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Autore: S i a    10/09/2015    3 recensioni
Ciel Phantomhive, giovane ragazzo di vent'anni, riceve una lettera dalla prestigiosa università di Oxford. Emozionato, preso dalla situazione, racconta tutto ai genitori e al suo migliore amico, pronto a prendere parte alle lezioni.
Purtroppo, il viaggio nel train express gli cambierà radicalmente la vita.
"Il cuore di un diavolo, l'inferno. "
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Rachel Phantomhive, Sebastian Michaelis, Un po' tutti, Vincent Phantomhive
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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L'Università di Oxford è la più antica università del mondo anglosassone, nonché una tra le più prestigiose d'Europa e del mondo insieme a quella di Cambridge.
L'ammissione è concessa dietro valutazione di capacità potenziali e riconoscimenti accademici.
Forse era per questo che non riusciva a capacitarsene; essere ammesso ad un’università tanto prestigiosa era un vero e proprio traguardo per Ciel Phantomhive.
I suoi vent’anni di vita passati sui libri erano serviti a qualcosa, allora.
La lettera arrivatagli qualche ora prima diceva esattamente queste parole:

Caro signor Phantomhive,
Dopo una dovuta e attenta supervisione dei suoi risultati scolastici eccellenti, la commissione dell’università di Oxford la invita a prendere a parte alle lezioni, in quanto la vorremmo nella nostra facoltà.
Cordiali saluti.
La commissione.

Aveva letto quel pezzo di carta talmente tante volte che ormai la sapeva a memoria.
Il suo cuore scalpitava al suono di quelle dolci parole, regalandogli il più delle volte brividi di soddisfazione.
Suo padre, Vincent Phantomhive, e sua madre, Rachel Phantomhive, sarebbero stati fieri di lui! Avrebbero organizzato una festa, probabilmente, vantandosi del loro figlio “perfetto”, come erano soliti fare.

Attendeva solo che la porta della villa si aprisse, dove avrebbero fatto loro ingresso i suoi genitori.

Ciel era un ragazzo che sapeva mantenere il controllo, ma quella volta sarebbe stato capace perfino di saltare dalla gioia come sua cugina Elizabeth faceva quando lo veniva a trovare.
Non stava nella pelle, doveva ammetterlo.

I corsi iniziavano esattamente il primo di settembre, e quest’oggi era il trenta d’agosto. Due giorni; aveva solo due giorni per prepararsi a dovere.

Era davvero pronto per andare a una scuola così prestigiosa? Era pronto a far vedere a tutti di che pasta era fatto? Ciel non lo sapeva. Non sapeva nulla.

La sua mente vagava sui giorni che avrebbe passato in quella struttura, da solo, senza nessuno dei suoi /amici/.

Ad Alois non aveva ancora detto nulla e, pur essendo il suo migliore amico, avrebbe voluto non farlo. Mente lucida, ce la farai. Era quello che si ripeteva e con quel pensiero ancora in testa la porta si spalancò, facendone emergere due persone distinte: i suoi genitori. Li guardò con gli occhi lucidi, quasi sul punto di piangere.

- M- mamma, papà. Vi devo parlare. – La voce tremolante, le gambe che gli stavano per cedere. Tre semplici parole, eppure difficili da pronunciare.
- Dicci Ciel. – Il primo a parlare fu suo padre: un uomo alto e robusto, tutto il contrario del figlio, con lo stesso colore dei capelli mentre per gli occhi un leggero verde, quasi giallo, forse or. Appariva come un uomo d’alta classe, sempre composto, con un linguaggio articolato e con una buona educazione.

La madre con gli occhi oltremare lucidi, preoccupata. Era una donna leggermente più bassa del marito, con lunghi capelli biondi accuratamente legati in una leggera coda. Tanta era la sua gentilezza, una madre dolce, premurosa verso il figlio. Le buone maniere erano all’ordine del giorno per lei. Nonostante fossero nel ventunesimo secolo, l’etichetta era quasi una tradizione della famiglia Phantomhive, tutti con un’ottima educazione e senza sbavature.

