Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Ricorda la storia  |      
Autore: Mizu_The little kiseki    10/09/2015    2 recensioni
Hamato Keita è molto gracile e introverso, e spesso viene preso di mira dai bulletti della scuola, per fortuna c'è la sua migliore amica a proteggerlo, ma anche per lui arriverà il giorno in cui dovrà proteggere colei che ama.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hamato Keita era un bambino di 5 anni dai capelli bianchi e gli occhi rosso bordeaux, ed era nato dall’unione di Hamato Donatello e O’Neil Mizu come primo genito.
Aveva due fratellini, Kaori e Akira, nonchè suoi gemelli che di simile non avevano una cippa se non lo stesso giorno di nascita.
Pur essendo il più grande dei fratelli era anche il più gracile e il più introverso e spesso preso di mira dagli altri bambini per via della sua grande intelligenza, presa dal padre.
Keita POV
Era uno dei soliti di scuola e io ero all’asilo; era la ricreazione e le maestre ci portavano in giardino per giocare, ma io preferivo mettermi sotto il mio alberello preferito a mangiare il mio panino e ad imparare qualche cosa di nuovo nel libro che mi aveva regalato la mamma.
Stavo leggendo in santa pace quando vidi di sottecchi avvicinarsi tre bambini della mia etá ma molto più alti e robusti di me; provai a non incrociare il loro sguardo, sperando che si allontanassero il più possibile da me.
-Ehi tappetto, che stai combinando?- uno di loro mi prese il libretto e cominciò a sfogliarlo, cercando di capire ciò che ci stava scritto; si chiamava Tom era il più robusto dei tre e metteva tanta paura.
-Ma che fai, leggi? Certo che sei proprio un secchione- prese la parola il secondo, Louis, molto più mingherlino e più basso del primo.
-Un secchione quattrocchi- ridacchiò il terzo; lui invece era Mark, ed era il più basso e aveva una voce nasale, dava fastidio.
-Per favore ridatemi il libro, me l’ha dato la mia mamma- provai a buttarmi in avanti, sperando che me lo ridasse indietro, però Tom si spostò e io caddi a terra, sporcandomi tutto.
-Il piccolo quattrocchi rivuole il libretto della mamma, se lo rivuoi vienitelo a prendere, fifone!- mi fece la linguaccia mentre gli altri due ridevano di gusto. Non volevo piangere ma non riuscivo a trattenere le lacrime che cominciarono a scendere, provai di nuovo a riprendermi il libro ma lui allungo il braccio e io non riuscivo a raggiungerlo; a quel punto Louis mi diede una spinta e inciampai su Mark, che nel frattempo si era messo dietro di me a gattoni per farmi cadere.
Tom mi diede un calcio sulla pancia mentre ero ancora a terra e gli altri due lo seguirono nei movimenti. Non potendo controbattere mi misi le mani sulla testa, cercando di proteggerla, mentre loro continuavano a picchiarmi.
-Quattrocchi pisciasotto, non riesci nemmeno a proteggere te stesso!- urlavano mentre mi riempivano di calci e pugni.
-Ehi! Che state facendo a Keita!?- sentii una voce e una bambina mi stava correndo incontro, aveva i capelli castani a caschetto e gli occhi erano uno blu e uno verde.
Era Sora, era la figlia di uno dei fratelli di mio padre, ma non era veramente mia cugina dato che mio padre e i suoi fratelli non erano legati da un legame di sangue.
-Guarda un po’, ora ti fai proteggere da una femmina!- disse Mark rivolgendosi a me, che non osai ribattere.
-Lasciatelo stare! Non dovete toccarlo!- Sora diede un pugno a Mark che fece un volo cadendo a terra, a quel punto le loro risate finirono di colpo e i suoi compari provarono a fermarla, ma lei fece lo sgambetto a Louis che cadendo fece inciampare anche Tom che venne successivamente messo a tacere con un altro pugno.
I tre corsero via urlando e io ero ancora lì disteso, con gli occhi chiusi, stavo piangendo e tremavo come una foglia.
-Keita, stai bene?- Sora mi aiutò ad alzarmi, era più alta di me e per farmi calmare spesso mi accarezzava la testa; poi prese il libro da terra e me lo porse.
-...Sooooraaaaaaa!!- Io ricominciai a singhiozzare rumorosamente e lei mi abbracciò, stringendomi tra le sue braccia.
-Ricorda che io ci sarò sempre per proteggerti-
E così fu.
