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Autore: Capricornina    04/03/2005    0 recensioni
lo shohoku va in ritiro in un villaggio turistico sul mare, ma che succederà se il tensai e la kitsune verranno messi in stanza insieme e se sul più bello sopraggiungesse anche il porcospino?E se qualcun altro avesse gli stessi problemi di Hana e Ru?
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Ryota Miyagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 13 (breakfast) La mano destra di hanamichi, frenetica, afferrò la brioche e se la portò alla bocca, forse era la quinta o la sesta che il rossino mandava giù come se fosse un misero bruscolino …. Inoltre con l’altra mano teneva la tazza di cappuccino che ogni tanto si portava alle labbra per sorseggiarne un po’ tra un boccone e l’altro. Inutile dire che tutto il ristorante si era voltato verso quell’animale che mangiava con una voracità inaudita, agguantando tutto ciò che gli capitava a tiro e facendolo sparire nell’arco di pochi secondi. Sendoh, che inizialmente faceva i salti di gioia all’idea di fare colazione col suo angelo rosso, aveva del tutto cambiato espressione nonappena questi aveva iniziato a strafogarsi, e ora lo osservava allibito, la tazza di thé ormai freddo tenuta sospesa a mezz’aria…. “Non hai fame?” Domandò il rossino con la bocca piena masticando con gusto il settimo cornetto alla crema che gli aveva pure lasciato un velo di zucchero sulle labbra, a completare il quadro. Il porcospino si riscosse sentendosi chiamato in causa e rispose: “….bè…..non più….” “Sacrilegio…” commentò lui, versandosi dell’altro cappuccino nella tazza, completamente ignaro degli sguardi esterrefatti di tutti quanti. “hey….ma quello non è Sakuragi?” chiese a un certo punto Ryota, indicando la figura curva sul tavolino intenta a riempirsi la bocca di cibo. Erano arrivati da poco, eppure l’avevano notato subito, a causa dei terribili versi e dei rumori disgustosi che emetteva nell’abbuffarsi. “Sì…e come ti puoi sbagliare….bestia immonda e senza ritegno!” aggiunse il Gorilla. “Ma…quello davanti a lui non è Rukawa….è….è….è Sendoh!!!” Urlò Kogure strabuzzando gli occhi da dietro le lenti dei suoi occhiali. A quel punto tutto lo shohoku rimase in silenzio, un pensiero nefasto in comune ad annebbiare le loro menti. Poi si ripresero, accorgendosi dei loro stomaci che mugolavano. “Vuoi vedere che hanno litigato….?” Disse tra sé e sé Miyagi, iniziando a spalmare della marmellata su una fetta di pane. “Probabile. Però adesso dov’è Rukawa?” chiese Ayako versandosi del succo di frutta in un bicchiere. “Spero per lui che non gli abbia torto un capello o è la volta buona che lo ammazzo” la risposta secca di Akagi che aveva addentato un cornetto al cioccolato con rabbia. “Possiamo sederci qui?” istintivamente tutti si girarono in contemporanea nella direzione da dove proveniva quella voce e rimasero di sasso: Miyagi sputò il pane e marmellata che stava mangiando, Ayako si rovesciò addosso il succo e Akagi quasi si strozzò con il cornetto. Davanti a loro stavano Mitsui e Rukawa, avvinghiati in un abbraccio inequivocabile, la guardia con la mano trai capelli corvini del compagno e il volpino che lo fissava con sguardo perso, lasciando ricadere sensualmente la testa nell’incavo della spalla del numero 14. Vi fu un attimo di silenzio totale, dato che tutto il ristorante, assistendo alla nuova scena, si era praticamente svuotato. Questo facilitò i piani organizzati dalla mente diabolica di Mitsui, che fu felice di notare con la coda dell’occhio che