Questa brevissima storia l’ho
scritta solo perché non pensiate che io
sia solo capace di uccidere in modo cruento il povero John. J
I personaggi non mi appartengono,
ma sono di Sir Conan Doyle, Gatiss&Moffat (BBC).
Questo racconto non ha scopo di
lucro.
Se dovesse ricordare altre fan
fiction, mi scuso, ma sarebbe involontario.
Buona lettura! J
Ninna Nanna
John si svegliò di soprassalto.
Sudato.
Il respiro affannato.
L’ennesimo incubo sulla guerra.
Si mise a fissare il soffitto,
pensando che non avrebbe più ripreso sonno.
Al piano di sotto, le note che
uscivano dal violino di Sherlock erano dolci e delicate.
Lo cullarono, riconducendolo
delicatamente fra le braccia di Morfeo.
John aveva dato la buona notte a
Sherlock ed era salito nella propria stanza.
Aveva appena spento la luce,
quando sentì le note del violino salire le scale, lente ed avvolgenti.
Riconobbe la ninna nanna della
notte precedente.
Non riusciva a collegarla a
nessun autore che conoscesse.
Però non era importante.
Le note lo accompagnarono
dolcemente nel mondo dei sogni.
La notte trascorse senza incubi.
Quando John scese in cucina per
preparare la colazione, non trovò Sherlock.
Forse era andato a letto.
Forse era fuori per un caso.
Andò al leggio, curioso di
scoprire il nome dell’autore della ninna nanna.
Trovò lo spartito e lo guardò
sorpreso.
Era un manoscritto.
Un piccolo sorriso riconoscente e
quasi commosso si dipinse sulle sue labbra.
Giunse la sera.
John diede la buona notte a
Sherlock, che non rispose.
Doveva essere immerso nel proprio
mind palace, cercando di risolvere il caso che Lestrade gli aveva sottoposto.
John non ci fece caso.
Era abituato ai silenzi di
Sherlock.
Sherlock ascoltò i passi di John
salire le scale.
Lo sentì andare in bagno e
chiudere la porta della sua stanza.
Gli arrivò il clic della luce che
veniva spenta.
Si alzò dalla poltrona con un
movimento fluido ed andò al leggio.
Trovò lo spartito della ninna
nanna e rimase a fissarlo stupito.
I pentagrammi erano stati
riempiti con la grafia ordinata e chiara di Sherlock.
Sotto al titolo “Per John” compariva una parola.
Una sola, singola e brevissima
parola era stata scritta appena sotto al titolo.
La grafia era elegante e
perfettamente leggibile.
Grazie.
Sherlock sorrise e cominciò a
suonare la ninna nanna che aveva composto per John, per aiutarlo a riposare nel
migliore dei modi.
Le prime note, stavolta, erano
leggermente diverse.
Volevano dire: di niente.
Angolo dell’autrice
Questo brevissimo racconto vuole
solo essere un piccolo momento di tenerezza fra John e Sherlock, di cui,
naturalmente, nessuno dei due parla, ma di cui entrambi sono perfettamente
consapevoli.
Se qualcuno vuole lasciarmi
qualche riga di commento, è sempre il benvenuto e lo ringrazio fin da ora.
Ciao! J