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Autore: innamoratahobbit96    12/09/2015    3 recensioni
Bilbo sospirò e andò a lavarsi. I suoi capelli ricci erano in disordine e cercò di sistemarseli al meglio.
Aprì l’armadio e cercò degli indumenti consoni. Era il suo primo giorno di scuola, in una nuova scuola, a Roma. Avrebbe frequentato il terzo anno del liceo classico.
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Thorin non era per niente contento della sua vita. Era arrabbiato. Sua madre era morta. Suo nonno era morto. Le sue uniche figure di riferimento avevano perso la vita in un incidente stradale.
I loro genitori erano ricchi, avevano una grande villa con la piscina. Tanti soldi e potere. Ma chi diceva che i soldi facevano la felicità, sbagliava.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bilbo, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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C APITOLO 2


 
Dopo aver salutato i propri genitori, Bilbo si fermò davanti ad una pensilina della fermata del pullman e attese. Era agitato, si notava dal fatto che continuava a picchiettare le dita sulle gambe.
< < Il pullman che arriverà, mi porterà alla scuola “Albertelli”? > > chiese timidamente ad un uomo accanto, il quale annuì.
< < Grazie, perché sono nuovo in questa città e non so come orientarmi > > continuò Bilbo per far passare il tempo.
< < Esistono le mappe ragazzo! > > disse l’uomo freddamente.
Bilbo lo guardò sconcertato. Non era abituato a questi comportamenti.
Certo, Bilbo non aveva amici nel suo paese, però . . tutti si rispettavano ed erano cittadini dalle buone maniere.
 
Appena il pullman arrivò, tutti salirono. Timbrarono il biglietto e cercarono posto.
Bilbo osservò i sedili e ne vide uno libero vicino ad un giovane dal cappello strano.
< < Posso? > > chiese Bilbo timidamente.
< < Certo! > > rispose il giovane appoggiando lo zaino per terra, per fargli posto.
Bilbo fece per sedersi, quando vide un’anziana cercare posto. Appena notò che tutti i posti erano occupati, si attaccò al palo del pullman.
< < Prego signora > > la chiamò Bilbo.
L’anziana si sorprese e dopo aver ringraziato Bilbo, si sedette.
Bilbo indietreggiò e cercò un palo dove attaccarsi.
Alla seconda fermata, salirono altre persone, la maggior parte erano studenti.
Bilbo era basso e in mezzo a loro si sentiva molto inferiore.
Ad un certo punto qualcuno lo schiacciò e Bilbo finì con la guancia contro il finestrino del pullman.
< < Oh mi spiace > > si scusò immediatamente il giovane che gli era appena andato addosso. Era uno studente robusto, dai capelli color carota.
< < Tranquillo > > disse Bilbo.
< < Bombur! Eccoti! Finalmente sei arrivato! > > gli urlò Bofur.
< < Mi ero svegliato tardi  > > disse Bombur ansimando.
Bombur aveva fatto tardi, per questo aveva perso il pullman. Così, aveva corso fino alla seconda fermata.
 
Il viaggio non durò molto e dopo dieci minuti, giunsero alla scuola e gli studenti scesero dal pullman.
C’erano tantissimi giovani all’ingresso della scuola, che si abbracciavano e sorridevano.
Bilbo, invece, si sentiva a disagio e timidamente, entrò nell’istituto per dirigersi dal preside.
 
Intanto, Thorin e suo fratello Frerin giunsero davanti alla scuola.
Appena videro i propri amici, li raggiunsero.
< < Thorin carissimo, come va? > > gli domandò Dwalin battendogli un cinque.
< < Bene > > si limitò a dire Thorin. Non aveva proprio voglia di iniziare l’anno scolastico.
< < Inizieremo bene l’anno > > sorrise Nori maliziosamente facendo l’occhiolino ad una cheerleader, che stava in compagnia delle sue amiche.
La ragazza sorrise. Nori divenne rosso come un peperone in faccia e sussultò.
< < Mi ha sorriso! > > disse entusiasta.
< < Non vorrei rovinarti i sogni, ma stava guardando Thorin > > Bofur lo fece tornare sulla realtà.
Thorin era da sempre amato da molte ragazze per via dei suoi occhi azzurri e il suo sguardo serio.
Ma Thorin non era innamorato di nessuna. Preferiva essere un tipo libero.
< < What? > > chiese Bifur.
< < A girl was looking Thorin > > rispose Bofur.
Bifur era il cugino di Bofur e Bombur. Da piccolo si era trasferito in Inghilterra con i suoi genitori, in seguito, in prima superiore si era trasferito a Roma e stava ancora imparando a parlare in italiano.
 