Sendoh e, soprattutto, Sakuragi, si erano voltati nella loro direzione e li fissavano senza favellare. Ne approfittò per esibirsi nel tocco di classe della macchinazione che avevano fatto i due poco tempo prima: depositò un tenero bacio sulla fronte di Rukawa, sussurrandogli parole dolci all’orecchio, mentre questo gli passava un braccio dietro la schiena accarezzandogliela. Avevano previsto una reazione catastrofica da parte del rossino, ma mai si sarebbero immaginati di vedere ciò che si presentò al loro sguardo: Hanamichi aveva infatti rovesciato il tavolino dalla rabbia, imbufalito, e adesso si avvicinava a loro minaccioso. Poi però si arrestò a metà percorso, trattenuto da un provvidenziale Sendoh. In preda alla gelosia più abbagliante e all’irrazionalità, si voltò di scatto e afferrato il porcospino per le braccia, lo baciò violentemente tra la sorpresa generale e la rabbia incontenibile di Rukawa, che fu però tenuto a bada da Mitsui. Sendoh fu preso totalmente alla sprovvista e quando si ritrovò a baciare il rossino in quel contatto a dir poco avventato, rimase sotto shock per diversi minuti. Si sentiva al settimo cielo poiché, senza fare nulla, il suo più grande desiderio si stava realizzando, e pensando ciò contraccambiò il bacio di Hanamichi senza aspettare altro tempo. Mitchy intanto stringeva con tutte le sue forze Kaede che, altrimenti, si sarebbe librato in aria e sarebbe riatterrato su Mr Sorriso con un calcio volante, a sgranargli i denti come una pannocchia. “Stai calmo….fermati!! Non vedi che quell’idiota lo sta facendo apposta?!” lo rassicurò la guardia, ottenendo un lieve miglioramento delle condizioni isteriche del compagno. “Il fatto che abbia reagito così, non ti fa pensare…?” Aggiunse poi con un mezzo ghigno, al ché il volpino si tranquillizzò e si voltò a guardarlo lasciando perdere la pessima scenetta che gli si prospettava davanti. “Hai ragione….” Disse, sospirando come se con un semplice respiro avesse rigettato fuori tutto il malessere che aveva accumulato. “Il piano sta funzionando, fidati. A Hanamichi non interessa Sendoh, ci posso scommettere la mia maglia di Jordan appena comprata. Tu intanto continua a ignorarlo e fai finta di essere cotto perso del sottoscritto e poi vedrai che le cose si aggiusteranno da sole.” Gli sussurrò in un orecchio, moltiplicando le ire del rosso che aveva smesso di baciare Sendoh e si era girato a incenerirli. “Hn…ma tu, cosa ci guadagni?” rispose con una vena di diffidenza Rukawa. “Bè, credi che sia divertente vedervi litigare ogni santo giorno perché non riuscite a dichiararvi? Se vi metteste insieme sono sicuro che vinceremo il campionato nazionale, come minimo…. E poi….e poi….. bé, in effetti c’è dell’altro…” Il moretto deglutì e inarcò un sopracciglio. “Ecco, io….. sono innamorato di una persona e forse se mi vede insieme a te…che so, dico così per dire, potrebbe ingelosirsi….almeno spero…” Notando la tristezza che aveva ora velato quegli occhi di solito carichi di grinta e sicurezza, Rukawa si accorse che era nelle sue stesse condizioni anche se non lo dava a vedere e provò un senso di compassione per il povero Micchy. “Posso sapere….” Iniziò a formulare la domanda, ma lui lo interruppe, come se già sapesse che cosa gli stesse chiedendo il ghiacciolo, che poi, tanto ghiacciolo in fin dei conti non era. “E’ Miyagi.” Un sussurro a bassa voce nell’orecchio, onde evitare che qualcuno potesse sentirlo. Anche perché il diretto interessato era ancora seduto a tavola a squadrarli da capo a piedi, mentre Aya gli passava una mano