Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: Classicboy    12/09/2015    2 recensioni
AU!Modern
2p!GerIta, 2p!Germania/Lutz Beilschmidt x 2p!Italia/Marco Vargas
Una piccola One shot per descrivere un breve appuntamento tra un insofferente italiano e un appiccicoso tedesco (sì, avete letto bene) che vanno a vedere l'horror splatter dell'anno. Romantico no?
Perché anche i malvagi sanno amare.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: 2p!Hetalia, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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NON CHIAMARMI MEIN LIEBE

 

 

Marco sbuffò mentre osservava l'orologio da polso.

Era in ritardo. E di ben dieci minuti!

Ma chi glielo aveva fatto di accettare di andare ad un appuntamento con quel tipo? Non lo tormentava già abbastanza in classe con le sue smancerie, no: lui lo doveva irritare anche fuori da scuola e anche quando non era presente!

“Maaaarco!”

L'italiano si voltò e vide arrivare in quel momento la causa di tutti i suoi problemi. Un sorridente biondino col fisico da lottatore e una cicatrice lungo la guancia che portava il nome di Lutz Beilschmidt.

“Guten morgen, mein schatz! Come stai?” domandò fermandoglisi di fronte e sovrastandolo con la sua mole.

Il castano assunse un'aria seccata: “Male, sei in ritardo e se non ci affrettiamo il film incomincerà e questa giornata si sarà rivelata solo uno stupido spreco di tempo. Su andiamo”

Detto questo il ragazzo si voltò e si diresse in direzione del multisala.

Il tedesco non parve prendersela per le parole appena pronunciate dall'altro perché fu subito al uso fianco sempre sorridente: “Oh, andiamo, mein liebe. Dovresti essere meno rigido”

“Non sono io che sono rigido, sei tu che non prendi le cose sul serio” replicò stizzito l'italiano.

“Oh, non dirmi che ce l'hai ancora con me per quando mi sono addormentato durante la lezione di matematica? Andiamo Marco, era un palla assurda! Mi chiedo come hai fatto tu a rimanere sveglio”

Marco sbuffò: perché aveva accettato di partecipare a quello stupido incontro, che molto probabilmente il suo compagno non avrebbe esitato a definire appuntamento?

Ah, giusto: i biglietti gratis per andare a vedere quel nuovo horror. Così l'aveva incastrato il biondo. Si ricordava ancora la scena.

 

Marco se ne stava per conto suo in biblioteca a leggere con Kuro al suo fianco, quando aveva sentito il rumore di una sedia che si spostava di fronte a lui e una ben nota e detestata voce che diceva: “Buongiorno, Marco mein liebe”

Allora aveva alzato la testa e si era ritrovato di fronte Lutz che gli sorrideva ebete.

“Che vuoi, cretino di un mangia patate?” aveva chiesto mentre i suoi occhi tornavano all'edizione del “Principe” di Machiavelli che teneva stretta tra le mani.

“Sei così carino quando mi insulti. Comunque ti volevo chiedere se ti andasse di uscire con me sabato pomeriggio”

“Certo, e gli asini voleranno. Scordatelo Lutz, io con te non ci esco, mi pareva di avertelo già detto”

“Neanche... per questi?”

Si sentì il rumore di qualcosa che frusciava. Il mediterraneo non riuscendo a resistere alla curiosità alzò la testa dal libro e vide che l'altro teneva stretti in mano due biglietti mentre lo osservava con un sorriso sghembo.

“E che sarebbero?”

“Semplice, mein liebe. Questi sono i biglietti per l'horror dell'anno che stanno trasmettendo in questo momento in tutte le sale della città”

Non c'era bisogno che il tedesco gli dicesse di che horror si trattasse, lo sapeva bene, nessuno parlava d'altro in tutta la scuola. Non appena ne aveva sentito parlare, inoltre, si era ripromesso di andare a vederlo assolutamente. L'unico problema è che i biglietti costavano un occhio della testa e quell'odioso di suo nonno gli aveva tagliato le spese come punizione per aver ridotto in crisi di nervi quei bulletti che lo avevano preso in giro.

“Stai bluffando” disse con la gola secca l'italiano mentre fissava avido quei pezzi di carta.

“No no, mein liebe. Me li ha regalati il nonno. Avanti, mi sembra uno scambio equo: un pomeriggio con me, e in cambio avrai la possibilità di andare a vedere un film che altrimenti, a quanto ho sentito dire, non potrai gustarti fino a che non sarà uscito in DVD”

“E tu come fai a sapere che non posso andare a vederlo?”

