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Autore: jalexislikeaunicorn    10/09/2015    2 recensioni
Phil non ha un migliore amico nella sua vita. Fino al momento in cui Dan arriva a scuola. Si avvicinano sempre di più e Phil scopre che Dan ha un gemello, ma odia parlarne. È solo quando arriva a casa di Dan che Phil scopre il perché.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Chris Kendall, Dan Howell, Phil Lester, Pj Liguori
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Mi sto occupando della traduzione in italiano di una phanfiction della scrittrice phanallamallama (https://www.wattpad.com/user/phanallamallama) che si intitola, come potete vedere, Two Of A Kind. Ho deciso di voler tradurre questa phanfic perché è probabilmente una delle cose più belle che io abbia mai letto e volevo condividere cotanta bellezza con la community di EFP cc:

Phanfiction in lingua originale: https://www.wattpad.com/story/8367967-two-of-a-kind-phan-and-kickthestickz

Buona lettura!


 


 

Capitolo 1

Phil si sentiva sempre solo a scuola, non aveva degli amici stretti. Beh, almeno non un migliore amico. A pranzo stava con un paio di ragazzi che erano in qualche classe con lui, Chris e PJ, ma oltre loro due non aveva proprio nessuno. Chris e PJ erano migliori amici e a volte Phil si sentiva un po' il terzo incomodo. Voleva un migliore amico. Diciassette anni e non ne aveva mai avuto uno. Quindi lunedì, quando entrò a scuola, pensò che nulla fosse cambiato, ma non era così.

"Ragazzi, fate un po' di silenzio. Abbiamo un nuovo studente in classe oggi, Daniel Howell" gli disse la loro insegnante, la professoressa Carter.

"Per piacere professoressa, mi chiami Dan" disse il ragazzo in modo affascinante. Phil era troppo impegnato a leggere per alzare la testa e guardare su, solo un'occhiata veloce per curiosità. E avrebbe voluto guardare prima. Il ragazzo era stupendo. Capelli castano chiaro in un ciuffo che gli copriva un occhio, occhi color cioccolato ed era alto. Phil aveva sempre avuto un debole per i ragazzi alti. Questo ragazzo - Dan - indossava dei jeans neri stretti e una giacca in pelle, Phil stava davvero tentando di non svenire. Piegò l'angolo della pagina del libro che stava leggendo e lo chiuse, sistemandosi leggermente i capelli. Sì, come se questo ragazzo l'avrebbe mai potuto notare. Sospirò e appoggiò la testa sulla mano, guardando verso la parte della classe che aveva di fronte.

"Va bene Dan, vuoi sederti da qualche parte?" ciese la professoressa al ragazzo.

"Certo," disse lui, prima di fare un'analisi veloce della classe. Phil pensò che si sedesse vicino alle puttanelle della classe, loro stavano già ridacchiando e volevano che si sedesse vicino a loro. Ma passò vicino a Phil e si sedette nel posto a fianco al suo.

"Ciao, come ti chiami?" chiese Dan, disinvolto. Phil diventò subito rosso fuoco e si mise a fissare il pavimento.

"Phil" mormorò. Alzò la testa e wow, questo ragazzo era addirittura più bello da vicino.

"Spero che non ti dispiaccia che io mi sia seduto qui, è solo che non mi piace stare con i popolari sempre in cerca di attenzione," rispose lui, guardando verso le ragazze davanti a lui e mandando gli occhi al cielo. Poi sorrise di nuovo, una fossetta che spuntava all'angolo della sua guancia. Ancora una volta Phil pensò “wow”. “Sono troppo superficiali e nessuno sembra farci attenzione”, continuò Dan.

“Beh, benvenuto nel gruppo di ragazzi che la pensano così. Siamo più o meno in 3” scherzò Phil, cominciando a sentirsi più a suo agio in compagnia di questo ragazzo, nonostante il suo fascino e il suo aspetto fossero intimidanti.

“Grandioso. Allora Phil, che cosa ti piace?” Dan chiese, dondolandosi sulla sedia e ignorando le occhiate che stava ricevendo per essersi seduto vicino a Phil-lo-strambo.

