Fanfic su artisti musicali > EXO
Segui la storia  |       
Autore: Michi_7    12/09/2015    2 recensioni
Può un ragazzo che ha rinunciato ad affezionarsi a qualcuno tornare finalmente ad amare? E può un estraneo essere alla fine causa di tutto ciò? Nel momento in cui i due si conobbero, il preciso istante in cui i loro cuori si incrociarono, era una rigida giornata invernale di Dicembre.
Saranno in grado entrambi di essersi d'aiuto a vicenda?
Riusciranno a superare parecchie difficoltà?
Scopriamolo con loro, perchè questa, è la loro storia.

~~~~~~~~~~~~~
«Se Hun è un cuore freddo, un ragazzo senza emozioni nè sentimenti.»
[HunHan]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kai, Kai, Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 



Capitolo Primo: L'incontro.


Nevica come non mai a Seul oggi, nell'aria c'è quel non so cosa di fastidioso e famigliare per Se Hun che lo fa imbestialire più degli altri giorni. Se Hun è un cuore freddo, un ragazzo senza emozioni nè sentimenti. Non si ricorda nemmeno come è provare gioia, tristezza o amore verso una persona, ma anche per se stesso; tutto gli si era spento insieme alla morte dei suoi genitori durante un viaggio di lavoro all'estero quando lui aveva solo 17 anni. Ora ne ha 19, conduce una vita monotona in compagnia del suo migliore amico Kim Jong In, con il quale nonostante tutto riesce ad essere se stesso e a volergli bene a modo suo pure se non lo dimostra spesso.
Ogni tanto il nostro Hun fa a cazzotti con il leader di una gang del suo quartiere e, parlando di pestaggi, questa è una giornata di quelle in cui qualsiasi cosa a Se Hun urta e da fastidio al sistema nervoso. Se i genitori fossero stati ancora in vita, sicuramente la sua esistenza non avrebbe mai e poi mai preso una piega del genere; o almeno lui era convinto di ciò. Mentre si trova a camminare per una stradina isolata della sua città con le mani in tasca, davanti gli si para la persona che odia con tutto se stesso, il leader della gang seguito dalla sua mandria di lecca piedi senza cervello: Kim Yok ShinSe Hun non ha la minima intenzione di attaccare bottone stasera, almeno oggi che è la ricorrenza della morte dei suoi genitori. Così fa per superarli ed ignora completamente lo sguardo divertito di Yok Shin,il quale, appena il ragazzo cerca di superarlo gli da uno spintone facendolo cadere davanti a se sotto lo sguardo di tutti. Hun rimane a testa bassa in terra cercando di gestirsi, ripetendosi nella mente tante volte che non ne vale la pena questa volta di dare spago alle provocazioni di uno sconsiderato di quella categoria.
A Se Hun non è mai importato di scatenare così violentemente il tizio. Da quando lo avevano trasferito nella stessa scuola di Yok Shin dopo la morte dei suoi, dove incontrò poi anche Jong In, i suoi litigi con lui di volta in volta diventavano sempre più violenti e si può dire che non ci andavano giù leggeri nessuno dei due rivali. Hun tornava a casa sempre o con qualche spacco al labbro o sugli zigomi e gli andava bene se ogni tanto ne usciva illeso grazie all'intervento tempestivo dei professori.
Morale? Finì ben presto per abbandonare anche quel posto che non gli apparteneva, ma questo non bastò a fermare Yok Shin e le sue perseguitazioni ingiuste. Ora che Se Hun ci pensa bene, se proprio deve prendersela con qualcuno quel bastardo, è con la ragazza: Park Chae Yool.
Lei aveva tutto e voleva sempre di più, per i ragazzi che decideva di voler fare cadere a suoi piedi poi, era peggio di una stalker, li provocava fino a che visti gli ottimi risultati non si stufava e passava al prossimo ripetendo sempre la stessa tattica. E tutto ciò, alle spalle del leader, che ignaro del divertente passatempo della sua “ragazza”  rendeva la vita impossibile a chi nella faccenda non rientrava minimamente. A Chae Yool non bastavano mai e più vedeva che era desiderata da qualsiasi persona in quella scuola e più si montava la testa; fino a che non arrivò anche Se Hun, ossia: la fine dei suoi giochi. Capirai, vediti arrivare un fusto del genere, ti pare che non ci provi con ogni risorsa in tuo possesso? Per Yool sarebbe stato il colmo averci rinunciato ed infatti non lo fece,anzi.

