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Autore: Regina96    15/09/2015    1 recensioni
Storia Swanfire ripresa dal flashback dell'episodio 2x06 ma non solo. E se August non fosse riuscito a convincere Neal a lasciare Emma? Cosa sarebbe successo? In che modo ciò ha influito sulla vita di Regina e delle altre persone di Storybrooke? Come verrà spezzato il sortilegio?
Leggete e scopritelo!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

PORTLAND-2001 

“Sei riuscita a prendere gli orologi?”.

“Sono nella borsa" rispose con aria seria Emma, poi, ridendo aggiunse “Peccato, non ho avuto il tempo di assaggiare lo sciroppo d'acero".

“Rimedierò,promesso" disse Neal unendosi alla sua risata. Poi, assumendo un'aria seria aggiunse “Ora vado a piazzare gli orologi".

“Va bene ti aspetto qui”.

“No,ci vediamo al parcheggio dietro alla stazione, ti vengo a prendere alle 9 con la macchina, è piú sicuro" affermò Neal “Tieni, questo è per te, così sarai puntuale” aggiunse con dolcezza rivolgendosi a Emma “Ora vado" e detto ciò aprì la portiera.

Lei afferrò l'orologio e se lo mise al polso, poi si voltò verso Neal. In quel momento pensò che non c'era niente che desiderasse di più al mondo che stare con lui, vedere quel sorriso caldo e sincero ogni mattina per il resto della sua vita. Non era mai stata cosí felice. Nessuno le aveva mai donato tanto quanto aveva fatto Neal. Si, certo, era due ladri ricercati dalla polizia che vivevano in un'auto rubata, ma non le importava. Tutto ció che voleva era Neal e il suo amore, ciò che nessuno era mai riuscito a darle. Si perse nei suoi pensieri finché non sentì la portiera sbattere di colpo. Erano solo le 8 e mezza, aveva tempo, ma non voleva rischiare di rovinare tutto perciò scese dall'auto e si incamminó verso la stazione. Rimase lì ad aspettare appoggiata al muro per oltre mezz'ora ma di Neal nessuna traccia. Lei comunque non si arrese e rimase li ferma ad aspettarlo. Non sapeva quanto tempo ci sarebbe voluto, ma di una cosa era certa. Neal sarebbe tornato da lei. Quando l'orologio della stazione scoccó le 10 la fiducia cominció a vacillare. Tuttavia però non voleva crederci. Neal non l'avrebbe mai abbandonata. Doveva essere successo qualcosa, questa era la spiegazione al suo ritardo. All'improvviso sentì dei passi che echeggiavano nel silenzio tra i muri della stazione. Emma, attenta a non fare rumore, fece scivolare da sotto la manica della giacca una lunga spranga di ferro che portava sempre con sé per ogni evenienza, come rubare un'auto rubata ad esempio. I passi si avvicinavano sempre di più nella sua direzione, così lei si nascose furtivamente dietro una colonna del porticato della stazione, impugnando la spranga. Il rumore di passi si fermò all'ingresso del porticato, a poca distanza da lei. A quel punto con la spranga sollevata oltre le spalle pronta a colpire, decise di uscire allo scoperto correndo verso quella che credeva essere la fonte del rumore. Ciò accadde tanto velocemente che non si accorse nemmeno della figura che aveva davanti finché non sentì una voce familiare. 

“Ehi, ferma, ferma, ferma!” ordinò l'uomo mettendo le mani avanti per proteggersi nel caso fosse stato colpito.

“Neal!” esclamó ad alta voce Emma, poi con rabbia aggiunse “Dove diavolo sei stato? Sono le 10 passate, mi hai fatto preoccupare da morire!”.

“Mi dispiace, scusa, ho avuto problemi con il ricettatore. Non volevo farti preoccupare, ma guarda qui!” ed, estraendo due mazzette dalle tasche, aggiunse “ 20.000 dollari! Possiamo andarcene da questo posto, cambiare identità, numero di telaio, stabilirci in una casa tutta nostra e costruire la famiglia che noi non abbiamo mai avuto” concluse con voce commossa.

Emma era rimasta senza parole. Le vennero in mente centinaia di cose da dire ma non era in grado di dire nulla. Nessuno si era mai preoccupato per lei. Nessuno le aveva mai dimostrato affetto. Questo assomigliava a un bellissimo sogno dal quale non voleva svegliarsi mai piú. Tra le lacrime che le bagnavano le guance riuscì solo a dire “Ti amo". 

“Ti amo anche io, Emma". 

Dopo un lungo e intenso bacio, salirono in macchina e Neal si mise al volante. 

“Quindi ora sarei Emma Warrion, suona bene “ disse Emma aprendo il nuovo documento che Neal le aveva dato.

“Già, la nostra nuova vita ci sta aspettando" rispose con un caldo sorriso.

“Tallahassee, arriviamo!” esclamò Emma piena di gioia.

2 MESI DOPO..

“Sono tornato” annunciò Neal chiudendo la porta della loro villetta indipendente a due piani a due passi dalla spiaggia.

“Ciao amore, vieni, sono in camera! Ho una sorpresa per te!” urlò Emma dal piano di sopra. 

“Arrivo subito, dammi solo il tempo di posare la borsa!” urló a sua volta Neal come risposta. 

Cinque minuti dopo entrò nella loro camera da letto e vide Emma, in piedi davanti alla porta finestra, girata di spalle e con solo una lunga camicia a quadri indosso che le arrivava sopra il ginocchio. Quando si girò vide che aveva gli occhi lucidi e uno strano pacchetto bianco rettangolare in mano. 

“Emma, tesoro, che cosa c'è? É successo qualcosa?” le chiese con voce preoccupata avvicinandosi. 

“Sono incinta ” gli annunciò sorridendo con voce bassa ed emozionata. Poi, però, vedendo l'espressione scioccata che si era dipinta sul viso di Neal, aggiunse frettolosamente “Non sei felice? Cioè lo so che è presto, che siamo troppo giovani e hai ragione.. Abbiamo appena trovato casa, io sto ancora cercando un lavoro ma noi possiamo..”.

Non riuscì a finire mai quella frase perché Neal la baciò. 

“Hai ragione, non sono felice. Sono entusiasta! Cioè, ti rendi conto? Un bambino tutto nostro..Dio, non ci posso credere! Certo dovremmo fare dei sacrifici, i soldi sono quasi finiti ma ce la faremo, io e te, insieme” affermò con voce emozionata e felice. 

Non diede a Emma nemmeno il tempo di risponderle perché la bació di nuovo, la prese in braccio e con gesti delicati la sdraió sul letto, coricandosi sopra di lei. Quando si staccó, lei con un cenno lo invitó a continuare e ripresero a baciarsi appassionatamente. Quello era il giorno più bello della loro vita.
   
 
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