- Ho ricevuto una lettera.. Viene da Oxford. – Rachel Phantomhive si portò una mano alla bocca, visibilmente sorpresa. Suo marito, invece, rimenè impassibile aspettando il resto della frase, curioso forse.

- Mi hanno chiesto di prendere parte alle lezioni.. – Neanche il tempo di dire “Ah” che si ritrovò fra le braccia della fanciulla, in un stretta forte.
- Oh Ciel, è fantastico. –
- Io e tua madre siamo molto fieri di te! –

°°°

Tutto il corpo era in frebillazione. Non restava che dirlo ad Alois Trancy.
Il ragazzo dai capelli biondi, con la voce un po’ /effemminata/ , a parere di Ciel, di statura media, era suo amico da quando aveva circa cinque anni. Compagni d’avventura, amici per la pelle, complici; qualsiasi era il loro nome non si erano mai separati. Prese il suo telefono cellulare, che non sapeva usare poi molto, e compose il numero del più grande.
Uno, due, tre. Al terzo squillo Ciel sentì una voce impastata dal sonno.

- Che vuoi Ciel mhn.. –
- Buongiorno anche a te. Sai volevo solo dirti che parto, vado ad Oxford, ma se non ti interessa riattacco. – Il suo caratteraccio aveva preso il sopravvento come sempre. Non che gli piacesse stare al telefono, solo che ogni tanto sentire l’amico gli faceva piacere, e poi per dirgli una cosa così importante.

- C-cosa?! Davvero?! Oddio Ciel congratulazioni! Sono felice per te.-
- Grazie Alois. – Freddo, distaccato.
- Mi …mi mancherai lo sai. –
- Non fare il tragico, starò via solo otto mesi circa. E poi Oxford è vicino! – Più o meno almeno. Erano a un’ora di distanza da Londra, non era poi tanto, vero? - Insomma.. Vabbe comunque spero di vederti presto! –
Odiava queste sdolcinatezze. Ma DOVEVA assecondarlo se non voleva che il biondo si lamentasse del suo carattere, come sempre.
- Si, si. Anche io. Ora vado, ti mando un messaggio quando parto e quando arrivo . Adios. – Senza aspettare risposta riagganciò.

Un altro passo era fatto, e il prossimo era “fare la valigia”, un punto dolente. Cosa doveva portare? Il dormitorio aveva stanza grandi? Meglio portare due giubbotti, o uno? Portare tre valigie? O quattro? Troppe domande. Tre sarebbero bastate per il momento.

° 31 Agosto, ore 8.00 PM. °

La stazione era brulicante di persone che aspettavano il treno.
Era in ritardo di mezz’ora, cosa che aveva fatto innervosire la gente; c’era chi batteva i piedi, chi fumava una sigaretta per scaricare lo stress, chi praticava yoga, e chi, come Ciel, rimaneva impassibile.
Un rumore in lontananza risvegliò il ragazzo con due valigie accanto.
Da tre che erano sua madre Rachel le aveva rese due, liquidandolo con un “ Sei peggio di una donna.” In quel momento l’orgoglio del giovane aveva raggiunto i bassi fondi.
Salì sul quello che era il train express, un treno che portava ad Oxford e chissà quali mete. Il suo arrivo era previsto per le nove, ma oramai sarebbe arrivato alle nove passate.

° 31 Agosto, ore 10.00 PM °

Il rumore di un’esplosione. Le urla delle persone. Persone che scappano. Un treno in fiamme.
- C-chi sei?! -



Angolino autrice/
Emh Salve, I'm Emivin. Sono nuova, ed è la prima volta che scrivo su questo fandom  ;v ; Spero di aver fatto un buon lavoro. Sono pronta a migliorare, accetto critiche, purchè siano costruttive/

Nel prossimo capitolo scoprirete cosa è successo al treno :^^)

A presto gnaww
Emivin.
 
   
 
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