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Autore: Arial    09/02/2009    9 recensioni
A Dean viene fatta un'offerta irrifiutabile, ma potrà davvero fidarsi? Contiene spoiler su tutta la mitologia della quarta stagione. Ispirata alla canzone "Angels" dei Within Temptation.
Genere: Triste, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“Sparkling angel I believe

“Sparkling angel I believe
You were my savior in my time of need.
Blinded by faith I couldn't hear
All the whispers, the warnings so clear.”

(Angels, Within Temptation)

 

 

 

 

Sento il cuore battere furioso contro le costole, le mani mi sudano. Ogni passo che mi avvicina alla cripta è più faticoso del precedente. So a cosa sto andando incontro, Castiel mi ha spiegato tutto. Ho accettato, non potevo fare diversamente: ho la possibilità di mettere fine alla guerra, di fermare Lilith. Certo mi costerà parecchio, ma cos’è la mia vita in cambio di quella di milioni di persone? Non mi ci è voluto molto per decidere; abbandonare nuovamente Sam però è stato tutto un altro paio di maniche… Mio fratello non è a conoscenza della mia decisione. Non potevo farne parola con nessuno, tantomeno con lui: avrebbe cercato di impedirmelo. Nei giorni scorsi ho provato a comportarmi come se nulla fosse e ad evitare le discussioni, voglio che gli resti un bel ricordo dei nostri ultimi momenti insieme. Non ho neppure potuto dirgli addio e forse è meglio così. Che senso avrebbe avuto strappargli un’altra promessa che non avrebbe potuto mantenere? Almeno stavolta non saranno le sue urla e le sue lacrime ad accompagnarmi all’Inferno, ma l’immagine di lui disteso a letto, profondamente addormentato. Gli ho lasciato le chiavi dell’Impala accanto all’ipod, caricato però con l’intera discografia dei Led Zeppelin: la mia piccola non può sopportare altre emocazzate…

-“Sei pronto, Dean?”

La voce di Castiel mi riscuote, sollevo lo sguardo su di lui. È davanti alla porta dell’Inferno, la stessa spalancata da Jake qualche anno fa, e sfiora il pentacolo che la decora. Sta per aprirla. Questa volta non ne usciranno demoni; vi sarà trascinata la mia anima, per sempre.

-“Sì” rispondo, con una convinzione maggiore di quella che provo in realtà.

Castiel mi lancia uno sguardo indecifrabile, poi poggia una mano sull’incisione di metallo ed urla: -“reclude!” Qualche secondo e l’entrata si schiude d’innanzi a noi. Vedo i demoni accalcarsi nel tentativo di uscire; i pochi dannati riusciti a farsi strada sin qui guardare speranzosi i pochi metri che li separano dall’aria fresca della notte, dalla libertà. Tutti i loro sforzi vengono frustrati però: c’è una specie di barriera invisibile a bloccare l’uscita, ogni volta che qualcuno tenta di uscire viene scaraventato all’indietro e inghiottito nuovamente nell’oscurità.

Nonostante questo faccio un passo indietro e porto istintivamente la mano all’impugnatura della pistola. Che gesto stupido: non c’è alcun pericolo reale, non ancora, e poi che senso avrebbe lottare adesso?

-“Puoi ancora tirarti indietro, Dean.”

Il tono di Castiel è tranquillo; non c’è traccia di accusa nelle sue parole, ma mi rendono furibondo: -“Posso, Castiel? Non è forse questo il motivo per cui mi hai salvato? Sono solo un mezzo per tirar fuori dall’Inferno il vostro supereroe, non fingere che ti importi qualcosa di me. Gli vomito addosso tutto il mio dolore e la mia paura, ma lui non risponde nulla. Sappiamo entrambi che a questo punto non tornerò indietro.

Castiel si volta ed estrae un calice dal suo trench, lo posa a terra. Vorrei chiedergli se può trarne fuori anche una fetta di torta o una ragazza nuda, ma lui comincia a recitare una formula in una lingua che non conosco. Aspira tantissimo le consonanti, il suono è duro, le parole quasi sillabate. Direi che è ebraico, la lingua della Bibbia. Avrei bisogno del mio secchione di fiducia per una conferma però… Le labbra mi si incurvano in un piccolo sorriso al pensiero di Sam, ma presto il rito di Castiel mi riporta alla realtà. L’aria crepita di elettricità statica, la terra trema. La voce di Castiel si fa più alta, meno umana. Non riesco più a distinguere un ritmo nelle sue parole, che fluiscono sempre più veloci. Ormai ascoltarlo è diventato doloroso, mi tappo le orecchie sperando di tener fuori quel fracasso dalla mia testa. Tutto inutile. Cado in avanti chiedendomi se dopotutto Castiel non voglia uccidermi così, poi tutto tace.

