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Autore: Tawariell    08/02/2009    4 recensioni
I due coraggiosi cavalieri jedi Anakin Skywalker e Obi-Wan Kenobi sono su Cato Nemoida alla ricerca di una spia, ma la loro missione presenta non poche difficoltà ...
Genere: Parodia, Demenziale, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La verità su Cato Nemoida

Piccola premessa seria:

questa parodia si basa su quanto effettivamente raccontato

in “Labirinth of Evil” ,

dove Anakin ed Obi-Wan,

per stanare una spia separatista su un pianeta,

girano tutti i bar del suddetto pianeta

e per non dare nell’occhio prendono un drink in ognuno di essi,

con il risultato che alla fine sono un po’ brilli.

Grazie a Laire per avermi spiegato la faccenda nel dettaglio!

 

Due giovani cavalieri jedi stavano camminando per la via principale della capitale di Cato Nemoida.

Era una giornata stupenda, c’era un sole caldo, ma nessuno dei due lo sentiva.

Entrambi erano preoccupati per una faccenda molto seria: una spia separatista era stata scoperta in quel sistema, ma poi era scomparsa nel nulla.

Era la stessa dannata spia, ne erano certi, che passava all’esercito separatisti tutte le mosse del loro esercito, con il risultato che venivano sempre anticipati.

“E’ una faccenda davvero seria, molto seria, mio giovane amico” mormorò il generale Kenobi guardandosi intorno.

“Sì, molto seria maestro. Speriamo che quanto detto dal nostro contatto sia vero, altrimenti avremmo fatto l’ennesimo buco nell’acqua” replicò il suo ex allievo, il generale Skywalker.

“Speriamo … senti ma sei sicuro che ti abbia detto che la spia sarebbe stata vista in un bar?” chiese serio il giovane maestro jedi.

“Sì, assolutamente, il problema è che non sappiamo quale. Purtroppo il contatto è saltato quando stava per dirci il nome del posto”

“A questo punto dovremmo cercarla in tutti i bar del pianeta”

“Ma è una follia”

“Hai un piano di riserva?”

“Temo di no” sbuffò il prescelto fissandolo affranto.

“Allora entriamo nel primo bar che troviamo”

“Io, però, eviterei di bere qualcosa” suggerì il ragazzo, già preoccupato: conosceva fin troppo bene la passione che il suo ex maestro nutriva per l’alcool, una passione un tantino smodata, non certo in linea con l’indole pacata e razionale del suo amico.

“E perché no? Come faremo a non dare nell’occhio? Solo un drink …” fece indicando un bar, ultralussuoso.

“Uno? Ma dovremmo visitare tutti i bar del pianeta ricordi? E se dobbiamo bere un drink in ognuno di essi, rischiamo di ubriacarci”

Obi-Wan gli posò la mano sulla spalla con fare affettuoso.

“Ma no, mio giovane amico, non preoccuparti, poi con un po’ di fortuna, lo troveremo subito in questo”

Anakin deglutì a vuoto due o tre volte: non aveva nessuna voglia di dover trascinare di peso il suo maestro dall’ennesimo bar, come al solito.

C’era da dire, che almeno il posto che gli stava indicando non pareva la solita bettola.

“Va bene, andiamo, ma ti tengo d’occhio, eh?”

“Ma per cosa? Lo sai, che io sono quasi astemio”

A quelle parole il giovane Skywalker lo fissò con aria truce.

“Farò finta di non aver sentito … su andiamo”

“Ma perché, è vero”

“Per favore” sibilò il ragazzo trascinandolo preoccupato nel bar “Se tu sei astemio, io cosa sono? Allergico all’alcool?”

“E non tirare …”

“E tu non dire scemenze!”

I due andarono a sedersi al bancone, ma subito il barista, un elegante wookie in livrea, indicò loro un luccicante tavolino in cristallo al centro del locale.

“Non si può avere un po’ più appartato?”

“E potevate dirlo subito che volevate pomiciare, no? Vi va bene, quel tavolo dietro al palo, in una zona buia? Ci vanno tutte le coppiette”

“Pomiciare? Coppiette? Ma è impazzito?” bisbigliarono in coro i due jedi “Noi vogliamo solo stare tranquilli”

“Sì, sì, dicono tutti così … andate là, che vi porto i drink “

I nostri poveri eroi, affranti, andarono a sedersi nel posto indicato dall’energumeno, il quale, oltre a due enormi boccali di birra, portò loro un vaso pieno di rose, che Anakin fece volare dalla finestra in dieci centesimi di secondo, usando impropriamente la Forza.

