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Autore: melly_chan96    13/09/2015    3 recensioni
Due normali ragazzi, ma entrambi con un triste passato che vorrebbero dimenticare e la speranza in un futuro diverso. Da soli non potevano farcela. Forse, insieme, saranno in grado di dare una svolta alle proprie vite. Probabilmente non se lo sarebbero mai immaginato ma...tutto ebbe inizio quando i loro occhi si incontrarono.
~ESTRATTO DALLA STORIA~
-- Eem comunque c'è una cosa che volevo dirti...sì, insomma...-- lei si bloccò, sentendo che il tono della sua voce era cambiato. Era diventato serio, esattamente lo stesso tono dell'ultima volta. Sentì il proprio battito accelerare.
[...]
--...penso che la nostra amicizia sia iniziata in maniera un po' insolita... quindi, ecco, ti sembrerà stupido o infantile ma che ne dici se ricominciassimo da capo? Qui, ora...-- Lucy lo guardò interrogativa. Il ragazzo allora, per farle capire meglio cosa intendesse, le porse la mano.
-- Ciao, io sono Natsu!-- esclamò alla fine. A quel punto Lucy lentamente sorrise, segno che aveva finalmente capito l'intenzione dell'amico, decise di stare al gioco e afferrò decisa, quasi in modo teatrale, la mano di lui.
-- Piacere, io sono Lucy!--
Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajeel/Levy, Gray/Juvia, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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ciaoo a tutti!! :) premetto che questa è la primissima fanfic che scrivo in assoluto. A furia di leggere un sacco di fic su questo sito mi è venuta voglia pure a me di scrivere! hehe però non so cosa ne uscirà fuori quindi sono aperta ad ogni tipo di critica o consiglio! E' principalmente una NALU ma ci saranno anche accenni ad altre coppie! dunque se avete voglia commentate e buona lettura! sperando che lo sia... ;)
 

~SINCE OUR EYES MET~

PRIMO CAPITOLO

Lucy si svegliò felice quel giorno, piena di speranze. ' Si ' continuava a ripetere a se stessa ' è arrivato il grande giorno, finalmente oggi sento che potrò dare il via alla mia nuova vita! O almeno è quello che spero...' concluse con una nota malinconica che non guasta mai. Eh si, Lucy Heartphilia, era una ragazza di appena 15 anni, ma nonostante fosse così giovane il suo cuore aveva dovuto sopportare dolore, solitudine e tanta tristezza fin dalla tenera età e poi, come se non bastasse, continue delusioni che l'hanno portata a crescere più velocemente. Apparentemente sembrava una ragazza come tante, ma non lo era. Nascondeva, infatti, un passato molto triste: perse sua madre quando aveva 5 anni...accadde tutto in un istante come tutti gli incidenti del resto. Stavano facendo una passeggiata quando a Lucy scappò la palla dalle mani finendo in strada, la piccola si buttò senza pensarci per riprenderla ma proprio in quello sfortunato secondo una macchina stava arrivando di gran corsa...si girò nell'udire sua madre urlare e chiamarla terrorizzata per poi venire verso di lei, ma la piccola non riusciva a capire il perché, in fondo stava solo andando a recuperare la sua palla...Si svegliò, si sentiva frastornata, poi si accorse di essere in una stanza ma non era la sua, era troppo spenta e tetra mentre a lei piacevano le cose colorate e i fiori, no decisamente quella non era la sua stanza. Ad un tratto riconobbe suo padre fuori dalla porta. Guardava verso di lei, ma non lei. Dal suo volto traspariva preoccupazione mista ad angoscia e anche una vena di rabbia. Ancora una volta non riusciva a capire il perché della situazione, infatti poco prima quando era con sua mamma...mamma?! La paura l'assalì violentemente, dove era la sua mamma? Dove si trovava in quel momento? Forse... Stava iniziando ad agitarsi sul serio. Voleva assolutamente avere una spiegazione da suo padre e mentre cercava di chiamarlo l'occhio le cadde sul calendario al muro di fronte al letto. Era il 21 aprile. Che strano, pensò , quando ero uscita con la mamma sono sicura che fossimo a febbraio... Persa nella sua riflessione non si accorse che suo padre era entrato nella stanza. Ora dal suo volto era sparita la rabbia e l'angoscia e nel suo sguardo era comparso solo un infinito sollievo. Senza neanche lasciare il tempo a sua figlia di aprir bocca, si precipitò ad abbracciarla, non riusciva a respirare tanto la stringeva forte. Finalmente quando riuscì a parlare chiese al padre il perché del suo comportamento, ma nulla, non rispondeva. Sentì poi qualcosa inumidirle i capelli, erano lacrime, suo padre stava piangendo...a questo punto non c'era bisogno di alcuna spiegazione, strinse suo padre più forte che poté.