Elementari, medie...più andavamo avanti, più bulletti mi prendevano di mira, ma lei c’era sempre a salvarmi.
Stavamo crescendo, io diventavo sempre più alto tanto da superarla, mentre lei nonostante il carattere un po’ da maschiaccio, diventava sempre più femminile, più gracile, ai miei occhi sembrava così indifesa.
Arrivarono anche le superiori e io ero solito fare la strada insieme a lei, non con i miei fratelli, perchè loro si svegliavano sempre tardi e a me piaceva starle vicino e parlarle; con il tempo il nostro legame era diventato più forte e io mi sentivo sempre più legato a lei.
Eravamo anche nella stessa classe e questo mi rendeva ancora più felice, perchè così avevo un motivo in più per vederla e aiutarla con i compiti, cosa in cui nessuno mi batteva.
Dentro di me qualcosa stava crescendo, e non capivo cosa fosse, sapevo solo che più Sora mi stava vicino più quel qualcosa diventava piu forte.
-Ehi Keita! Guarda un po’, hanno aperto una nuova pasticceria dietro la stazione degli autobus, ti va di venirci insieme a me questo pomeriggio?- ero seduto sulla mia sedia intento a leggere qualche vocabolo di italiano, quando lei mi venne incontro, mettendomi davanti questo deplian con sopra delle torte e altri tipi di dolci.
-Non dovresti studiare per il compito di letteratura di martedì?- l’avvertii alzando il sopracciglio; lei gonfiò le guance con fare infastidito.
-Ho giá studiato e sono pronta! E poi dai oggi è venerdì! Ripasserò la domenica e il lunedì, dai ti prego, fallo per me- il suo carattere un po’infantile e spensierato però non era cambiato affatto, cosa che però non mi dispiaceva, se non avesse mantenuto quel carattere sarebbe stato parecchio inquietante.
-Va bene...d’accordo...- mormorai con tono arrendevole, tirando un sospiro; lei mi sorrise gioiosa ringraziandomi; vederla sorridere mi scaldava il cuore, adoravo vedere il suo sorriso.
Quel pomeriggio a fine scuola rimasi in cortile ad aspettarla, era leggermente in ritardo e la cosa non mi piaceva affatto, lei di solito era molto puntuale; poi sentii dei rumori provenire dalle vicinanze e con curiositá mi avvicinai.
Era Sora insieme a Mark, Tom e Louis, si, quei tre erano nella nostra stessa scuola, che orrore, mi facevano incavolare a bestia.
Ma che ci faceva Sora insieme a loro?
Vidi Tom avvicinarsi a lei e prenderle il mento tra le dita, sorridendole sornione; io sobbalzai non sapendo cosa fare, se dovevo intervenire oppure no.
La mia amica con una mano allontanò quella del ragazzo, dicendogli che doveva andare, tirai un sospiro di sollievo.
Louis la prese per il polso ordinandole di restare e Sora fulminea lo mise a terra con una mossa di judo, Mark andò provò ad andare in soccorso dell’amico ma venne messo a terra pure lui.
-Sora! Non ci starai mica sfidando- Tom la bloccò sul muro con entrambe le braccia, io allora feci un passo in avanti per andare ad aiutarla ma qualcosa mi bloccò, non riuscivo a muovermi, ero paralizzato; tremavo come una foglia e iniziai a sudare, ero in preda al terrore.
Non ci potevo credere, non riuscivo ad andare da Sora solo perchè avevo paura...in quel momento mi sentii una vera nullitá.
Per fortuna la ragazza non ci mise tanto a liberarsi e a tiragli uno schiaffo in faccia, lasciandogli il segno rosso.
-Ti pentirai di questo, ragazzina- disse il più robusto accarezzandosi la guancia e andandosene insieme ai colleghi.
la mia amica li osservò allontanarsi e poi si mise a sbuffare, riprendendo la borsa e diriggendosi verso di me, quando mi vide sobbalzò, di certo di non si aspettava la mia presenza.
-Keita, che ci fai qui?- io non risposi, avevo i pugni chiusi e lo sguardo arrabbiato, ma non per Sora o quei tre, ma per me.
-Keita? Va tutto bene?- solo a quel punto ritornai in me, voltandomi verso di lei.
-Che cosa facevi con quei tre?- le chiesi con tono leggermente aggressivo.
-Niente di che...volevano che mi unissimi al loro gruppo dei Dragoni purpurei, ovviamente ho rifiutato...dai forza, ora andiamo- disse con calma, come se per lei non fosse successo niente.