«Dai Hunnie, andiamo a divertirci un po' solo io e te da qualche parte!»  gli diceva con quella vocetta fastidiosa di oca che si ritrovava a far fuoriuscire da quella fogna di bocca, attaccandosi al suo braccio e strattonandolo pure. Poi magari davanti al suo ragazzo nemmeno lo calcolava o peggio lo snobbava perchè era appena arrivato e era sempre sulle sue fulminando qualsiasi persona che gli si avvicinava. Per Se Hun tutto quello non era solo una semplice tortura destinata a finire presto, no, direttamente una piaga che sarebbe durata anche oltre il dovuto. Il giorno in cui non si tolse mai più Yok Shin dalle scatole se lo ricorda ancora bene, Se Hun era intenzionato a farla pagare a Park Chae Yool una volta per tutte e,forse, aveva anche il giusto argomento per farle aprire gli occhi da quei giochetti insulsi. Le scrisse un bigliettino che le lasciò nell'armadietto: “Vediamoci sul tetto della scuola adesso, dobbiamo parlare.”
La ragazza convintissima di essere riuscita nel suo intento anche stavolta e pronta all'ennesimo momento di gloria, raggiunge Hun sul tetto tutta euforica e su di giri.

«Oppa! Eccomi qui~»  lo abbraccia da dietro mentre lui è ancora di spalle, un brivido di ribrezzo percorre la spina dorsale di Se Hun che non perde tempo a scollarsela di dosso. Col suo sguardo di ghiaccio, il ragazzo fissa negli occhi Chae Yool rimanendo in silenzio per qualche minuto, poi con uno scatto repentino le afferra le spalle e la spinge contro il ferro della rete.

«Sai, Yool, stai giocando con il ragazzo sbagliato.»  dice in modo secco e conciso scandendo ogni parola sulle sue labbra rosee. La ragazza fissa gli occhi di Se Hun privi di una luce propria e rabbrividisce impercettibilmente a tutta quella serietà, è il primo ragazzo che superata la settimana non è riuscita ancora a conquistare.

«Ma oppa, tu mi piaci tantissimo, non sto giocando~.» gli risponde con occhi dolci, ma con lui non attaccano certe moine, anzi lo fanno alterare peggio.

«Ti sto dicendo di non provocarmi ancora Park Chae Yool. Il tuo fidanzato, se poi davvero lo consideri tale, potrebbe venire a sapere tutto e tu non vuoi che il tuo passatempo finisca a causa mia, giusto?»  la ragazza sentendo quelle parole cambia totalmente espressione, probabilmente ha compreso che Se Hun sta facendo sul serio e ciò le fa aggrottare la fronte in segno di disappunto.

«E se…Io non volessi smettere comunque?»  gli risponde sicura di se portando le braccia intorno al suo collo muscolo avvicinandosi pericolosamente. Sono talmente vicini adesso che potrebbe averla vinta Chae Yool, ma il nostro Hun non ha il minimo interesse in una civetta come questa.

Volta il viso di lato sbuffando pesantemente e quasi ridendo per la situazione, quanto è insistente questa ragazza.

«Il tuo ego smisurato mischiato alla sfacciataggine  che ti segue sempre come un’ombra mi fanno davvero ribrezzo , sai? Te lo dico una volta per tutte tesoro, da oggi in poi, stammi lontana il più possibile.»  la ragazza rimane scioccata da quanto poco tatto abbia usato su di lei quel tipo di ghiaccio, poi Se Hun prima di andare via le si avvicina all’orecchio sussurrandole un lieve, ma pesante “You, lose.”  e si allontana con le mani in tasca non curandosi minimamente delle imprecazioni di Park Chae Yool. Tuttavia la ragazza non era il tipo da essere umiliato così facilmente, infatti non perse tempo a raccontare una bugia al suo fidanzato dicendogli che Se Hun l’aveva molestata sessualmente sul tetto della scuola con l’inganno. Il che di conseguenza innescò quello di cui il ragazzo non riesce ancora a scollarsi da dosso oggi.

«Cosa c’è piccolo Se Hun, non riconosci più il tuo amato hyung? Andiamo io e te siamo amici di vecchia data, dovresti prostrarti come una cagna indifesa ed obbedire…Non trovi?»  una percossa sulla spalla da parte di Yok Shin lo riporta alla realtà, Hun lo sente ridere fastidiosamente e cerca di gestire il suo auto-controllo inutilmente.

«Levami quelle tue sudice mani di dosso finchè sei in tempo Yok Shin.»  dice e si alza in piedi sgrullando gli indumenti mentre guarda l’altro ridersela a crepa pelle coi suoi seguaci.