“Segreto professionale. Allora, mein schatz, accetti?”

Marco maledì mentalmente suo fratello Flavio. Vista l'amicizia che correva tra lui e Lutz quasi sicuramente era stato lui a dire al tedesco tutte quelle cose. Anzi: non si sarebbe neanche sorpreso se alla fine fosse venuto fuori che quello era tutto un suo piano per farli mettere assieme.

<< Resisti, Marco. Tu sei più forte di questo! >> pensò, ma quei biglietti erano così invitanti...

“E va bene” cedette infine il castano mentre sul volto dell'altro si dipingeva un sorriso di trionfo.

“Fantastico, mein liebe! Allora ci vediamo sabato per le 16:30, il film inizia alle 16:50. A dopo!” e se ne andò.

Marco chinò la testa sul tavolo in preda allo sconforto. Sentiva su di sé lo sguardo di Kuro che aveva silenziosamente assistito a tutto il dialogo.

“Non! Dire una parola. Lo faccio solo per il cinema” lo ammonì il ragazzo.

L'orientale si limitò a sghignazzare, mentre Marco si pentiva ogni secondo che passava sempre di più della sua scelta.

 

E così ora era di fronte al cinema con quel tedesco appiccicoso che continuava a ripetergli quanto insieme si sarebbero divertiti.

“Lutz, puoi farmi un favore?”

“Ma certo! Tutto per il mio schatz”

“Stai zitto e non chiamarmi più il tuo tesoro”

“Oh, schatz. Come sono felice quando tu mi capisci anche se parlo tedesco” esclamò il biondo allegro ignorando la minaccia dell'altro.

<< Resisti, è solo un pomeriggio >> pensò il ragazzo per evitare di strangolare il suo accompagnatore.

Entrarono e presero posto nella sala.

“Mein liebe, aspettami qui che devo andare a fare una cosa” disse Lutz con un occhiolino.

“Non è che abbia molti altri posti dove andare” replicò sarcastico Marco.

Il tedesco si avviò verso l'uscita e il castano si premette due dita sulle tempie.

“Avanti, Marco. Fatti forza. Fallo per il film” mormorò.

Incominciò a far vagare lo sguardo per la sala fino a che non vide un ragazzo e una ragazza stretti insieme in un tenero abbraccio. Lui le porgeva timidamente dei pop-corn mentre si sorridevano e si sussurravano parole dolci.

<< Sono così teneri... che sto per mettermi a vomitare. Ma che si prendano una stanza! >> pensò il ragazzo distogliendo schifato lo sguardo. Però a vederli l'italiano aveva sentito una strana morsa allo stomaco, come... gelosia per quell'amore così dolce e sincero.

“No, ma che mi viene da pensare. Io non ho bisogno dell'amore. Io sono Marco Vargas, e non sono così debole da dover dipendere da un sentimento così insulso” sussurrò.

In quel momento tornò Lutz.

“Era ora” borbottò acido l'italiano “Ancora un po' e perdevi l'inizio del film”

“Perdonami mein liebe, e che ero uscito per prenderti una cosa” e detto questo gli porse una confezione di pop-corn e una bibita.

Marco lo fissò sorpreso mentre l'altro continuava a sorridergli teneramente.

In quel momento il film iniziò e il castano non ebbe modo di fare alcun tipo di domanda al tedesco.

Però non appena era stata compiuta questa piccola gentilezza nei suoi confronti aveva sentito la gelosia per quei due piccioncini svanire e venire sostituita da un sentimento più caldo e confortevole.

 

Il film era appena finito e le varie persone stavano uscendo dalla sala e tutte recavano i segni di un profondo trauma.

Tutti tranne due ragazzi che stavano ridendo a crepapelle.

“Santo cielo!” disse Marco tenendosi la pancia e asciugandosi le lacrime: “È stata la cosa più divertente che io abbia mai visto!”

“Ja” replico Lutz altrettanto allegro “Come quando quella ragazza si è messa ad urlare quando il killer ha fatto a pezzi di fronte a lei il fidanzato!”

“O ancora quando lui si è ritrovato a fare il bagno nel sangue!”

I due si calmarono e si osservarono negli occhi.

“Allora, mein liebe? Ne è valsa la pena di sopportarmi per un paio d'ore per poter venire a vedere questo spasso?”

Marco distolse seccato lo sguardo dal sorriso dell'altro: “Tsk, forse. Comunque ora che si fa?”

