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Autore: TheDevil    13/09/2015    0 recensioni
Un piccolo scorcio di vita quotidiana tra Jacques, Viviane ed Ultear...
Genere: Generale, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ultear
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Offenbach's Chronicle'
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Non è granchè, ma quando ho sentito questa canzone cantata in questo modo, (https://www.youtube.com/watch?v=MRn1pKWBoT8 ) non ho potuto resistere, credo si adatti perfettamente a Jacques… Perciò va ascoltata con il sottofondo musicale “Carry on my Weyward son” dei Kansas… Buona Lettura.
 
Ninna Nanna per Viviane
 
Jacques si strinse forte nel mantello nero da viaggio che lo copriva nellla brezza della notte, mentre insieme a Gerard tornavano da un viaggio in un Paese lontano, in cui si erano recati per distruggere una delle gilde oscure a cui ormai davano la caccia da anni.
Non era stato facile però per Jacques, anzi lo era sempre meno, lasciare a casa Viviane, nata  da soli quattro mesi ed Ultear vittima del suo istinto materno, costretta a rimanere a Villa Offenbach a badare alla bambina, ancora troppo piccola per poter fare a meno della figura materna, ma almeno a farle compagnia era rimasta Meredy.
Adesso però finalmente Jacques e Gerard erano davanti a villa Offenbach e finalmente Jacques avrebbe potuto riabbracciare la sua famiglia, certo, magari il ritorno sarebbe stato migliore se non si sentisse il pianto ininterrotto della piccola in preda al dolore, talmente forte da far venir meno la voglia a Gerard di entrare in casa.
Jacques invece entrò senza farsi il problema nemmeno di bussare e salì le scale senza salutare nessuno e si vide davanti la visione più bella che avesse mai potuto immaginare, Ultear che cullava sua figlia che però piangeva, rimase sulla porta impalato a guardare la scena, poi però si decise a fare qualche passo avanti, appoggiando la mano sulla spalla di Ultear che naturalmente si era accorta della presenza dell’uomo, lo baciò sulla mano.
-Sono i dentini?- chiese Jacques porgendo un dito a Viviane che subito tentò di afferrarlo e di portarlo alla bocca.
-Si- disse la ragazza con aria dispiaciuta –Perché non la prendi un po’ in braccio? Magari con te riesce a calmarsi un po’- disse Ultear.
Jacques allungò le braccia e la piccola si lasciò cullare dal padre, apparentemente tranquilla, eppure Jacques percepiva bene il dolore della neonata che mordeva convulsamente il tessuto sulla spalla di Jacques che tentava di cullarla meglio che poteva.
Non sapeva davvero cosa fare, di solito Viviane era così tranquilla da addormentarsi placidamente tra le braccia di uno dei due genitori, indifferentemente, ma adesso che era rimasto da solo nella camera della piccola e continuava a girare si ricordò che c’era una canzone nella sua memoria, adatta allo scopo e anche se non amava particolarmente la sua voce, Jacques cercò di renderla al meglio, e con il suo timbro profondo cominciò a cantare, cullando la piccola al ritmo della canzone…
 
Carry On My Wayward Son*
There'll Be Peace When You Are Done
Lay Your Weary Head To Rest
Don't You Cry No More

 
Non ti fermare, figlio ribelle
ci sarà pace alla fine
Posa la tua testa stanca e falla riposare
non piangere più
 
Le urla di Viviane si erano fermate e la piccolo si era anche fermate nel mordere il tessuto sulla spalla del padre, evidentemente tranquillizzata dalla voce profonda del genitore che accompagnava le parole a un dondolio dolce.  
 
Once I rose above noise and confusion.
Just to get a glimpse beyond this illusion
I was soaring ever higher
But I flew too high

 
Un tempo io mi alzavo sopra al rumore e alla confusione
solo per gettare un'occhiata oltre a questa illusione
Mi libravo anche più su
ma volavo troppo alto

Erano parole più adatte a se stesso, un tempo era tutto così importante, la vendetta, diventare sempre più forte, ma tutto per soddisfare il suo ego, un’illusione di grandezza spazzata via da quel fagotto che adesso aveva posato la testa sulla sua spalla.
Non commettere i miei stessi errori Viviane, fidati degli altri, ma ricorda che tuo padre sarà sempre qui per te.
Jacques non si azzardò a finire la canzone fino a quando non fu completamente sicuro che la piccola si fosse addormentata, perciò continuò…
 
You will always remember
Nothingh equals the splendor

Now your lifes no longer empty
Surely heaven waits for you.
Ti dovrai sempre ricordar
nulla eguaglia lo splendore
ora la tua vita non è più vuota
Di certo il paradiso ti aspetta
 
Ma non sarebbe andata come nelle note di quella canzone, Jacques capì che quella più che la strofa di una canzone era una promessa che si impegnava a fare alla sua piccola Viviane, in quel momento lui si impegnava ad esserci sempre, non sarebbe mai accaduto a Viviane quello che era accaduto a lui.
 
 Carry On My Wayward Son
There'll Be Peace When You Are Done
Lay Your Weary Head To Rest
Don't You Cry No More

 
Non ti fermare, figlio ribelle
ci sarà pace alla fine
Posa la tua testa stanca e falla riposare
non piangere più
 
La canzone si concludeva così come era iniziata e forse non se ne era accorto, ma ormai Viviane dormiva già da parecchio tempo, inconscia del vincolo che Jacques aveva stretto con sua figlia, cantandole quella ninna nanna un po’ improvvisata.
Viviane forse ne era inconscia, ma c’era una terza persona che era rimasta sulla porta ad ascoltare la voce di Jacques improvvisare quella melodia, e poiché Jacques non canticchiava praticamente mai rimase piacevolmente sorpresa dal suo talento, tanto che rimase sulla porta a vederlo cullare la loro piccola con le lacrime di commozione che le pizzicavano gli occhi.
Terminata però la ninna nanna Ultear raggiunse Jacques, aiutandolo a depositare con cura la bambina nella sua culla, dove la piccola si posizionò comoda con i piccoli pugni vicino alla testa, mentre Ultear le depositava un bacio sulla testolina, ricoperta dai capelli neri, poi prese per mano Jacques e anche i due genitori poterono finalmente andare a riposare.
-Quella canzone era davvero molto bella- disse Ultear, baciandogli il petto, mentre si stendevano nel loro letto.
Jacques sospirò a quelle parole, rispondendo –Avresti dovuto sentirla cantare da mia madre, aveva una voce dolce come il miele-.
Ultear rimase sorpresa da quelle parole, era una delle poche volte in cui Jacques parlava di sua madre, evidentemente la ferita doveva ancora procurargli dolore, perciò non aggiunse altro ma si strinse più forte a lui, chiudendo poi le labbra di lui con le sue, in un bacio che sapeva di bentornato a casa.




*So benissimo che son si riferisce a un figlio maschio… Abbiate pazienza.
 
   
 
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