«Altrimenti che vorresti farmi nullità?»  il leader si avvicina talmente tanto a Se Hun che ormai sono muso contro muso e lo spintona provocandolo. Hun però ha sempre avuto i riflessi più pronti del suo avversario così non ci mette molto a bloccarlo e ad ammollargli un gancio sul volto facendolo allontanare.

«Ti informo solo  che questa nullità ha molto più cervello di quanto ne abbiate tu e quel gregge di pecoroni che ti porti dietro per fare bella figura.»  gli fa Se Hun inginocchiandosi di fronte a lui e sussurrando ciò all’orecchio prima di allontanarsi. Yok Shin sputa della saliva mista a sangue da una parte e toccandosi con l'indice il labbro spaccato torna in piedi guardando con più disprezzo Se Hun che a sua volta fa lo stesso.

«Sai, pivello, sei decisamente una seccatura per me da quando sei arrivato a scuola e ci hai provato con la mia Chae Yool. Se fossi stato già da subito al tuo posto di emarginato sociale, non avresti avuto problemi, ma nonostante tutto ti sei voluto immischiare e questo ha portato a ciò. Sei un pidocchio fastidioso Oh Se Hun.»  gli fa tornando vicino a lui e dicendo l'ultima affermazione sussurrandogliela a fior di pelle. Hun è sul punto di rivelare a Shin quello che “la sua adorata Chae Yool”  faceva alle sue spalle, ma poi ripensandoci bene, è troppo stupido per capire la realtà delle cose e così ci rinuncia rimanendo in silenzio. Oh Se Hun non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, tantomeno da uno come quello che ha davanti a se ora; i due continuano a sfidarsi con lo sguardo e per un attimo si possono notare delle scintille scontrarsi al posto dei ragazzi.

«Ah? Che fai non dici più una parola? Strano, eppure la lingua quando ti hanno concepito dovevi avercela per forza,giusto? Perchè non scappi con la coda tra le gambe e vai a piangere da tua mad-»  Se Hun non ci vede più a causa della rabbia e preso dall'istinto atterra Yok Shin cominciandolo a colpire ripetutamente, ogni volta sempre più forte, finendo addirittura a farsi male da solo. Intanto i loschi seguaci del leader si guardano un Se Hun talmente diverso dal normale che rabbrividiscono e non si azzardano ad intervenire per nulla al Mondo.

«Non ti azzardare mai più a nominare i miei genitori con quella sudicia bocca, arasseo?»  gli fa prendendolo per il colletto della maglietta e sputandogli in faccia tutto l'odio represso, tutto quello che aveva dovuto sopportare fino a cinque minuti prima. A Se Hun possono toccare tutto, ma non i suoi genitori. Quando si alza da uno Yok Shin mezzo svenuto e abbastanza mal ridotto aiutato dai suoi compagni, sente in lontananza le sirene della polizia arrivare, probabilmente qualcuno dei dintorni ha sentito strillare e avrà chiamato. Per i due non è la prima volta che intervengono i poliziotti, soprattutto per Hun, c'è una persona in quella squadra che ormai lo conosce come le sue tasche: il colonnello Lee Jeong Tae .
Gli altri fuggono lasciando Se Hun da solo nel vicolo, il quale, mettendosi le mani in tasca per nascondere le nocche arrossate e spaccate a causa della violenza precedentemente usata torna sulla strada più illuminata. Tuttavia non fa in tempo ad andare via che proprio il colonnello lo rintraccia e lo ferma.

«Santo Dio, Se Hun! Hai fatto di nuovo a botte con quel Yok coso? Aigoo, che ragazzino combina guai..Comunque, sei tutto intero? Fammi vedere.» il colonnello è un uomo sposato ed ha due bambini. Ha incontrato Se Hun un anno dopo la morte dei suoi genitori e ormai lo considera quasi come un terzo figlio che tratta come tale, infatti. L'uomo lo sposta sotto la luce del lampione e gli prende il mento spostando prima la testa a destra e poi a sinistra; inutile dire che la cosa infastidisce Hunnie~.

«Abbiamo finito? Mi sembra di essere stato appena beccato a farmi una canna per quante cose stai vedendo, hyungnim.»  fa Se Hun guardandolo negli occhi mentre si bagna il labbro inferiore con la lingua. Il colonnello gli ammolla un dolce (?) scappellotto dietro la nuca, ma alla fine gli scompiglia i capelli giocandoci come se fossero davvero padre e figlio.