Disgraziatamente il suddetto vaso finì addosso ad un povero passante che stava camminando per la strada, proprio di fianco al bar, e l’impatto gli provocò un devastante trauma cranico e fratture multiple in tutto il corpo, guaribili, come minimo, dopo un anno di cure intensive con il bacta.

“Tu e le tue insane idee su ordinare drink, la prossima volta ci vengo con Ahsoka”

“Ingrato, abbandonarmi per una piccola togruta …”

“Tu devi farti curare, lo sai?”

“Ha parlato quello che ha i neuroni che ballano continuamente, almeno io, da sobrio, ragiono bene”

“Questo è tutto da vedere e cerca di non bere tutto il boccale, che poi sono io che debbo trascinarti a casa, completamente sbronzo, e la cosa presenta sempre più difficoltà considerando che ingrassi, ogni mese, di almeno cinque chili”

“Non tutti sono come te, che anche se si ingoiano un bantha intero, non ingrassano di un etto”

“Tutta invidia la tua, semplicemente, io seguo una dieta equilibrata”

“Come no, fatta di vermi, rane fritte e capponi arrosto”

Anakin, per evitare di replicare ulteriormente, bevve un sorso di birra: era fortissima e mancò poco che la vomitasse, al contrario, il suo maestro la stava bevendo velocemente, come se stesse bevendo acqua.

“Come vedi non c’è nessuna spia, comunque”

“Pazienza, mio giovane padawan”

“Ex padawan, sottolineiamo, per fortuna io sono più l’allievo di un alcolizzato cronico e posso disconoscerti ufficialmente” fece sogghignando e poi aggiunse, sapendo di provocarlo “R2 è decisamente il miglior maestro che abbia mai avuto”

“E’ solo uno stupido barattolo senza cervello e senza anima” borbottò Obi-Wan, fingendo di fare del sarcasmo, in realtà sibilando di rabbia e gelosia mal celata: odiava quel maledetto coso, come odiava ogni essere che aveva un qualche tipo di rapporto con il suo ex allievo.

Fin da quando Anakin era piccolo, lui aveva gli aveva fatto da padre, da madre e da fratello maggiore, solo lui sapeva quali erano i suoi reali bisogni, cosa ne poteva mai sapere di lui un maledetto barattolo di metallo? Niente!

“Non parlar male di r2!”

“E’ uno stupido e vuoto barattolo, non capirebbe i miei insulti nemmeno in un milione di anni!”

Il giovane Skywalker brontolò qualcosa di incomprensibile, posando il boccale sul tavolo, e fissando, sempre più in pena, il suo ex maestro.

Stava decisamente bevendo troppo.

“Ehi, ho visto sta uscendo qualcuno di sospetto dal locale … guarda …” mormorò indicando la porta e subito il suo generale Kenobi si voltò: il ragazzo ne approfittò per vuotare metà boccale nell’orrida piantina di carciofi, che era posizionata di fianco a loro.

“Ma dove?”

Anakin sorrise

“Non lo hai visto?”

“No!Uhm non ricordavo che la mia birra fosse già così poca …”

“Tutte scuse, è la seconda e nemmeno ti ricordi … comunque qui non c’è nessuno, a parte quella persona sospetta”

“Allora ci conviene inseguirla”

“Esatto, vado a pagare, tu esci”

“Finisco la birra!”

“No, è la seconda, ricordi? Dobbiamo mantenerci lucidi”

Obi-Wan sbuffò e posò il boccale sul tavolo, avviandosi verso l’uscita mentre il suo ex padawan andava a pagare al bancone.

“Quant’è?”

“Cento crediti repubblicani”

Anakin spalancò gli occhi stile manga.

“Cosa? Per due birre?”

“Se non paga chiamo i vigilantes”

Il ragazzo socchiuse gli occhi seccato, pensando che lui era un vigilante, peccato che non poteva dirglielo, dato che erano in incognito, così tirò fuori i soldi e andò a raggiungere l’amico.

