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Autore: theethee_    10/09/2015    1 recensioni
L'amore tra carriera e sogni. Chiara, una scrittrice diciannovenne alle prese con il suo primo successo e un segreto ormai troppo ingombrante.
Alice, giovane giornalista famosa per la sua acidità e per la capacità di mettere chiunque in difficoltà. Un cuore di ghiaccio che deve fare i conti con molti aspetti della sua vita che sono ormai un peso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Spalanco la grande porta vetrata. Con lei si apre un gran sottofondo di telefoni che squillano all'impazzata, stampanti che lavorano, persone che parlano al telefono e un grande via vai di tacchi. 
Riconosco subito la voce di Marta, la mia segretaria. -Ecco il suo caffè, il giornale di oggi e gli impegni della giornata- mi consegna il tutto e in cambio io le porgo la mia ventiquattr'ore. 
Oggi al lavoro è una di quelle giornate infernali, quelle in cui non puoi neanche respirare o ragionare su quello che stai facendo, devi solo andare avanti a lavorare per scappare il prima possibile. 
Improvvisamente mi ricordo che no, stasera non si torna a casa dopo il lavoro in redazione, dannazione. Sbuffo sonoramente entrando nel mio ufficio. 
Ogni giovedì sono impegnata con il mio programma sulla rete nazionale, intervisto qualche politico con carenza di attenzioni, ascolto qualche protesta di animalisti senza freni, qualche scrittore che non venderebbe neanche una copia se non avessi la pietà di invitarlo al programma. 
-Marta hai trascritto la scaletta per l'intervista di stasera?- chiedo in preda al panico. Se dovessi tenere la scaletta che ho scritto ieri sera, con una calligrafia più che pessima, stasera non capirei nulla dei geroglifici scritti su quel foglio.
-Sì signorina, saranno là stasera. Ma prima di dedicarsi a stasera, deve controllare le bozze dei giornalisti, tagliare di duecento parole il suo pezzo, e poi rich- la interrompo. 
-Perché mai dovrei tagliare di duecento parole il mio pezzo?- dico incredula, alzandomi dalla sedia. 
-Ordini del direttore, io riporto solo...- dice guardandosi i piedi. 
Esco dal mio ufficio e mi dirigo furiosa dal direttore. 
Povera Marta, lei non ne può nulla, anzi senza di lei sarei persa. Quindi è inutile e controproducente prendermela con lei, un giorno potrebbe farmela pagare versandomi del caffè bollente in faccia. Non deve essere una cosa piacevole. 
-Perché dovrei tagliare il mio pezzo?!- dico entrando nel suo ufficio senza preavviso. 
-Ma l'educazione Fortini? L'abbiamo persa tanto tempo fa con la simpatia e tutto il resto di umano?- mi risponde arrabbiato e sarcastico. 
-Il mio pezzo è quello che da un anno fa andare avanti la baracca, fosse per quei giornalisti lì- mi giro indietro ed indico tutta quella massa di giovani che ci mettono un giorno per scrivere un annuncio di morte, -questo giornale sarebbe travolto dalla mediocrità e non venderebbe le copie che vende. Quindi non taglio un bel niente- dico tutto d'un fiato. 
Lui ride. -Sei bravissima nel tuo lavoro, ma il tuo carattere è insopportabile, sai? Lo devi tagliare perché a quanto pare un tuo collega "mediocre" ha fatto un'intervista "mediocre" a Chiara Cerati, e ti giuro che è così interessante che non voglio tagliare neanche una parola, quindi tu ti togli qualche parolina. Buon lavoro!- mi saluta con la mano. 
Quanto odio quell'uomo. E quanto odio Chiara Cerati. 
 
                                                                              •••
-Allora stasera è il grande e tanto atteso momento, eh?- mi chiede con una voce emozionata, dall'altro capo del telefono.
-Sì e sono qua davanti allo specchio a fissare me e i vestiti appesi nell'armadio, nulla va bene!- piagnucolo.
È davvero un trauma, non so cosa mettermi. Il mio armadio non è certo adatto per i talk show, è adatto per i concerti e per andare sullo skateboard. In più ho visto tante volte come la Fortini è vestita in tv: vestiti, tacchi, e se non mette dei vestiti mette altre cose che non so neanche definire con termini tecnici, che però la fanno risultare bellissima e perfetta. 
In poche parole non ho speranze, le persone faranno subito un confronto tra la barbona, cioè io, e la magnifica Fortini.
-Metti quella canottiera nera con il colletto bianco! Ti sta così bene- dice riportando la mia attenzione al mio obbiettivo. 
Come dire di no ad una voce così dolce? In più ha appena detto che sto bene, quindi ovviamente la metterò. 
-Vada per quella, ma se domani escono brutti commenti su come ero vestita, sarà tutta colpa tua sappilo!- l'ammonisco scherzosamente e la sento ridere. 