«Aishhh, questo piccoletto! Diventerò pazzo a starti appresso così spesso, lo sai vero? Comunque, sali in macchina, ti accompagno da tua zia all'ospedale...Credi che quelle mani non abbia capito che le stai nascondendo perchè sono mal ridotte? Dico, pensi sia stupido, sono stato ragazzo anche io come te, lo so cosa significa fare a botte caro il mio Se Hun.»  in quel momento il ragazzo crede davvero per un attimo di aver visto quell'uomo sotto un'ottica diversa. Ma si è ripromesso che per niente al Mondo si sarebbe legato a qualcuno tanto facilmente, così ignora la cosa e sbuffando entra in auto allacciandosi la cintura di sicurezza. Durante il tragitto nessuno dei due proferisce parola, Se Hun guarda fuori dal finestrino ipnotizzato da quella Seoul notturna e pensa costantemente a quanto sarebbe stato bello se anche i suoi avessero visto quello che stava vedendo ora lui.

«Allora? Tua zia sta bene? So che ultimamente con il periodo invernale ha i turni anche di sera.»  fa improvvisamente Jeong Tae rompendo il silenzio creatosi nella vettura.

«Mh, come al solito, si preoccupa sempre troppo per me piuttosto che per la sua di salute.»  risponde Se Hun continuando a guardare fuori.

«Beh, è tua zia, giusto? È normale che abbia più a cuore te che sei il figlio di sua sorella.»  il ragazzo si ricorda vagamente quando sua madre passava del tempo con la zia. Certe volte guardando quest'ultima rivede perfettamente la donna che l'ha partorito e per un attimo ritrova sollievo in tutto questo casino.

«Ya, siamo arrivati, vai di corsa da lei e fatti curare quelle brutte ferite, hai capito?»  Hun scende dalla macchina e salutando con un gesto della mano Jeong Tae entra nell'edificio. Sua zia fa l'infermiera nel reparto che si occupa dei pazienti affetti da cecità sia dalla nascita che permanente,ossia quelli che hanno appena subito un intervento agli occhi. Appena Se Hun la raggiunge, vede quanto alla donna piaccia il suo lavoro, cosa che si nota solamente da quanto impegno ci mette per aiutare tutti. Durante il tragitto verso di lei nota i pazienti che entrano ed escono dalle stanze trasportati da altri infermieri per visite e controlli, poi non appena la raggiunge, sua zia lo guarda stupefatta mentre tiene la cartella medica di qualcuno tra le mani. Lascia un attimo l’entrata della stanza che probabilmente stava preparando per un nuovo paziente dell’ospedale e corre verso suo nipote preoccupata. Baek Ji Won è la zia di Se Hun, più precisamente la sorella di Baek Hye Won, madre del ragazzo. Ji Won è una donna sulla quarantina, single e con un lavoro fisso all’ospedale più grande di Seoul, la donna essendo madrina di Hun si è occupata di lui in questi due lunghi anni in cui sua sorella e suo cognato sono venuti a mancare. Si è sempre fatta in quattro per poterlo mantenere bene ed in forze; infatti ancora oggi fa turni extra soprattutto per il suo adorato nipote.

«Oh Se Hun! Che cosa ti è successo stavolta?!»  dice toccando morbosamente il volto del ragazzo, il quale si scosta leggermente poco dopo.

«Non è niente zia, sono solo dei graffietti.»  risponde lui distogliendo per un attimo lo sguardo da Ji Won.

«Tesoro…Dai non fare l’apatico anche con me e vieni che ti disinfetto un attimo quelle brutte ferite al volto e sulle mani.»  la donna posa la cartella clinica sul bancone dei receptionist e affida la cosa ad una sua cara collega che accetta senza problemi. Se Hun viene trascinato per il polso da sua zia in una stanzetta dello staff munito di tutto il necessario possibile ed immaginabile e infine lo fa sedere di peso sulla sedia bianca in pelle dove lo faceva mettere non molto tempo fa. Il ragazzo abbandona le mani sulle gambe e guarda la donna fare avanti ed indietro nella stanza per prendere acqua ossigenata e kit medico con bende e garze.

«Di nuovo quel bulletto, eh? Guarda che ormai lo so, non c’è bisogno che neghi l’evidenza Hunnie.»  dice prendendo uno sgabello e sedendosi di fronte a lui mentre bagna dell’ovatta che gli inizia a passare tamponando sugli zigomi.

“Porca miseria che dolore...”  pensa imprecando mentalmente Se Hun cercando di non farsi vedere troppo fragile da sua zia.

«M-Mh, di nuovo quella seccatura, ma gliele ho suonate di santa ragione stavolta...Non ci ho visto più.»  il ragazzo non si accorge che a causa delle ferite e del bruciore si sta dimenando lievemente.

