempo di dosso, domani sarebbe stata una giornata come le altre, avrebbe ripreso a scherzare ed a prendere in giro Tony, non poteva fare altrimenti, lei non gli apparteneva, ora era di Sam, poi sarebbe stato di un'altra, ma non suo...cento...poteva bastare; uscì dall'acqua, i muscoli contratti dallo sforzo prolungato, si diresse verso gli spogliatoi per una doccia calda, ancora gli stessi pensieri cupi la assillavano...basta Ziva, basta farti del male. Quasi si abbandonò alle pareti della doccia, l'acqua esplose su di lei con un getto caldo, scivolando lungo il suo corpo, mescolandosi alle lacrime che le inondavano il viso.
Quando rientrò in ufficio trovò Gibbs che se la stava prendendo con il povero Mcgee, evidentemente non era riuscito a contattare Tony.
G- Ziva, sei sparita pure tu, ma che sta succedendo a questa squadra? Perchè siamo ancora una squadra, vero? Non è ammissibile che ognuno qui faccia quello che vuole, senza avvertire il proprio superiore, che poi sarei io e...
Z- Scusa Gibbs, hai ragione, non succederà più, sono stata io a lasciare il compito di rintracciare Tony a McGee, non è colpa sua, probabilmente Di Nozzo non si farà più vedere fino a domani mattina capo, rassegnati, il tuo rapporto rimarrà incompleto per questa sera
. G- Già, lo sospettavo...sarà meglio che domani Di Nozzo trovi un'ottima scusa per l'assenza di oggi, almeno poteva degnarsi di tenere acceso il cellulare; io ora vado a casa, anch'io ho i miei impegni, che diamine!
Ziva e Mcgee lo scrutarono increduli.
G- NIENTE domande, buonanotte pivelli!
Mcgee e ZIva si guardarono.
M.- Ma possibile che qui tutti abbiano appuntamenti galanti? A questo punto me ne vado anch'io...Jethro mi aspetta per la sua passeggiata serale, buonanotte Ziva! Non vedo l'ora che arrivi domattina per sentire la ramanzina che Gibbs farà a Tony!
Z- Buonanotte Mcgee, già, domani ci sarà da divertirsi.
Ziva era rimasta sola, erano quasi le sette, lei non aveva nessuno ad aspettarla a casa, tanto valeva approfittarne per terminare del noioso lavoro d'ufficio rimasto in arretrato.
Erano le otto di sera.
I pensieri di Ziva continuavano a contorcersi nella sua mente, fin giù nelle viscere; forse sarebbe stato meglio andarsene a casa, dormire, domani sarebbe stato un nuovo giorno....se Tony fosse stato lì con lei avrebbe citato sicuramente "Via col Vento"....come si chiamava la protagonista di quel film,che alla fine recitava quella frase? Ah si, Rossella O'Hara, quel film l'aveva visto, in cassetta, insieme ai genitori, quando sua sorella era ancora viva, molto tempo prima...e no Ziva, così non va proprio bene, basta arrovellarti e portare alla mente pensieri dolorosi, ma allora, perchè ancora quelle maledette lacrime e perchè ascoltare quella stupida canzone che ad ogni parola gli parlava di lui? Non era una smidollata abituata a piangere, era l'agente del Mossad Ziva David, incrollabile, indomita, coraggiosa e...fragile, a volte così fragile che sarebbe bastato un niente a spezzarla, lei che era stata addestrata tra le fila dei soldati più invincibili e preparati, lei che aveva affrontato più volte la morte di coloro che amava.
Ora la circondava la semi oscurità, solo la pallida luce della lampada sulla sua scrivania, le illuminava di striscio gli occhi lucidi, le cuffiette dell'I-Pod che Abby le aveva regalato, nelle orecchie, ancora la canzone ricominciava, non poteva fare a meno di riascoltarla:
..The depth of life will dim my temptation to live for you
If I were to be alone silence would rock my tears
'cause it's all about love and I know better
How life is a waving feather...

