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Autore: Lady_Pendragon    14/09/2015    1 recensioni
« . . . A-avete bevuto troppo, sarebbe meglio se vi metta a letto. » Mormorò il giovane Mago distogliendo lo sguardo dalla figura del regnante, il quale continuò a sorridergli imperterrito.
« Perché invece non ti ci porto io, a letto? » Soffiò Arthur in un sussurro dal tono basso e provocatorio, facendo fremere Merlino, il quale a quel punto si sentiva completamente vittima dell'imbarazzo.
Non sapeva come reagire, o come rispondergli.
Una parte di sé avrebbe voluto che tutto ciò smettesse, adesso, per non soffrirci il triplo il giorno dopo, quando tutti si sarebbero svegliati e si sarebbe reso conto che sotto le luci del giorno era stato solo un gioco per il biondo; ma l'altra parte invece desiderava che tutto ciò continuasse, così come accadeva nei suoi sogni più proibiti, dove finalmente poteva conoscere come ci si sentiva ad appartenere alla persona amata.
Merlino alzò lentamente lo sguardo sul sorrisetto malizioso dipinto ancora sulle labbra di Arthur, e lasciò che la sorte estraesse un vincitore fra la sua parte razionale e quella irrazionale.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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L'ennesimo banchetto, i soliti nobili a Corte, e il solito ubriaco da riaccompagnare nelle proprie stanze, Arthur.
Merlino era solito servirlo e riverirlo durante i ricevimenti, ma quella sera il biondo non si era fatto riempire il calice solo dal suo servo, ma da molteplici persone, il che significava che il suo tasso alcolico quella notte era più alto del previsto.
E dire che il Re di Camelot reggeva bene le sbornie, ma quello era un periodo dove le preoccupazioni erano tante, i problemi troppi e i rimedi scarsi, forse proprio per questo quella notte si lasciò andare, scordandosi per qualche ora di tutto ciò che lo rabbuiava durante il giorno.
Questo Merlino lo capiva benissimo, quello che poco sopportava era il caratteraccio del biondo amplificato per cento quando era sotto l'effetto del vino.

« Finalmente, iniziavate a pesare. » Sospirò il servo, dopo essersi chiuso la porta delle stanze reali dietro la schiena, e aver smesso di sorreggere il Re barcollante, il quale lo stava guardando con aria a dir poco minacciosa.

« Ti ho sentito, sai? Fa un altra battuta del genere e ti caccio nelle segrete, idiota. » Lo rimbeccò immediatamente Arthur, puntandogli il dito contro. 
Merlino sospirò un altra volta e con aria rassegnata annuì lievemente.
Andò a prendere gli abiti per la notte nell'armadio, e quando tornò accanto al letto lo vide lì disteso, a pancia in su.

« Sapete, stasera avete fatto una /pessima/ figura, dinnanzi a tutti. Ma perché non mi ascoltate mai? Vi avevo detto di piantarla con il vino. » Si lasciò sfuggire il giovane Mago, lanciandogli addosso il cambio per dormire.
Il regnante sbuffò di colpo e cercò di schivare gli indumenti con i pochi riflessi lucidi che gli restavano, e alzandosi con il busto fulminò con lo sguardo il suo servo.

« Forse non ti do mai retta perché sei /maledettamente/ noioso. E poi con chi avrei fatto brutta figura, con quei vecchi di là? Per favore, Merlino, sta zitto. Il tuo vociare non aiuta il mio mal di testa. » Rispose a tono il biondo, con lo sguardo fisso sull'altro, il quale scosse il capo e continuò ad indossare un espressione a dir poco contrariata.

« Quei /vecchi/ sono vostri alleati! E ne avete bisogno, che vi piaccia o meno! Dato che non avete una Regina... » Azzardò il moro, rendendosi conto solo dopo di aver toccato un tasto dolente quanto una carie nel petto del regnante, il quale era rimasto scottato dopo il tradimento di Ginevra. Ma ormai era troppo tardi, e il biondo si era già alzato dal letto con aria a dir poco.