“Visto qualcosa?”

“No, ma tu sei sicuro di aver visto qualcuno di sospetto?”

“Assolutamente” replicò con un sorriso innocente il giovane jedi.

“Molto strano … su troviamo un altro bar, stavolta ci andrà bene, vedrai”

“Speriamo” bisbigliò Anakin “Non ho nessuna voglia di vederti di nuovo sbronzo!”

“Io non sono mai sbronzo!”

“Ancora? Ma come diamine fai a negare anche la realtà? Cos’è come respiri menti?”

“Ha parlato quello che non si confida più con me …” rispose Obi-Wan, usando un tono da mamma apprensiva.

“Smettila di soffocarmi, andiamo a cercare la spia …” fece il giovane Skywalker trascinandolo in un altro bar, stavolta molto meno lussuoso. “E prega di trovarlo qui”

“Abbi fiducia, piccolo padawan, sarà qui!”

“Ancora con sto piccolo padawan? Non ho più nove anni da un pezzo!” ringhiò furibondo Anakin “La verità è che non hai nessuna fiducia in me e nelle mie capacità” singhiozzò a bassa voce.

“Ma che dici? Se dico così è perché sono preoccupato per te, non voglio che tu ti metta nei guai” replicò il generale Kenobi usando, di nuovo, il tono da mamma apprensiva.

“Dovresti stare al tempio con i piccoli padawan, lo sai maestro? Credo proprio che sarebbe l’ambiente adatto a te!”

Obi-Wan lo fissò torvo.

“Andiamo a cercare la spia …”

“Niente drink stavolta!”

“Invece sì!”

“No!”

“Tu fai solo quello che dico io!”

“Solo nella tua mente annebbiata dal troppo alcool!”

L’uomo decise di prendersi una sosta da quelle scaramucce ed andò a sedersi al bancone, seguito dal suo allievo.

“Sarà qui vedrai”

Anakin stavolta non rispose, pregando in cuor suo che fosse vero.

Era così assorto nei suoi pensieri che nemmeno si accorse che il suo ex maestro aveva ordinato due bicchieroni di grappa corelliana.

Doveva essere l’ultimo bar, doveva essere l’ultimo, odiava quei posti, li odiava.

Dopo tre ore la situazione era la seguente:

avevano visitato dieci bar, otto bettole e tredici trattorie, bevendo nell’ordine: grappa corelliana, whisky di Naboo, vermot di Tatooine, marsala di Dantooine, ma della spia manco l’ombra.

Cominciavano a temere di aver sbagliato sistema.

Dopo altre tre ore la situazione era la seguente:

avevano visitato venticinque bar, trentasei bettole, quaranta trattorie, cinquanta pub stile Nautolia, bevendo nell’ordine: vino rosso di Geonosis, lambrusco bianco di Korriban, moscato di Yavin, cognac, invecchiato duecento anni, di Cathar, ma, di nuovo, della spia, manco l’ombra.

Al giovane Skywalker stava venendo male al fegato, non sapeva se per il troppo alcool che stava bevendo anche lui o per vedere, come al solito, il suo maestro sbronzarsi, oppure per non aver ancora trovato quella dannata spia.

Passarono altre sei ore, ormai avevano visitato ogni posto, ogni bar, ogni pub ogni trattoria, ogni ristorante, ogni motel, ogni albergo, ogni bed & breakfast persino di quello stramaledetto pianeta, senza cavar fuori nulla, se non una sbronza terrificante e ormai senza speranze entrarono in una terrificante bettola di quart’ordine, dove si sentiva una puzza orribile di vermi fritti andati a male e di cognac di terz’ordine, ricavato in una distilleria abusiva proprio di fianco alla bettola.

In circostanze normali, avrebbero fatto chiudere sia la bettola che la distilleria, ma, ahimè, i nostro due eroi non si trovavano certo in circostanze normali, considerando che erano talmente sbronzi che si erano messi a cantare al karaoke del locale, incitati soprattutto dal pubblico femminile, ma pure da quello maschile con tendenze particolari, un rock duro duro duro duro stile heavy metal.

Ad un certo punto, mentre la folla urlava incitamenti degni di un branco di ergastolani ubriachi, qualcuno urlò “striptease, striptease!!”