In quel momento le luci dell'ufficio si accesero, all'improvviso, ferendole gli occhi, ormai abituati alla semi oscurità.
T- Che ci fai Ziva ancora qui a quest'ora a luci spente? Ti sei addormentata in ufficio?
Era Tony.
Per un istante fu presa dal panico, ma solo per un istante; non aveva avvertito i passi di Tony che si avvicinavano a causa della musica alta ed ora era lì, il viso rigato di lacrime. Istintivamente si alzò e distolse lo sguardo, fece per allontanarsi, ma era troppo tardi, Tony si sedette vicino a lei, non poteva di certo fuggiresene via, anche se l'avrebbe fatto volentieri; un istante e riuscì a a riprendere il controllo di sè.
Tony si accorse che qualcosa non andava, Ziva aveva pianto. Perchè? Prese una sedia, si sedette al suo fianco, cercò di non far trasparire la sua preoccupazione.
T- Allora, che ci fai ancora qui?
Z - Nulla, finivo il lavoro arretrato, cosa che avresti dovuto fare anche tu.
T- Cosa intendi dire?
Z - Perchè avevi il cellulare spento? Gibbs ti ha cercato per tutto il pomeriggio, non hai ascoltato i suoi messaggi?
Allora Tony si alzò e si avvicinò alla propria scrivania, Ziva ne approfittò per asciugare le lacrime e ricomporsi per quanto era possibile, sperando lui non si fosse accorto di nulla; nel frattempo Tony estrasse una chiave dalla tasca della giacca, aprì uno dei cassetti e con aria colpevole, tirò fuori il suo cellulare.
T- Ehhhmmm, il mio cellulare è sempre stato qui oggi, quando sono uscito, me lo sono dimenticato!
Z - Ma se Gibbs e McGee hanno provato a chiamarti un centinaio di volte, avremmo dovuto sentire la suoneria - Ziva aveva un'aria incredula.
. T- Modalità silenzioso! - le sventolò davanti il cellulare.
Z - Sei in un mare di guai, Di Nozzo, domani dovrai vedertela con Gibbs - Ziva iniziava a rilassarsi...di fronte aveva il solito, irrecuperabile Tony, che cercava di propinarle storie assurde.
T - A proposito, che voleva il capo? - Tony stava fingendo tranquillita, come al solito quando era preso dal panico.
Z - Non ricordi proprio? "Rapporto sul caso di omicidio del colonnello della marina degli Stati Uniti, William Lester", non ti dice proprio nulla?
Tony si battè il palmo della mano sulla fronte - Accidenti, in questo momento mi darei uno scappellotto da solo...me ne ero proprio scordato...che tragedia!
Z - Non te ne eri affatto scordato, non cercare di mentire con me, lo sai , è inutile Tony.
Tony non poteva mentirle, mai, e questo lo spaventava.
T - E va bene David, adesso evita di farmi la predica, già ci penserà domani Gibbs...
Z - Devo dedurre che non ti sei neppure dimenticato per errore il cellulare nel cassetto della scrivania, non ho creduto a questa versione della storia neanche per un minuto....lo hai lasciato di proposito per non essere rintracciato.
T - Che intuito, degno di un agente del Mossad....- ora Tony si era messo a ridere, un pò imbarazzato.
Z - Avanti, dimmi la verità adesso....c'entra per caso Samantha?
Ziva aveva scoccato la freccia avvelenata, Tony era stato colpito in pieno petto, accusato il colpo.
T - La verità? Non volevo passare la serata a firmare e controllare stupidi documenti che una volta archiviati verranno dimenticati e poi ora c'è la tecnologia; perchè diavolo si informatizzano i dati relativi ai casi se non per evitare di spargere un mare di inutile inchiostro?
Z - Non credo Gibbs la pensi così...e neppure Vance.
