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Autore: Seobie    14/09/2015    2 recensioni
[ E se Xiumin fosse stato un barista durante il suo periodo da trainee? ]
Oneshot rivolta al lettore (scritta in seconda persona) ;
Conisglio: da leggere ascoltando "Ocean" dei Seafret. ]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Xiumin, Xiumin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Diciamo che le presentazioni non sono mai state il tuo forte. Anche adesso, che i tuoi occhi non riescono ad allontanarsi dalla paffuta figura di quel barista, la tua mente è in balìa di un senso di vuoto. Come trovare il coraggio per parlare con lui?
   Sei in un locale relativamente tranquillo dove, accompagnata da un leggero rumore provocato dalle chiacchere dei clienti, si sente chiaramente la canzone che trasmettono alla radio. La riconosci subito: è “Oceans” dei Seafret. La ascolti spesso durante i tuoi viaggi in treno. Ti ha sempre dato un senso di tranquillità e, per assurdo, hai sempre pensato che fosse una canzone adatta alle caffetterie.
E come quando dal treno guardi il paesaggio dai finestrini, adesso ti affacci alla finestra che poco dista dal tuo posto a sedere. La vista è una affollata strada di Seoul. Essendo al quarto (ed ultimo) piano di un edificio, il caos di quella strada ti sembra quasi irraggiungibile e ti scappa un sorriso, per questo. Dopo qualche minuto, controlli l'ora sbloccando il cellulare in un gesto automatico, ma poi torni a spostare gli occhi da una sedia di legno all'altra, non avendo neanche prestato attenzione all'orario. Ogni cosa, in quella caffetteria, è fatta in legno scuro e l'aroma di caffè appena macinato è presente in ogni angolo. I tavolini bassi circondati da morbide poltrone fanno da contorno ad alcuni tavoli più grandi, che ospitano dai clienti assonnati ai clienti felici di essere al mondo. Ti piace osservare ciò che ti sta intorno e far caso alle differenze da essere umano ad essere umano.

    Torni a guardare fuori dopo aver fatto il giro della caffetteria con lo sguardo; è quasi inverno e una leggera pioggia mista a neve preme contro il vetro freddo. Passi un dito sulla finestra lasciando una riga visibile, come ti divertivi a fare da piccola sulle finestre di casa dei tuoi nonni. Proprio mentre un sorriso involontario prende nuovamente vita sul tuo volto, il barista si avvicina a te, reggendo su un vassoio il cappuccino che avevi ordinato.   « A te. »  dice sottovoce, posando la tazza sul tavolino. Tu stai ancora sorridendo, quando lo guardi e annuisci. Correggi subito quella piega che prese la tua bocca, ma il ragazzo si è già girato di schiena. Stai iniziando a pensare che dovrà averti preso per  scema, quando vedi il disegno che il ragazzo ha formato con la schiuma. È un cuore che occupa quasi tutta la tazza. In un certo senso, la tua mente si è ripresa da quel senso di vuoto che hai provato nel primo momento in cui hai visto il barista e sta sperando che, quel cuore, sia stato fatto di proposito.
   Guardi il ragazzo da parecchi giorni ormai; da quando ti svegli alle sette del mattino per un forte mal di schiena che non vuole saperne di abbandonarti. Per qualche ragione che anche tu stai ancora cercando di scoprire, andare a fare colazione in quel bar fa sembrare l'attesa dell'orario lavorativo meno stressante. Quel ragazzo prepara il cappuccino più buono del mondo, a sentire un anziano signore che siede, anche lui, tutte le mattine al fondo del locale.
   Comunque, non sai altro di quel barista. Sai solo che fa dei buoni cappuccini, che ha i capelli castani tenuti non molto lunghi ed è più basso della norma. Sai che sta bene in divisa e che ti ispira sicurezza. Sai anche che i suoi occhi sono pieni di tranquillità, come se fosse stato fatto apposta per stare all'interno di quella caffetteria. Ti piacerebbe sapere almeno il suo nome, la sua età, i suoi interessi. Ti piacerebbe sapere anche cosa canticchia a bassa voce preparando il caffè, quando segue un ritmo diverso da quello delle canzoni che trasmettono alla radio. Pensi a questo, quando per l'ennesima volta alzi lo sguardo verso di lui. È intento a svolgere il suo mestiere, ma ti rivolge un'occhiata veloce. Annuisce ad una giovane donna occidentale che gli chiede una bevanda, prima di iniziare a mettere in funzione il macinacaffè.

   Torni al tuo cappuccino, decidendo di addolcirlo con lo zucchero di canna, come hai sempre fatto. Realizzi dopo qualche minuto che, sotto la bustina di zucchero, giace un piccolo bigliettino. Un po’ titubante, lo apri e inizi a leggere il contenuto. A quanto pare è stato strappato da un piccolo block notes a quadretti, date le dimensioni regolari.


“ Le presentazioni non sono mai state il mio forte. E il tuo?
  Beh, mi chiamo Kim Min Seok e lavoro qui da qualche mese, ma non mi era mai capitato di interessarmi a qualcuno. Mi piacciono i tuoi capelli!
Se per te va bene, potremmo incontrarci a mezzogiorno al locale qui di fronte.
Oppure, ecco, far finta che questo biglietto non sia mai finito nelle tue mani.
Con tanta speranza,
Minseok. ”
   
 
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