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Autore: MorriganNik    13/09/2015    2 recensioni
I campioni dell'Iwatobi hanno dei sogni: diventare qualcuno. Ognuno di loro ha un sogno diverso che dipende dal loro passato. Cosa succede se questi sogni li tormentano ogni notte della loro vita?
Note dell'autore: Ho amato l'anime dalla prima puntata, ma è solo la seconda volta che scrivo su Free! e devo dire che sono un po' nervosa. Mi baso soprattutto sull'ending della seconda serie (Free! Eternal summer) e sui possibili lavori che i nostri nuotatori possono fare. È un inno all'amore, perché esso non possa essere limitato dalle discriminazioni degli omofobi che rovinano la vita a molte persone solo perché non aprono il loro cuore per la paura del 'nuovo'. Perché l'amore non esiste in una sola forma comune. Il bello dell'amore è che ha molte forme. Spero vi piaccia e buona lettura :)
Storia partecipante al contest 'I sogni non sono lontani' indetto da Ayumu sul forum di EFP
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Nickname su Efp: Sasha_98_
Nickname sul forum: Sasha_98_
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico, Romantico
Rating: arancione
Avvertimenti: Missing moments, Violenza
Introduzione: I campioni dell'Iwatobi hanno dei sogni: diventare qualcuno. Ognuno di loro ha un sogno diverso che dipende dal loro passato. Cosa succede se questi sogni li tormentano ogni notte della loro vita?
Note dell'autore: Ho amato l'anime dalla prima puntata, ma è solo la seconda volta che scrivo su Free! e devo dire che sono un po' nervosa. Mi baso soprattutto sull'ending della seconda serie (Free! Eternal summer) e sui possibili lavori che i nostri nuotatori possono fare. È un inno all'amore, perché esso non possa essere limitato dalle discriminazioni degli omofobi che rovinano la vita a molte persone solo perché non aprono il loro cuore per la paura del 'nuovo'. Perché l'amore non esiste in una sola forma comune. Il bello dell'amore è che ha molte forme. Spero vi piaccia e buona lettura :)

_I sogni non sono lontani_

-Signor Shibuko, ho finito per oggi- grida lo chef del ristorante più famoso della città, il 'Profondo Blu', al suo capo. Il ragazzo ha poco più di 24 anni ma le sue abilità di cuoco lo hanno portato lontano. I suoi occhi misteriosi ne incontrano un paio nocciola, pieni di sapienza accumulata dagli anni.
-Va bene Haru-chan. A domani, buonanotte!- risponde congedandosi il signor Shibuko. Il ragazzo dai capelli corvino prende la felpa, anch'essa blu come il mare che tanto amava, e uscì dalla porta sul retro dal ragazzo che lo stava aspettando.
-Scusa, ho fatto tardi stasera- disse Haru al moro che sorrideva.
-Non ti preoccupare Haru-chan. Sono arrivato da poco- gli rispose allargando di più il suo sorriso.
-Quante volte ti ho detto di smetterla con quel nome?- gli chiese, quasi scocciato, volgendo lo sguardo verso la strada. -Andiamo Makoto? Rin mi aspetta per cena.-
-Certo... Anche Sousuke mi aspetta. Mi ha messaggiato dicendomi che ha chiesto un permesso di uscita anticipata alla centrale- annunciò saltellando, con la cenere che cadeva dalla divisa da pompiere. Deve aver avuto una giornataccia a giudicare dalla quantità di cenere sui vestiti, pensò Haru. Da qualche giorno, infatti, in città si erano manifestati una serie di incendi, uno dietro l'altro, a causa del caldo insopportabile che era arrivato tutto in un colpo.
-Hai sentito Rei e Nagisa? Sai se vengono domani mattina?- chiese Makoto al suo migliore amico. Haru era taciturno come al solito, ma da quando stava con Rin aveva iniziato a sorridere di più e la cosa non poteva che rallegrare tutti quanti. 
Makoto ricordava bene il motivo del suo comportamento, il motivo per cui tutti loro erano stati emarginati.
-No, non ho avuto un attimo di pausa oggi- rispose Haru, continuando a guardare il mare.
-Ti ricordi quando facevamo questa strada per andare e tornare da scuola? Non facevamo altro che guardare l'oceano e pregavamo che arrivasse l'estate per andare a nuotare... Che ricordi!- disse tutto d'un tratto Makoto, strappando un lieve sorriso alle labbra di Haruka.

