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Autore: Kaguya    13/09/2015    0 recensioni
“Edward Elric...Fullmetal, l'Alchimista d'Acciaio...”
Conferma, restituendomi il foglio. E' un sorriso quello che le compare sulle labbra?
“E' arrivato stamattina, appena in tempo per la prova...”

Edward ritorna dopo un anno al quartier generale, riaccendendo inconsapevolmente un fuoco che covava sotto la cenere.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Casa è dove ci sei tu


And i don't wanna see what i have seen,
to undo what has been done,
Turn off all the lights,
let the morning come.

(Over the love – Florence and the Machine)



C'è un venticello piacevole stamattina. L'odore dell'erba mi arriva pungente al naso, ma non è fastidioso. Lascio scorrere le dita fra i fili verdi. Quelle della mano destra, con cui non mi sono ancora riabituato del tutto a “sentire”. Den sonnecchia a poca distanza da me. E a dirla tutta avverto anche io un leggero torpore sotto questo sole tiepido, col rumore del fiume di sottofondo.
Solo che se chiudo gli occhi rivedo inevitabilmente in sequenza gli ultimi giorni che abbiamo trascorso a Central. Ero talmente preoccupato per Al che mi sembra di aver solo corso senza mai fermarmi, senza capire davvero cosa stesse succedendo. Fino alla mattina del congedo.
Sospiro, ripensandoci. Ma una voce familiare mi chiama, interrompendo quella pericolosa scivolata nei ricordi. E' già passato un anno...Mi metto a sedere, sollevando un braccio per salutare Al che mi corre incontro.
Si ferma accanto a me ansimando leggermente per lo sforzo, per poi accasciarsi anche lui sul prato.

“Non ti trovavo nii-san...”

Spiega, strappandomi un sorriso. Si è rimesso velocemente e sono felice di poter osservare il suo viso di ragazzo dopo anni di ricerche.

“Scusa Al, non volevo farti preoccupare...avevo solo...”

“...bisogno di pensare...”

Conclude lui al mio posto, fissandomi serio. Annuisco e torno a stendermi a mia volta. Lui mi osserva in silenzio. E' stato lui a ricordarmi della scadenza del test annuale, incitandomi a non rinunciare al mio titolo di Alchimista di Stato, ora che essere un cane dell'esercito non significa più essere un'arma umana.

“Secondo me dovresti andare...”

Suggerisce, riprendendo il discorso, mentre a me sfugge un altro sospiro. Lo fisso negli occhi e allungo una mano per puntargli un dito fra gli occhi.

“Non cominciare, Al...non ti sei ancora ripreso del tutto, e zia Pinako ha bisogno del mio aiuto...per non parlare di Winry...ricomincerebbe con la solita storia che lo faccio per dispetto a farla preoccupare e che l'esercito non è il posto per me...”

Inizio a elencare, consapevole che nessuna di queste giustificazioni rispecchi la realtà e che Al non se la berrà mai. Infatti sbuffa scostandomi la mano con un gesto irritato.

“Tu non cominciare con queste assurdità...sei stato intrattabile per settimane dopo il congedo e anche quando quella fase è passata sei stato fin troppo tranquillo...”

Borbotta. Lo so che ha ragione. Ma alzo gli occhi al cielo e mi volto su un fianco, dandogli le spalle.

“Stupido nii-san!”

E stavolta Al sembra arrabbiato davvero. Resisto alla tentazione di voltarmi, ma è inutile. Il mio fratellino si alza e con mia somma sorpresa mi assesta un calcio sul sedere che mi fa subito scattare in piedi.

“Ahio! Ma sei impazzito???”

Sbraito. Ma Al non sembra turbato e mi aggredisce, stavolta con i pugni. Alla fine ci siamo arrivati. Una sana scazzottata fra fratelli, come ai vecchi tempi, quando ci allenavamo insieme. Dopo un anno senza muovermi sento tutti i muscoli protestare. Non sono pronto nelle reazioni e Al è sempre stato più forte di me in questo gioco. Come se non bastasse lui si che si è allenato in questi mesi visto lo stato in cui era il suo corpo. Dopo un buon quarto d'ora però siamo entrambi accasciati a terra. Io ho qualche livido in più, ma poteva andare peggio. Ce ne stiamo in silenzio per qualche minuto a riprendere fiato. Poi eccola lì, la bomba.

“Non ti manca...?”

Butta fuori Al, fra un ansito e l'altro. E io volto il viso dall'altro lato per nascondere il rossore. So che non si riferisce a Lui, ma al mio titolo. Ma inevitabilmente i miei pensieri hanno seguito un altro corso. Sospiro. Prima o poi dovrò dirglielo. E forse è il momento adatto...

“Si mi manca...però ho paura a tornare...”

Ammetto, con un groppo in gola, voltandomi di nuovo verso di lui. Lo trovo con un'espressione corrucciata, come se non gli fosse del tutto chiaro il problema.

“Andiamo Al...io non sono uno che torna....ci eravamo detti di andare sempre avanti...”