Non so che farei senza la sua presenza nella mia vita. C'è sempre e per qualunque cosa, e so che stasera mi guarderà da casa sua. Non è bellissimo che ci sia qualcuno che ti sostiene sempre e comunque? Lo è. Lei c'è e fa il tifo per me, non mi giudicherà mai. Non è al mio fianco sempre, ma è più vicina che mai. 
-Ti guarderò, lo sai?- 
-Lo so, grazie- dico sognante. 
Lei che guarda me e solo me, me la immagino. Vorrei vedere tanto l'espressione del suo volto durante quel momento. 
-Non ti preoccupare per la Fortini, sanno tutti come è fatta, farà l'antipatica. Ma tu sai essere più stronza di lei!- dice alludendo a episodi che ricordo molto bene. 
-No lei mi supera di gran lunga. Se io sono stronza in certi casi, lei lo è cento volte di più. È proprio insensibile, se sa che nella tua vita c'è qualcosa che ti ha causato dolore non farà altro che farti domande su quello. Domande cattive, eh!- 
-Non hai mai detto niente che ti possa incriminare, e non hai neanche fatto nulla. Non ti potrà chiedere cose tanto strane- mi tranquillizza. 
-Odio parlare di me stessa. E mi farà domande solo sulla mia vita privata, lo so. Era una minaccia quella là- dico alludendo al tweet. Ma in realtà ho davvero paura. 
-Devo andare, ti chiedo scusa. Ti guarderò. Non lasciarti intimorire da nessuno! Mi manchi moltissimo, ciao- chiude la chiamata.
Non mi da neanche il tempo di rispondere, che caso che è quella ragazza. 
Mi butto sul letto pensierosa. Alessia, mia cara Alessia. Sbuffo. 
Con lei è tutto complicato: sulla carta siamo migliori amiche da quattro anni. In pratica non si sa cosa siamo, io di certo non provo amicizia e lei... Lei non si sbilancia mai, non dice mai qualcosa che possa farmi intendere un sentimento. Ci tiene tantissimo a me, questa è la cosa sicura. 
L'ho conosciuta ad un concerto ed è stata subito amicizia. Abitiamo in due città diverse ma abbiamo avuto modo di vederci spesso. Abbiamo condiviso tante cose, ma soprattutto io la conosco benissimo e lei conosce me, conosce tutto di me. O quasi tutto. Di certo non sa che sono cotta di lei da molto tempo, ma non lo dirò se non sono sicura che ricambi. Sa della mia sessualità ma non del sentimento. Non voglio rovinare tutto, l'amicizia, la fiducia. Quindi rimango qua ogni giorno a guardare il soffitto e a chiedermi cosa provi per me. 
Certi giorni è davvero dura andare avanti con questo peso. 
 
Il timer sta mandando il conto alla rovescia. Quando scatterà lo zero le telecamere si accenderanno e io sarò in diretta nazionale. 
Okay hai un minuto per calmarti, Chiara. 
Stringo forte la collana che mi ha regalato Alessia. Dammi la forza di parlare una volta che tutto inizierà, ti preeeego.
Chiara non devi avere paura della Fortini, è una persona come un'altra. 
No in realtà è un mostro. Vorrei urlare e scappare a gambe levate. 
Troppo tardi.
0. 
Dannazione.
Spunta un sorriso smagliante sul mio volto, in realtà sono terrorizzata. 
-Buona sera telespettatori! Io sono Alice Fortini e stasera sono in compagnia di una ragazzetta davvero promettente, Chiara Cerati!- 
Ecco, tutto è iniziato. Io ho il cuore in gola e non riesco a dire una parola, ho la salivazione azzerata ma in compenso lei è così naturale, rilassata e sorridente. Come avevo già previsto la Fortini è vestita in modo impeccabile. Ha un vestito nero che risalta perfettamente le sue forme: ha un fisico invidiabile. Alta, snella, gambe lunghe, braccia fini ed eleganti, al polso dei braccialetti che sembrano esser stati ricamati su di lei, capelli castani lunghi e leggermente mossi che con gli occhi verdi che si ritrova sono la perfezione di un corpo già perfetto.
-Buonasera- riesco solo a dire, fissandola negli occhi. 
Lo studio è davvero dispersivo, io non so bene dove guardare. Io e lei siamo sedute ad un tavolo molto grande con al centro uno schermo su cui vedo le immagini di articoli di giornale, la copertina del libro e una foto (brutta) mia. Tutto consiste in questo tavolo, il resto sono solo finte pareti bianche con delle scritte e un mucchio di telecamere accese che puntano in diverse angolazioni. 
Tutto questo mette agitazione ma, come se non bastasse, la sua figura davanti a me mi rende impacciata e in soggezione. 
Sono ufficialmente nei casini. 