“Beh, ecco... io avevo pensato... che potessimo andare a mangiare una pizza assieme, che ne dici?”

L'italiano soppesò la proposta. Doveva passare altro tempo con Lutz, sì, però se gli avesse dato una risposta negativa sarebbe dovuto tornare a casa e sopportare suo fratello che gli chiedeva assiduamente come fosse andato l' “appuntamento” tra loro.

Decisamente meglio Lutz.

“E va bene”

Il tedesco sorrise e lo prese per mano portandolo fino in una pizzeria al taglio.

Rimasero fermi ad osservare che gusti potevano prendere.

“Allora, Lutz: ti vuoi sbrigare a scegliere” domandò seccato l'italiano visto che l'altro ci stava mettendo un quarto d'ora a selezionare il trancio.

“E che non so cosa scegliere” si lamentò il biondo.

“Uffa, preferirei che mi circoncidessero con un coltello di plastica che starmene un altro minuto qui ad aspettare che tu decida”

“Non te lo consiglio, fa un male cane” replicò sovrapensiero Lutz.

“Che intendi scusa? Come fai a saperlo?”

“Sono ebreo, io sono circonciso. Non ricordo bene come andarono le cose, beh vista l'età è più che normale, ricordo solo tanto tanto male”

Quelle parole colpirono l'italiano come uno schiaffo.

“Mmmh, credo che ne prenderò una con le patatine” mormorò il biondo ignaro del disagio dell'altro.

“Cosa hai detto scusa?”
“Ho detto che prenderò la pizza con le patatine”

“No, prima. Sei ebreo? Non lo sapevo”

Il biondo annuì: “Sì, entrambi i miei genitori che io che mio fratello siamo ebrei”

“Non me lo avevi mai detto”

“Ne sei sicuro?” il teutonico assunse un aria pensierosa e si mise a passare il dito lungo la cicatrice sulla guancia.

Marco non potè che rimanere ipnotizzato da quel semplice gesto.

Si ricordava bene quel taglio poiché era stato lui stesso a procurarglielo.

Un giorno avevano biologia ed erano andati in laboratorio per dissezionare una rana. Purtroppo per lui gli avevano messo come compagno di banco proprio quella piaga di Lutz.

Il biondo se ne era rimasto calmo per tutta la lezione, fino a quando non era arrivato il momento di passare alla prova pratica. Allora in silenzio si era appostato dietro all'italiano, concentrato sull'anfibio, e ne aveva approfittato per toccargli il sedere.

Marco era arrossito e per poco non aveva lasciato andare il coltello.

Poi il biondo gli si era avvicinato e gli aveva sussurrato all'orecchio: “Lo sai che hai proprio un culo niente male, mein liebe?”
A quel punto il mediterraneo non ci aveva visto più dalla rabbia e aveva fatto scattare la mano con cui teneva il coltello in direzione del volto dell'altro.

Risultato: Lutz da quel giorno si era ritrovato con un abbellimento lungo lo zigomo.

Ma la cosa che più aveva colpito l'italiano era stata la reazione del ragazzo. Non se l'era presa né aveva giurato vendetta, anzi con la guancia da cui ancora colava sangue aveva riso e detto: “Che bello, adesso ho qualcosa che mi ricorderà sempre di te, mein liebe”

Era rimasto sorpreso: perché non gli urlava contro? Perché continuava a sorridergli? Dopo quello che aveva fatto come minimo avrebbe dovuto allontanarlo e lasciarlo solo come facevano tutti, e invece era diventato se possibile ancora più assillante.

“Evidentemente me ne sarò dimenticato. Oh, ma è pronto! Ecco qui! Ma, mein schatz, va tutto bene?”

Marco fissò per un attimo senza capire che cosa il biondo gli stesse dicendo. Poi vide che gli stava porgendo il suo trancio. Si riscosse e lo prese senza fare troppi complimenti.

Uscirono e presero a passeggiare per il parco mentre mangiavano la pizza. Marco era costantemente immerso nel suo mondo, fino a che non sentì Lutz commentare: “Però, niente male la carrozzeria della pupa, eh?”

Si riscosse e vide che il teutonico stava fissando con uno sguardo da pervertito una ragazza piuttosto dotata che stava chiacchierando con un'amica.

Il castano sentì una morsa al petto, lo prese per il braccio e lo fece svoltare per un sentiero secondario.

“Mein liebe, va tutto bene?” domandò sorpreso Lutz.