Obi-Wan, era ormai talmente sbronzo, che era pure disposto ad accontentarli e sussurrò

“Dai padawan …”

“Te sei fuori come un balcone, non ci penso neanche!!!”

“Sarai mica timido!”

“Non fa parte della missione comportarci così!”

“Sei timido!”

“Non è quello il punto” in effetti, per quanto sotto la dura scorza, il nostro eroe fosse un timidone pauroso, il motivo del suo rifiuto era da collegare agli occhi bruni di una bellezza di Naboo, che, quando lo vedevano in compagnia di un’altra donna, assumevano il preoccupante color giallo sith.

Dalla folla ululante, spuntò un sottospecie di lucertola, incrociata con un orso polare, difatti era tutta pelosa, che indossava degli orridi vestiti da salumiere.

Lo strano essere si avvicinò al più giovane dei due, avendo compreso che fosse anche il più sobrio, gli sussurrò con fare mellifluo:

“Credo che stavate cercando me …”

“Cosa vuole dire?”

“Sono io la spia separatista!”

“Davvero?E me lo dice così?”

“La vostra voce melodiosa mi ha ipnotizzato”

Anakin alzò il sopracciglio

“Non è che, anche lei,  fa un uso spropositato di alcool? Ma non sente come canta il mio amico? Le sembra una voce melodiosa? Sembra un rancor che sta digerendo!”

“Le vostre sono voci angeliche …”

“Sì, vabbè! Maestro, abbiamo finito qui, lo abbiamo trovato!”

“Chi?”

“La spia!”

Obi-Wan, rosso in viso per il troppo alcool ingerito, strabuzzò gli occhi.

“Davvero? Allora possiamo andare”

La folla rumoreggiò.

“Noo!”

“No, cosa?” chiesero in coro i nostri due eroi mentre ammanettavano la spia.

“Vogliamo lo striptease!”

Il generale Kenobi guardò il suo allievo

“Se proprio ci tengono!”

“Ma non ci penso neanche … andiamo “ e mentre la folla cercava di prenderli e costringerli a sottostare al loro volere, Anakin, prendendo in pugno la situazione, trascinò di peso sia la spia che il suo ex maestro fuori dal locale, correndo come un forsennato verso la loro astronave.

 

La sera stessa i due vennero insigniti della medaglia d’oro al valor militare per l’alto servigio reso alla Repubblica, tuttavia il giorno dopo vennero richiamati, alle quattro del mattino, dagli alti membri del Consiglio.

“Generale Skywalker, Generale Kenobi … siamo molto scontenti di voi …”

“E perché?”

Mace, assumendo la sua solita aria da rompiballe, prese in mano un papiro lungo sei metri.

“Disturbo della quiete pubblica, ubriachezza molesta, rissa, percosse, danni causati a persone e cose, calcolati in almeno trecento milioni crediti repubblicani, eccetera, eccetera, eccetera”

I due amici assunsero il pallore di un morto.

“Chi vi ha denunciato tutto questo?”

“La barista di una terrificante bettola di quart’ordine di Cato Nemoida.

La signorina ci tiene a dirvi che avrebbe soprasseduto a tutti i danni che le avete causato, se solo voi avreste accettato la piccola richiesta che vi aveva fatto al momento e che voi, con fare maleducato, avete rifiutato”

A questo punto Obi-Wan fissò torvo il suo ex allievo, sussurrandogli:

“Te l’avevo detto di accettare le loro richieste, tu e la tua timidezza …”

Yoda, bacchettandoli tutte e due sulla testa, ordinò

“Zitti tutti e due!In punizione sarete …”

 

Epilogo

 

Due poveri esseri, coperti di orridi vestiti arancioni da spazzini, stavano pulendo i bagni dell’ordine.

“Non è vero che è colpa mia e poi ti ho salvato la vita ricordatelo!”

“E’ colpa tua sì, potevi accettare no? Cosa ti costava?”

“La mia incolumità fisica e psicologica …” bisbigliò il ragazzo.

“Eh?”

“Niente!”

“E allora sta zitto che dovremmo pulire i bagni per i prossimi tre anni!

E non osare mai più dirmi che mi hai salvato a Cato Nemoida!”

 

Fine

 

   
 
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