A giudicare dall'occhiata che mi lancia Al direi che stiamo entrambi pensando alla nostra casa bruciata e ancora ridotta a un cumulo di macerie. Siamo tornati a Resembool è vero, ma abbiamo deciso di non ricostruirla. Lo vedo incupirsi e mi sento improvvisamente meschino. Non so nemmeno io cosa sto dicendo. Certo questa è una mezza verità, ma non siamo ancora al cuore del problema. So che ci sarebbe una frase con cui potrei spiegare tutto al mio fratellino. Ma non riesco a tirarla fuori cosi di punto in bianco. Se mi giudicasse male? Potrei sopportare il disprezzo di tutti, ma non quello di Al. O di Winry e zia Pinako. Sono l'unica famiglia che mi resta.
Una vocina mi ricorda malefica che ho una famiglia anche a Central: Havoc, Breda, Fury, Falman, Hawkeye, persino Armstrong...persino Lui.

“Ed...qual'è il vero problema?”

Sorrido. Al è sempre stato perspicace. E la mia faccia pensierosa deve averlo allarmato. Lo osservo attentamente, scrutando nei suoi occhioni ancora tanto limpidi, mentre se ne sta disteso su un fianco. Mio fratello. Il mio sangue. Non mi ha odiato nemmeno quando si è risvegliato in quell'armatura, l'anima legata alla mia solo per un sigillo. La tenue consapevolezza che Al non potrà odiarmi si fa spazio in me. Uno spazio piccolo e nascosto. Ma sufficiente. Sospiro, voltandomi sul fianco a mia volta e avvicinandomi fin quasi a poggiare la fronte alla sua.

“Roy Mustang...”

Bisbiglio. Ma Al non capisce e ridacchia.

“Oh, andiamo nii-san! Certo, è diventato Comandante, ma non credo sia cambiato molto...ti ha sempre stimato...”

Scuoto la testa, in senso di diniego, per fargli capire che non è quello il punto.

“Al...ecco...io...vedi, io...”

Provo a spiegargli. Ma le parole proprio non escono. Dire ad alta voce qualcosa come “io lo amo” sarebbe oltremodo imbarazzante, senza contare che lo renderebbe cosi reale che non sono pronto nemmeno io a sentirlo. Sento le guance avvampare, ma so se che dovessi distogliere ora lo sguardo da mio fratello non riuscirei più a guardarlo.
Al sta in silenzio un minuto.

“Oh...”

Gli sfugge dalle labbra, mentre inizia a comprendere e arrossisce a sua volta. Annuisco piano per dargli conferma...

“Ooooh....”

Ripete, ora decisamente consapevole e di un colorito rosso intenso.

“Io non sapevo...cioè non pensavo che...insomma tu e Mustang...”

Biascica confuso. Mi passo le mani sul viso, ma prima che io possa dire nulla, un urlo interrompe il nostro momento.

“Tu cosa????”

La tenera voce della nostra meccanica di fiducia ci trapana i timpani, facendoci scattare seduti allo stesso istante. Winry è a un paio di passi da noi, gli occhi spalancati e il viso in fiamme. Ottimo. Deve essere arrivata nel momento saliente e non ce ne siamo accorti.

“Win...”

Accenna Al, per cercare di calmarla. Stranamente però non ce n'è bisogno. Lei si avvicina e si accascia, seduta, accanto a noi.

“Ed...”

Mi chiama, con un suono che assomiglia più a un lamento.

“Dai, non scherzare...”

Dice, con una nota isterica. Le poso una mano in testa, con un sorriso mesto. Avrei voluto lo sapesse con calma, non in quel modo cosi improvviso.

“Non stavo scherzando...”

Le dico, tanto ormai la frittata è fatta. E' un istante. Sembrava quasi stesse per mettersi a piangere e invece ora mi fissa con il peggiore dei suoi sguardi omicidi. Sfila dalla tasca dei pantaloni una chiave inglese e me la suona in un attimo proprio al centro della testa.

“Ehi!!!!”

Protesto, toccandomi il punto in cui, sono sicuro, spunterà un bernoccolo senza precedenti.
E quel piccolo Giuda di Al se la ride bellamente, stendendosi di nuovo sul prato.

“Tranquilla Win-chan...tanto l'ho sempre detto che sarei stato io a sposarti, alla fine...”


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Eccoci qui con il primo omake :)
Penso sia chiaro che è ambientato prima del primo capitolo. In effetti sono nati insieme...mentre scrivevo il primo avevo già in mente come sarebbe potuta andare la confessione di Ed ad Al, ma non mi andava di modificare il capitolo che era praticamente finito. Cosi ecco qui la scenetta in questo capitolo extra. Finalmente dal POV di Ed. Spero di non aver ucciso nessuno per noia XD grazie mille a tutti i lettori come sempre! Non mi dilungo oltre che sto aggiornando al volo prima di uscire XD al prossimo capitolo!

Solita traduzione alla buona della citazione iniziale

Ed io non voglio vedere ciò che ho visto,
disfare ciò che è stato fatto,
Spegnere tutte le luci,
lasciare che arrivi il mattino.
  
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