Camminarono fino a quando non arrivarono al solito incrocio dove si separavano e ognuno andava alle rispettive case e dai rispettivi compagni.
Haru si mise le cuffie e camminò in solitudine fino a casa, accompagnato dalle note della sua canzone preferita, la loro canzone. Haru ricordava chiaramente la sera in cui, alla festa di compleanno di Gou, Rin gli chiese di seguirlo sul terrazzo per invitarlo a ballare, la sera in cui entrambi lasciarono parlare i loro cuori.
Haru sorrise tra sè, pensando a quel Rin che diventò tutto una tinta unita con il colore dei capelli e degli occhi la sera che, per la prima volta, lo invitò a cena. Da soli.
-Che hai da sorridere così come un ebete?- chiese una voce familiare che arrivò alle orecchie del corvino durante il passaggio tra una canzone e l'altra.
-Nulla. Pensavo- rispose lui avvicinandosi all'altro -Che ci fai qui? Non avevi detto che mi aspettavi a casa?- gli chiese in tono dolce.
-Sì, ma a qualcuno qui scappava la pipì- rispose indicando un cucciolo di husky di tre mesi che scondinzolava alla vista di Haru, in attesa di una carezza.
-Ehi, Fuka, hai fatto la brava oggi?- la salutò finalmente.
-Ehi! Sono diventato meno importante del cane?- si lamentò il ragazzo, mettendo il broncio come un bambino di 5 anni.
-Certo che no. Il tuo è un saluto speciale- disse Haruka con voce intensa e concentrandosi su quegli occhi cremesi che tanto amava. Si avvicinò a lui e lo baciò. Le loro labbra sembravano fatte per stare insieme, combaciavano perfettamente le une con le altre. Le loro lingue si unirono in una danza sensuale e romantica fatta di carezze, per compensare le ore in cui non sono potute stare insieme. Il rosso si staccò da quel bacio e rivolse un sorriso di gioia pura.
-Okay, devo dire che mi piace molto come saluto, Haru- disse Rin, scoppiando poi in una risata che l'altro tanto amava e che lo fece sorridere. Tornarono a casa insieme, mano nella mano, e con una cucciola che non faceva altro che scodinzolare a tutte quelle coccole che i due amanti le donavano. Parlarono delle rispettive giornate di lavoro, di quanti piatti Haru aveva dovuto preparare per via dell'enorme marea di gente che era arrivata, e di come Rin abbia dovuto accompagnare una vecchia signora anziana al commissariato perché, per via della sua quasi completa ciecità, abbia tamponato in pieno un ciclista che (per sua sfortuna) stava attraversando la strada.
-Quella vecchia era insopportabile! Non c'era verso di farla stare zitta!- disse Rin imitando con la mano un'oca che continua a starnazzare. -Che si mangia?- chiese il rosso già con l'acquolina in bocca, anche se...
-Sgombro alla griglia...- rispose il blu.
-Come immaginavo...- sussurrò Rin pensando che il corvino non lo sentisse.
-Allora, domani sera vengono tutti?- chiese Rin al compagno che aveva già iniziato a mangiare il suo sgombro.
-Mako e Sou sì sicuro, Nagi e Rei ancora non lo so. Tu hai sentito tua sorella per chiederle a che ora arriva con Momo?- chiese senza staccare gli occhi dal piatto.
-Sì. Ha detto che cercherà di arrivare per l'orario stabilito, anche se con il pancione che si ritrova non riesce ad andare molto veloce. Nitori invece ha detto che ha un allenamento extra con la squadra, quindi... Non può venire- rispose ridacchiando.
Già. Ormai mancava solo un mese e Rin avrebbe finalmente potuto vedere la sua nipotina, Hikari. Quando Gou gli aveva dato la notizia, Rin era scoppiato a piangere dalla felicità e non la smetteva più di dire "Divento zio!". Si dovevano trovare per festeggiare la nascita del nuovo piccolo erede del nuoto agonistico di Iwatobi.
-Bene- si limitò a dire Haru. Durante il resto della cena, i due amanti non proferirono parola.