« . . . Ma cosa vuoi saperne tu, mh? Di alleanze, di Regine, o d'a m o r e . Sei soltanto un idiota. » Sibilò la voce del biondo sempre più vicina all'orecchio del moro, il quale adesso si trovava davvero con le spalle al muro.
Era vero, Merlino non sapeva nulla di tutto ciò, ma quell'ultimo sentimento chiamato in causa dal regnante lo conosceva bene, così tanto da esserne rimasto bruciato. 
Le iridi cristalline del Giovane Mago andarono a posarsi su quelle azzurro cielo del Re e scosse il capo un altra volta, con l'intenzione di rispondergli a tono perché ormai si sapeva, era una continua lotta per il possesso dell'ultima parola tra quei due.

« Molto probabilmente ne so più di voi. » Disse Merlino, sentendo le parole ingarbugliarsi in gola, tutta colpa del profumo di Arthur, ora /troppo/ vicino, che gli annebbiava la mente.
Il biondo rise sonoramente, quasi come se l'altro avesse appena fatto una battuta, e continuò a deriderlo.

« Si, forse te ne intendi più di me con rose e poesie, dato il tuo essere una /donzella/. Ma non venirmi a dire che sei mai stato con qualcuno perché non ti crederei mai. E' evidente che non sai nulla di ... nulla. » Esclamò il regnante, incrociando le braccia al petto, osservando come gli zigomi pronunciati del moro iniziassero a prendere colore, abbandonando quel pallido bianco latte che erano soliti indossare.

« ---Smettetela ora! Io so come... come amare qualcuno! So cosa... si fa con... una persona che ti piace. » Da un tono alto e infastidito, la voce di Merlino si abbassò gradualmente diventando quasi un lontano sussurro. Il fatto è che stava mentendo, egli non sapeva minimamente cosa e come comportarsi con una persona per la quale si era attratti, per il semplice motivo che non ne aveva mai avuto l'occasione. La sua timidezza era nota a tutti, e lui si andò a complicare le cose innamorandosi di colui che non avrebbe /mai/ potuto avere.
Il giovane Mago si morse lentamente il labbro inferiore e calò lo sguardo, intimorito dalla piega che stava prendendo quella conversazione.

« Bene, allora dimostramelo. Avanti, abbiamo tutta la notte davanti a noi. » Affermò Arthur allargando le braccia, invitando il moro con le parole e con i gesti, facendo esplodere l'imbarazzo dell'altro.
Merlino sgranò gli occhi e poté sentire le gote andargli /completamente/ in fiamme. Lentamente spalancò le labbra più volte, alla ricerca di parole adatte per replicare, ma i primi tentativi fallirono sotto lo sguardo malizioso del biondo.

« . . . A-avete bevuto troppo, sarebbe meglio se vi metta a letto. » Mormorò il giovane Mago distogliendo lo sguardo dalla figura del regnante, il quale continuò a sorridergli imperterrito.

« Perché invece non ti ci porto io, a letto? » Soffiò Arthur in un sussurro dal tono basso e provocatorio, facendo fremere Merlino, il quale a quel punto si sentiva completamente vittima dell'imbarazzo.
Non sapeva come reagire, o come rispondergli.
Una parte di sé avrebbe voluto che tutto ciò smettesse, adesso, per non soffrirci il triplo il giorno dopo, quando tutti si sarebbero svegliati e si sarebbe reso conto che sotto le luci del giorno era stato solo un gioco per il biondo; ma l'altra parte invece desiderava che tutto ciò continuasse, così come accadeva nei suoi sogni più proibiti, dove finalmente poteva conoscere come ci si sentiva ad appartenere alla persona amata.
Merlino alzò lentamente lo sguardo sul sorrisetto malizioso dipinto ancora sulle labbra di Arthur, e lasciò che la sorte estraesse un vincitore fra la sua parte razionale e quella irrazionale.

« Sarebbe interessante. » Riuscì solamente a sussurrare, prima che una spinta invisibile lo fece avvicinare al corpo dell'altro, sfiorando le labbra con le sue in un gesto puramente dettato dall'istinto.
Bene, aveva vinto la sua parte irrazionale, facendo sorridere ancor di più il regnante che a quel punto lo prese per i fianchi e lo fece indietreggiare fino a toccare la schiena contro il muro.

