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Autore: cryleshton    08/09/2015    2 recensioni
(dal testo)
"Improvvisamente, come un lampo nel buio, un’immagine prende forma nella sua mente, vivida e fiammeggiante, e le dita esili corrono alla base del collo; la runa è ancora lì, anche se sbiadita. Non lo lascerà mai. E neanche i ricordi lo faranno, saranno sempre dentro di lui a riportare in superficie il viso del suo parabatai, l’unico che abbia mai conosciuto ogni sfumatura della sua anima.
William Owen Herondale."
Raccolta di cinque OS.
La storia partecipa al contest THE 5 THINGS I LOVE ABOUT YOU indetto da Down Hanna’s Ally” e “The Writers’ Game”.
Genere: Fantasy, Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Well, now young faces grow sad and old
And hearts of fire grow cold
We swore blood brothers against the wind
Now I'm ready to grow young again
And hear your sister's voice calling us home
Across the open yards
Well, maybe we'll cut someplace of own
With these drums and these guitars.

 
“Ti ha fatto male?”
“Scusa?”
“Quando Clary mi ha colpito con Gloriosa, è stato straziante. […] mi sono chiesto se, quando mi avevi toccato, anche tu ti fossi fatto male.”
“Hai pensato a me? Al fatto che magari stessi soffrendo?”
“Certo.”
“Gli Herondale. […] Me n’ero quasi dimenticato. Nessun’altra famiglia fa tanto per amore, o prova un così grande senso di colpa. Non portarti sulle spalle il peso del mondo, Jace. È troppo anche per un Herondale.” – da Città del Fuoco Celeste.
 
Quando il ragazzo chiude la porta alle sue spalle, Jem si sdraia nuovamente sul letto. Si gira su un fianco e fa aderire la guancia alla federa bianca, il tessuto soffice del cuscino gli alleggerisce parzialmente il cuore. Aveva dimenticato com’era essere circondato dagli Herondale e dal loro costante bisogno di prendersi cura degli altri. Will in particolare, pensa, mentre un sorriso triste gli spunta sul viso. Prima di diventare Fratello Silente e lasciarsi alle spalle ogni legame con la sua vita precedente, aveva deciso che avrebbe sempre ricordato il parabatai con gioia, con la felicità nell’anima. Perché, in quei cinque anni, brevi come il battito d’ali di un colibrì, era stato l’unico a preoccuparsi giorno e notte – notte e giorno – della sua salute, del suo benessere emotivo. Will, più degli altri, aveva messo al primo posto Jem e, quest’ultimo, gli deve almeno un sorriso sincero, anche se nessuno oltre a lui può vederlo. Un sorriso che spunta solo quando gli occhi blu cobalto dell’amico gli si piantano davanti e gli annebbiano la vista, uno di quelli spontanei e desiderati, seppur la tristezza ti mangi lo stomaco.
E’ di nuovo solo, James, e nella mente si accavallano immagini che gli straziano, squarciano, il cuore.

Will che gli tiene le spalle.
Will che lo raccoglie da terra.
Will che gli pulisce il mento dopo un violento attacco di tosse.
Will che gli stringe forte la mano, la presa ferrea di chi morirebbe pur di non lasciarti.

Sempre e solo Will accanto a lui.

Guarda fuori dalla finestra, la luce gli brucia gli occhi, e gli sembra di tornare nel passato – ad una notte di tanti anni prima, quando la malattia lo stava consumando dall’interno. La camera dell’Istituto di Londra era illuminata solo dalla luce della luna, riflessi argentei in ogni angolo. Il viso di Will sembrava più spigoloso del solito; aveva bussato alla porta nel bel mezzo della notte, non riusciva a dormire, e Jem non poteva cacciarlo, non ci sarebbe mai riuscito – neanche in un’altra vita. Gli aveva suonato una delle sue canzoni, una di quelle che aveva scritto per loro due, per il loro rapporto, e l'amico aveva sorriso tutto il tempo. Poi, una volta riposto il violino nell’astuccio, la malattia era tornata a galla, senza preavviso, senza dolcezza. James aveva iniziato a tossire violentemente, il sangue sgorgava dalla sua bocca e riusciva a malapena a respirare. In quel momento, l’altro era corso al suo fianco, una mano decisa dietro la nuca, in mezzo ai capelli color dell’argento, e nell’altra la medicina, pronta in un battito di ciglia. Era sempre così, Will non esitava mai, bastava un respiro mancato da parte del suo parabatai e lui era lì, un’ancora stabile in mezzo alla tempesta.
E Jem gli sarebbe sempre stato grato per questo, l’avrebbe sempre considerato la persona più premurosa che avesse mai conosciuto, l’avrebbe sempre amato per essere stato la sua salvezza, quando aveva creduto che nessuno potesse aiutarlo.
Il mondo pensava che James Carstairs non avrebbe vissuto più di due anni, dopo aver contratto la malattia, e invece, grazie a William Herondale, ne erano passati altri cinque e poi ancora centotrenta. E non erano stati fianco a fianco ogni secondo, ma, al contrario di quanto il suo parabatai aveva sempre pensato, Jem gli doveva davvero la vita.
 
«Our souls are knit.»
«Le nostre anime si sono unite.»
 
   
 
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