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Autore: Ecila2000    14/09/2015    2 recensioni
E se korosensei, prima di diventare insegnante, avesse adottato una ragazza?
E se quella fosse, per sbaglio, una killer nata e volesse salvare il suo pianeta? Anche a costo di uccidere il suo padre adottivo?
Buona lettura!
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Karma Akabane, Koro Sensei, Nagisa Shiota, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo



Fa freddo, pensò la ragazza rannichiata in un angolo della strada, con le mani strette intorno alle ginocchia e la soffice neve che le cadeva addosso coprendola con la sua soffice purezza.
Era la prima volta che lei vedeva la neve a Tokyo e la odiò con tutta se stessa.
Aveva camminato per molto, moltissimo tempo, tanto che le sembrava di non sentire più i piedi.
Quando il suo amico Benjiro le aveva mostrato quel cunicolo che dava su una landa desolata, non ci aveva pensato un attimo di più e lo aveva percorso correndo, indossando ancora della pantofole di tela, che ora erano bagnatissime e le gelavano i piedi.
Continuando ad avanzare si era avvicinata alla metropoli di Tokyo, che aveva visto solo in foto o cartoline che teneva Benjiro sotto un'asse del parque dell'istituto.
Entrata in città aveva visto le luci colorate ancora accese, la gente che passeggiava godendosi la nevicata, coppiette felici che camminavano mano nella mano e molti bambini che si rincorrevano e che, con le loro grida vivaci, rallegravano i genitori e la gente intorno a loro.
Rallegravano tutti, tranne lei.
Lei aveva sempre odiato i bambini e quando ne arrivavano di piccolini all'istituto cercava di evitarli più che poteva.
Dal suo punto di vista erano poco sensibili ai sentimenti altrui ed egoisti e ogni volta che sentiva un bimbo frignare per avere un nuovo giocattolo rimaneva disgustata dai genitori che subito si lanciavano alla ricerca del gioco che il piccolo richiedeva.
Lei non era mai stata viziata.
Era la piccola che nessuno voleva, era un incidente di percorso che, per misericordia, i genitori non avevano eliminato.
Ma era comunque indesiderata, perciò era stata lasciata in quell'orfanotrofio.
Piccoli sbuffi di vapore uscivano dalle labbra bluastre della giovane dai capelli viola.
Odiava quei capelli, che le ricordavano terribilmente la madre che l'aveva abbandonata.
Odiava quell'istituto in cui era stata reclusa per sette anni, in cui ogni sorriso, ogni risata, ogni gioco fuori dalle regole era una condanna,
Odiava l'istitutrice di quell'orfanotrofio, adorabile con i genitori, ma crudele con i bambini.
Si strinse maggiormente nel cappottino logoro che aveva tentato di tenerle caldo per tutti quegli anni, ma che regolarmente le aveva fatto patire la gelida morsa di ogni inverno.
Ormai non si sentiva più le gambe, scoperte per la divisa che l'orfanotrofio dava ad ogni orfano che accoglieva.
Sapeva che mancava poco prima che tutto finisse e finalmente l'avrebbe raggiunto.
Abbandonò la testa contro il muro di mattoni e iniziò a cantare una canzoncina in inglese.
-London Bridge is falling down,
falling down, falling down.
London Bridge is falling down,
my far lady…-
-Mia cara ragazza, è “my fair lady”. La signora è cara non lontana- le disse una voce… strana.
Subito la ragazza alzò gli occhi verso la figura e quello che vide non la spaventò, ma la lasciò piuttosto perplessa.
Una grande figura la sovrastava imponente, completamente vestita di nero, con un parrucchino leggermente spostato a destra e il naso assolutamente finto che si era mezzo staccato.
Lei sapeva riconoscere un travestimento quando ne vedeva uno: aveva una vista piuttosto acuta e sapeva cogliere ogni particolare, anche quelli più insignificanti.
La giovane si alzò in piedi traballante e, con un gesto lento e deciso, tolse sia il naso che la parrucca all'essere.
Finalmente trovò un animale a cui paragonarlo: sembrava un grandissimo polpo giallo.
Si allontanò subito da lui e si riappoggiò al freddo muro dietro di sé alla disperata ricerca di un sostegno.
-Hihihihihih! Mia cara, vedo che hai capito che non sono umano, la domanda è: cosa farai ora?- le chiese l'essere col suo sorriso sempre stampato in faccia.
Già, cosa faccio ora?, si chiese lei.
Scappare non poteva di certo, non si reggeva bene in piedi e sarebbe stata una preda facile.
Avrebbe potuto colpirlo, ma dopo poco scartò anche quell'opzione perché si sentiva troppo debole per poter combattere.
L'arma la possedeva, però non era sicura della riuscita del suo piano.
Intanto la neve continuava a scenderle addosso, incurante del suo tremore sempre più forte o del colore rossastro che la sua pelle stava acquisendo.
Invece il polpo se ne accorse, tanto che si tolse la sua giacca e gliela mise sulle spalle notando quanto la giovane navigasse dentro l'indumento.
Un calore improvviso la invase e la sensazione di protezione che stava provando la portò ad una decisione.
La ragazza lo guardò fisso per un tempo che per la creatura parve infinito, poi però fece un passo verso di lui e l'abbracciò, sussurrando appena:
-Portami con te- lasciando basito il polpo.
Quello rimase interdetto per un bel po' non aspettandosi una reazione del genere, poi però passò un tentacolo tra gli sciupati capelli della ragazza e l'afferrò, stringendola a sé e portandola lontano dalla strada e da quell'inferno di ghiaccio.




Ciao a tutti!
Sono una nuova fan di questo anime, quindi molte cose non le so, ma spero comunque che vi possa interessare la mia storia.
Non so se continuarla, anche perché è un tema piuttosto difficile su cui scrivere una storia, perciò fatemi sapere in un commentino se volete che continui oppure scrivetemi per messaggio (magari dandomi anche qualche dritta sul manga ;) )
Aspetto vostri commenti e/o messaggi.
Bacioni,
Alice

  
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