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Autore: lunatica91    10/09/2015    0 recensioni
Questa è la storia di una vacanza, di un campeggio un po' fatiscente, di un amore che si sta spegnendo e di un'amicizia più forte della Salerno-Reggio Calabria.
Può sembrare triste come incipit, ma le gag non mancheranno ^^ buona lettura!
Genere: Comico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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9 Agosto – 12:30

 

Bologna. Calda, afosa, appiccicosa. Non si riesce a fare nulla, nemmeno a riposare, dannazione! Ma io devo riposare, devo dormire almeno un pochino altrimenti sta notte come farò a restare sveglia?

Mi rigiro nel letto sperando di trovare un angolo fresco tra le lenzuola, ma tutto è impregnato di sudore e calore. Che illusa che sono, come sempre...

Gabri si muove mugolando accanto a me. Mi chiederò sempre come riesca a dormire in praticamente ogni occasione. I capelli lunghi e scuri gli coprono il viso sbarbato di fresco: non mi piace senza barba, ha il viso tondo e schiacciato, sembra un bambino, ma ha detto che così durante il campeggio non dovrà pensarci e poi tanto ricresce. So che ha ragione, ma ciò non toglie che non mi piaccia.

Mi avvicino per dargli un bacio sulla guancia, ma lui si gira stizzito, probabilmente in preda a qualche sogno fastidioso. Sospiro e lascio perdere, oggi non ho proprio voglia di avere pazienza.

Mi alzo da quell'inferno di coperte e vado in bagno, inciampando nella valigia aperta e ancora da finire. In realtà l'ho già finita e ricontrollata almeno dieci volte negli ultimi due giorni, ma ho sempre la sensazione di aver dimenticato qualcosa di essenziale e quindi rimane lì, di fronte al letto, in modo da vederla o sentirla sempre nel caso mi ricordassi qualcosa all'ultimo. Quella di Gabri invece è ancora mezza vuota: sicuramente oggi si metterà a farla nell'ultima mezz'ora prima di partire e si lamenterà del fatto di avere poco tempo, e ovviamente la colpa non sarà sua...

Mi guardo allo specchio: i capelli, anche se mossi e un po' disordinati, si stanno allungando un po', hanno un taglio un po' più femminile e non mi sento più un maschiaccio.

 

Ehi! Sei molto carina con questo taglio!”

 

Scuoto la testa come a scacciare delle mosche insolenti che ronzano nel mio cervello. Non ci devi pensare, Debbi. Proprio no. Non devi pensare a quelle parole, che avresti tanto voluto sentir dire da Gabri... Infondo li avevi tagliati così anche per lui, no?

Sento le lacrime che stanno per arrivare, ma le ricaccio indietro, o almeno ci provo. Gabri nell'altra stanza sta sbadigliando e mugolando attenzioni. Non è proprio il momento di pensarci...

 

 

9 agosto - 21:10

 

-Guarda che Fede è già di sotto, dobbiamo andare!-

 

In realtà non metto molta enfasi nelle mie parole, so già che non mi sta ascoltando. Sta ripetendo per l'ennesima volta tutto il contenuto della sua valigia e mi guarda come a chiedermi se ha dimenticato qualcosa. No, non se ha dimenticato, se HO dimenticato, perché per una qualche regola non scritta è stato deciso che ogni singola mansione deve essere di mia competenza, dal pulire casa a, evidentemente, la gestione dei suoi effetti personali. Non chiedetemi il perché, non lo so io dopo due anni che ci convivo, figuriamoci se riesco a spiegarlo.

-Gabri!-

-Ho capito! Ho capito!-

Sospiro e mi avvio verso la porta. È tardi, dovremmo già essere usciti da dieci minuti. Lo sapevo che sarebbe andata così... Sento la sua mano frenarmi e mi volto: i suoi occhi chiari mi fissano dolcemente, calmandomi un po'. Un tempo ero così innamorata di quello sguardo, così sereno e un po' perso. Sorrido meccanicamente, mi volto verso la porta e gli dico nuovamente di sbrigarsi.

Quando scendiamo Fede è già lì, appoggiato al suo adorato taxi, in una posa che nemmeno nei migliori film americani potresti trovare. Ci sorride col suo sorriso un po' storto, e ci mostra l'orologio con finta impazienza. Ricambio il sorriso sentendo lo stress scemare leggermente: finalmente la vacanza sta per iniziare, finalmente non dovrò pensare a niente per una settimana, o almeno è quello che spero.

-Allora, siete pronti? Siete abbastanza svegli, vero?- La voce calma e pacata di Fede mi riporta alla realtà.

-Gabri di sicuro starà sveglio, ha dormito tutto il pomeriggio per fare nottata!- Gabri fa un veloce segno di assenso mentre finisce di incastrare le valigie nel bagagliaio -E poi penso che anche Marco starà sveglio, l'unico malus nel tuo taxi sono io purtroppo, mi spiace.- aggiungo un po' imbarazzata.

-Tranquilla, Debbi.- La sua mano enorme si appoggia gentile sulla mia spalla. Sembriamo un umano e un hobbit in questo momento, o almeno è così che mi sento: lui dall'alto del suo metro ottanta, e forse anche di più, mi fa sentire ancora più bassa di quanto non sia già. Anche Gabri è piuttosto alto ma spesso non ci faccio caso: stando sempre ingobbito o a sedere davanti al pc dimentico il suo fisico. E dire che sarebbe proprio un bel ragazzo.