davanti agli occhi ma senza nessun effetto. “So bene che non mi corrisponde, anche perché lui dice di amare Ayako…. Però….però io devo almeno provarci, o starò ancora peggio.” A Rukawa tornò in mente la stessa storia sotto una diversa luce: Il rossino che sbavava per quella gallina della Akagi, e la Akagi che sbavava per lui, e lui che alla fine li folgorava entrambi con lo sguardo. L’idea di non contare niente per Hanamichi che dichiarava di essere cotto perso di Haruko tornò a balenare nei suoi ricordi, e sentendo lo stesso senso di amarezza in Hisashi lo abbracciò spontaneamente con un gesto talmente dolce e affettuoso che Sakuragi iniziò a scazzottare Sendoh senza motivo, e Ryota a quel punto si alzò da tavola dichiarando di non sentirsi tanto bene. Intanto i due si crogiolavano nella stretta, in un’aura di infelicità che solo loro potevano intendere. Però furono bruscamente divisi da qualcosa che colpì alla nuca la guardia. “Ahio!!” urlò massaggiandosi la testa e osservando la sedia che gli era stata scagliata contro da un gigante con gli occhi di bracia e i capelli dello stesso colore. “ADESSO BASTAAA!!!” Tuonò Hanamichi avanzando a grandi passi verso di loro. Però stavolta fu Rukawa a frapporsi trai due, con sguardo gelido. “Che cosa vuoi ancora? Mi è sembrato che stessi insieme a Sendoh, perché non torni da lui?” “ASSOLUTAMENTE NO!!ALMENO FINCHE’ VOI CONTINUERETE A FARE GLI STRONZI APPOSTA PER FARMI SCLERARE!!” silenzio nel locale. Tutto lo shohoku si era dileguato al volo, anche i camerieri e gli inservienti se è per questo, terrorizzati dall’idea di un litigio tra due coppie di quel genere. “Scusa Hanamichi, ma non vedo perché tu debba sentirti così infastidito se non te ne frega niente di Rukawa.” Intervenne Mitchy mentre Sendoh ancora dolorante si avvicinava quatto quatto. “E chi ha mai detto una cosa simile?!!” Urlò fuori di sé il rossino, continuando a lanciare saette con gli occhi. Silenzio. La kitsune sgranò gli occhi spiazzata. “E poi da te non me lo sarei mai aspettato, Micchy, ti ritenevo un amico!! Mi ero fidato di te quando avevi deciso di aiutarmi, ma avrei dovuto immaginarmelo!! Anche tu mi complotti contro!!” Fece per voltarsi e andarsene ma Hisashi lo trattenne per un braccio. “Tsk…Hanamichi credi davvero che io e Rukawa stessimo insieme?Non pensi invece che l’avessimo fatto apposta come te e Sendoh…” Sendoh intanto rosicava perché lui, in tutto quel casino, era l’unico che provava realmente qualcosa per il finto partner, e se la sarebbe sicuramente presa in quel posto alla fine. Sakuragi esitò fissando negli occhi la guardia, che non era per nulla teso e aveva tutta l’aria di stare dicendo la verità. “L’abbiamo fatto per vedere se te ne importasse qualcosa di Rukawa, e datti una calmata perché posso garantirti che a me non interessa in quel senso.” Rukawa abbassò lo sguardo sempre inespressivo, ma dentro di lui in quel momento si scatenava un turbine di emozioni indomabile. Il rossino stava ora guardandolo, un’espressione mista tra rabbia e gioia dipinta sul viso. Era ora di intervenire, adesso doveva sbrigarsela da solo, e chiarire una volta per tutte i suoi sentimenti faccia a faccia col suo do’aho. Quindi prese la mano di Hanamichi sfiorandola delicatamente, poi senza dire nulla si incamminò con passo tranquillo verso l’uscita portandolo con sé. Micchy e Sendoh rimasero soli. “tanto l’avevo capito che era troppo bello per essere vero….quella testa calda appartiene a Rukawa, non c’è nulla da fare…” concluse con un sorriso il porcospino, portandosi le mani in