****

Da quel triste fatto, la vita di Lucy cambiò radicalmente. Pian piano e con grande forza di volontà lei riuscì a superare la perdita di sua madre ma, al contrario, suo padre, la persona che più di tutte avrebbe dovuto starle vicino, si richiuse in se stesso e nel suo dolore buttandosi a capo fitto nel lavoro come se niente avesse più importanza. Crescendo Lucy si ritrovò sempre più sola, si sentiva abbandonata e così capì che avrebbe dovuto arrangiarsi da sé. Frequentare la scuola e farsi nuove amicizie non fu facile con quello stava passando, così puntò tutto sullo studio diventando una delle studentesse più brave del suo anno. Si mostrava sempre gentile, sorridente e disponibile con tutti in modo tale da non far trasparire la malinconia che portava nel cuore, ma era una maschera, perché in nessun modo voleva farsi vedere fragile davanti agli occhi degli altri. Con tutto quello che aveva passato ormai aveva imparato a badare a se stessa, non aveva bisogno di nessuno. O almeno è quello che credeva lei. Alle medie, inaspettatamente, fece subito amicizia con una sua nuova compagna di classe. Non che l'iniziativa arrivò da parte sua, infatti, fu questa ragazza ad avvicinarsi a lei: cosi minuta ma allo stesso tempo determinata, non si poteva proprio dirle di no, e in breve tempo divenne la persona più importante per Lucy. Una persona di cui fidarsi e sul quale fare affidamento, una persona di cui aveva bisogno da tempo ma che non aveva ancora trovato: un'amica. Da quel momento in poi Lucy cambiò: divenne più solare e amichevole, questa volta in modo sincero, iniziò ad aprirsi anche con gli altri. La solitudine che aveva provato iniziava man mano a scomparire. Tutto questo grazie ad una sola persona. Questa ragazza si chiama Levy, e ancora adesso è la migliore amica di Lucy.

****

'Oh cavolo! Sono già le otto meno un quarto! Come accidenti è possibile se mi sono svegliata alle sette!? Sarà meglio che mi sbrighi, non è il caso di arrivare tardi il primo giorno di scuola!! ' pensò Lucy uscendo tutta di corsa da casa. Non viveva da sola, ma il padre era sempre in viaggio per lavoro quindi era come se non ci fosse. Mentre correva come una forsennata per cercare di arrivare in tempo a scuola, sentì il telefono squillare.

– Ciao Levy!--

– Lucy, ma dove ti sei cacciata?! E' da un quarto d'ora che ti aspetto davanti ai cancelli! – disse Levy non poco scocciata.

– Scusa scusa sono in ritardo, come al solito, ma sto per arrivare, due minuti e sono lì!--

– Va bene ti aspetterò, però sbrigati! –

– Grazie Levy, sei un tesoro!--

– Ahah lo so...– disse la ragazza minuta ridendo – ora però muoviti!--

– Agli ordini!-- ribatté Lucy allegra.

Finalmente arrivò a scuola. Un sorriso illuminò il suo viso non appena scorse la figura dell'amica.

– Leeevy!! – urlò la bionda nonostante il fiatone.

– Lucy ce l'hai fatta ad arrivare, non ne potevo più di aspettare! Sei sempre la solita ritardataria! – esclamò l'altra assumendo una finta smorfia di rimprovero. Poi le due amiche si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere. La verità è che, dall'inizio delle vacanze, per un motivo o per l'altro, non si erano viste neanche una volta e non vedevano l'ora di potersi riabbracciare.

– Come sono contenta di vederti Levy, non sai quanto mi sei mancata! – disse Lucy gettando le braccia al collo dell'amica.

– Anche tu Lucy! Mi dispiace di non essere riuscita a passare un po' di tempo con te durante queste vacanze. I miei sono voluti partire e io mi sono opposta, ma non hanno voluto sentir ragioni di lasciarmi a casa da sola!-- cercò di scusarsi Levy.

– Oh ma non ti devi preoccupare, ne ho approfittato per fare dei lavoretti a casa e per studiare!-- spiegò. L'altra la guardò di sottecchi.

