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Autore: L o u    10/09/2015    1 recensioni
{ Maximoff Twins + Hawkdad aka Clint Barton | hint!Maxincest (→ Pietro/Wanda) | Post Avengers : Age of Ultron + What if? | Double-drabble/Flashfic | Fluff fluff | 1.573 words }
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Wanda non sa cosa vuol dire avere una famiglia. Una di quelle vere, intende.
Se ne rende conto sul porticato di casa Barton, trovandosi da un momento all’altro spettatrice, stretta al fianco di Pietro, di una visione che ha dello straordinario nella sua semplicità.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Pietro Maximoff/Quicksilver, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The family business
« You didn't see that coming? »
 
 
 
 
 
 
 
Seduta sul ciglio della strada interrotta, le gambe penzoloni nel vuoto, Wanda vorrebbe piangere la morte della Sokovia che conosceva, quella in cui amava perdersi.
“Il nostro debito nei suoi confronti non si estinguerà mai”, mormora più a se stessa che al fratello.
Si estende a perdita d’occhio una profonda ferita che non si sarebbe rimarginata da un giorno all’altro, nemmeno con mille vite a disposizione. Se ci sarà speranza, Wanda non lo sa, non ha il coraggio di svolgere la matassa che la riguarda.
Una lacrima scivola giù, incontrando il tessuto della giacca a vento di Pietro lungo la via.
“Siamo stati noi, abbiamo decretato la sua fine.”
“No. Abbiamo fatto tutto il possibile”, la corregge e Pietro, osservando le loro dita intrecciarsi e i suoi occhi trovarlo, lo crede davvero. “Ciò che era in nostro potere... lo abbiamo fatto.”
Procacciarsi il futuro, arrivando ad offrirsi volontari per esperimenti condotti da un pazzo nazista, risollevarsi dalla polvere, lottare fino allo stremo – questo, ogni azione o respiro, perché volevano proteggere il loro Paese e i suoi abitanti.
Nel frattempo gli hanno salvato pure la vita.
Barton si avvicina a loro, una bizzarra consapevolezza a stringergli il cuore, e sospira, le mani poggiate sulla spalla di ciascuno.
“Andiamo a casa, ragazzi.”
 
 
 
 
Wanda non sa cosa vuol dire avere una famiglia. Una di quelle vere, intende.
Se ne rende conto sul porticato di casa Barton, trovandosi da un momento all’altro spettatrice, stretta al fianco di Pietro, di una visione che ha dello straordinario nella sua semplicità: emozioni così intense, devastanti eppure luminose, che risplendono come fuochi d'artificio in un cielo d’ombre vermiglie.
Le distingue una per una – felicità, stupore, commozione, piacere, amore incondizionato. Li avvolgono senza lasciare spazio allo scampato timore del possibile non ritorno di un marito ed un padre –, le tocca con mano e, colpita, le mostra a Pietro per come può, descrivendogliele sottovoce.
Sono sempre stati la famiglia l’uno dell’altra, lei e Pietro, e a loro andava bene così, non avevano bisogno d’altro se non della reciproca presenza – “Lavoreremo insieme. Prendere o lasciare”
[1].
Ma vedere Barton riabbracciare la sua gliene fa, dopotutto, desiderare una.
Wanda avrebbe atteso un altro po' prima di tossicchiare in modo impercettibile e ricordar loro della presenza sua e di suo fratello. Si sa, Pietro non è Wanda.
Una folata di vento e scompare. È intorno a Clint, poi ad un passo da Laura, la bella e incinta signora Barton, infine eccolo di nuovo in un lampo azzurro, che sorride sornione di fronte al disappunto dell’uomo, e al suo soprattutto.
“Tesoro”, sospira Clint, ora vicino ai gemelli,  la mano destra sulla spalla di Pietro, divertito dalla boccuccia dei bambini aperta in un oh appena pronunciato, e il braccio sinistro avvolto intorno alla vita sottile di Wanda, che osserva la sua espressione di sottecchi. “Abbiamo cinque figli adesso.”
 
 
 
 
I bambini adorano Pietro – è un dato di fatto bell’e buono, innegabile nella sua evidenza. Avrebbe potuto protestare, contraddirla sostenendo il contrario, che si sbagliava, vendicarsi a suon di solletico potenziato, e niente sarebbe cambiato.
Cooper e Lila, persino il neonato Nathaniel, ne sono l’ulteriore e palese conferma.
Di tanto in tanto Wanda li trova ad osservarla dall’alto della scala, timorosi e affascinati in quel modo che solo loro hanno, chiedendole – pur non aprendo bocca – di fare ‘il gioco con le luci e le scintille’, o mentre, appunto, le loro risa risuonano insieme a quelle di Pietro attraverso quella distesa di verde infinito. Proprio come ora.
È lui che cercano, che chiamano, che sorprendono.
Wanda lo sa e ne è stupidamente felice.
Beep beep!
...Persino dopo che lo avevano messo a conoscenza del Road Runner il lontano piovoso pomeriggio di Marzo e l’unico cartone che la tv trasmetteva era... quello, sì.
Wanda percepisce a malapena Pietro rallentare il tempo necessario per sussurrarglielo all’orecchio che è già svanito in un sogghigno l’attimo seguente, lasciandola seduta in veranda con il cuore in gola e le guance imporporate.
Fortuna che, dei due, non era lei quella impulsiva. Se lo fosse stata, non avrebbe esitato oltre e avrebbe deviato il suo percorso... contro un abete. Quindi prende un respiro profondo, si sistema meglio sul prato e gli regala un sorriso amorevole, Cooper e Lila che se la ridono di gusto.
I bambini adorano Pietro.
 