Raggiungemmo la pasticceria e ci sedemmo per gustarci le crêpes che avevamo preso; io non potevo fare a meno di ripensare a cosa fosse successo qualche ora prima.
-Sei strano oggi...qualcosa ti turba?- mi domandò Sora notando che ero con la testa tra le nuvole.
-...Ti rendi conto che Tom è riuscito a metterti con le spalle al muro?- risposi alla sua domanda con un’altra domanda, appoggiando il mento sulle mani.
-Non esageriamo, dopotutto sono riuscita a batterli- sorrise fiera di se stessa.
-Questa volta, ma perchè erano soli, cosa sarebbe successo se ci fossero stati anche altri della banda?-
-Pff, sarei riuscita a batterli, come sempre del resto- sbattei le mani contro il tavolo, con violenza, lei sobbalzò.
-Io sono serio! Dovresti smetterla con queste risse, hai sentito cosa hanno detto, no? Che la pagherai cara! Possibile che non ti preoccupi nemmeno un po’?-
-Keita...mio padre è un ninja, e io pratico ninjitsu da quando sono nata!- esclamò lei con fare irritato.
-Però sei pur sempre una ragazza!- fu il suo turno di alzarsi in piedi.
-Quindi mi credi debole solo perchè sono una ragazza?!- indugiai a rispondere e questo la irritò ancora di più.
-Rispondimi!- mi ordinò digrignando i denti.
-Io ho solo paura che ti possa succedere qualcosa- mormorai ritornando calmo.
Sora prese la borsa e fece per andarsene, lasciandomi lì da solo
-Invece di preoccuparti per me, preoccupati di più per te stesso, e impara a difenderti una buona volta, “uomo”- disse prima di uscire dal negozio.
Rimasi lì immobile, mentre altri clienti mi guardavano, a quanto pare avevano sentito una parte della discussione; mi tirai una mano sulla faccia dandomi dell’idiota da solo, avevo ferito i suoi sentimenti, credendomi chissá chi, cone se fossi stato io a salvarla sempre dai bulli.
-...Sono proprio uno stupido-
FINE POV
La ragazza camminava per la strada rapida, tirando di tanto in tanto qualche calcio ad un povero lampione o dei pugni al muro.
-Ma sentilo quel Keita! “però sei pur sempre una ragazza”! Tsk, stupido...chi è quella che lo aiuta con i bulletti da quando eravamo all’asilo?! Io, non lui, io! Mi ha proprio delusa, dopo questa non solo dovrá chiedermi scusa, ma dovrá farlo in ginocchio, si in ginocchio, mentre mi bacia le scarpe!- Sora continuava a urlare da sola, non accorgendosi di aver preso la strada sbagliata e quando finalmente se ne rese conto, vide che era finita in un vicolo chiuso.
Si girò per andarsene ma due ragazzi le sbarrarono la strada.
-Mark..Louis, allora parlo arabo quando vi dico di sparire- Sora prese posizione alzando i pugni, loro aveva delle sbarre d’acciaio in mano.
Arrivò anche Tom ma non erano soli, c’erano si e no una decina di ragazzi della banda dei Dragoni purpurei.
-Figuriamoci se tipi come voi conoscono la parola scontro leale- ridacchio lei.
Un ragazzo corse verso di lei ma venne messo subito al tappeto, così come altri, fino a quando uno di loro non riuscì a metterle delle manette rubate a qualche poliziotto.
Sora non riusciva a muovere le mani ma riusciva ancora a tirare calci; un altro dragone gli tiro la sbarra sulla gamba e lei gridò dal dolore, cadendo a terra.
Tom la prese in braccio e la sbatte contro il muro bloccandola.
-Te l’avevo detto che te l’avrei fatta pagare- le sussurrò nell’orecchio mentre Mark la imbavagliò in modo che non potesse gridare aiuto.
Il ragazzo robusto cominciò ad accarezzarle la gamba nuda per via dei pantaloncini corti.
-Sei talmente maschiaccio che non mi sono mai accorto del fatto che tu sia molto carina come donna...forse non ti unirai a noi, ma a qualcosa sarai più utile- Sora spalancò gli occhi mentre Loius cominciò ad armeggiare con la cerniera dei pantaloni e Loius con un coltello iniziò a farle a pezzi la t-shirt.
Alla giovane cominciarono ad uscire le lacrime dagli occhi e provava a divincolarsi inutilmente.
Tom iniziò ad avvicinarsi al suo seno quando qualcosa lo interruppe: un grido di uno dei suoi compagni che veniva letteralmente scaraventato in uno dei bidoni dell’immondizia.
