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Autore: Natalia_Smoak    16/09/2015    4 recensioni
Visto che la Marvel ci ha rivelato solo in parte la storia di Natasha ho deciso di dare la mia versione basandomi su i fumetti, su ciò che il MCU ha creato e su ciò che mi ha suggerito la fantasia
Past winterwidow, past Clinatsha, Romanogers(?)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tales  from the past
 
Steve stava seduto con i gomiti appoggiati alle ginocchia e la testa bassa. L'unico rumore a riempire il silenzio di quella stanza era il respiro pesante di Bucky che adesso dormiva sedato nel letto dell'infermeria dell'Avengers Tower.
A pochi metri da loro, in un'altra stanza la situazione si ripeteva, solo che al posto di Steve c'era Clint e al posto di Bucky Natasha.
Era successo tutto così in fretta, un attimo prima Bucky, il suo Bucky stava combattendo affianco a lui, Sam e Clint, poi l'aveva vista; camminava fiera di fianco a Stark. Capelli rossi come il fuoco i suoi, e occhi verdi come due smeraldi.
Li era cambiato tutto; Steve aveva visto Bucky irrigidirsi mente mormorava qualcosa in... Era russo quello? Il capitano non ne era sicuro.
L'unica cosa di cui era sicuro è che nell'animale che aveva attaccato violentemente Natasha non c'era nulla del suo migliore amico. 
Lo aveva visto scagliarsi su di lei come un leone si scaglia su di una gazzella, con la stessa ferocia, con la stessa brama di morte.
Natasha era in gamba, certo, ma lui era più forte, ogni colpo che Natasha gli dava sembrava sfiorarlo solamente. Alla fine l'unico modo per fermare quella spiacevole situazione era stato separarli con la forza; tutti gli Avengers, non importa se dalla sua parte o quella di Stark si erano scagliati contro il Soldato d'inverno per cercare di separarli. 
Bucky si agitava e sbuffava mentre cercava di liberarsi dalla presa di Iron man e War macchine, mentre Clint si prendeva cura di Natasha cercando di trascinarla via da quel posto.
Per la prima volta in vita sua Steve vide reale paura negli occhi della ragazza.
Perché era così terrorizzata da Bucky?
Il biondo si passò una mano tra i capelli, aveva una brutta sensazione, qualcosa di grosso stava succedendo e questo qualcosa riguardava due delle persone a cui era più legato.
"Natalia Alianova Romanova" sussurrò una voce ancora impastata dai sedativi e con un forte accento russo, nemmeno sapeva che Bucky sapesse il russo.
Steve alzò gli occhi verso il suo amico.
"È il suo vero nome, Natalia Alianova Romanova" rispose Bucky senza guardarlo in faccia ma continuando a osservare al parete in difronte a lui.
"Come lo sai?" domando Steve capendo subito a chi si stesse riferendo.
"Steve, io mi ricordo! Ricordo cosa succedeva in quella stanza, quello che le facevano, quello che io le facevo" rispose tristemente il moro guardando finalmente negli occhi l'amico.
"Buck, ascolta, se vuoi che io comprenda qualcosa di questa faccenda devi calmarti e raccontarmi tutto dal principio, altrimenti non riesco a starti dietro" disse il biondo con una nota ansiosa nella voce, oh si, le cose si sarebbero notevolmente complicate.
"Non ricordo tutto, non ancora almeno. Prima di incontrarla erano solo voci, suoni e immagini molto sfocate, sentivo delle ragazze urlare, rumori di metallo che sbatteva su altro metallo. Poi quando l'ho vista sul campo di battaglia i pezzi hanno cominciato a prendere forma, e finalmente ho visto, sono riuscito a recuperare il mio ricordo. Ero lì, anzi, lui era lì" sospirò Bucky osservando tristemente il braccio metallico.
"Bucky, ehi, qualsiasi cosa lui abbia fatto non è stata colpa tua. Ti hanno fatto un lavaggio del cervello e impiantato un braccio metallico, tu sei una vittima, esattamente come Natasha e tutte le altre ragazze." 
"Hai sempre una buona parola per tutti, non cambierai mai,vero Steve?"
"Che vuoi, sono fatto così, sono sempre il vecchio ragazzo di Brooklyn" rispose lui cercando di alleggerire un po' la tensione.
"Sai perché i colpi che mi dava non avevano effetto su di me? Perché glielo ho insegnati io. Ricordo di averle detto che era la mia preferita, che avrebbe avuto un brillante futuro lavorando per loro" riprese serio Bucky
"Loro?" domandò il biondo
Bucky fece per continuare, ma la porta della stanza si spalancò ed una preoccupatissima infermiera entrò nella stanza:
"Oh mio Dio, Signor Burnes, è sveglio? Devo avvertire subito il medico. Signor Rogers la pregerei cortesemente di andare via, dobbiamo eseguire degli accertamenti sul nostro paziente" disse l'infermiera mentre rimuoveva la flebo dal braccio di Bucky.
Il ragazzo sconsolato si avviò verso la porta; avrebbero continuato questa conversazione più tardi.
Proprio mentre stava sorpassava l'uscio Bucky lo richiamò:
"Steve... Lei.. Lei una volta era mia" 
L'infermiera chiuse la porta.
 