Mi rialzo su gambe instabili e lo guardo. Castiel perde sangue dal naso; i capillari degli occhi sono esplosi, creando un inquietante contrasto fra l’azzurro intenso delle pupille e il mare di rosso in cui galleggiano. L’angelo trema da capo a piedi, sembra allo stremo. Il corpo in cui si trova non può sopportare tutto quel potere, non a lungo. Muovo qualche passo nella sua direzione, ma faccio fatica a mantenere l’equilibrio:  sento il sangue colarmi ai lati della testa, l’ultimo acuto di quello stronzo deve avermi rotto i timpani.

-“Cosa avevamo detto riguardo al volume?” chiedo, roco.

Castiel trattiene un sorriso e  mi porge il calice che adesso è pieno d’acqua.

“La prossima volta posso comprare delle bottigline, Cas. Noi umani facciamo così” dico, cercando di allentare la tensione. Poi stringo le dita intorno alla coppa. Al contatto con le mie mani l’acqua si sporca; da cristallina diventa ocra, con sfumature che vanno dal nero al rosso. È questo il colore della mia anima? Sono così disgustoso da contaminare tutto quello che tocco?

Castiel mi sfiora appena il braccio: -“È ora Dean, devi berla.”

Avvicino l’orlo alle labbra e annuso quel liquido poco rassicurante. Che schifo! Puzza da morire! Mi ricorda cadaveri marcescenti; è odore di morte, di decomposizione.

-“Non ha un bell’aspetto” protesto.

-“Il sapore è peggiore e comunque si tratta di veleno, lo sai”

Castiel ha dei seri problemi a relazionarsi con gli esseri umani, nonostante i mesi trascorsi sulla Terra: non poteva indorare la pillola, vero? Ok, basta tergiversare. Chiudo gli occhi, prendo un profondo respiro e comincio a bere. Il sapore è tremendo, ma la consistenza peggiore: viscida e allo stesso tempo pastosa. La gola mi si chiude, non riesco a mandarne giù altro. Deglutisco con forza, sforzandomi di non vomitare, e vuoto il calice. Ecco fatto, Dean Winchester ha salvato il Mondo bevendo una brodaglia nauseabonda. Roba da scrivere sui libri di storia. Scoppio a ridere, d’un tratto la situazione mi sembra del tutto comica. Io e un che angelo facciamo un picnic notturno in un cimitero per evitare l’Apocalisse… So che quando il veleno comincerà a fare effetto smetterò di trovarlo divertente, ma per ora posso sopportare un po’ di nausea e dei leggeri capogiri. Mi chiedo quanto ci vorrà prima che…

-“Mi dispiace, Dean”

Lo guardo negli occhi, sembra davvero dispiaciuto. Non vorrei che mi toccasse pure consolarlo come ultima buona azione… Cerco di trovare le parole più adatte o la battuta più stupida per distendere l’atmosfera, ma lui mi precede: -“Non perché morirai; piuttosto perché il motivo non è quello che credi.”

Cosa sta cercando di dirmi? Forse dopotutto ha imparato ad indorare la pillola: -“Vuoi dire che non sarà per il veleno?” chiedo, confuso. Non che a questo punto mi importi: tornerò all’Inferno, cosa potrebbe esserci di peggio?

Castiel scuote la testa e abbassa gli occhi, mi sta esasperando: -“Che cazzo succede?”

-“ Posso fare le veci del tuo carissimo amico e rispondere io alla domanda, Dean, sempre che non ti dispiaccia... Chiaro.

Mi volto in direzione della voce, c’è un uomo alle mie spalle. Come ha potuto avvicinarsi tanto senza che me ne accorgessi? Ma, soprattutto, chi diavolo è? Sorride e i suoi occhi per un attimo cambiano colore, Alastair. Dovevo capirlo dal tono mellifluo e dal ghigno da psicolabile. Non si può neppure morire in pace?