 
 
 
“Non mi distrarrò, giuro. Farò attenzione”, scimmiotta Clint. “Attenzione, seh.”
“Ancora con ‘sta storia? Sei ripetitivo, Barton, lasciatelo dire.”  
“Ripetitivo io?!”
Wanda inclina il capo, sicura che sulla sua testa galleggi un enorme punto interrogativo.
“Stavi per colpirmi con una trave, Pietro! Una trave, dannazione!”, lo sente sbottare. “Hai sbagliato anche vernice. Idiota.”
Le sopracciglia si aggrottano e la mano esita sulla maniglia.
“Imbecille!”, la raggiunge la voce del fratello.
Ad un tratto non ha poi così voglia di vedere l’andamento dei lavori. Solleva un sopracciglio: perché ridono, ora?
“Dici che ci è cascata?”
“Clint, è Wanda. Wanda.”
“Giusto”, borbotta. “Però rimani un idiota.”
“E tu non pensare, imbecille!”, lo sente ridacchiare.
L’indomani Wanda sarebbe corsa di sopra, trovando Pietro e Barton assopiti fianco a fianco contro la parete di quella che, sorpresa ‒ o almeno doveva esserla ‒, sarebbe stata la propria stanza.
 
 
 
 
Quando succede, nessuno di loro è preparato.
Ricordi d’amore di una famiglia passata che si trasformano, tra le soffici sfumature aranciate delle nuvole, nella più orribile delle fini per Laura e i bambini sotto i suoi occhi sbarrati, incapace di trovare un appiglio che la riporti indietro.
“Wanda!”
Pietro l’afferra prima che lei tocchi terra, ripiegatasi su se stessa con la medesima grazia di un fiore che appassisce all’improvviso. La culla come fosse la bambina che aveva lasciato tra le macerie della loro casa, la testa poggiata tra il collo e l’incavo della spalla; le accarezza i capelli scuri, glieli scosta con cura dalla fronte madida di sudore.
Lo sguardo cupo di Clint si posa su di loro ogni qual volta che il suono della flebile voce di Wanda – “Vi prego, fermatevi. Non hanno nessuna colpa, VI PREGO!”, urla lei – spezza il silenzio pieno di tensione venutosi a creare. Laura, dal canto suo, cerca spiegazioni che non è sicura di voler conoscere.
“Forza”, mormora Barton fra i denti. “Ovunque tu sia... ritorna. È un ordine, ragazzina. Come tuo OS
[2], non accetto un abbandono da parte tua. Avanti, Wanda!”
Un pugno sbattuto sul tavolo, e poi tutto tace, attende.
“Non c’è bisogno di agitarsi così tanto”, mormora. “Ero qui.”
Forse era stata la sua rabbia, raggiungendola seppur infiniti universi lontana, identica a quella dell’altro Clint
[3], a svegliarla, ad impedire che fosse sopraffatta, forse c’era riuscita da sola o aiutata dal fratello.
Comunque sia,non avrebbe mai dimenticato la sincera preoccupazione dell’arciere, tra borbottii e parole a mezza voce, il sollievo di Laura nel constatare che, dopotutto, stava bene-
Oh, e la cioccolata calda con un pizzico di cannella da lei preparata... magistralmente rubatale dalle mani perché non puoi farmi prendere un accidenti ed essere ricompensata con una cioccolata calda, che, a proposito signora Barton, e la più buona che io abbia mai assaggiato.
 
 
 