T - Il direttore....-storse il naso- già, me la dovrò vedere anche con lui domani, almeno non mi prenderà a scappellotti come Gibbs....almeno spero! Anche Tony ora era rilassato, scherzava, come era abituato a fare con lei.
Z - La verità, Tony. Sto aspettando.
L'aveva messo con le spalle al muro, perchè mai non riusciva mai ad averla vinta con lei? Inflessibile, Ziva, seduta di fronte a lui, si era trasformata in pochi istanti; poco prima gli era apparsa triste, sconsolata, ora era tornata la Ziva che conosceva: lo sguardo dritto, severo, leggermente canzonatorio ed assolutamente fermo, penetrante, profondo.
T - Vuoi che ti dica che avevo un appuntamento con Samantha? Ebbene, avevo un appuntamento con lei. E allora? - Era con le spalle al muro, ancora una volta per mano di Ziva David.
Z - Non ti sto giudicando.
Ecco, appunto, era questo che lo preoccupava; quello sguardo, Ziva non giudicava, semplicemente con un solo cenno commutava il giudizio in immediata pena od assoluzione. Lo sguardo di Ziva ora lo penetrava, la sentenza di colpevolezza era stata lanciata, inoppugnabile, definitiva.
Z - E perchè ora non sei con lei?
Avrebbe voluto sentirsi rispondere che lei gli aveva dato...come accidenti si diceva?...uno di quei maledetti modi di dire che amano tanto glia americani, "buca" si, sperava lei gli avesse dato buca.
T - Devo andarla a prendere più tardi.
Z - E perchè sei venuto qui, prima di andare da lei? - Una punta di delusione le sfiorò i lineamneti del viso.
T - Per controllare il cellulare, ovvio.
Z - Sei un mascalzone...vattene è meglio, non vorrai fare aspettare la tua ragazza.
T - Non è la mia ragazza, non ancora almeno.
Quel suo sorrisetto malizioso, Ziva non ne poteva più; di nuovo, come aveva fatto quella mattina, fece per andarsene; gli passò davanti, un passo, due, sentì che le afferrava un polso.
T - Quando sono entrato...perchè stavi piangendo? - Era serio, la voce calma, ora sembrava diventata più matura, la voce di un uomo.
Ziva si voltò verso di lui, ancora a combattere gli occhi di Tony - Non sono affari tuoi, LASCIAMI! - Con uno strattone si divincolò facilmente dalla presa, avrebbe voluto correre via, riprese invece un passo calmo, controllato, avviandosi fuori.
T - Ziva, aspetta - la frase uscì dalle labbra di Tony in un sussurro.
Abbassò lo sguardo a terra, rassegnato. Sempre così tra loro due, solo incomprensioni.
Era maledettamente in ritardo, Samantha lo stava aspettando. Attese qualche minuto, non voleva rischiare di incontrare Ziva al parcheggio, le loro auto avevano il posto riservato una accanto all'altra...strana ironia; ed ora perchè stava pensando a "Christine, la macchina infernale", il film diretto da Jhon Carpenter nel 1983, protagonista la mitica "Plymouth Fury" del '58? Era giovane quando aveva visto quel film al cinema, d'altronde era stato da sempre un appassionato di Carpenter e dei suoi terribili, meravigliosi film....ma che c'entrava con lui e Ziva? Chi era Christine fra loro due? E chi il timido e imbranato Arnie Cunningham? Non ebbe il tempo di rispondere, salì sulla sua fedele e rassicurante auto sportiva.
Avviò il motore e parrtì, pensando alla piacevole serata che lo attendeva.

P.S....questo racconto voleva essere una one shot, poi la storia si è presa il suo spazio :))
Mi sa tanto che aggiungerò un capitolo o due
Spero che sin qui sia stata una piacevole lettura; commenti (positivi e negativi) e suggerimenti sono sempre graditi
To be continued......
  
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