“Ehm... Videogiochi e libri e film penso,”

“Figo, anche a me. Per caso ti piacciono i film dello Studio Ghibli?” si domandò Dan.

“Sì! Il mio preferito è Il Castello Errante Di Howl” Phil rispose. Era onestamente un po' sorpreso dal fatto che Dan conoscesse lo Studio Ghibli, difficilmente qualcuno nella sua scuola avrebbe potuto conoscerlo.

“Anche il mio! I miei vecchi amici mi prendevano in giro per il mio cognome, Howell, dicendo che avevo un castello errante segreto. Non è vero, ma ho un peluche di Totoro”

“Ti mancano i tuoi amici?” Phil disse, incuriosito dal fatto che Dan avesse trovato gente come lui.

“Onestamente, insomma. Sono restato in quella scuola per un mesetto o due. Mio padre è nell'esercito quindi ci spostiamo un po', è piuttosto confuso. Ma resteremo qui per molto di più” aggiunse Dan, vedendo l'espressione di Phil un po' triste.

“Bene. Qual è la tua prima classe?” Phil chiese al suono della campanella.

Dan tirò fuori un orario dalla tasca e lo lesse. “Ho arte con la professoressa Pam” disse dopo.

“Grande! Anche io. Faccio la strada con te. L'aula di arte è in un edificio completamente diverso da questo, vicino al confine del campo sportivo”

“Allora andiamo!” rispose Dan felicemente, prendendo il suo zaino e caricandoselo sulla spalla.

“Hai già un armadietto?” domandò Phil portando con sé i suoi libri. La maggior parte delle persone non usava le borse grazie agli armadietti.

“Mi hanno detto che numero era e il codice ma non ho avuto ancora tempo di andarci. Mi fai vedere dov'è a ricreazione, per favore?” pregò quasi Dan. Sembrava già piuttosto perso.

“Certamente. Però prima mi fai vedere il tuo orario?”

“Certo,” Dan disse passandoglielo. Phil lo lesse e fece un sorriso enorme.

“Abbiamo tutte le lezioni uguali eccetto francese e matematica,” gli disse Phil.

“Yay,” Dan esclamò. “Meglio, così non mi perdo. Beh, almeno fino a quando non avrò francese e matematica,” scherzò Dan.

“Ti ci accompagno io fino a quando non saprai dove stai andando se vuoi,” disse Phil timidamente mentre stavano per uscire dal campo.

“Grazie Phil, è davvero carino da parte tua,” Dan rispose, con un po' di rossore sulle guance. “Ah, l'edificio di arte. Mi piace il fatto che puoi subito capire che viene utilizzato per arte grazie a tutti gli schizzi di colori sui muri,” commentò.

“Era uno scherzo fatto dagli alunni dell'ultimo anno l'anno scorso. Ma alla fine è venuto bene e la scuola l'ha tenuto così, un po' alla faccia di chi l'ha fatto,” raccontò Phil ridendo.

“Ah bene. Già, prima di entrare,” disse Dan fermandosi sulla porta. “È simpatico il prof coso?”

“È fantastico. A lezione di arte puoi praticamente fare quello che vuoi a condizione che che sia attinente alla materia. Ad esempio io sto facendo dei fumetti come progetto. Tipo un'enorme storia su un pezzo di legno, ma per ora sto solo pensando a delle bozze, visto che è ancora presto,”

“Sembra davvero una cosa figa. Io però non sono tanto creativo,”

“Ti aiuterò a pensare a qualcosa, non ti preoccupare,” Phil disse, aprendo la porta a Dan. Arrivarono per ultimi, perciò il resto della classe aveva già cominciato. Phil si sedette a fianco alla finestra e Dan si sedette goffamente vicino a lui. Il professor Pam lo notò e si avvicinò a loro, sedendosi sul bordo del loro banco.

“Ciao. Presumo che tu sia nuovo,” chiese sorridendo.