«Ti fermi un minuto? Ho quasi finito di disinfettare, stai calmo.»  dice la zia facendolo rinsavire e tamponando ora sulle nocche ancora mezze sanguinanti.

«Se Hun..Lo sai che non mi piace la violenza, ma per provocare il raptus che hai avuto e ridurti in questo stato...Cosa ti ha detto di preciso quel ragazzo, me lo vuoi dire?»  la donna smette un attimo di tamponarlo mentre lo guarda aspettando una sua risposta, Hun storce la bocca per un attimo e infine volta lo sguardo sul pavimento lasciando calare il silenzio nel piccolo stanzino.

«Preferisco di no, zia, mianhae.»  Ji Won assume uno sguardo pensieroso, probabilmente ha capito cosa si sta tenendo il suo adorato nipote dentro. Decide di lasciare stare e afferrando un rotolo di stoffa con delle garze, fascia entrambe le mani di Se Hun; infine applica i cerotti sugli zigomi.

«Ecco fatto, abbiamo finito, puoi andare se vuoi.»  la donna chiude il kit di pronto soccorso e lo ripone nell'apposito scaffale mettendo apposto anche lo sgabello precedentemente preso.
Hun si alza in piedi e ringrazia la zia con un cenno del capo, prima di andarsene le chiede se ha bisogno di qualcosa in particolare.

«Posso fare niente mentre sono qui? Così, giusto per ammazzare il tempo.»  fa togliendosi il giubbino e appendendolo all'attaccapanni.
Sua zia se lo guarda stupefatta e all'apparenza fiera di lui, di profilo assomiglia tutto alla sua cara sorellina; per poco non le scappa una lacrima veloce, ma la trattiene in tempo.

«Fammi pensare...Si! Devo prendere la cartella clinica del paziente nella stanza 947, ma è al piano di sopra e ora non posso proprio muovermi..Potresti andarci tu al posto mio?»  dice unendo le mani sul suo grembo magro. Se Hun annuisce e si avvia per il corridoio con le mani in tasca.
Raggiunge senza problemi il luogo facendo le scale due per due velocemente, quando arriva dai receptionist del piano chiede la cartella clinica facendo il nome di sua zia e questi gliela porgono senza troppe polemiche.
Mentre torna giù, Se Hun non può fare a meno di leggere i dati del presunto paziente:

“Nome: Lu Han.
Cognome: Xiao.
Colore dei capelli: Miele.
Colore degli occhi: castano scuro.
Età: 23 anni.
Altezza: 1,78 cm.
Data di nascita: 20/04/1990.
Gruppo sanguigno: 0.
Cittá d'origine: Beijing (R.P.C.)
Nazionalità: cinese.”


Se Hun rimane stranamente sorpreso, è un suo hyung e viene addirittura dalla Cina! Tra se e se, si domanda se avrà mai modo di incontrarlo all'ospedale.
Prima di scendere l'ultimo scalino, il ragazzo si ferma a leggere una piccola nota scritta sul retro della pagina:


“La TAC non riscontra problemi nel paziente, il quale viene ancora tenuto sotto osservazione e in prognosi riservata. Possibilità d'intervento chirurgico al 90%,per il momento, si rimanga in attesa di conferma.

Firmato: Dottor. Jang.”


Mille dubbi affliggono ora la mente di Se Hun, perchè mai ha una prognosi riservata? Fissa il vuoto senza un motivo apparente cercando una conclusione adatta, ma subito dopo rinsavisce col pensiero in testa che sua zia probabilmente lo sta aspettando, così sceso l'ultimo scalino si avvia per il corridoio del piano. Durante il tragitto nota come l'ospedale sia ben curato e alla vanguardia, nonchè dotato di un personale efficentemente utile, cosa che di questi tempi è davvero difficile da vedere.
Mentre attraversa l'ultimo tratto di strada riesce a scrutare una figura maschile alta e slanciata di spalle, si avvicina ancora un po', ma lo sconosciuto non sembra aver notato nulla.
Se Hun si blocca poco più giù di questo e,non appena il figuro attaccato al corrimano del muro volta di 45° il capo per guardare verso le finestre semi-trasparenti dell'ospedale, rimane sconvolto da quanto quel ragazzo così minuto ha dei tratti mai visti prima.
A Hun viene istintivamente da schiudere leggermente le labbra e di cercare l'angolazione migliore per poterlo vedere di più in volto; quando ci riesce, per poco non inizia a sorridere come un ebete. Tra se e se pensa come sia possibile che ancora anche l'altro non si sia accorto di lui,ma infondo in fondo per Se Hun va bene così, può contemplarlo senza poi doversi vergognare come nessuno.