tasca e incamminandosi anche lui fuori. Micchy si scusò, spiegando che non poteva lasciare Rukawa in quelle condizioni e Sendoh annuì con un altro sorriso, specificando che non era affatto arrabbiato, solo rassegnato. Poi più nulla. Il numero 14 prese una sedia e si sedette nell’immenso salone deserto. Ripensò a tutto l’accaduto, e ai sentimenti di Rukawa per Sakuragi. Erano dannatamente simili ai suoi per Ryo-chan, che però dubitava fortemente se ne fosse accorto. Il suo sospiro pesante rimbombò per tutto l’edificio svuotato. Dopo tutta la fatica che aveva fatto, poteva dire di essere contento dei risultati ottenuti: di lì a poco Hana e Ru si sarebbero chiariti, e poi chissà… l’importante era che quello stupido equivoco non proseguisse oltre. Sendoh aveva capito che non tirava aria adatta a lui e si era messo l’anima in pace. Per ultimo, poi, c’era lui, il macchinista della strategia, quello che si era spremuto le meningi per risolvere tutto, che come al solito si ritrovava solo. “Ryo-chan…..scusami….forse non avrei dovuto dare spettacolo così…..chissà cosa penserai adesso…eppure…eppure io l’ho fatto anche per te…perché ti voglio bene…” Un altro sospiro ancora più sentito del precedente. L’immagine del suo compagno di stanza che si strozzava col pane e marmellata era stampata a fuoco nella sua memoria, ma si era imposto di non pensarci, che tanto non sarebbe servito a nulla. Fece per alzarsi e andarsene ma una figura immobile accanto al tavolo lo fece trasalire. Inizialmente aveva creduto che potesse essere Sendoh, ma si era subito ricreduto nel notare la sua altezza. Già, la sua altezza…(NdMiyagi: bè? Vogliamo continuare per molto a sottolineare sta frase?? NdKamiya: Non è colpa mia se sei nano NdMiyagi: Ma come osi, ti pisto!!!NdGory:Basta! Finitela!! Stonk!Stonk!) Non poteva che essere lui, di giocatori della sua statura non ce n’erano molti in giro. Socchiuse gli occhi per vederlo meglio e notò che la figura in controluce era effettivamente Ryota. Si guardarono senza proferire parola. Mitsui si diede mille volte dello stupido per essersi messo a parlare da solo: l’aveva sentito. Adesso sì che era nella cacca fino al mento. Altro che i problemi che si faceva prima, ora veniva la parte peggiore: Miyagi aveva scoperto tutto nel peggior modo possibile. Stavano anche in camera insieme, come pensava di giustificarsi al suo sguardo indagatore? Come pensava di dormire tranquillo la notte, sapendo che probabilmente il suo amico provava ora un grande ribrezzo nei suoi confronti? Non voleva vedere. L’espressione sul suo viso, non la voleva sapere. Strinse dunque gli occhi e abbassò la testa, preparandosi al peggio. “Mi….Mitsui…tu…” provò a dire Ryota, schiarendosi la voce ancora incredulo per ciò che aveva appena sentito. Non trovava le parole per chiedere conferme, come avrebbe potuto chiederglielo? Si vergognava troppo…. E poi l’altro in fin dei conti aveva solo detto di volergli bene… Ma che c’entrava che l’aveva fatto anche per lui? Questo non riusciva a spiegarselo, e avrebbe tanto voluto sapere che cosa intendesse il compagno di stanza, solo che non ne aveva il coraggio. Inoltre Mitchy non sembrava al massimo della forma, anzi….sembrava a pezzi. Fortunatamente era tornato indietro (non aveva la chiave della stanza) durante la discussione delle due coppiette, e aveva scoperto che in realtà Rukawa e Mitsui non stavano affatto insieme. In quel momento si era sentito alleggerire un peso, non sapeva bene perché… Forse perché Ru non era il tipo adatto a lui, o solo per il fatto che non se lo