Note e Disclaimer: Ciao, sono Patty e posto questa ff perché ho bisogno di voi. Il fatto è che non sono sicura
che valga la pena di continuarla e quindi vorrei avere un vostro parere in
merito. Non c'è nessuna coppia in particolare (e non credo ci sarà) e per il
momento ne ho scritte solo tre parti (le altre due le posterò stasera perché
adesso non le ho sottomano). Ovviamente i personaggi di BTVS e ATS non sono
miei, ma di proprietà di Joss Whedon,
David Greenwalt,
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Angel cominciò a riemergere lentamente dalle nebbie del sonno.
Era stata una nottata tranquilla: Connor non aveva
pianto e i demoni del suo passato lo avevano stranamente lasciato in pace.
Un raggio di luce che aveva colpito i suoi occhi lo aveva portato in quello
stato di semi-incoscienza durante il quale, pur consapevoli di non essere più
addormentati, non si è neanche completamente svegli; era ancora in quello stato
in cui si comincia lentamente a percepire quello che accade intorno, senza però
averne una percezione esatta.
Angel avvertiva una piacevole sensazione di calore diffusa in tutto il corpo, e
sentiva un leggero formicolio sul collo, come se qualcuno ci stesse soffiando
sopra. Erano sensazioni piacevolissime, come da un pezzo non ne avvertiva più,
e diventarono ancora più intense quando due labbra morbide si posarono sulle
sue.
Angel si svegliò di colpo, spalancando gli occhi, e restò abbagliato dalla luce
del mattino che filtrava dalla finestra.
“Buon giorno amore mio” gli disse una voce al suo fianco.
Angel strabuzzò ancora di più gli occhi quando si trovò sdraiato in un letto
che non era il suo, stringendo fra le braccia Anya
Emerson.
“Ehi, ti ho detto buon giorno…” ripeté Anya, con tono
un po’ meno dolce.
L’ex demone riprese a solleticargli il collo, ma
quando arrivò alle labbra, Angel non ricambiò il suo bacio.
“Ti sembra un bacio questo?” chiese Anya, che cominciava ad irritarsi sul serio.
“Sì…cioè no… Ma cosa…” balbettò Angel, al culmine della confusione.
“Si può sapere cosa diavolo ti prende questa mattina Xander?”
lo interruppe la ragazza.
“Xander?!?” chiese Angel,
come cadendo dalle nuvole.
Il vampiro non ci capiva veramente più nulla: poche ore prima, dopo una notte
di caccia piuttosto fiacca se ne era andato a letto…nel suo letto…ed ora si ritrovava in quello di Xander
Harris, e come se non bastasse Anya era convinta che
lui fosse Xander!
Un lampo attraversò la sua mente: il calore che avvertiva in tutto il corpo, il
raggio di sole che lo aveva svegliato e… (Angel si alzò e, ignorando la voce un
po’ stridula di Anya, andò a piazzarsi davanti alla
grande specchiera della stanza)…la sua immagine riflessa nello specchio. O meglio, l’immagine di Xander Harris...
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Xander si alzò ancora terribilmente assonnato. Aveva freddo e non sapeva assolutamente che ora fosse né il
motivo per cui Anya fosse uscita quella mattina senza
svegliarlo.
La stanza era completamente buia e il ragazzo andò a sbattere con un ginocchio
contro un mobiletto: “Ahia!!! Certo che Anya è davvero stravagante: da quando si piazzano i mobili
in mezzo alla stanza”.
Tastando le pareti e cercando di evitare altri ostacoli arrivò alla finestra
(non ricordava che fosse in quella posizione e non ricordava neanche che ci
fossero tende tanto pesanti) e la aprì, lasciando che la luce del giorno
invadesse la stanza.
Fu un istante: la luce del sole ferì violentemente i suoi occhi ancora
assonnati e la pelle cominciò a bruciargli in maniera dolorosa, come se si
fosse appena scottato con dell’acqua bollente. D’istinto richiuse le tende, e
quelle dolorosissime sensazioni parvero scemare un po’.
“Ok Xander, stai ancora sognando.
Adesso ti dai un bel pizzicotto e ti svegli…” si disse per
cercare di dare una spiegazione logica a quella situazione.
Dalla stanza accanto sentì arrivare il pianto di un bambino, e pochi istanti
dopo Cordelia entrò nella sua stanza tenendo in mano
un tenero frugoletto.
“Ecco, visto, hai svegliato anche il tuo papà con tutto questo strillare” disse
la sua ex, facendo finta di sgridare il piccolo.
“Cordelia, che ci fai qui?” chiese Xander seriamente stupito e preoccupato. “Per
favore, vai via, se Anya torna e ti trova qui siamo
finiti…”.
“Ma ti sei rimbambito?” chiese Cordy
senza mezzi termini, accendendo la luce.
Xander si guardò intorno spaesato: quella non era la
stanza da letto di Anya. Era molto più grande, molto
più spaziosa e soprattutto molto più ordinata.