Il ragazzo poco più basso di Hun continua a tenere lo sguardo fisso sulla finestra senza fare alcun movimento o cenno, da quel punto vede perfettamente quei lineamenti così dolci e indifesi che lo distinguono da una persona qualunque; per un attimo Se Hun crede di aver davvero sentito una sorta di sollievo in se o addirittura un battito del suo cuore. Era la prima volta dopo tanto che probabilmente qualcuno lo rasserenava con solo la propria espressione rilassata.

“E non passerà quella voglia di guardarti che mi distrae dalla realtá.”

Il colmo per il ragazzo arriva quando l'altro sfodera un sorriso smagliante dal nulla, il che basta solamente a Se Hun per sbavicchiare (?) e far cadere a terra la cartella dalle mani creando un baccano assurdo rovinando l'attimo paradisiaco. Quest'ultimo ripresosi dallo stato di trance impreca mentalmente abbassandosi velocemente a raccogliere l'oggetto che nel mentre (finalmente oh (●°u°●)) ha attirato anche l'attenzione del ragazzo più giù di lui; probabilmente prima o poi dovrà ringraziarla o santificarla quella cartellina,sisi.

«Oh? C'era qualcuno e non me ne sono accorto? Che sbadato mi lascio sempre trasportare dai pensieri emarginandomi dal Mondo intero, suvvia avvicinati, forza!»  Se Hun da accucciato alza di scatto lo sguardo a quelle parole e vede il tipo più giù guardare ora nella sua direzione. Riprendendo il controllo di se stesso, prima di raggiungerlo del tutto, si schiarisce la voce roca e profonda. Non appena gli sta a pochi centimetri di distanza, rimane senza parole poi mentre cerca di aprire il discorso nota che sulla porta della stanza c'è il numero 947.
Ma allora...

«Lei è il paziente di questa stanza?»  chiede Se Hun impacciato, ma senza renderlo troppo visibile. L'altro, appoggiato allo stipite del muro, serra le labbra rosee e carnose in un piccolo sorriso quasi forzato. Da vicino Hun si convince che è decisamente MOLTO meglio la visuale.

«Mh esatto, ma ti prego chiamami semplicemente Lu Han, il Lei mi fa sentire più vecchio del solito ehehe.»  ridacchia divertito e Se Hun si sente stranamente meno teso di prima. Sembra un ragazzo così gracilino eppure é addirittura più grande di lui, lo trova decisamente interessante.

«Tu invece? Come ti chiami ragazzo?»  chiede ora Lu Han facendo sussultare lievemente un Se Hun sovrappensiero.

«Oh Se Hun. Anche tu puoi semplicemente chiamarmi Se Hun, se vuoi.»  dice stringendo al petto la cartella del ragazzo.

«Se Hun,eh? Che nome carico di ardore, complimenti~.»  per poco non ci rimane, quale ardore, quando lo ha nominato si stava sentendo Dio sceso in Terra.

«G-grazie, Lu Han hyung.»  risponde senza saperne il perchè, infatti poco dopo si morde la lingua a causa della figuraccia.

«Hyung? Aspetta, ma qui in Corea non significa tipo “fratello maggiore” o comunque viene detto dai ragazzi più piccoli d'etá al maggiore?»  Se Hun ancora una volta rimane sorpreso, per essere cinese, sa addirittura quali onorifici si usano li.

«Yehet, affermativo!»  “Yehet”?  Ma come gli è venuto fuori? O sta perdendo colpi o prima del previsto arriverà l'ennesima figuraccia.

«No aspetta, io ho 23 anni, ma tu?»  chiede con aria perplessa schiudendo le labbra e lo sguardo di Se Hun non puó fare a meno di caderci sopra ed imbambolarsi.

«Ah...? Oh! Vado per i 20, anche se poi è come se fossero 21, qui in Corea usiamo contare anche il periodo di gestazione del feto.»  Lu Han appare con un'espressione ora piú rilassata e il ragazzo puó giurare di aver percepito un respiro di sollievo.

«Mi sento un idiota a farti certe domande, scusami..»  dice ridacchiando e grattandosi la nuca nervosamente.

«Ma figurati, non ti scusare, invece tu che mi racconti di te? Come mai da Beijing sei venuto fin qui?»  chiede ora Se Hun curioso, per la prima volta nella sua vita si sente interessato ad una conversazione con un mezzo conoscente.

«Beh, i miei genitori mi hanno mandato in Corea perchè questo ospedale si occupa di quello che mi affligge dalla nascita,ma non mi ricordo di averti detto che sono di Beijing...O si?»  Se Hun avvampa lievemente all'ultima domanda di quello strano ragazzo appena conosciuto.