“Taci, sì è tutto... perfetto”

Si fermarono in un angolo appartato del parco proprio sotto ad un lampione. Il biondo fissava l'amico dubbioso con la testa inclinata di lato.

Nel frattempo il giovane italiano stava vivendo dentro di sé una vera e propria tempesta emotiva.

Ma che gli era preso? Perché non appena Lutz aveva fatto quel commento si era sentito in necessità di cambiare strada? Perché quel giorno stava continuando a preoccuparsi così tanto degli atteggiamenti di quello stupido crucco?

“Mein liebe...”

“Taci e non chiamarmi mein liebe!” ruggì il castano.

“Va bene calmati. Ma che ti è successo prima? Per caso riguarda il commento che ho fatto su quella ragazza?”

Il rossore che imporporava le guance dell'italico fu una risposta sufficiente per il teutonico che si mise a sghignazzare.

“Oh, mein liebe Marco, non dirmi che sei geloso?” lo stuzzicò afferrandolo per il mento e facendogli alzare lo sguardo “Come sei tenero, ma non devi preoccuparti: nel mio mondo ci sei solo tu”

“Certo certo, sarò geloso nei tuoi sogni Lutz”

“Mmmh, no. Direi di no. Mi pare che nei miei sogni tu non sia geloso, ma non ricordo bene. Una cosa che però ricordo è che sei sempre decisamente poco vestito” rivelò il tedesco con uno sguardo e un sorriso malizioso.

Marco arrossì ancora di più dall'imbarazzo e dalla rabbia.

“Che ne dici se facciamo diventare i miei sogni realtà, mein liebe?” gli sussurrò all'orecchio.

Quando era troppo era troppo. Marco sbilanciò l'altro che si era sporto per parlargli e lo buttò su di una panchina, gli si sedette a cavalcioni sulle gambe e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un coltellino multiuso che gli puntò alla gola.

Lo fissò col fiatone e gli occhi pieni di una rabbia folle, mentre Lutz lo osservava sorpreso. Dopo pochi attimi di silenzio però il biondo prese a ridere.

Marco allontanò sorpreso la lama.

“Oh, mein liebe. Come siamo focosi stasera” disse ghignando il biondo “Se pensavi che fosse troppo prematuro mi bastava un semplice no”

Marco arrossì.

<< Perché? >> si domandò mentre sentiva le lacrime spuntare al lato degli occhi << Perché continua a comportarsi in maniera così amichevole dopo tutto quello che gli ho fatto e che gli faccio tutt'ora? Perché diavolo deve essere così carino con me? >>

A quel punto fece una cosa che lasciò stupiti entrambi. Si chinò sull'altro e lo baciò.

Lutz inizialmente sorpreso dopo un po' prese a rispondere a quel violento e selvaggio scambio di saliva.

L'italiano si staccò: “Non montarti la testa. Era solo un modo per farti stare zitto e per dirti che ti trovo dannatamente sexy”

Lutz sorrise in maniera accattivante: “Allora che ne dici se continuiamo in un posto più appartato così vedi davvero quanto so essere sexy”

“Taci idiota” rispose sorridendo il castano mentre gli prendeva il mento tra due dita.

E ripresero a baciarsi, solo che stavolta erano baci dolci e non più selvaggi. Baci che sapevano di amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

E ho pubblicato un'altra scemenza, ed è il mio primo esperimento coi 2p, yayy!

Comunque: ho controllato le varie storie su 2p Italia e Germania e sono praticamente tutte che li descrivono come pazzi psicopatici che basano la loro vita sentimentale sul sesso e nient'altro. Ecco, a me pare un po' ingiusto perché alla fin fine credo che anche loro sappiano amare quindi ecco qui un po' di fluff 2p.

Spero di non essere andato OOC soprattutto con 2pItalia (in sintesi spero di non averlo reso troppo tsundere anziché yandere), e so che Lutz non è propriamente così ma visto che tecnicamente il suo carattere solito non è canon penso di poterlo rappresentare in questa maniera senza troppi problemi, inoltre il fatto che 2p!Germania sia ebreo non è un'idea originale, ho trovato un post su internet in cui lo dicevano, mi pareva un'idea carina e quindi l'ho usata.

Due brevi traduzioni: schatz = tesoro, liebe = amato, o almeno credo non ho mai fatto tedesco ma mi fido di translate.

Spero che abbiate apprezzato e che non vorrete linciarmi.

Lasciate un commento, bye!!!!!!!!

   
 
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