“È così,” disse timidamente Dan. Phil sapeva che avrebbe dovuto mettersi a lavorare, ma quel Dan timido era seriamente tenero.

“Beh, allora sei fortunato ad avere Phil. Non potevi chiedere un ragazzo più utile,”

“Proooooof...” Phil piagnucolò, ma sorrise. Il signor Pam era il suo insegnante preferito e gli faceva piacere scherzare con lui.

“Ad ogni modo Dan, Phil ti ha già detto qualcosa sulle mie lezioni di arte?” continuò il professor Pam.

“Mi ha detto del progetto e del perché l'edificio sia ricoperto di vernice,” Dan spiegò.

“Beh, le parti più importanti,” scherzò il professore. “Ma va bene. Significa che Phil potrà aiutarti a scegliere cosa fare per il tuo progetto,” gli disse, annuì verso Phil e si diresse verso una ragazza che muoveva la mano per ottenere la sua attenzione.

“Allora Dan, qualche idea?” Phil gli chiese mentre gli dava le spalle per prendere la sua cartella di arte da un armadio. Era piuttosto grossa e la dovette tenere sopra la testa. Ma gli scivolò la mano e tutto cadde a terra. La classe cominciò a ridere di lui ma Dan portò gli occhi al cielo verso di loro e la finirono, girandosi per tornare a lavorare. Phil sobbalzò e guardò la classe confuso prima di piegarsi per raccogliere la roba da terra. Tutt'ad un tratto Dan era a fianco a lui aiutandolo a rimettere tutto nella cartella, sorridendo alla faccia attonita di Phil.

“Cosa?” Chiese lui.

“Come li hai zittiti?” Phil chiese sorpreso. “Di solito ridono di me per ore,”

“Beh è orribile. E io ho solo portato gli occhi al cielo e li ho guardati come per dire loro di piantarla,”

“Wow. Hai del potere. Potresti essere uno dei tipi popolari,” Phil gli disse, un po' triste nel caso che decidesse di scaricare Phil e andare con quelli. Erano tutti degli stronzetti, ma degli stronzetti carini, quindi Dan avrebbe potuto rientrare nella categoria dei carini. E sarebbe stato uno stronzo se avesse abbandonato Phil, ma non lo avrebbe biasimato.

“Non voglio essere un tipo popolare, sono tutti così superficiali e non sono simpatici. Hai detto prima che ridono di te. E non hanno niente in comune con me, a differenza tua,” rispose a Phil.

“Wow, non ho mai incontrato nessuno che abbia rinunciato ad essere un tipo popolare,” Phil confessò e Dan sorrise al complimento.

“Felice di essere il primo. E mi vogliono solo come delizia per i loro occhi. Voglio dire, seriamente mi hai visto? Probabilmente ho già fatto diventare gay qualche tipo,” disse lui scherzando, facendo una faccia ridicola e mettendosi in posa come una modella.

“Senza scherzi,” mormorò Phil.

“Come?” chiese Dan, alzando un sopracciglio.

“Oh, mi stavo solo domandando... Ehm...” Phil rispose timidamente, cercando di trovare qualcosa che rendesse l'inizio della sua frase meno pericoloso. “Mi stavo chiedendo se fossi... Gay anche tu?” Gli domandò lui, rimpiangendo la sua domanda, arrossendo nuovamente.

“No,” rispose lui con la stessa timidezza. Il cuore di Phil quasi perse un battito. Un altro fuori dalle sue possibilità. “Sono bi,” finì sorridendo.

“Ah, anche io, ma con una preferenza per i ragazzi,” Phil rispose, il suo cuore che batteva più velocemente.

“Ah bene,” Dan disse, poi arrossì un po'. “Volevo dire buono a sapersi,” continuò. Mise l'ultimo foglio nella cartella di Phil per poi raccoglierla e metterla sul banco dell'altro.

“Quindi Phil, mi aiuti a trovare un'idea di cosa fare?”

“Certamente.” Phil rispose sorridendo. Era finalmente riuscito a farsi un amico da solo.

  
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