Videogiochi > Final Fantasy X
Ricorda la storia  |      
Autore: crimsontriforce    09/02/2009    6 recensioni
Un animo solitario vide la forza di una moltitudine, dal più mite nacque la rabbia più profonda.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Prima fanfic con personaggio a sorpresa *o* Hint: non è il primo, il secondo e probabilmente neanche il quindicesimo che vi verrà in mente. Non è fatta per trarre in inganno, semplicemente è... così, un moto d'amore per qualcuno che è diventato emo (e in FFX, come tutti sanno, essere emo è pericolosissimo) a ben maggior ragione di Shucosolìmetalgeartotti.
Scritta per la Quinta Minidisfida di Criticoni, per San Faustino, quindi niente romanticismo nella maniera più assoluta. Inoltre, niente angst e niente deathfic. Con queste premesse, FFX era la scelta dei campioni, eh! Proprio ma davvero oh!





Idee sulla sabbia









C'era una volta, tanto, tanto tempo fa, un bambino che disegnava in riva al mare.
Divenne un ragazzo, poi un uomo. Continuò a tracciare segni sulla sabbia, anche quando era inverno e il resto del villaggio si stringeva attorno al fuoco del tempio, anche quando l'orlo della sua veste da monaco veniva rovinato, sbiadito dallo sciabordio dell'onda. Veniva ripreso per questo, quando si ripresentava dai suoi simili, ma abbassava il capo e taceva mentre i suoi pensieri tornavano al mare, a completarsi in ghirigori ricurvi e lettere d'amore a un futuro mai scritto.
Non aveva mai guardato oltre il promontorio dell'isola, ma amava la sua Spira come una sorella, o una madre, in ogni suo monte, anfratto e costa che immaginava stagliarsi all'orizzonte. Sentiva i pensieri ribollirgli in testa, come cavalloni in un fortunale, ed erano tutti grandi, no, enormi – e bellissimi. Così traboccavano e diventavano figure intarsiate, affreschi possibili, spirali ascendenti, mare.

Suo padre un giorno, esasperato (il pover'uomo l'aveva mandato a studiare al tempio quando aveva visto che era impossibile interessarlo alla tessitura, alla pesca o anche solo alle ragazze, e si lamentava sempre di non aver avuto i soldi per spedirlo fino a Bevelle), gli chiese che senso avesse disegnare il mare sulla riva. Lui aprì bocca, ma non riuscì a dirgli che quello, il suo, quello era un mare di pace e vita, senza la distruzione a scatenarsi incessante facendo violenza al mondo. Ed era evidente, perché lì a fianco aveva disegnato Sin rinato, come lo immaginava dalla leggenda di Lady Yunalesca, trafitto però da una moltitudine di guerrieri prima che tornasse ad essere uno con Spira, prima che tornasse a uccidere le idee prima ancora che le persone.
Sapeva che era una fantasia sciocca: prima, qualcuno l'avrebbe dovuto sconfiggere di nuovo.
Allora disegnava due uomini, mano nella mano, ricoperti dai simboli sacri degli Eoni e seguiti ognuno da uno stuolo di guardiani. Poi ci ripensava e ne aggiungeva un terzo, per sicurezza. Poi un quarto.
Oppure tracciava il Tempo che, per concessione di Yevon, scorreva al contrario in un flusso di stelle e permetteva a dei saggi (che erano, in quegli scarabocchi, uomini sorridenti dalla testa molto grande, diversi dalla gravità dei Magistri) di chiedere all'Alta Evocatrice quale fosse la natura del mostro. Lei, splendida e altera com'era dipinta nel tempio, rispondeva per simboli che nemmeno lui capiva, che prendeva dal cielo, dalle nuvole.
O altro ancora.

Era sempre presente quando un gruppo di pellegrini si fermava al villaggio e ascoltava, con gli occhi spalancati come quelli di un animale, le loro storie di terre lontane. Poi strattonava la manica dell'evocatore e lo conduceva alla spiaggia per mostrargli i disegni. Glieli illustrava perfino, mimandoli, diventando ora Spira, ora Sin, per quanto lo ripugnasse, ora Bahamut o Ifrit.
Gli evocatori, però, non capivano. Lui si disse che avevano già dei disegni in testa, più forti dei suoi. Certo più stabili, scolpiti nella pietra dei templi.

Con gli anni, quelle visite si fecero sempre più rare. Nessun evocatore aveva mai completato il Pellegrinaggio, in quei tempi remoti, e sempre meno animi erano così forti da seguirne il richiamo, limitandosi a barricarsi nelle loro case, temendo e dubitando in silenzio.
Rifletté su questo, mentre disegnava un drappello di monaci guerrieri che marciava su un cumulo di morbide volute che voleva esser Zanarkand e ne tornava carico dei suoi segreti, e non seppe se rallegrarsene.
Era un fatto lieto perché dedicava un disegno a ognuno di quei morituri, augurando loro un impossibile futuro migliore, e questo lo distoglieva dal resto. E una battaglia sbagliata non merita d'esser combattuta, gli diceva uno dei suoi uomini di sabbia, quello che stringeva in mano la più importante delle verità. Così, non avrebbero mai vinto.
Tuttavia, se meno gente partiva, nessuno avrebbe mai compreso. E Sin, un giorno non lontano, non sarebbe più stato un sopruso al mondo ma ne avrebbe fatto parte per sempre, senza uscita.

Un giorno, un evocatore capì. Gli rivolse parole gentili cui lui rispose con un sorriso stentato e carico di aspettative. Lo salutò dal promontorio mentre ripartiva per il nord.

Accolse con lo stesso entusiasmo la nave che giunse il mese successivo battendo la bandiera del Gran Magister e di Bevelle.

Quando lo portarono via, chiese solo: “Perché?”



Il suo nome era Omega e i suoi disegni vennero presto cancellati dal mare.










***
And that, as they say, is that.
Omega, il monaco che venne lasciato a morire come eretico per aver proposto alternative al pellegrinaggio in tempi antichi, quando nessun Alto Evocatore ancora aveva sconfitto Sin dopo la sua prima rinascita. Omega la cui rabbia mutò il suo corpo e l'isola stessa in cui morì. Omega che ci credeva tantissimo, davvero, e aveva pure ragione, ma nacque troppo presto in un mondo troppo scemo. Un piccolo tributo.
Per inciso, non è assolutamente come m'immaginavo il personaggio: nella mia testa era una specie di Braska ante litteram (inaspettato, lo so '_'), più impetuoso, ben conscio della praticabilità delle sue idee eretiche. Ma alla fine penso sia interessante anche così... l'altra idea proprio non rientrava nelle caratteristiche della Minidisfida, sarebbe venuta una trama più grossa, forse corale e politica... e decisamente angst. Forse, un giorno. Boh. W Omega in qualunque salsa e tutti gli jellati suoi pari.

Termina in Spirale discendente, una doppia drabble parte della raccolta Verso Zanarkand.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy X / Vai alla pagina dell'autore: crimsontriforce