-Io su Chiara Cerati so tutto, sul suo libro "Ciò che non si vede" anche. Ma per chi non la conoscesse faccio un piccolo sunto. Chiara Cerati nasce a Torino, da una famiglia di campagnoli. Si può dire?- dice guardandomi, e sfidandomi -Frequenta il Liceo Classico come una studentessa modello e come una ragazza raccomandabile e poi durante l'estate della maturità, pubblica un libro. Beh è davvero una sorpresa che una ragazzina dal nulla pubblichi un libro, no? Ed ora questo libro è primo nella classifica italiana, quindi sta vendendo un mucchio di copie. Un gran successo! A chi vuoi dire grazie per questo, Chiara? Al tuo editore o a mammina e papino?- 
Ecco le famose frecciatine di Alice Fortini, signori e signore.
Rido per smorzare la situazione.
-In realtà ringrazio i miei compagni per avermi messo in ultima fila per gli ultimi tre anni di liceo, così ho potuto tranquillamente lavorare indisturbata!- dico scherzosamente. 
-Non darmi dei brutti insegnamenti ai bambini a casa, dai!- dice. 
Okay pensavo peggio, ma ho scansato la prima domanda. 
-Il tuo libro è bellissimo e ti faccio i miei complimenti- riprende -Ma la tua biografia è un po' scarna... Che ne dici se parliamo di quella? Scommetto che i nostri telespettatori hanno già riempito Twitter di domande. Partiamo da quelle- 
Sul tavolo elettronico spunta una scritta. 
-"È il tuo editore che ti ha creata o il talento lo avevi già?", chiedono- dice lei leggendo. 
Domanda cattiva, mi chiedo chi sia lo stupido che ha pensato una cosa del genere. 
-Andrea?!- rido -Non mi ha creata, mi ha supportata solo. Se mi avesse creata dovrei sottostare a tutte le sue imposizioni, ma poveretto, non lo ascolto mai. La sua casa editrice ha pensato che il mio libro valesse un investimento e mi ha fiancheggiato un editore. Tutto qua- rispondo. 
Spunta un'altra scritta sul tavolo. La Fortini legge.
-"Ti vesti come una lesbica, manca solo il taglio di capelli corti e poi ci sei. Dai ammettilo, lo sei!"- 
Cerco di nasconde le mie emozioni. Spero non sia spuntato un rossore visibile sul mio viso, perché dentro sto andando a fuoco. 
Rido sonoramente. 
-Se fossi lesbica mi sentirei fortemente offesa da questa generalizzazione e dal luogo comune. Comunque mi spiace ma i miei lunghi capelli non li taglierei per nulla al mondo, amico!- rido forzata. 
-Bene direi che è ora della pubblicità- e le telecamere si spengono. 
                                                                               •••
Non ci sto trovando gusto. Chiara Cerati non si lascia andare e non si arrabbia, anzi mi tiene testa e scherza. Non è così che doveva andare. 
Mi lascio andare sulla sedia. 
La guardo. Beve dal suo bicchiere e ringrazia mille volte l'assistente per la cortesia. Si sistema i capelli scuri e mossi, e controlla l'ora. Sono stata troppo dura con lei, l'ho capito solo ora che la guardo e la sento rispondere davanti a me. Ho fatto scegliere solo domande cattive o che comunque la mettono in cattiva luce quando, invece, basta guardala per capire che questa ragazza è buona e gentile.
Non è come i politici che di solito si siedono su quella sedia, corrotti e che si infuriano per ogni minima cosa. Lei non ha nulla da nascondere, è innocente e sta semplicemente vivendo ciò che sogna. 
Manca un minuto al ritorno in studio. 
Scorro il dito sul tavolo sperando che la prossima domanda, non sia come le precedenti, ma magari sugli studi o il futuro. 
Guarda il tavolo con occhi sbarrati, diventa visibilmente rossa e mi guarda impaurita. 
Cosa può esserci mai scritto? 
Leggo velocemente. 
"Tuo padre ti ha cacciata di casa per ciò che sei, e ha fatto bene" 
Sento l'assistente fare il conto alla rovescia 
Lei scuote il capo impaurita.
In onda. 



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Okay, giusto qualche appunto. Ringrazio chi ha letto il capitolo introduttivo e chi l'ha recensito, davvero. 
Era da molto molto tempo che non scrivevo una storia e, visto che ho un momento di relax prima dell'inizio dell'università, ho deciso di iniziarne una. 
Se c'è qualche errore vi prego di segnalarlo e io lo correggerò. Dopo molto che leggi lo stesso capitolo non vedi più nessun errore quindi è probabile qualcosa non vada, se è così vi chiedo scusa in anticipo.
Spero che il faccia a faccia non vi abbia delusi o comunque che vi sia piaciuto! 
Tenterò di aggiornare il più in fretta possibile e di utilizzare al massimo i giorni liberi, spero di riuscirci. 
Grazie a tutti, alla prossima! 

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