Si girarono tutti di scatto verso la persona colpevole.
Un ragazzo dai capelli bianchi e gli occhi rossi era lì di fronte a loro che li guardava truce.
-Non ci credo...come hai fatto ad arrivare qui!?- gli urlò uno dei dragoni, lui non rispose ma buttò gli occhi sulla ragazza bloccata al muro che piangeva, poi i vestiti strappati...e infine Tom.
Il giovane spalancò gli occhi e fulmineo si lanciò verso il resto del gruppo che cercò invano di fermarlo, ma che lui invece sorpassò in pochi secondi.
Tom e i suoi due amici vennero allontanati con un calcio e il ragazzo cominciò a liberare la giovane, prima le liberò la bocca e poi le mani, lei era talmente debole che non riuscì a reggersi in piedi e lui fu costretto a tenerla mentre lei gli cinse il collo con le braccia.
-Kei..ta...scusami...scusa...- balbettò lei tra le lacrime.
-Tranquilla, ora me ne occupo io- cercò di tranquilizzarla Keita accarezzandole la schiena.
-Non puoi farcela....ti prego vattene...sono troppi-
-Io non ti lascio qui...Sora, non ti lascerò da sola- il ragazzo l’appoggiò a terra e si girò verso gli altri che ancora lo fissavano.
Quando si resero conto che era Keita i tre si misero a ridere di gusto, facendo ridere anche il resto del gruppo.
-Allora sei Keita!? Non ci credo, finalmente ti sei deciso a comportarti da uomo e a non correre dalla mammina....- lo prese in giro Louis.
-Veramente speri di batterci, quattrocchi pisciasotto?- lo seguì Mark, cercando di trattenerci.
Keita alzò le mani e si afferrò gli occhiali, lasciandoli cadere a terra, rivelando la vera luminositá delle sue iridi rosse.
-Questa volta non scapperò...questa volta sarò io a proteggere Sora!-
-...Come vuoi- concluse Tom dando il via all’attacco.
Keita si mise in posizione di attacco e il primo che si ritrovò davanti fu spazzato via da un calcio e il secondo da un pugno; era agile e difficile da colpire, e i suoi attacchi erano imprevedibili e fulmei e non davano tempo per reagire.
L’intero gruppo fu spazzato via e rimasero solo gli ultimi tre, che rimasero sorpresi da ciò che avevano appena visto.
Mark si fece coraggio e si catapultò verso di lui, che però lo sbattè a terra con uno sgambetto seguito da un pugno sul ventre; fu il turno di Louis che fece la stessa fine, solo che lui venne mandato KO da un calcio in faccia.
-Non me l’aspettavo proprio da te...sono sorpreso, a quanto pare non sei più il piccoletto che conosciamo- aggiunse Tom cominciando a scroccarsi le dita rumorosamente.
Keita non rispose e rimase sul'attenti, attendendo una mossa falsa dell'avversario.
Tom si scagliò su di lui con tutta la sua forza, anche se se più piccolo lui aveva una mossa adatta ad un tipo come lui, che gli aveva insegnato suo nonno.
Il giovane attese e non appena il suo nemico arrivò alla distanza giusta lui abozzò un sorriso; si portò sotto il suo braccio e con un dito premette il nervo giusto, paralizzandolo e facendolo cadere a terra.
-..Tu invece sei rimasto il solito idiota...- affermò Keita osservandolo inerme sull'asfalto.
Poi si diresse vero l'amica e l'aiutò ad alzarsi.
-Ma come hai fatto?..Io credevo...- balbettò la ragazza tenendosi a lui.
-Non dimenticare che pure io sono il figlio di un ninja- sorrise lui, accarezzandole la testa.
-Keita....scusa...scusa..scusa..io non volevo urlarti in quel modo, avevi ragione, è tutta colpa mia- singhiozzò lei abbracciandolo e affondando nel suo petto.
-Perdona me di averti ferita, mi hai sempre difeso e io invece non facevo altro che nascondermi dietro di te, facendoti combattere le mie battaglie- lui le prese il volto e le asciugò le lacrime con le dita.
-...Ora è il mio turno di proteggerti- disse infine unendo le loro labbra in un dolce e innocente bacio
 
Spero che questa mini storiella vi sia piaciuta ^^
Vi aspetto nel prossimo capitolo di quando le stelle scendono in terra: Mikey e lo spirito malato
 
 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: Mizu_The little kiseki