Mi limito ad osservarlo e lui prende il mio silenzio come un invito a proseguire: -“Da quando ti fidi così tanto del tuo prossimo, Dean? Capisco che sia un angelo e tutto il resto, ma tu fra tutti dovresti saper distinguere il semplice folklore dalla realtà. Non ti ha insegnato nulla tuo padre?”

Fa una piccola pausa da perfetto oratore, modulando il tono per creare il miglior effetto di suspense. Porta le braccia al petto e sospira teatralmente, fra poco declamerà Shakespeare…

Sembra capire che da me non riceverà risposta oppure considera la pausa durata abbastanza, perché ricomincia: -“In quale modo ti ha convinto a farlo? Cosa ti ha offerto?”

Offerto?! Gli sorrido: -“Un soggiorno eterno all’Inferno e una scatola di cioccolatini. Conveniente, no?”

Il demone non risponde nulla, fa soltanto un gesto della mano e io mi ritrovo a terra, senza fiato. Cominciamo bene…

-“Adesso basta, questo non era nei piani.” La voce di Castiel è imperiosa, furente, nonostante questo Alastair si prende i suoi tempi per liberarmi dalla morsa in cui mi tiene. Alza le mani, come a scusarsi, e fa un passo indietro. Quel figlio di puttana… Un attimo, piani? Quali piani?

Provo a rimettermi in piedi, ma sento le gambe molli. La nausea minaccia di sopraffarmi ogni volta che sollevo la testa. Merda. Non voglio morire in ginocchio, ai piedi di Alastair. Faccio leva sulle braccia e aiutandomi alla parete della cripta mi tiro su. Resto con le spalle contro il muro, è l’unico modo per non cadere nuovamente. In quel momento li vedo, almeno quelli più vicini. Ci sono decine di demoni all’interno del cimitero e, più distante, alcuni angeli. Dev’essere per lo schifo che ho bevuto, ma adesso riesco a distinguerli con facilità. Gli angeli hanno ancora il loro aspetto umano, ma è come se ci fosse una luce al loro interno. Sono anche circondati da un distinto chiarore ed è bello guardarli. Il viso dei demoni invece è disgustoso, sempre in trasformazione; sembra quasi che si sciolga e venga riassorbito di continuo. Distolgo lo sguardo: mi danno il voltastomaco.

Mi concentro sul mio angelo: -“Quali piani, Castiel?” mi sforzo di chiedere. Non voglio saperlo in realtà: Castiel aveva un accordo con Alastair… E poi perché Inferno e Paradiso si sono dati appuntamento qui?

-“Eri l’unico a poter mettere fine alla guerra Dean e l’hai fatto, come ti avevo assicurato. Presto l’ultimo sigillo sarà spezzato e Lucifero sarà libero.

Che cazzo dice? Questa roba dev’essere più potente di quanto credessi, ora ho le allucinazioni. Chiudo un attimo gli occhi, concentrandomi sul patto stretto con Castiel qualche giorno fa. Io sarei finito all’Inferno e un angelo ne sarebbe uscito. Era stato imprigionato lì per aver disubbidito, ma ora era necessario a fermare Lilith. Sarebbe stato perdonato e riammesso nei ranghi, a patto che un coglione accettasse di prendere il suo posto all’Inferno, per sempre. Inutile dire che quel coglione sono io. Castiel mi ha detto che aveva bisogno di un’anima finita all’Inferno spinta dal sacrificio e disposta a tornarci per lo stesso motivo; aveva scelto me anche perché già avvezzo al soprannaturale. Insomma, una fortuna dietro l’altra.

Riapro gli occhi, aspettandomi di essere solo con Castiel, ma sono ancora tutti qui. Sospiro, perché non vedo un gruppetto di spogliarelliste che ballano intorno alle lapidi? Maledetto cervello masochista.

-“Dean?”

-“Mmh?”

Castiel mi guarda, sconcertato: -“Hai capito quello che ti ho detto?”