Cordy lo fissava con aria interdetta: “Sei sicuro di
stare bene?”.
Xander inspirò profondamente, nel tentativo di
calmarsi almeno un po’, ma questo semplice gesto non fece altro che aumentare
la sua confusione e la sua paura quando si rese conto che l’aria non era
arrivata ai suoi polmoni.
L’espressione stampata sul volto del ragazzo fece preoccupare non poco Cordelia, e Xander lo notò: “Cordy, per favore chiama il signor Giles”.
“Il signor Giles? Non sarebbe meglio chiedere prima a
Wesley? Di certo anche lui saprà come aiutarti…”.
“E perché dovrei far venire Wesley da Los Angeles
quando il signor Giles è qui a Sunn… Noi siamo a Los
Angeles o a Sunnydale?” chiese Xander,
timoroso della risposta che avrebbe ottenuto dalla sua ex fidanzata.
“Mio Dio, Angel, stai veramente male! Siamo a Los Angeles, dove altro potremmo essere?” gli rispose Cordelia.
“Come mi hai chiamato?!?” chiese il ragazzo, ormai in
preda al panico.
“Angel, adesso basta con questa messa in sena, non è per niente divertente”.
“Angel! Io sono Angel…!” pensò
freneticamente Xander, mentre un sorrisetto gli si
stampava in faccia. “Va bene Cordy” decise di
stare al gioco, “messa in scena finita: volevo solo vedere se ti saresti
preoccupata per me”.
“Deficiente!” gli rispose la ragazza, uscendo dalla stanza mentre continuava a
cullare il bambino.
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“Senti tesoro, non so cosa ti passi per la testa questa mattina,
ma, qualunque cosa sia sono sicura di riuscire a distrarti…” disse Anya, avvicinandosi con fare sensuale a quello che credeva
il suo ragazzo, e cominciando ad accarezzarlo dappertutto.
Angel era a dir poco sconvolto: già l’idea di trovarsi nel corpo di Xander era abbastanza orripilante, ma venire anche messo al
corrente di come lui ed Anya
si divertissero nell’intimità era veramente troppo anche per lui.
Delicatamente, nel tentativo di non irritare troppo la ragazza, si divincolò
dal suo audace abbraccio. “Anya ascolta io non…”.
“Tu NON…cosa?!? Non vuoi? Non puoi? Xander Harris
credi che io stia con te per la tua brillante intelligenza o per il tuo senso
dell’umorismo?”.
Suo malgrado Angel fece fatica a reprimere un sorriso
che sarebbe apparso decisamente fuori luogo in quel momento, e per la prima
volta da quando lo conosceva, provò una sincera pietà per il miglior amico di Buffy.
“E poi non mi sembrava che questa notte tu ti facessi tutti
questi problemi! Non mi sembrava che mentre…”.
Angel le tappò la bocca con una mano: l’ultima cosa che voleva sentire era la
descrizione dettagliata dell’ultima notte passata da Xander
e Anya.
La ragazza si imporporò immediatamente per quel gesto,
e cominciò a dimenarsi, ma dato che Angel non mollava la presa optò per una
drastica soluzione: morse con violenza la mano del ragazzo.
Angel si ritrovò ad urlare come non aveva urlato
nemmeno per un altro, ben più drammatico morso. Anya
nel frattempo aveva ricominciato a sbraitare ed era evidente che tentare di
spiegarle che lui non era Xander (anche se al momento
per qualche oscuro motivo ne occupava il corpo) non sarebbe servito a nulla. In
realtà Angel fece qualche tentativo di questo genere, ma dovette battere in
ritirata non appena la ragazza cominciò a scagliargli addosso
qualsiasi oggetto le capitasse per le mani.
Fece appena in tempo a chiudersi alle spalle la porta dell’appartamento dell’ex
demone (le cui urla si sentivano probabilmente in tutta Sunnydale)
per evitare che una pesante lampada da comodino gli fracassasse qualche osso.
“Uff…E io che pensavo che Cordelia avesse un caratteraccio…” pensò il vampiro
ansimando.
Non era tuttavia quello il momento di perdersi in simili considerazioni: aveva
un problema da affrontare, ed era un problema
piuttosto grosso. Angel credeva sinceramente che non sarebbe sopravvissuto
un’intera giornata nel corpo di Xander Harris. La
cosa più importante era ora fare mente locale agli avvenimenti degli ultimi
giorni per cercare di capire cosa fosse successo, magari con l’aiuto del signor
Giles.
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Dopo circa un’ora Cordelia rientrò nella stanza,
vestita e truccata di tutto punto…bella come Xander
non ricordava di averla mai vista.
“Bene Angel: Fred e Gunn non so
dove siano spariti...da quando stanno insieme sono più i momenti in cui
si danno alla macchia che quelli che sono nel mondo dei vivi…senza offesa… Io
invece esco con Lorne: dobbiamo ancora scegliere i
fiori e le bomboniere per il nostro matrimonio e poi devo ancora trovare un
vestito adatto. Secondo te il bianco sta veramente bene
assieme al verde?”.