-Forza, recuperiamo gli altri al parcheggio.-

Fede entra in macchina e io e Gabri lo seguiamo a ruota.

Mi sento eccitatissima all'idea di viaggiare da Bologna alla Calabria in taxi! Lo so, è stupido, un taxi è pur sempre un'auto, no? Ma ha tutte quelle lucine sul cruscotto e quell'atmosfera strana che trovi solo su particolari vetture. É come provare a fare viaggi lunghi su di una limousine o su un'auto della polizia: anche quelle sono auto, ma sono speciali, no?

Il sedile anteriore è comodo e la guida di Fede è rilassante, altro motivo per cui non riuscirò a fare nottata con loro. Speriamo che alla fine sia saggio partire di notte per non trovare traffico. A mia madre lo dirò domattina, quando saremo arrivati sani a salvi.

-Ho sentito Pietro oggi pomeriggio- fa Fede fermandosi ad un semaforo -Dice che il tempo a Lamezia per adesso tiene, oggi è andato al mare. Ci risentiremo domani mattina quando saremo nelle vicinanze.-

-Meglio così, magari il tempo terrà nonostante tutto.- dico ottimista. Non chiedo come gli sia sembrato al telefono Pietro, non chiedo se l'abbia sentito nelle settimane scorse. So già quelle risposte. Nessuno di noi voleva davvero andare in Calabria, ci andiamo solamente per trovare un nostro amico che non vediamo da mesi e che ha avuto un lutto in famiglia. All'inizio doveva essere solo una vacanza “tra uomini”, pochi amici intimi senza le rispettive fidanzate, ma poi non si sa bene per quale motivo ci siamo ritrovati in tredici. La voce gracchiante di mia madre che mi intima quanto porti male quel numero fa capolino nella mia mente per qualche istante e mi fa sorridere.

Al parcheggio siamo i primi ad arrivare, ma non passa molto tempo che anche le altre due macchine ci raggiungono. Ci sono proprio tutti: Eli, la ragazza di Pietro e mia amica d'infanzia; Marco, il migliore amico di Gabri, e la sua ragazza Sara; Beppe, il fratello di Marco; Gio, la nemesi di Gabri, e la sua ragazza Dalia dallo spiccato accento veneto; Camilla, amica di vecchia data che ha studiato a Bologna; Andrea, il burbero del gruppo; e infine Luca, il fortunato del gruppo e uno dei pochi maschi che riesco a guardare negli occhi senza farmi venire il torcicollo.

L'eccitazione è palpabile: ognuno non vede l'ora di partire e si sta chiedendo come andrà la vacanza, se riusciremo a gestirci, se il campeggio sarà carino, se ci divertiremo. Io, oltre a chiedermi questo, sto sperando di non scoppiare proprio in questa settimana...

Sono le dieci, i bagagli sono tutti perfettamente incastrati grazie agli anni persi a giocare a tetris, i navigatori sono già impostati, ognuno è già salito sulla propria auto.

Questa volta mi ritrovo nel sedile posteriore del taxi perché Marco ha una stazza decisamente superiore alla mia. Il posto è meno comodo, ma conto di dormire per almeno metà viaggio. La mano di Gabri, accanto a me, si è già posizionata sulla mia coscia. Non capisco bene se stia tranquillizzando me o se stesso...

Adesso però la domanda esistenziale:

-Allora, alla fine accendiamo davvero il tassametro?- chiedo tra l'eccitato e il divertito.

-Certo! Sono curiosissimo anch'io.-

Fede inizia a pigiare dei pulsanti e vediamo i numeri rossi lampeggiare sul tassametro.

-Allora... Mettiamo la tariffa notturna, la chiamata...-

-Che cosa!? Siamo già a cinque euro?- grida Gabri sconvolto, colto nella sua taccagneria -Per cosa poi? Per essere entrati in macchina? Non oso immaginare in autostrada..-

-Ah! È vero!- dice Fede pigiando altri pulsanti -Avevo dimenticato la tariffa extra-urbana. Grazie Gabri!-

-Ma quanto dite che potrebbe venire all'incirca?- incalza Marco incuriosito.

-Di sicuro tanto per me! Non dovrei più lavorare per un po'!-

Le risate riempiono l'abitacolo e all'improvviso lo so, so che mi divertirò in questo campeggio, anche se saremo in 13 e porta male, anche se tra me e Gabri non va per niente bene, anche se ci sarà lui, anche se abbiamo appena sorpassato un pulmino di francesi, e Fede dice che porta male pure quello, anche se le previsioni dicono che troveremo tifoni e temporali come se dovesse finire il mondo proprio in questa settimana. In questo gruppo di bolognesi dalla esse strascicata ho sempre trovato la pace, quindi andrà bene.

 

Che illusa che sono, come sempre...

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Salve a tutti! Questa è la mia prima storia a capitoli originale ed è un po' un esperimento. Spero che possa funzionare e piacere ^^
Giusto per chiarire, anche se poi verrà specificato più avanti, l'età media dei personaggi è tra i 24 e i 29 anni.
Grazie a chiunque lascerà un recensione, o metterà tra i preferiti o seguite :)

   
 
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