#1
C’è un momento, tra l’una e l’alba, durante quella particolare notte in cui un Clint incapace di prendere sonno – sogni raccapriccianti privi di apparente significato riguardanti il suo ultimo viaggio a Tahiti non vogliono sapere di lasciarlo in pace – si avvicina alla finestra che da sulla radura e aggrotta le sopracciglia quando scorge una bagliore rosso scaturire da dita in perpetuo movimento.
“Ma che diamine?...”
“Torna a dormire, Clint”, mugugna sua moglie, la voce impiastricciata.
E preferisce dare la colpa allo stress piuttosto che ammettere che le ombre appartengano ai gemelli.
Barton ignorava dove loro si dirigessero durante quel lasso di tempo, era divenuto un pensiero costante, e ne sarebbe rimasto all’oscuro se Wanda non lo avesse lasciato avvicinare (no, non era affatto per merito delle sue rinomate doti da agente dello S.H.I.E.L.D che l’aveva trovata) una settimana dopo, il diciotto giugno.
“Silenzio, per l’amor del cielo”, lo rimprovera quando compare. “Le spaventi così.”
“Spaventare... chi?”
“Loro!”, applaude festosa Lila.
(A detta di Pietro, la faccia di Clint era a dir poco impagabile, tant’è che si sarebbe soffermato particolarmente su quel particolare in seguito.)
Dai prati e dagli alberi tutt’intorno, precedute dalle mani di Wanda, si alzano verso il cielo  mille e mille lucciole.
Si confondono tra le stelle, danzano al ritmo da lei dettato, colorano la notte e i loro sorrisi. Mai la natura fu più bella come in quel momento.
“E adesso arriva il bello! Prova a starmi dietro, vecchio.”
Pietro corre e non si ferma.
Se lo facesse le lucciole, spinte a formare una colonna luminosa dall’altezza incredibile, si disperderebbero. Rallenta, però, i microscopici insetti che volteggiano placidi a formare una scritta secondo il desiderio di Wanda.
“Non te l’aspettavi?”, lo dice anche lei, finalmente.
“Piccoli bastardi...”, vorrebbe risultare indignato, il suo tono. Peccato che l’enorme sorriso a trentadue denti (e gli occhi lucidi, in bella vista) lo stia, be’, tradendo!
Guardando la sorella dirigersi verso di lui, il suo bellissimo sorriso impacciato che fa capolino, Pietro si chiede perché, perché abbiano fatto questo ed altro per l’uomo che avevano tentato di uccidere, che li aveva accolti nella sua casa, che li aveva guidati attraverso le spire del buio verso la luce accecante del giorno.
È ciò che scorge nei suoi tratti a meravigliarlo, in bella vista di fronte a Wanda: l’amore dimenticato di un padre, ecco cosa.
“Buon compleanno, Barton.”
Pietro fa un passo avanti, ed un altro, e un altro ancora.
Questa sì che gli era sfuggita.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
1 Remains of something that once had been beautiful, unspoilt.di fireslight
2 Supervising Officer, per maggiori informazioni chiedere a Coulson
3 Wanda è una mutante dotata di poteri relativi la distorsione della realtà spazio-temporale (fonte Wikipedia) e l’universo alternativo in cui scivola, che dir si voglia, altri non è che quello Ultimate di Clint.
 
 
 
 
- - -
 
Note dell’autrice — ;
Come si suole dire, quello che non ci piace… ce lo riscriviamo. Macciao Joss. (Avete una culla extreme make over - resurrection edition, il siero che usano quelli di Beautiful, usateli, mannaggia alla miseria! E loro noOo. Mah. Io. Ce’. MAH)
Circumnavighiamo la questione e andiamo avanti, che è meglio. (Una mossa che potevano evitare, Kevin Fage&Co. Volevate introdurre Wanda? Okay, bene. NON UccIDETEMI IL FRatELLo nEl FraTTempo). Comunque.
Ne è passato di tempo dall’uscita di Avengers : Age of Ultron, e direi che sono in ritardo, sì! ‒ meglio tardi che mai, eh. Visto quello che è uscito, direi di no. Mi sono subito innamorata dei Maximoff, di come si relazionano l’un l’altra, con il mondo che li circonda, con gli altri Avengers in particolar modo con Clint. Ho adorato il modo in cui Elizabeth e Aaron hanno deciso di sviluppare il loro rapporto, davvero tanto, sì.  
Era da molto che volevo scrivere di loro, di fatto mi stavo mettendo di impegno per iniziare una mini long ‒ Oops, spoiler gratuito ‒ quando la malsana idea di raccontare piccoli momenti tra i gemelli e Barton ha preso il sopravvento. Quindi ecco spiegato il sistema flash fic/double drabble. Avevo anche pensato di pubblicarle in una raccolta, singolarmente, e fino all’ultimo sono stata tentata, ma è bastato cambiarne l’ordine di una o due e il risultato era soddisfacente. A proposito, grazie fireslight per il consiglio ♥ (e, per la cronaca, i cappotti in Agosto sono utili. In Alaska, ma sono utili.)
Titolo rubato alla celebre (parte di) frase dei Winchester, Saving people, hunting things ‒ the family business; stessa cosa gli amorevoli epiteti con cui si apostrofano Pietro e Clint, direttamente da Supernatural. Ah, e per Tahiti… sorry-not-sorry! Mio piccolo headcanon che ho voluto inserire nonostante tutto.
Infine mi farebbe piacere sapere cosa ne pensaste, sa’, giusto per fare quattro chiacchiere e condividere Tea&feels&biscotti.
Mi do un ben tornata a casa da sola e, niente, vi saluto ♥
Grazie a voi che avete letto e alla prossima,
 
Lou.

 
 
 
  
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