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Steve si sedette nella sala d'aspetto poggiando il capo contro il muro e sospirando; la situazione era più intricata del previsto e onestamente dopo la chiacchierata con Bucky le sue domande erano solo aumentate. Chiuse gli occhi cercando di fare il punto della situazione, ma venne presto disturbato da una voce a lui familiare:
"Giornataccia, eh, Capitano?" chiese Clint mentre sorseggiava un caffè bollente.
"Già, ma direi che oggi lo è per tutti" sospirò Steve
"Beh, di sicuro per Natasha no; si è svegliata"
Steve parve rianimarsi: "Sul serio?"
"Perché credi che sarei qui? L'infermiera mi ha chiesto di uscire per i controlli di routine, ed io ne approfitto per prendere un caffè e mettere qualcosa sotto i denti." rispose Occhiodifalco mentre girava fuori dalla tasca quella che aveva tutta l'aria di essere una barretta proteica
"Come sta?" 
"Bene, o per lo meno finge di stare bene... Lo sai è Natasha, ma questa volta sono in pensiero per lei. Non mi preoccupa il trauma fisico, ma quello psicologico" disse Clint con la voce impastata a causa del cibo
"Trauma psicologico?" 
"Si, l'hai vista anche tu la faccia di Natasha... Voglio dire, il tuo amico... L'ha terrorizzata a morte"
Una parte di Steve avrebbe voluto che Clint esagerasse, ma in cuor suo sapeva che non era così.
"Clint, posso farti una domanda?" chiese il Capitano alzando leggermente la testa e guardandolo quasi in maniera timorosa.
"Aventi, sentiamo, ma ho la sensazione di sapere dove andremo a parare" sospirò l'arciere sedendosi vicino a lui.
"Cosa sai del passato di Natasha?" 
"Poco più di quello che sai tu. Ci siamo incontrati a Budapest, e poi per una serie di circostanze non ci siamo più separati" disse Clint guardando nel vuoto mentre i ricordi si facevano strada nella sua mente.
 
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Inizio flashback
1991
Da qualche parte a Budapest
 
"Una missione semplice diceva Fury" sospirò Clint mentre scostava le macerie di quello che ho una volta doveva essere un pilone portante di una casa
Che diavolo ci era andato a fare? Lui non era mica europeo, dannato Fury, dannata S.H.I.E.L.D.
Ma non potevano vedersela si servizi segreti europei?
Quando Fury lo aveva mandato in Ungheria pensava sarebbe stato un lavoretto semplice, un paio di frecce ficcate nel punto giusto e poi tutti di ritorno alla base.
Clint si guardò intorno; vicino a lui i corpi di una cinquantina di soldati esanimi...mm ci era andato giù pesante, ma, intendiamoci, anche tutto il gruppo di agenti della S.H.I.E.L che viaggiava con lui  ci era andato giù pesante, ma almeno erano sicuri di aver raso interamente al suolo il battaglione nemico. Una voce proveniente dalla ricetrasmittente lo ridestò dai suoi pensieri:
"Agente Barton, allora, il luogo è pulito? Non ci sono tracce di spie nemiche?" chiese la voce grave di Nicholas Fury.
"Affermativo"
"Bene, allora può tornare alla base e raggiungere gli altri"
Fu allora che lo sentì, un rumore flebile, quasi impercettibile, ma i suoi sensi erano ben allenati.
Abbassò il volume della ricetrasmittente e con molta cautela si avvicinò alla fonte del rumore e quando la trovò si sforzò di rimanere impassibile davanti a ciò che gli si parava davanti:
Una ragazzina; una esile ragazzina dai capelli rossi e il viso da bambola di porcellana giaceva al suolo con una freccia conficcata sopra il seno destro. 
"Uccidimi" fu tutto quello che la donna disse, o meglio sussurrò.
Nella sua vita di cose strane ne aveva viste tante, alcuni dei suoi nemici lo avevano implorato di ucciderli rendendosi conto di essere in fin di vita, ma questa ragazza non era conciata così male; aveva solo qualche ferita superficiale e quella provocata da una freccia.
"Chi sei?" domandò guardingo mentre le puntava una freccia al collo. La prudenza non era ai troppa.
"Natasha, Natalia, Natalie... Chi lo sa più !" rispose la strana ragazza mente si estraeva la freccia conficcata nel petto. Il suo sangue si sparse ovunque.
"Però, io non ti uccido e tu decidi di morire dissanguata. Sei furba" disse sarcastico l'uomo
"Morire dissanguata? Oh, come vorrei potesse accadere."
"Da che parte stai, buoni o cattivi?" chiese Clint abbassando l'arco. 
"Da nessuna delle due" 
La ragazza non sembrava pericolosa, era solo strana, quello si, e Clint era irrimediabilmente affascinato da questa giovane sconosciuta. Dio, era proprio vero che gli uomini potevano pensare con una testa per volta, e lui attualmente lo stava facendo con quella sotto la cintura. Se lo avesse visto la sua fidanzata Laura... Di sicuro lo avrebbe preso a schiaffi.. Però... c'era qualcosa in quella ragazza che lo aveva spinto a fidarsi, voleva capire cosa poteva averla portata in quel luogo e a cercare disperatamente la morte.
Paradosso volle che però quella notte lei lo facesse sentire più vivo che mai.
 