La campanella suonò, ma Bilbo stava ancora percorrendo i corridoi, finché trovò la presidenza.
Bussò alla porta.
< < Avanti > >
Bilbo entrò e salutò il preside. Era un uomo alto e dalla lunga barba grigia. Non indossava la classica camicia e giacca nera, anzi, indossava un maglione verde stropicciato e dei jeans larghi.
< < Piacere, sono il preside Gandalf, Gandalf Il Grigio – si presentò – sei nuovo. Ho conosciuto tuo padre, piacere di conoscerti Bilbo Baggins > >
< < Piacere mio > > disse Bilbo.
Dal primo impatto, Bilbo lo trovò già simpatico.
< < Spero che ti troverai bene nella nostra scuola signor Baggins > > disse il preside alzandosi e avvicinandosi al ragazzo.
Gli cinse le spalle con un braccio e lo accompagnò nella sua aula.
 
Percorsero tanti corridoi e salirono al terzo piano. Il preside bussò ad una porta.
< < Avanti > > disse una voce femminile.
Gandalf entrò e salutò la classe e l’insegnante di latino, Galadriel, una donna bellissima e amata da tutti gli studenti per la sua bontà.
< < Buongiorno ragazzi – disse il preside – spero che le vacanze siano andate bene, bentornati a scuola > > sorrise.
< < Io non vedo l’ora di imparare nuove cose > > disse Thranduil, un ragazzo biondo e dagli occhi azzurri alzando la mano. Egli era il bulletto della classe, non amava studiare, inoltre, anche lui era circondato da molte ragazze.
< < Che gran lecc . . . > > stava per mormorare Dwalin, quando Dori, accanto a lui, gli diede una gomitata.
< < Thranduil, sono contento di vederti così attivo, sono contento che tu abbia messo la testa a posto > > sorrise Gandalf.
Si inchinò e si voltò. Sgranò gli occhi appena notò che Bilbo non era ancora entrato.
< < Sono venuto per presentarvi un nuovo studente – disse uscendo e prendendo Bilbo per il braccio facendolo entrare – si chiama Bilbo Baggins. Si è trasferito da poco. Viene dal Trentino Alto Adige > >
Bilbo deglutì a fatica appena vide una classe composta da 28 studenti. Lo stavano osservando curiosi, altri, invece, lo deridevano già per i suoi vestiti colorati e particolari.
< < Piacere di conoscerti > > sorrise Galadriel stringendogli la mano.
< < è uno studente da voti eccellenti, siamo fortunati ad averlo nella nostra scuola > > sorrise Gandalf.
Alcuni ragazzi già lo fulminarono con lo sguardo. Lo consideravano un intruso. Questa era solo invidia.
Gli amici di Thorin, invece, non vedevano l’ora di conoscerlo.
< < Bene. Vi lascio alla vostra lezione > > salutò poi il preside andandosene.
 
< < Bilbo, guarda, là c’è un posto libero > > disse l’insegnante Galadriel facendogli segno con il dito.
Bilbo guardò verso la sua direzione e vide un banco vuoto, accanto ad un ragazzo dai capelli neri, occhi azzurri e lo sguardo serio, che stava giocherellando con la matita.
Lo inquietava non poco. Lo salutò e si sedette.
< < Ciao, come ti chiami? > > gli chiese Bilbo prendendo un respiro.
< < Thorin > > rispose freddamente il ragazzo senza guardarlo in faccia.
Bilbo sospirò e guardò dritto a sé, per ascoltare l’insegnante che avrebbe spiegato il programma del nuovo anno.
 
Appena suonò la campanella dell’intervallo, tutti uscirono dalle proprie aule per fare uno spuntino.
Thorin si alzò immediatamente e si diresse verso Dwalin, lasciando Bilbo solo, sul suo banco.
Mentre Bilbo stava rimettendo i suoi libri nello zaino, qualcuno si avvicinò.
< < Ciao. Piacere, sono Bofur! – si presentò il ragazzo che Bilbo aveva visto sul pullman – ci siamo già visti sul pullman > >
< < Ah, sì mi ricordo > > sorrise Bilbo.
< < E loro sono Bombur, mio fratello, Bifur, mio cugino, Nori, Ori, Dori, Oin e Gloin > > disse facendo spazio agli altri che si avvicinarono a stringergli la mano.
< < Dunque, tu abiti in Trentino > > disse Bombur.
< < Sì, nella Valle di Primiero > >
< < E com’è? Ti manca? > > chiese Gloin, un ragazzo dai capelli rossi e lunghi.
< < è un luogo di montagna molto bello, mi manca molto, non volevo venire, avrei preferito rimanere là > > rispose Bilbo tristemente.
< < Dwalin! Thorin! Avete sentito? Abita in montagna! > > disse Bofur voltandosi verso di loro, i quali annuirono.
In realtà, a loro non interessava affatto conoscere Bilbo.
< < Non farci caso Bilbo, sono timidi > >
< < Noi NON siamo timidi! > > sbottò Dwalin.
< < Andiamo. Siate un po’ più gentili con il nostro nuovo arrivato > >
I due amici rotearono gli occhi e uscirono dall’aula, mentre Bilbo abbassò lo sguardo tristemente.

 
  
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