“Bene” la interruppe Xander, “Vedo
che le mie…ehm…le parole di Xander non ti hanno fatto
cambiare idea. Dovresti dargli un po’ più di
ascolto…dice sempre cose molto sagge…”.
“Chi? Xander? E da quando? E
comunque non farmi perdere tempo con certe stupidaggini che ti ho già detto che
vado di corsa. Wesley invece è ancora chiuso nella sua stanza: perché non provi
a parlargli? Mi sembra così strano in questi ultimi giorni…sempre alle prese
con quella dannata profezia che non riesce a decifrare. Con me è stato molto
vago ed evasivo…non vorrei che ce l’avesse ancora per
quel malinteso riguardo a Fred…, prova a vedere se con te va meglio. Per ultimo, ho già dato da mangiare a Connor
e gli ho già fatto il bagnetto ma tra qualche ora bisognerà cambiarlo di nuovo
e dubito che io sarò già a casa quindi te lo lascio tutto per te. Adesso è di
là nella sua culla che gioca con tutti i sonaglietti
che gli hai comprato…se vai avanti così lo vizierai
quel bimbo… Ciao ci vediamo più tardi… Ah, dimenticavo, sono arrivati i
rifornimenti: quando hai fame il frigo è pieno…”.
Senza dargli neanche il tempo di pronunciare una sola sillaba Cordelia uscì dalla stanza.
Xander restò molto infastidito da quel monologo di Cordelia: già non gli piaceva affatto
che la sua ex avesse anche solo potuto pensare di sostituirlo con un demone
dalla faccia verde, ma il sapere oltretutto che non aveva tenuto minimamente in
considerazione tutto quello che era venuto a dirle apposta da Sunnydale, pochi giorni prima, feriva profondamente il suo
orgoglio maschile.
“Certo che se certe cose te le avesse dette Angel allora sarebbe stato tutto
diverso…e ormai il danno è fatto…qualsiasi cosa potesse dirti “Angel” adesso
non cambieresti idea ugualmente… Ma come puoi pensare di sostituirmi con uno
con la faccia verde, le corna in testa e un naso a far paura…Anya almeno sembra un essere umano!!!”.
Le ultime parole di Cordelia però contribuirono a
fargli tornare un po’ di buon umore: il frigo è pieno.
“Benone, ho una fame!!! E poi a stomaco pieno si
ragiona meglio!”.
In realtà Xander non avvertiva il famigliare crampo
allo stomaco, ma una sensazione sconosciuta che lui interpretò, non del tutto a
torto, come un segnale di fame. Cominciò a vagabondare così per le tante,
troppe stanze dell’Hyperion alla ricerca del frigorifero, maledicendo Angel per
la scelta di quel labirinto come casa. Entrò anche nella stanza
dove si trovava Connor e, guardandolo, per un
istante pensò che non sarebbe stato un cattivo spuntino, ma preso com’era dalla
sua ricerca Xander non badò a quel suo pensiero
inconsciamente formulato e si allontanò dalla stanza.
“Chissà cosa intendeva Cordy per rifornimenti: spero
che ci siano tante belle ciambelle con la glassa sopra…Anya
mi proibisce sempre di mangiarle perché dice che mi fanno ingrassare…in realtà
è solo perché vuole mangiarsele tutte lei…ma adesso Anya
non c’è, e io non sono Xander,
ma Angel, e quindi non mi devo preoccupare perché tanto i vampiri non
ingrassano (altrimenti, con tutte le porcherie che ingurgita, Spike sarebbe una
botte) e non muoiono certo se gli sale un po’ il colesterolo…Speriamo che ci
sia anche lo sciroppo d’acero…io adoro lo sciroppo d’acero…”.
Quando finalmente trovò il frigorifero in questione, tuttavia, tutte le sue aspettative vennero infrante: la cella era piena solo ed
esclusivamente di sacche di sangue di maiale e una tazza già piena del liquido
rosso, denso e viscoso. C’era un bigliettino davanti alla
tazza: “Non sapevo quando saresti sceso e quindi non l’ho scaldato. Buon appetito, Cordy”.
Xander quasi svenne per la nausea e il disgusto.
“Passeranno secoli prima che io tocchi anche una sola di quelle sacche di
sangue” pensò ripugnato. Eppure una forza dentro di lui lo spinse ad allungare
la mano verso la tazza, ad accarezzarne il contorno regolare e ad avvicinarla
alle labbra.
Xander provò una sensazione stranissima, come se
qualcuno gli stesse stropicciando la faccia, e quando
si toccò il volto capì, pur senza potersi vedere riflesso sulla superficie
lucida del frigorifero, che i suoi lineamenti si erano trasformati in quelli di
un demone: senza rendersi neanche conto del perché non riuscì a trattenere un
sorriso. Mise la tazza per qualche secondo nel forno a microonde e quindi bevve
con gusto la sua prima tazza di sangue caldo.