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Clint sospirò pesantemente e si sedette sul materasso coprendosi alla meglio col lenzuolo. La ragazza gli dava le spalle.
"Come sei pensieroso, non ti sei divertito abbastanza ieri sera?" domandò lei girandosi ancora avvolta nelle lenzuola
"No, al contrario, è stato il migliore di sempre" rispose lui senza guardarla.
Per un po’ ci fu un confortevole silenzio poi Natasha parlò:
"Pensi alla tua donna?" chiese lei 
"Come lo sai?" Clint era sbigottito, come diavolo aveva fatto, lui era sicuro di non averle detto nulla.
"La tua mano destra" rispose semplicemente lei
Clint guardò la sua mano non notando nulla di anormale.
"La tua mano è abbronzata, tranne che una sottile linea circolare sul tuo anulare... Tu di solito porti un anello" disse lei sempre con una tranquillità disarmante. Poi si alzò e completamente nuda si diresse verso quello che più che un bagno era definibile come una latrina.
"Aspetta, ehi, Natalia, Natasha, o come diavolo.."
"Nat. Mi hai chiamato così questa notte"
"Ok, d'accordo, Nat, ascolta io non.."
"Ehi, guarda che non mi devi nulla, non ho bisogno di coccole. E per te, smetti di pensare a quello che è successo, sei una brava persona, non è una notte di sesso con una sconosciuta che rovinerà la tua vita familiare. È stato conforto reciproco"
"Un piacevole conforto reciproco direi." puntualizzò Clint.
Natasha sparì nella latrina, quando uscì pulita e vestita trovò Clint, anche lui vestito ad aspettarla.
"Allora, Nat, che ne dici di vedere come si sta dalla parte dei buoni?"
"Voi non siete i buoni, siete i meno peggio, ah e comunque voglio conoscerla"
"Chi?"
"La tua donna, no?" 
 
 
Fine flashback
 
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"E così adesso sai tutta la storia. Che ne pensi?" disse Clint rivolgendosi al Capitano
"Wow, beh, onestamente sono un po’ frastornato… è come avere tanti pezzi di un puzzle e non sapere in che ordine metterli” sospirò Steve passandosi una mano tra i capelli.
“Lo sai vero che l’unico modo per capirci qualcosa è parlare con Natasha?” disse Clint
“Già, mi ci vedo proprio ad andare da lei e chiederle: “ehi, perché non mi racconti qualcosa del tuo passato””
“Lo farà, se glielo chiedi lo farà, perché  anche se non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura si fida di te. E poi ormai tutti gli altarini sono scoperti e credo che lei preferisca dirti le cose di sua volontà anziché fartele apprendere da altri”
 