«Ah...No è che, mentre scendevo le scale ho letto le tue informazioni dalla cartella clinica...»  si morde la lingua pesantemente, spera solo che Lu Han non si arrabbi per questo, ma la sua espressione rimane solare e i suoi occhi sereni anche se apparentemente privi di luce propria.

«Santo cielo, Se Hun?! Aigo, dove si sarà cacciato quello sbadato di mio nipote! Se H- Oh eccoti...»  sbuca improvvisamente Ji Won dal corridoio che raggiunge i due, il ragazzo non sa se essere sollevato o meno dall'interruzione della conversazione con Lu Han. La donna prende la cartella che Hun le porge e mentre ringrazia cerca di rompere il ghiaccio creatosi poco dopo tra i tre.

«Beh, alla fine vi siete conosciuti eh? Nipote mio, devi sapere che racconto spesso di te a Lu Han, probabilmente sa tutto per quanto lo assillo durante il giorno!.»  Se Hun rimane a dir poco interdetto.

Lo conosceva già?

E perchè mai non ha detto nulla quando mi sono presentato?

Dentro di se pensa che nonostante tutto puó sfruttare la cosa a suo vantaggio, ma cerca comunque di non farsi vedere troppo contento e diverso dal solito -almeno da sua zia-.

«Scusami ancora piccolo Se Hun, non era mia intenzione raggirarti o prenderti in giro, spero tu non sia arrabbiato con me~.»  dice Lulú con voce da cerbiatto indifeso mentre unendo le mani quasi a voler pregare si inchina di fronte a lui chiedendogli scusa veramente sentito. Infondo la zia non ha detto tutto in quel momento e cioè che era proprio Lu Han a chiedere alla donna di farsi raccontare di suo nipote, poichè già dalla prima volta l'ha trovato un tipo decisamente interessante.
Se Hun di fronte a cotanta innocenza non sa che dire, le parole gli muoiono del tutto in bocca, del resto si convince che è qualcuno da dover proteggere e non da allontanare per nessun motivo al Mondo.

«Non fa niente, alla fine anche io ho letto informazioni riservate senza il tuo permesso, facciamo che siamo pari e ricominciamo da capo ti va?»  gli tende la mano per una stretta solidale, ma Lu Han non distacca ne lo sguardo ne si muove dalla posizione iniziale. Il ragazzo non capisce, magari non vuole avere nulla a che fare con lui? La sua espressione perplessa viene catturata da un gesto repentino della zia che gli abbassa la mano e se lo guarda come a dire: “Adesso ti spiego.”
Esatto, in questo momento c'è proprio bisogno di qualche spiegazione al riguardo e di nient'altro.

«Per me va bene! Spero svilupperemo meglio il nostro rapporto Hunnie~.»  deve aver sentito male, a parte sua madre, la zia e Jong In nessuno lo ha mai chiamato con il diminutivo, ogni cosa detta da Lu Han gli sembra così perfetta che non pare vero. Avvampa lievemente, ma cerca di non farsi vedere dalla zia che potrebbe fare domande inutili facendolo sotterrare definitivamente.

«A-Adesso andiamo, ti devi far trovare in stanza, girare per l'ospedale a quest'ora non va bene. Vieni, aggrappati a me tesoro.»  Se Hun continua a guardare la scena e a non capire assolutamente niente, perchè mai dovrebbe aggrapparsi? E perchè quale motivo non gli ha stretto la mano prima? Probabilmente l'ipotesi plausibile ce l'ha, ma non vuole crederci, è impossibile. Lu Han afferra il braccio di Ji Won con un pochino di difficoltà, ma non appena ci riesce, si avviano nella stanza lasciando Se Hun dietro.

«Aspetti un attimo, mi faccia salutare suo nipote prima.»  si ferma e guardando leggermente dietro sorride.

«Spero tu venga anche domani, sappi che io ti aspetto Oh Se Hun.»  il ragazzo ha un sussulto dovuto alle parole dello hyung. E mentre lo guarda entrare nella stanza con sua zia, ora più che mai ha bisogno di risposte affrettate dalla donna.
Nel corridoio si scompiglia i capelli lisci e rossicci imprecando mentalmente mentre sbuffa, poi avvicinandosi alle finestre abnormi appoggiando il braccio e la fronte osserva quella notte a Seoul aspettando che Ji Won torni.
Non appena sente chiudere la porta dietro di se, scatta e va da sua zia che lo prende in disparte. Nota che la donna ha un'espressione abbastanza seria; ingoia la saliva rumorosamente aspettando che parli.

