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Autore: DarkInk    15/09/2015    2 recensioni
La morte ci porta via nei momenti più inaspettati.
Sul nostro comodo divano insieme ai nostri cari...
Su un letto d'ospedale intorpiditi dalla malattia...
Sull'asfalto nero di una strada trafficata...
In particolare quest'ultimo esempio, totalmente casuale giusto?
Solo una disgrazia che può accadere a me, a te, al tuo vicino di casa o magari il tuo vecchio compagno di classe...
...Ma è davvero sempre così?
Genere: Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bimba correva, correva a perdifiato.
Correva con il suo adorato cagnetto al guinzaglio che dimenava le sue piccole zampette per stare al passo della padroncina.
Correva chiamando il nome di colui che inseguiva, con la voce tremante per la fatica e per le lacrime.
Correva evitando la folla sul marciapiede, inseguendo il bambino che le aveva giocato l'ennesimo dispetto.
E per cosa poi?
Prendere in giro una bambina solo perché adorava le bambole e le piaceva vestirsi come loro...
Correva tenendo un lembo del suo vestitino preferito, cucito da lei stessa con l'aiuto di sua madre, che era tale e quale a quello della bambola che quel bambino dispettoso le aveva sottratto all'improvviso.


'La mamma e il papà saranno tanto preoccupati...' pensava triste la bambina mentre continuava a correre. Era scappata via dalla presa gentile della madre sulla sua manina per rincorrere il suo compagno di classe che la aveva presa totalmente alla sprovvista strappandole di mano la sua bambola preferita.
Amava tanto i suoi genitori e lei non voleva farli preoccupare in quel modo...desiderava riabbracciarli al più presto...sono sempre stati buoni con lei, era la luce dei loro occhi, dovuto anche al fatto che era la loro unica figlia.
L'inseguimento continuò, continuò anche quando raggiunserò l'asfalto della strada dove sfrecciavano le macchine.
La ragazzina si fermò di colpo, i suoi le avevano sempre detto che non si attraversano le strade senza dare la manina ad un adulto...
"Rikiya basta! Non è divertente! Ridammi la mia bambola!" urlò la bimba con le lacrime agli occhi rimanendo immobile sul marciapiede stringendo forte il guinzaglio di Yuki, il cagnolino, che era stranamente mogio.
Il bambino da lei chiamato era ormai dall'altra parte e si voltò verso di lei con un ghigno derisorio.
"Se la vuoi vieni a prendertela Nioko!" gridò in risposta l'antipatico prima di ricominciare a correre.
La bambina rimase impietrita per qualche altro secondo, mentre vedeva l'altro voltarsi, prima di raccogliere tutto il coraggio che aveva e iniziare a correre attraverso la strada, non essendosi resa conto del semaforo ormai rosso...
Le macchine veloci la evitavano e suonavano ma lei era troppo concentrata ad inseguire Rikiya per rendersene conto.
Aveva quasi raggiunto il marciapiede opposto, ce l'aveva fatta ormai tanto che le spunto un lieve sorriso sulle labbra.

Al rumore dei clacson e dei motori delle auto se ne aggiunse uno più forte.

Un rumore di frenata, da cui si poteva come sentire il ronzio della disperazione di uno che a breve sarebbe divenuto assassino senza desiderarlo.


La bambina quasi non se ne accorse.


Sentì la sensazione di staccarsi da terra, accompagnata da un forte dolore diradato in tutto il corpo. Poi atterrò su qualcosa, qualcosa che si ruppe all'impatto col suo corpo...vetro.
Di nuovo quel senzo di volo, però quasi non lo percepiva, scombussolata e intorpidita dal dolore silenzioso che aveva dentro e che si interruppe con un forte schioppo.

...

Il suono del suo fragile collo che si spezzava sembrò echeggiare nelle vicinanze. Un suono che però nessuno udì, ma nonostante ciò vibrava nelle orecchie degli spettatori.

Tutti i presenti, compreso Rikiya, sentirono o vederono i piccoli corpi della bambina e del suo cane venir sbalzati sul lato della strada da quel furgone la cui stazza non aveva permesso al guidatore di vedere la piccola in tempo...
Chi urlava, chi distoglieva lo sguardo, chi piangeva.
Tutti alla vista del colore della sua pelle sciogliersi e svanire lentamente si ricordarono di cos'è la morte. 
Il responsabile di tutto, colui che doveva vivere il resto dei suoi miserabili giorni col rimorso della morte di quella piccola, lasciò cadere la bambola a cui lei teneva tanto e se la diede a gambe, spaventato e pieno di vergogna e sensi di colpa.

Ora la bambina giaceva lì.
Sguardo vuoto dei suoi occhi marroni verso il cielo, occhi che non saranno mai più bagnati dalla luce forte del sole estivo.
Collo e arti in una posizione innaturale. Quelle manine una volta morbide e calde, ora serrate e fredde.
Il vestitino fatto da lei e la mamma a brandelli e sporco di sangue.
Il fiocco regalato dai suoi nonni per il suo terzo compleanno sulla sua testa, smontato e imperlato di gocce rosse.
I suoi lunghi capelli neri e luminosi riversati disordinatamente sull'asfalto.
Presa salda sul guinzaglio, accanto a lei Yuki, col manto candido ricoperto di sangue come la padroncina.

 ...

Soli sei anni...

Una vita intera sfumata nel nero della morte...
Tanto amore da donare...
Tanta gioia da provare...

 

 

 

 

 

E tanto odio da poter riversare...

   
 
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