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Autore: eleCorti    10/09/2015    2 recensioni
Piccolo racconto della mia esperienza vissuta durante il giorno del concerto dei Linkin Park a Roma, le ore di attesa, piccoli problemi che mi hanno portato ad avere una grande ansia, e cose varie.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chester Bennington, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente quest' attesa insopportabile è finita, domani vedrò i miei idoli per la terza volta, e stavolta vorrei essere in una posizione dalla quale potrei vedere almeno il megaschermo, poiché l’anno scorso a Milano, data la mia altezza, non ho visto quasi niente, a stento sono riuscita a fare delle riprese.
Ho un poco di mal di stomaco, forse è l’ansia, invece non è stato così, ho passato la notte, in bagno, a rimettere, dormendo poco o niente.
Ho dormito dalle 5:00 alle 8:50, mi sono svegliata da sola, il che è strano per una come me a cui piace dormire, ancora non va meglio sto malissimo, qualcosa ieri mi ha fatto male, la roba cinese che mia mamma mi ha refilato, fra tutti i giorni in cui dovevo stare male proprio in questo doveva succedere? Mi chiedo, furiosa, ma non m’importa, non sarà una banale indigestione a fermarmi.
Partiamo alle dieci, verso Catania, io e la mia mamma, quando arriviamo lì, purtroppo abbiamo una spiacevole notizia, il nostro aereo è in ritardo, di un’ora dalle 14:40, partirà alle 16:00, mi sale un ansia, ho paura, di non arrivare in tempo, che mi lascino fuori, di non riuscire a vedere i miei amati idoli.
Per fortuna c’era un volo alle 12:50, ci avviciniamo al gate, ci sono due posti disponibili, esulto, purtroppo non li danno a noi, nel frattempo il nostro volto ha un ulteriore spostamento 16:15.
C’è un altro volo delle 15:00, attendiamo con impazienza l’orario, il nostro volo ha ancora un altro ritardo, 16:45, prego che su quello delle 15:00 ci sia un posto libero, invece così non è stato.
Sono le 16:00 e siamo bloccate in aeroporto, i cancelli sono stati aperti da poco ed io sono in una fottuta isola! Mi sale l’ansia, ho male allo stomaco, non so se sia ancora dovuto all’indigestione o alla mia agitazione.
Finalmente ci imbarchiamo, partiamo, arriviamo alle 18:15, prendiamo la macchina con autista che mio padre ha noleggiato, partiamo alla volta dell’hotel che non è molto lontano dall’ippodromo, mia madre deve posare il suo bagaglio, l’avrei voluta ammazzare in quel momento, per tutto il tragitto non ho fatto altro che guardare l’orologio, la Via Appia Nuova, la strada dov’ è situato l’ippodromo delle Capanelle, è intasata, le 19:15, arriviamo in albergo, l’autista si offre di portarci all’ippodromo, gli avevo fatto pietà.
Arriviamo lì ed entriamo, è un posto molto grande, prima di giungere al palco ce ne mettiamo, ci posizioniamo sulla zona destra, vicino al bancone della birra, lì incontro una ragazza siciliana come me, subito facciamo amicizia.
Finalmente il tempo d’attesa è finito, entrano i Simple Plan, io riesco a vedere perfettamente il megaschermo, il che mi rende felice, forse dopo avrei visto i miei idoli.
Mi ricredo su questa band, che non ascoltavo da tanto, sono bravi, il cantante ha una bella voce, non come quella del mio Chester, sia chiaro.
I Simple Plan smontano, ci siamo, inizia l’attesa, nel frattempo io, la mia mamma, e la mia nuova conoscenza ci siamo spostate, ora siamo appoggiate al bancone della birra, la folla era aumentata.
Ecco ci siamo, sento gli applausi, il mega schermo si accende, lo vedo perfettamente, esco il telefono, purtroppo una signorina dello staff, sale sul bancone, coprendomi la visuale, protesto, lei si gira e mi fa segno di darmi il telefono, glielo porgo, mi riprende il palco, poi me lo rida.
Inizio le mie riprese cantando a squarciagola, tutta la mia stanchezza in un colpo è sparita, la mia mamma dietro che si scatena pure lei.
Adoro la voce e l’energia di Chester, lo vedo che si emoziona, con lui Mike, specie quando giunge il momento del Flashmob, avevano le lacrime agli occhi si vedeva.
È bello vedere la propria band preferita emozionata per un gesto dei propri fan.
Per riprendere quasi l’intero concerto consumo la memoria del telefono, fortuna che ne avevo un altro, stavolta ho un ricordo di questa esperienza.
Le riprese che ho fatto sono discrete, il megaschermo lo vedevo in maniera perfetta.
La parte che mi ha emozionato di più è stata sentire la mia canzone preferita, Numb, dal vivo per la terza volta, ovviamente il medley, e la canzone che hanno fatto solo per noi fan italiani, A place for my head, dedicata ad un ragazzo venuto a mancare, che cosa dolce che hanno fatto, loro sì che meritano di essere chiamati idoli.
Il concerto finisce, io e la mia mamma percorriamo più di un chilometro a piedi, non c’erano taxi disponibili, arriviamo distrutte, ma io sono contenta, perché ho visto tutto, perché ho conosciuto una ragazza simpatica con la quale ho legato subito, nonostante fosse la prima volta che vedessimo, sembrava che ci conoscessimo da una vita, perché io lo dico sempre noi Soldiers siamo una grande famiglia, legati dalla passione per questa magnifica band.
Anche stavolta abbiamo fatto colpo, lo dimostra il tweet di Chester: “Roma!!! La migliore folla nella storia dei concerti rock!! Ricorderò stasera per il resto della mia vita” e poi la sua risposta ad una fan russa, che, triste, aveva scritto che lo aveva detto a Mosca, Chester, sincero, le ha risposto che quello era prima e che pagherebbe per rivederci.
Io amo quest’uomo, è la prova evidente che abbiamo fatto colpo per la seconda volta, e ciò li porterà a ritornare il più presto possibile, spero.
La cosa che mi rende più felice è di avere condiviso quest’esperienza con mia madre, fin dalla prima volta le avevo detto di venire con me, lei mi diceva di sì, ma poi aveva impegni con il lavoro.
Il bello è che il concerto l’è pure piaciuto, ed ha riconosciuto le poche canzoni che io, da brava figlia, le ho messo in macchina, e durante il viaggio di ritorno le abbiamo cantate pure insieme, non c’è cosa più bella per me!
Questo è stato uno dei giorni più belli della mia vita, non lo scorderò mai. 
   
 
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