« Non dirmi che quello era il tuo primo bacio, femminuccia, perché credimi, se così fosse avrai molte prime volte stanotte. » Affermò il biondo prima di andargli a mordere il labbro inferiore, per poi baciarlo in modo poco casto e troppo passionale, il che fece quasi mancare il fiato al moro.
Merlino si mantenne con una mano alla dura parete dietro di sé, e con l'altra andò a stringere una folta ciocca di capelli dorati alla base della nuca di Arthur. Da quel momento i freni di entrambi vennero mandati al diavolo, chi vittima dell'alcool, chi di un'ardente desiderio, e i vestiti iniziarono ad abbandonare i loro corpi l'uno dopo l'altro, lasciandoli scoperti da ogni velo, senza lasciar spazio all'immaginazione che ormai era divenuta realtà.
Merlino fremette appena, quando la sua schiena si poggiò nuovamente contro la parete, sentendola fredda contro la propria pelle in quel momento bollente, un contrasto che gli provocò svariati brividi, accompagnati dalle mani dell'altro che con lentezza e sapienza andavano ad esplorare ogni centimetro di quel corpo.
Il moro socchiuse gli occhi e si lasciò scappare un ansimo quando il biondo andò a esplorare quella zona che mai nessuno aveva sfiorato, non aveva mai udito la propria voce suonare così sensuale ed erotica, il che fu una nuova prima volta.
Lentamente e quasi disperatamente, le mani del servo andarono a tirare i capelli del regnante ora inginocchiato dinnanzi a sé, intento a regalargli un piacere mai provato prima di allora.
Non sapeva se fosse così intenso perché era /lui/ a donarglielo, o semplicemente perché fosse sempre così indipendentemente dalla persona che compiva quel gesto.
Altri ansimi uscirono dalle labbra di Merlino ormai rosse dai continui morsi, e quando Arthur abbandonò quell'operato senza alcun preavviso, quegli stessi ansimi si velarono di una leggera frustrazione.
Non fece in tempo a chiedere spiegazioni, perché il biondo si era già alzato in piedi e aveva ricominciato ad armeggiare con il suo corpo, cambiandolo di posizione.
Aveva preso le sue esili gambe e le aveva allacciate dietro il proprio fondo schiena, intimandogli con un sussurro di reggersi forte, perché sarebbe stata un intensa cavalcata la loro.
Con la stessa lentezza e premura con cui l'aveva fatto ansimare poco fa, Arthur si occupò di prepararlo al loro rapporto, lasciandogli intensi baci per distrarlo dal possibile dolore che poteva sentire il moro, il quale ora era stretto in modo a dir poco possessivo al corpo dell'altro.
Gli ansimi ripresero a riempire l'aria di quella stanza, e quelli del servo furono accompagnati da quelli del Re di Camelot, dopo che esso fu entrato nel corpo del moro.
Era come sentirsi completi, una cosa sola con l'altra persona, come se le loro anime in quel momento si stessero fondendo in una sola.
La pelle nivea del giovane Mago bruciava a contatto di quella liscia del Regnante, e ad ogni sua spinta egli gemeva il suo nome, inarcando la schiena sempre di più contro la dura parete che lo sosteneva.
Dopo svariati minuti di intenso piacere, giunse quello estremo per entrambi, facendogli sfiorare il cielo con un dito.
Merlino non si sarebbe mai aspettato di sentire sulla propria pelle il respiro di Arthur, e in quel momento gli pareva quasi di vivere in uno dei suoi soliti sogni nascosti, se non fosse stato per la voce dell'altro che lo fece rinvenire.

« Non ho bisogno di una Regina, perché non è lei che amo. Ciò di cui ho bisogno sei /tu/ Merlino, e spero di avertelo spiegato chiaro e tondo. » Disse con fermezza il Regnante, andando poi a strusciare le labbra sul collo scoperto del moro, mentre l'altro ancora cercava di gestire il battito del cuore troppo accelerato. 
Il servo non riuscì a credere a quelle parole ma le aveva udite davvero, e ciò che avevan fatto ne era stata la prova concreta.
Così, andò ad accarezzargli le spalle e lentamente aprì gli occhi bagnati dalla commozione e gli sorrise flebilmente, seppur in modo dolce.

« Ed io spero di esserlo altrettanto ora, vi amo, Arthur Pendragon. Per cui, non venitemi più a dire che io non sappia nulla sull'amore, perché l'ho appena consumato qui con voi. Ed in più, siete un ladro. Vi siete portato via la mia innocenza. » Lo accusò Merlino, provocando delle sincere e sonore risate da parte di Arthur, il quale era ancora intento ad accarezzare la pelle chiara e perfetta dei fianchi del suo servo.

   
 
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