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Autore: Suicide Crown    13/09/2015    7 recensioni
A volte anche Raito Sakamaki ha bisogno di tranquillità.
Odiava ammetterlo, ma era così.
Voleva stare senza sgualdrinelle che gli giravano attorno, e non voleva sentire litigare di continuo i suoi fratelli.
Voleva stare semplimente in pace, anche solo per un giorno, da solo...
Ma ci fu qualcosa che attirò la sua attenzione: quella fragile bambina dal dolce sangue era così pura che Raito non potè fare finta di niente e non stare con lei.
Buona lettura, e spero che vi piaccia e che vi faccia provare delle emozioni!
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Laito/Raito Sakamaki, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Romantic and perverted heart...
 

- che noia... - Raito se ne stava in quel parco, di notte, solo il bagliore argenteo della luna illuminava la sua pelle pallida e unica.

La panchina su cui era seduto svogliatamente, era arrugginita ma ben stabile. Sospirò, mugugnando qualcosa di incromprensibile. Tirò la testa all'indietro, osservando il cielo e chiudendo per un attimo gli occhi: aveva sempre odiato quella tranquillità, quel senso di pace che non riusciva a comprendere. Ma sentiva che oggi aveva il bisogno di starsene un po' da solo, senza che ci fossero sgualdrinelle da mordere o i suoi fratelli.

Il cielo era costellato da stelle piccole e luminose, mentre la luna era piena e argentata. Rimase a fissarla per un po', prima di rialzarsi e stiracchiarsi, emettendo un lieve sbadiglio. Si calcò il cappello in testa e si guardò intorno, in cerca di qualche tranquillo passatempo. Ancora si meravigliava di quella tranquillità intorno a lui che gli sembrava piacevole. Posò la mano sul fianco, guardando di lato e continuando a sospirare. Aspettò qualche minuto, dopo di che, rassegnato, si mise a sedere nuovamente sulla panchina.

Ma sentì dei singhiozzi e dei sussulti provenire da sotto lo scivolo del parco. Si rialzò dalla panchina e sgranò gli occhi, dopo di che si avviò a passo lento verso lo scivolo. Quando fu abbastanza vicino, si abbassò di poco per vedere chi è che stava piangendo.

Essa era una bambina raggomitolata su se stessa, non poteva avere più di tredici anni. Incuriosito, si abbassò alla sua altezza, posando i gomiti sulle ginocchia e rimanendo a fissarla. Raito sembrò affascinato dalla sua bellezza quasi innaturale: la pelle era candida e delicata, quasi trasparente, i capelli invece erano bianchi come la neve e sciolti, solo alcune ciocche davanti erano legate da un fiocco nero ed elegante che si annodava dietro la nuca. Gli occhi erano di ghiaccio, trasparenti e privi di emozioni, mentre le lacrime che le correvano giù dal viso parevano brillare di tristezza. Portava attorno al collo fragile e invitante un collarino con un sonaglino dorato che tintinnava ad ogni sussulto, mentre le spalle strette e fragili erano piene di graffi da cui fuoriuscivano dei piccoli rivoli di sangue caldi e dolci, puri.

Il vampiro allora si schiarì la voce per attirare la sua attenzione. La bambina, alzando di poco lo sguardo e continuando a piangere, cominciò a guardarlo negli occhi. I rivoli di sangue scendevano giù dalle braccia piccole e nude, che risplendevano sulla pelle diafana. Trattenne per un attimo il respiro, dopo di che si scostò una ciocca di capelli bianco latte dal viso, distogliendo subito lo sguardo dal suo. Comparve un lieve rossore nelle sue guance, tanto che al vampiro le sfuggì un sorrisetto malizioso non appena lo notò. Era pur sempre una bambina, ma il suo istinto perverso non passava in seconda fila. Inspirò il profumo del sangue che proveniva dai suoi graffi: quel profumo era così piacevole, così puro e privo di sentimenti oscuri di cui i più grandi ormai ne erano pieni.