«Beh, da dove comincio per fartela il più breve possibile? Vedi, Lu Han è affetto dalla nascita da una cecità parziale che non gli permette di vedere per niente bene le cose intorno a se, soprattutto quelle piú distanti di lui, per questo prima non ti ha stretto la mano o non trovava il mio braccio. Per mettere a fuoco gli ci vuole un bel po' e quindi questo handicap lo limita quasi del tutto. Siccome è una sorta di cecità che si potrebbe curare con un intervento, il Dottor Jang sta studiando a fondo il suo caso; in questo momento credo abbia bisogno di un ragazzo come te al suo fianco a sostenerlo. Magari potreste esservi utili a vicenda, tu che ne dici?»  
 Se Hun sbarra gli occhi rimanendo scioccato dall'amara verità appena rivelata da sua zia. Aveva intuito qualcosa, ma non pensava sarebbe stato vero alla fine.
È confuso, potrebbe essere plausibile il fatto che forse i due possano essersi d'aiuto a vicenda, ma quello che preoccupa ora il ragazzo è come doversi comportare con Lu Han. Sapendo ciò, potrà essere disinvolto ugualmente? Per adesso, sa solo che non vuole pensarci, stasera sono successe parecchie cose e quello che ci vuole è solo un sonno ristoratore; uno di quelli seri.
Mentre torna a casa con sua zia, tira fuori il suo cellulare per controllare l'orario, quello che trova è qualcosa di allucinante: 20 chiamate perse da Jong In e altrettanti messaggi lasciati su Kakao Talk sempre da parte sua.


“Aish..Seriamente, ma cosa prende a quel ragazzo? Meglio che gli mandi un messaggio altrimenti poi chi lo vuole sentire..”  scuote la testa facendo una smorfia con la bocca e sblocca il telefono per iniziare a digitare la risposta a Kai, ossia il soprannome con cui si fa chiamare dagli amici.

“Tu, vuoi morire per mano mia, ah? Dico, sei serio? Come ti salta in mente di inviarmi tutti questi messaggi nel giro di tre secondi di distanza l'uno dall'altro, Jong In?! Aish, comunque adesso è tardi per spiegarti tutto quello che mi è successo, sono stanco morto e sto tornando ora a casa con mia zia. Ti racconto domani davanti ad un bel bubble tea ok? Oh e...Paghi tu vero? Che bravo hyung ho, per adesso buonanotte Kai~.”
Finisce di digitare e non appena invia il messaggio, spegne il cellulare per non avere altre seccature inutili. Quando lui e sua zia arrivano nel loro appartamento, Se Hun per schiarirsi un pochino le idee si butta velocemente sotto la doccia tiepida che gli accarezza delicatamente la pelle marmorea e i lineamenti scolpiti. Con un braccio appoggiato sulle piastrelle fredde del muro, vi posa la fronte e riflette morbosamente sulla situazione creatasi tra lui e Lu Han. Da quando è tornato con Ji Won non fa a meno di pensare al ragazzo, talmente preso che non appena chiude gli occhi lo vede davanti a lui che sorride sereno e felice. Come faccia ad essere così solare su una situazione del genere ancora non se lo spiega, ma probabilmente è quella parte genuina e spontanea di Lu Han che più lo attrae verso il ragazzo.
Quando arriva sul letto si rigira in esso per un po' prima di trovare la posizione adatta, del resto le ferite su mani e zigomi gli fanno ancora abbastanza male. Alla fine però esausto cade in un sonno talmente profondo che si scorda di tutto il resto, cullato solamente dal suo pensiero fisso: Lu Han.

 



IL MIO CUOREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE T_____________T



 

Angolo della demenzialità (?)

Si, sono proprio io u.u La vostra disagiata Michi :’) *stappa spumante*
Stavolta porto una news, cui questa nuova storia sulla Hun Han! *-*
I miei poveri feelz, addio Mondo.
Eniuei, è la prima storia che pubblico di questo genere e, niente, io spero proprio che vi piaccia. Ad essere sincera era partita solo per essere una Os questa ff, ma voglio onorare la loro coppia come è giusto che sia. So spero mi supporterete perché non ho mai scritto così velocemente anche il secondo capitolo - che attende solo di essere pubblicato, aspetterò solo per vedere se almeno questo inizio storia vi invoglia a continuare hihihi :3 –
Well, mi dileguo su u.u Ciu bella gentaaaaaaaah :*

 _Michi_

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > EXO / Vai alla pagina dell'autore: Michi_7