– Ne sei sicura? Non ti sei sentita sola?-- chiese Levy poco convinta, sentendosi d'un tratto incredibilmente in colpa. Lucy non rispose subito. Dire di non essersi sentita sola era una bugia, il padre era ormai via da due mesi per un lavoro importante all'estero, ma non voleva far preoccupare l'amica inutilmente, d'altronde ci era abituata. Così disse:

– No, tranquilla, te l'ho detto! – mentì mostrandole un largo sorriso. L'amica ormai la conosceva bene e aveva capito che stava mentendo, ma non volle andare oltre. In fondo Lucy, nonostante fosse cambiata molto restava sempre la solita Lucy, solare ma comunque riservata.

– va bene! – disse Levy ricambiando il suo sorriso – ora entriamo però se no faremo tardi sul serio!--.

****

Stavano per varcare la soglia dell'entrata quando Lucy sentì, alle sue spalle, qualcuno che arrivava correndo e ansimando. Questa situazione la fece sorridere inconsciamente, le ricordava molto una certa persona perennemente in ritardo. Si voltò per vedere chi fosse e scoprì che si trattava di un ragazzo, con degli insoliti capelli rosa notò, le mani poggiate sulle ginocchia nell'attesa di riprendere fiato. Quest'ultimo alzò lo sguardo e inevitabilmente i loro occhi si incontrarono. Fu un istante, ma sembrò molto di più...nessuno dei due riusciva a distogliere lo sguardo dall'altro, erano incantati come se stessero passando in rassegna chissà quale cosa impressa al suo interno, avevano un'espressione persa, mista tra il sorpreso e il curioso. Poi il ragazzo si ridestò sentendosi chiamare e Lucy fece lo stesso lievemente imbarazzata.

– Natsu! – la ragazza sentì chiamare – Natsu ma insomma! Sei sempre in ritardo! – fu incolpato il rosato da un altro ragazzo però dai capelli scuri come la notte.

– Ahah ma piantala Grey, ti vedo sai, sei ancora affaticato per la corsa! – ribatté Natsu in tutta risposta regalando una sonora pacca sulla spalla dell'amico.

– Ehi, vuoi botte?! – inveì il bruno iniziando ad alterarsi, poi notò che l'amico stava trattenendo a stento una risatina.

– Che hai da sogghignare? – gli chiese, e l'altro rispose.

– niente! Oggi quando mi sono svegliato mi sentivo stranamente carico e felice! Ho l'impressione che quest'anno le cose andranno diversamente!! – concluse con un sorriso. Proprio così, sono stanco di avercela col mondo intero, non sarò più quel ragazzo freddo e distaccato, non ci sarà più posto per il vecchio Natsu. Grey rimase sorpreso da quella risposta ma allo stesso tempo sollevato. Conosceva il suo amico come le sue tasche, erano cresciuti praticamente insieme, sapeva ciò che aveva dovuto sopportare fino a quel momento. Sentirlo parlare finalmente, in quel modo gli riempì il cuore di gioia. Non ci fu bisogno di alcuna spiegazione da parte del rosato, lui aveva già capito a cosa alludesse.

– Sono felice per te amico mio! – disse alla fine Grey sorridendo a sua volta – lo spero anch'io! –

– Ahah ehi cos'è quella faccia?! Su non ti abbattere, magari quest'anno è la volta buona che ti trovi una ragazza! – scherzò l'altro. Il ragazzo lo guardò in cagnesco nascondendo un lieve imbarazzo.

– Vuoi proprio botte oggi, eh !? – inveì Grey.

****

Lucy aveva assistito a tutta la conversazione, dato che, mentre i ragazzi parlavano e avevano iniziato ad incamminarsi verso l'entrata diretti all'aula dove si sarebbe svolta la cerimonia di apertura, lo stesso avevano fatto le ragazze rimanendo comunque avanti rispetto a loro. Lucy rimase colpita dalla loro conversazione anche se non se ne spiegava il motivo. E quel ragazzo, Natsu, aveva percepito qualcosa nell'istante in cui si erano guardati. Come se si fossero scrutati nel profondo. Le sembrò davvero insolito, ma avvertì una strana sensazione quando incontrò gli occhi di lui. Gli sembravano familiari, ma non gli occhi in sé, c'era qualcosa nel suo sguardo, uno sguardo intenso come se nascondesse mille segreti, insomma uno sguardo proprio come il suo.

   
 
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