La mia allucinazione mi dà dell’idiota adesso? Vorrei ribattere qualcosa, ma perché dar corda a questa fantasia? Pensare è faticoso, ma parlare è decisamente peggio. Abbandono la testa contro la parete, cercando di scacciare via tutto. Mi gira la testa e sto per morire, che senso ha continuare a restare vigile? Guardo la porta spalancata sull’Inferno ed in quel momento la vedo, la barriera. È lattiginosa, sottile, pronta a cedere. I demoni riescono a sfiorarla senza esserne respinti, presto riusciranno ad uscire. Starò anche delirando, ma non voglio che quei demoni escano fuori da lì. Basta questo pensiero e la barriera si rafforza, diventa più spessa e ricaccia indietro i demoni. Cazzo, sono io a tenerla su! Castiel diceva la verità…

L’angelo è vicinissimo, posso sentire il suo respiro sul viso. L’afferro per il collo e l’attiro ancora di più a me: -“Che. Cazzo. Stai. Dicendo?”

Castiel distoglie lo sguardo e stringo con più forza: quel figlio di puttana deve guardarmi negli occhi.

-“C’era bisogno di un’anima finita all’Inferno spinta dal sacrificio, sporcata dalle torture subite, ma ancora disposta a tornarci pur di salvare qualcuno. Era l’unico sigillo a non poter essere scelto, l’ultimo.

-“Ed è per questo che hai messo su tutto quanto? Non potevi semplicemente uccidermi e farla finita?

-“Doveva essere una tua libera scelta.”

Una mia libera scelta?! Si è fottuto il cervello?

-“Io non ho accettato questo” ribatto.

-“Non importa, hai bevuto di tua spontanea volontà…”

No, non può essere. Ho condannato l’umanità, Lucifero presto sarà libero ed è solo colpa mia. Alastair ha ragione: non avrei mai dovuto fidarmi. La mia stretta su Castiel si fa più debole, le gambe mi cedono. Cado a terra, trascinando l’angelo con me.

Non mi accorgo d’aver cominciato a piangere finché Castiel non mi asciuga via le lacrime.

-“Non mi toccare” sussurro. Il mio tono non dev’essere troppo convincente o minaccioso però, perché Castiel continua.

-“Era tutto scritto Dean, doveva andare così. Non è colpa tua.”

Infatti la colpa è tua, brutto figlio di puttana con le ali. Vorrei rispondere, ma la lingua con collabora. L’aria che ispiro brucia tantissimo, mi dà la sensazione di togliermi il fiato. Sento le membra pesanti, il cuore pulsare sempre più piano. Non posso morire, altrimenti la barriera cadrà. Mi concentro su questo pensiero e cerco di respirare normalmente. Devo restare in vita, almeno finché qualcuno non verrà ad aiutarmi. Quando Sam si sveglierà, vedrà l’ipod e capirà tutto. A quel punto non sarà difficile rintracciarmi attivando il GPS del mio cellulare. Devo tenere duro solo un altro po’…

-“Sta resistendo più tempo del previsto” commenta una voce femminile alla mia destra.

Poi una mano mi afferra il mento e mi costringe a sollevare la testa. Mi basta uno sguardo per riconoscerla: è Lilith, brutta come nei miei ricordi; nonostante stia possedendo una bellissima ragazza.

-“Ciao, Dean. Non ti ricordavo tanto carino” dice, asciugandomi la fronte e sorridendo gentile.

Beh io non la ricordavo tanto stronza, direi che siamo pari… Mi lascia andare.

La sento parlare con qualcuno: -“È davvero un peccato che non sia il suo il corpo designato ad ospitarlo… Bah, ci metterò dentro uno dei miei demoni. Odio gli sprechi…”

-“A me non importa nulla del suo corpo, l’importante è che la sua anima torni nel luogo che le spetta.”

Alastair. Sono ancora vivo e mi stanno dividendo fra loro. Chissà, magari a qualcuno servono i miei vestiti oppure il mio portafogli…

-“No.”

Ho parlato ad alta voce? E perché quest’angelo cerebroleso ha risposto? Non capisce neppure un po’ di sarcasmo?

-“Come?” chiede Alastair. Non stava parlando con me.

-“L’anima di Dean non appartiene a te, non tornerà all’Inferno. Io e Lilith abbiamo un accordo.”

Bene, la mia anima appartiene all’angelo psicopatico. Meglio lui che Alastair, comunque.

“Potrei prendermela lo stesso, angelo” ringhia Alastair.

“Provaci” ribatte Castiel, tranquillo.

Alastair fa un passo verso di lui, ma Lilith lo ferma: -“Sei pieno di anime, Alastair. Troverai un altro giocattolino. Ci sono faccende più serie… Perché non l’hai ancora ucciso, angelo? C’è bisogno che il suo sangue tocchi la barriera, lo sai.