Dopo di che, incuriosito, ricominciò a fissarla negli occhi. La bambina, ancora rossa, gli rivolse qualche occhiata circospetta, prima di rialzarsi per andarsene via e trovare qualche altro posto per piangere. Ma Raito fu più veloce di lei. La afferrò per un braccio, sporcandosi le mani di quel dolce sangue, e la ributtò giù delicatamente, rimettendola a sedere. Sospirò, ridendo appena e sedendosi accanto a lei, portando le ginocchia al petto e stringendole. Guardò davanti a se', socchiudendo gli occhi.

 

- perchè piangi, piccola? Non lo sai che è pericoloso andare in giro di notte?- sospirò, rivolgendole un occhiata maliziosa. La bambina, incrociando le braccia al petto, rispose: - non lo so...- abbassò lo sguardo a terra, e una lacrima del colore del ghiaccio cadde a terra con un “ plic “. Raito, ridacchiando, si tolse il cappello e si passo le dita tra i capelli, districando le ciocche rosse fino a scendere alle punte screziate di bianco.

- come non lo sai? -le chiese il vampiro, inclinando la testa da un lato e sorridendo malizioso. Si sistemò il cappello sulla testa, lasciando stendere sull'asfalto una gamba, tenendo l'altra stretta al petto. L'odore della pioggia gli riempì le narici, seguito dal rumore di piccole goccie di pioggia che caddero sull'asfalto con un rumore sordo.

Il vampiro le rivolse un altra occhiata e, quando vide che la bambina non smetteva di piangere, si avvicinò con uno scatto a lei e poggiò il mento sulla sua spalla ricoperta di graffi.

La bambina, sgranando gli occhi, lo guardò con la coda dell'occhio, bagnando le punte dei capelli del vampiro con le sue calde lacrime.

- perchè stai facendo questo? Perchè mi aiuti a calmarmi invece di approfittartene e mordermi?- disse, con la voce rotta dal pianto. Il vampiro, a quelle parole, ridacchiò maliziosamente e le scoccò un occhiata fugace.

- per adesso mi limiterò a guarirti le ferite a modo mio... - disse, strascicando le parole in una piccola cantilena, continuando a ridacchiare. Posò le labbra su un piccolo graffio sulla sua spalla e cominciò a leccarglielo, pulendolo via dal sangue. Chiuse gli occhi, gustando quel dolce aroma di vaniglia e cioccolato. Non aveva mai assaggiato un sangue così caldo e puro, lontano da ogni desiderio che si annidava su tutte le prede che aveva avuto il piacere di gustare appieno.

La bambina sussultò a quel tocco della sua lingua calda su quel piccolo graffietto che ormai non le faceva più male...grazie a lui.

Il vampiro le alzò delicatamente il braccio, stendendolo e leccando il rivolo di sangue che le correva intorna al braccio. Sorrise, divertito per quel stava facendo. Alzò di poco lo sguardo, puntandolo sulle guance rosse dall'imbarazzo della bambina, ridacchiando maliziosamente. Dopo che ebbe ripulito tutte le ferite dal sangue, la prese in braccio delicatamente, portando un braccio sotto le sue ginocchia e l'altro dietro la schiena calda. Le baciò le lacrime che le rigavano il volto e rimasero lì, bagnandosi di quella pioggia lenta e scrosciante che cadeva giù dal cielo. Le sfiorò una guancia con il pollice e le sorrise maliziosamente. La bambina, subito smise di piangere. Lo guardò nei suoi occhi verde smeraldo che riflettevano i suoi, ghiacciati e senza emozioni.

 

 

E poi...tutto svanì nell'ombra, come un immagine di un suo ricordo, di un ricordo di loro due.

 

 

 

Angolo Autrice:

 

Ciao a tutte! ^^

Allora, intanto vi metto al corrente che ho cambiato il nickname <3 sono rin kagamine 27! <3

 

Spero che questa piccola storia vi sia piaciuta <3 negli ultimi giorni, ho avuto una venerazione per Raito ^^ non è cattivo come sembra, in realtà ha un cuore e non è solo perverso ^^ <3

 

Ora vi lascio con delle immagini riguardanti il capitolo <3

Bacioni da Yui-chan e, mi raccomando: RECENSITE! <3

 

Yui komori moon <3

  La bambina <3 è troppo kawaiii *^*

 

 

 

   
 
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