aspettava dal suo compagno di stanza… Si era ritrovato a pensare al tipo che faceva per Mitsui, dicendosi che gli sarebbe servita una persona più grintosa e allegra, con la quale potesse sentirsi pienamente a proprio agio, una persona come lui, insomma. Deglutì sonoramente rammentandosene, mentre il compagno fissava ancora il pavimento. Non è che quel senso di fastidio nel vederli insieme fosse dovuto a…. Non è che forse Micchy, stava iniziando a piacergli? Osservò in silenzio la figura sconsolata che aveva davanti: non aveva il coraggio di muovere un ciglio, chissà a che cosa pensava. Eppure era dannatamente carino con quei capelli sbarazzini sparati in tutte le direzioni, che mettevano in risalto i suoi occhi con quel taglio deciso, sempre molto espressivi e che esprimevano una grande sicurezza di sé . Con un solo sguardo, Micchy aveva il potere di tranquillizzarlo e infondergli fiducia, anche e soprattutto in campo…. Nonostante tutto ciò che aveva passato per via del ginocchio, ai suoi occhi sembrava così convinto di farcela, raramente aveva visto la sua espressione titubante o rassegnata…. Invece ora….. Era addirittura abbattuto, non lo riconosceva più. Si sentì stringere il cuore quando Hisashi fece un passo indietro e si scusò con voce flebile, per poi tentare di voltarsi e andarsene, quindi senza pensarci lo chiamò. “Hisashi….” Non aveva mai osato chiamarlo per nome, eppure quel nome gli piaceva tantissimo, suonava dolce e etereo alle sue orecchie e nel pronunciarlo un brivido gli attraversò la schiena. Mitsui si era bloccato, ma gli dava ancora le spalle… poi disse con tono colpevole: “Scusami Ryo-chan….. sono uno stupido…..io,…non volevo che tu sapessi che….che….” fece una pausa e prese fiato,per continuare “Adesso ti faccio schifo, non è vero? Se non te la senti più di stare in camera con me posso capirti benissimo, sei liberissimo di….” “Piantala di dire scemenze!!” Lo interruppe Miyagi avanzando verso di lui. Poi lo afferrò per un braccio facendolo rigirare su sé stesso in modo da potersi specchiare in quegli occhi che a lui piaceva tanto contemplare, poiché lo facevano sentire in qualche modo protetto e al sicuro. “Tu non mi fai affatto schifo, e non ho nessunissima intenzione di cambiare stanza. Sto bene così, mi piace la tua compagnia e per nulla al mondo la cambierei con qualcun altro.” Più Ryota esternava i suoi sentimenti, più si rendeva conto che ciò che cercava infondo alle sue pupille nerissime era la certezza di essere amati da quel ragazzo così particolare e intrigante. Sorrise nel veder riaffiorare la luce che stava cercando, e si sentì avvampare di calore nel petto. Mitchy quasi si squagliò vedendo il viso del piccolo Ryota illuminarsi completamente…quanto amava quel sorriso così tenero, quella personalità fantasiosa e esuberante, quel ragazzo che esprimeva vitalità in ogni gesto, anche quando picchiava qualcuno non era mai rozzo, c’era sempre un ché di dolce in tutti i suoi movimenti. Non ragionò più, e mandando al diavolo le conseguenze lo attirò a sé in un abbraccio sincero, dal quale Ryota non poteva e non voleva tirarsi indietro. La guardia sussultò nel sentire la guancia del playmaker appoggiarsi delicatamente al suo petto, mentre due piccole braccia gli circondavano la vita. (ndKamiya: giusto la vita, perché più su non ci arriva NdMiyagi: ok, la ammazzo. NdMitsui: non ci provare, tu adesso hai cose più importanti da fare con me! NdKamiya: *___* e io dovrei raccontarle, giusto? NdMiyagieMitsui:GIUSTO!!!)
  
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