La luce di Castiel si fa più brillante, adesso avvolge entrambi: -“È ancora troppo cosciente, non voglio che soffra più del necessario.”

Lilith fa una smorfia, ma si allontana insieme ad Alastair. Sono di nuovo solo con Castiel.

-“Dean…” comincia, poi si interrompe. Abbassa lo sguardo e stringe i pugni. Sembra lottare qualche secondo con se stesso, ricomincia: -“So che ti fidavi di me e che io ti ho tradito. Seguivo soltanto i miei ordini, ma non voglio trovare giustificazioni. Ti prego però di credermi adesso: qualsiasi cosa tu faccia ora, la barriera cadrà lo stesso. È il volere di Dio, Dean. Nessuno può opporvisi. Smettila di lottare, lasciati andare… Non soffrire inutilmente. Detto questo mi poggia una mano sul viso, è calda. Non che sia così difficile: sento talmente tanto freddo che presto mi scheggerò i denti a furia di batterli. Anche la sua luce sembra farsi più calda, più luminosa. Prende a carezzarmi i capelli; continua a parlare, ma non riesco più a distinguere le sue parole. Gli occhi mi si chiudono, la voce di Castiel si fa più distante. Scuoto la testa, devo restare sveglio. Devo tenere su la barriera, Sam arriverà… Poi la sento, una fitta allo stomaco. Non è dolorosa, non proprio. Avverto solo la pressione della lama. Castiel mi stringe a sé, affondando il pugnale più in profondità. Ormai è lui a reggere tutto il mio peso, la testa mi scivola contro la sua spalla. Ho fallito, nessuno arriverà a fermarli. Ho condannato tutti, ho condannato Sam… Sam! Non voglio che affronti tutto questo da solo. Non voglio che muoia.

-“Sam…” sussurro. Non riesco a dire altro, spero che Castiel capisca.

-“Te lo prometto, Dean.”

Estrae la lama e il sangue comincia a scorrere. Lo vedo avvicinarsi alla barriera, lentamente.

-“Dean, chiudi gli occhi.”

Non posso, devo vedere.

A contatto col mio sangue la barriera svanisce. Nessun crollo, nessun clamore; scompare, semplicemente. Per qualche secondo l’aria si riempie di ombre nere, poi di urla di giubilo. Almeno qualcuno sembra apprezzare la situazione…

-“Chiudi gli occhi…” ripete Castiel.

Non posso.

La luce di Castiel si espande, distruggendo i demoni che si avvicinano. È intensa, mi nasconde ormai ogni cosa, quando all’improvviso si affievolisce. Gli altri angeli se ne sono andati; i demoni arretrano, visibilmente spaventati. Che succede ancora? La risposta mi si presenta qualche secondo dopo, sotto forma di una splendida colonna di luce. È la cosa più bella che abbia mai visto. Vorrei poterla toccare, anche se a differenza di Castiel non emana calore. Avverto soltanto potenza, sicurezza e disprezzo provenire da quella creatura. Si avvicina a me e Castiel, sento l’angelo tremare. Adesso capisco chi sia. Il  boss  è uscito dall’Inferno e i leccaculo sono in agitazione, mentre gli angeli se la sono data a gambe. Meno male che si tratta di creature potentissime… Un attimo, perché Castiel è ancora qui? Perché non segue i suoi fratelli? È rimasto per me?!

Cazzo Castiel, vattene. Devi badare a Sam, me l’hai promesso.

Lucifero è a pochi passi da noi, se il mio cuore potesse batterebbe all’impazzata. Si ferma e mi sento trapassare, ha concentrato la sua attenzione su di me. Mi mostra qualcosa. So che non è un mio pensiero, è come se quest’immagine venisse ficcata a forza nella mia testa… Sam?!

Perché mi mostra mio fratello?

Le parole di Lilith mi riecheggiano nelle orecchie: “È davvero un peccato che non sia il suo il corpo designato ad ospitarlo…

No. No, non è possibile… Una risata tremenda e musicale squarcia il silenzio del posto, poi Lucifero scompare. È a caccia di Sam.

Sento di nuovo la mano di Castiel stringersi intorno a me, la sua luce riprende a brillare. Il calore più intenso di prima, mi sembra di sentirlo sin dentro l’anima.

-“Chiudi gli occhi, Dean” mormora.

Questa volta faccio come mi dice.

 

   
 
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