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Steve si guardò intorno circospetto, e quando fu sicuro che in corridoio non ci fosse nessuno entrò il più silenziosamente possibile nella stanza di Natasha.
Non avrebbe dovuto essere lì; secondo i medici Natasha aveva bisogno di riposo, ma lui aveva bisogno di risposte.
Prese la sedia nella stanza e la posizionò verso il letto di Natasha, si sedette e si mise ad osservarla; aveva gli occhi chiusi e  il respiro regolare. La pelle era chiara sul viso e aveva alcune escoriazioni sul labbro superiore che stonavano terribilmente con il suo incarnato. Lo sguardo di Steve scivolò sul suo collo e poi sul morbido petto che, lasciato scoperto dalle lenzuola, si abbassava ed alzava ritmicamente.
Fu lì che se ne rese conto e sospirando prese coraggio e parlò:” Sai che non sei così brava a fingere di dormire?”
Natasha aprì gli occhi e mosse solo la testa girandola verso Steve:” Beccata! Cosa mi ha tradito?” chiese la rossa leggermente indispettita dalla situazione
“Sei stata quasi perfetta, l’immobilità, il respiro pesante… ti ha tradito il petto; si alzava ed abbassava troppo velocemente perché tu stessi dormendo, sei riuscita a mascherare l’intensità del tuo respiro ma il corpo ti ha tradita”
Natasha gli sorrise maliziosa poi si mosse girandosi verso di lui con tutto il corpo e sistemandosi in posizione fetale esaltando la sinuosità del suo fisico: “E così il  ragazzo d’oro d’America si diverte a spiare le scollature delle ragazze “ disse Natasha pensando di farlo arrossire mettendolo in imbarazzo come al solito.
“Beh, di sicuro non sono stato l’unico a spiare nella tua di scollatura” rispose lui più acido di quello che in realtà avrebbe voluto essere. Era stato più forte di lui, le parole di Bucky gli ronzavano in testa provocandogli persino una sgradevole sensazione alla bocca dello stomaco. Se non avesse saputo che era impossibile, Steve, avrebbe giurato di essersi preso una violenta gastrointerite.
La reazione di Natasha fu composta; senza dire nulla si limitò a mettersi prona sul letto e sospirare, anche se il Capitano aveva visto benissimo i suoi occhi sgranarsi.
“Deduco che hai parlato con lui” disse atona
“Deduci bene. Ho anche parlato con Clint” rispose lui serio
“Uh, quanto interesse per me… Sta attento soldato, qualcuno potrebbe pensare che io ti piaccia” soffiò lei ritrovando la perduta malizia.
Steve scosse la testa e sorrise leggermente:” Però, la ragazza del mio migliore amico…sai, sarebbe stata un’infamata anche nel 1940”
“Non ero lo sua ragazza!” lo freddò la rossa
“Ah  no? Allora perché non mi spieghi che cavolo è successo tra di voi”
“Non molli mai, vero?” disse picata
“Diciamo che sono piuttosto testardo nelle questioni in cui sono coinvolte le persone a cui voglio bene” rispose il ragazzo mentre si passava una mano tra i capelli.
“E perché tra tutte le persone dovrei raccontare il mio passato proprio a te?” domandò lei
La risposta del ragazzo la spiazzò: “Perché nei hai bisogno. Il tuo passato ti sta mangiando viva, pezzo dopo pezzo e se continuerai a tenere per te tutto quello che è successo non ci vorrà molto prima che tu abbia un crollo nervoso, soprattutto ora che una parte di quel passato che tu sembri voler dimenticare e tornata a darti la caccia. Ora, ricordi cosa ti ho detto qualche anno fa in macchina di Sam? Ti ho detto che mi fidavo di te e volevo che fossi mia amica, e gli amici fanno questo; si fidano l’uno dell’altro.. io mi  fiderei se stesse a te salvarmi la vita e vorrei che tu mi permettersi di salvare la tua anche adesso”
Natasha si portò una mano alla tempia: ”Non puoi proprio fare a meno di preoccuparti per gli altri, vero? Perché non riesci ad accettare di non potermi aiutare? Nessuno può farlo Steve, nessuno può prendere il peso che ho sulle spalle, tanto meno tu”
“Lasciami almeno provare” tentò lui
“Avevo proprio ragione: Non sei tagliato per questo mestiere” sospirò Natasha
A quel punto l’uomo si alzò; era stato tutto inutile, anzi, stava ottenendo l’effetto contrario e rischiava che Natasha si chiudesse a riccio.
Si diresse verso la porta e fece per aprirla, ma la voce della rossa lo fermò:
“Steve…siediti, sarà una storia lunga, molto più lunga di quello che pensi” sussurrò la rossa continuando a guardare il soffitto sopra di lei.
 
 
 
 
Spazio autrice:
Ok, credo che questo sia il lavoro più lungo e impegnativo dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi che io abbia mai fatto, ma dovevo farlo!
Visto che la Marvel ci ha rivelato solo in parte la storia di Natasha ho deciso di dare la mia versione basandomi su i fumetti, su ciò che il MCU ha creato e su ciò che mi ha suggerito la fantasia. Non avevo pianificato una cosa così lunga, infatti in origine pensavo di pubblicare tutto in un unico cap, ma alla fine ho deciso di staccare per rendere la lettura più scorrevole. Ah, vi avviso che il prossimo capitolo partirà subito con il racconto della storia da parte di Natasha, cioè in pratica si riprende da dove ho interrotto ora.
Se questo primo capitolo è stato pubblicato un ringraziamento speciale va a Asia Dreamcatcher (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=205428 ) che mi ha aiutato in un momento di blocco leggendo e correggendo parte ci ciò che avevo scritto.
A presto con secondo capitolo!
  
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