Haruka era nella sua vecchia piscina, l'Iwatobi Swim Club, insieme a tutti i suoi compagni di staffetta. Si sentì uno sparo e i primi nuotatori si staccarono dal trampolino. Makoto aveva una bracciata perfetta. Ed era in testa. 
Nagisa si affrettò a prepararsi in posizione di partenza. Appena Makoto urlò il suo nome, il biondo si liberò nell'aria ed entrò in acqua con sicurezza. La sua rana era imbattibile, così come il dorso di Makoto. Rin si stava mettendo in posizione quando gli arrivò un pomodoro marcio dritto in faccia. 
-EHI, PICCOLO SQUALO! PERCHÉ NON TE NE VAI?! SEI UNA VERGOGNA PER TUTTA LA SCUOLA!- urlava un ragazzo dagli spalti.
-GIÀ! COSÌ COME GLI ALTRI MEMBRI! BRUTTI GAY CHE NON SIETE ALTRO!- aggiungeva un'altra ragazza. Rin si mise a piangere, così come Mako e Nagi. Haru si mise davanti a loro per difenderli, per difendere Rin. Tutti gli studenti scesero, ora si trovavano nel cortile della scuola, con le divise indosso, e Haru era solo. Lo circondarono e iniziarono a picchiarlo. Calci nello stomaco, pugni in faccia, graffi sulla schiena e sberle ovunque. Haru non riusciva a chiamare aiuto, nonnaveva voce e non aveva la forza per farlo. 
-Adesso non fai più il gradasso, eh nuotatore?!- la situazione era cambiata di nuovo. Ora Haru era uno studente delle medie e aveva il corpo esausto per le botte che aveva preso. Il naso prese a sanguinare, seguito da un dolore accecante: decisamente era rotto.
-Dov'è ora il tuo amato Matsuoka? Ti ha lasciato? Sì, sei solo. Sei stato e lo sarai per sempre, SOLO!- 
Haru precipitò nell'oscurità.


-HARU! SVEGLIATI!- Rin scuoteva quel ragazzo che urlava il suo nome in preda ad un incubo dal quale non riusciva a scappare, i ricordi che era costretto a rivivere ogni notte, quasi fossero una maledione.
-RIN!- Haru si svegliò di soprassalto, sudato e con il respiro affannato. I capelli appiccicati sulla fronte parevano bellissimi a Rin che, non appena lo vide leggermente più calmo, lo strinse a sè.
-Haru, è tutto a posto- lo tranquillizzò -Sono qui con te. Era solo un incubo, okay? Cerca di immaginare il sogno più bello che tu possa fare.-
Il suo sogno più segreto era sempre stato vivere insieme a Rin, insieme a quello squaletto di cui si era innamorato, insieme a quel bambino che gli aveva da sempre scaldato il cuore.
-Haru, accendi un sogno e lascialo bruciare in te.-
-Allora lasciati avvolgere da questo fuoco, Rin-chan.-
Quella notte fecero l'amore quasi con esigenza, come se il mondo stesse per finire e non si sarebbero più potuti incontrare. Quella notte si amarono come nessuno aveva mai fatto. Quella notte, una nuova stella si accese nel cielo notturno. Un nuovo sogno, una nuova speranza, una nuova via di fuga.


Haru si svegliò di buon mattino e ne approfittò per farsi un bagno. Diventare cuoco non è il sogno della sua vita, ma se quello che aveva fatto quella notte era un sogno premonitore, allora...
-Haru-chaaaaan!- lo chiamò una voce calorosa, una voce che gli aveva insegnato ad amare il suo nome.
-Rin! Aspetta che vado a cambiarmi in camera!- urlò il corvino uscendo dalla vasca.
-Ti fa niente se entro?- gli chiese il rosso. Haru arrossì lievemente e ringraziò che l'altro non fosse ancora entrato. Si misei pantaloni e aprì la porta. 
-Perché mi guardi così?- gli chiese Rin. 
-Ti ho sognato stanotte...- gli rispose il blu.
-E cosa hai sognato di preciso?- chiese di nuovo curioso. Haru lo baciò con intensità e, quando si staccò, prese un cofanetto dal cassetto del suo comodino. Gli occhi cremesi di Rin incontrarono quelli oceano di Haru, il quale aprì le labbra in un sorriso che aveva fatto innamorare il rosso.
-Di sposarti. Rin Matsuoka, vuoi vivere con me per il resto dei tuoi giorni?-
Avevano finito da poco la scuola e Rin sarebbe dovuto andare in Australia a breve. Haru doveva prendere la palla al balzo, ora che erano soli. L'unico problema, era la risposta del rosso...
-Dovresti rispondere...- disse Haru, iniziando ad entrare nel panico.
-Sì, baka- disse scoppiando a piangere.
-Bene! Allora vado subito a preparare dello sgombro per festeggiare.-

In fondo, i sogni non sono così lontani, non credete?
   
 
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