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Autore: Crepuscolina13    16/09/2015    4 recensioni
Questa è una rivisitazione dell episodio 3x13. Regina dopo essere ritornata nella foresta incantata vuole usare su di se l'incantesimo del sonno per non sentire più la lontananza da Henry ma Robin la ferma...e se invece Robin non l'avesse fatto? E regina fosse caduta in un sonno profondo? Ovviamente SwanQueen.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alle mie spalle sentii un rumore di un arco che si tirava.

-Cosa stai facendo?- esclamò Robin Hood con un tono veramente insolente.

-Intendi veramente minacciarmi?- chiesi ridacchiando e prendendomi gioco di lui.

-Si se non mi dici immediatamente quale stregoneria stai preparando- rispose lui, sicuro di se stesso, come se quella sua inutile freccia potesse farmi qualcosa.

-Un incantesimo del sonno se proprio ci tieni a saperlo- risposi acida tornando a maneggiare le preziose boccettine.

-Questo non è d'aiuto- replicò lui tirando ancora di più il suo bell'archetto.

-Tranquillo non mancherà a nessuno- dissi versando l'ultimo ingrediente nella boccetta.

Il liquido si colorò di viola, perfetto!

Mi sedetti sulla mia comoda sedia regale e guardandomi allo specchio presi uno spillo dai miei capelli.

Mi soffermai un momento sul mio riflesso, a stento mi riconoscevo.

Ero nel mio castello, circondata da tutto ciò che un tempo desideravo, vestiti, gioielli e potere.

Ero perfino vestita nello stesso identico modo di 28 anni fa, ero ritornata nelle mie vesti da Regina Cattiva, ma adesso non lo ero più.

L'altro giorno, per un secondo sono ritornata a odiare Biancaneve.

Il mio piano era perfetto, avevo già programmato tutto, ma ovviamente quella spargi speranza aveva dovuto contagiarmi con le sue sdolcinate parole, e con molta sofferenza avevo dovuto rinfilarmi il cuore nel petto.

Ma non avrei seguito il suo consiglio.

Aveva detto di provare ad essere felice, perché Henry l'avrebbe voluto, mi aveva suggerito di trovare l'amore, ma sapevo già che tutto sarebbe stato inutile.

Avevo già trovato l'amore e per l'ennesima volta mi era stato portato via.

E per questo adesso mi trovavo qui.

-Intendi usare l'incantesimo su te stessa non è vero?- chiese tristemente il ladro, che chissà come aveva già intuito tutto.

-Per tuo figlio...- aggiunse poi, riponendo la freccia nella faretra.

-Non preoccuparti prima disattiverò lo scudo- dissi evadendo la sua domanda, per poi intingere il fuso nella boccetta.

Affascinata osservai l'ago incantarsi, presto non avrei più sofferto.

-Regina non puoi farlo!- esclamò l'uomo preoccupato avanzando verso di me, ma io con un gesto della mano immobilizzai i suoi piedi.

-Questo non è un tuo problema!- risposi ritornando per un secondo a essere la vecchia me stessa.

-Perché vuoi condannarti a un simile destino?-

-Proprio non capisci vero?- chiesi ridendo della sua poca arguzia.

-Questo è l'unico modo per smettere di soffrire- spiegai felice e convinta della mia scelta.

-Dormire per sempre sarebbe la tua soluzione?- chiese scioccato.

-Si perché l'unico motivo per cui potrei svegliarmi è grazie a qualcuno che amo, mio figlio e ... quindi se mai arriverà quel momento la sofferenza svanirà, altrimenti sarò ben felice di non svegliarmi mai più- dopo la mia rivelazione non aspettai che il ladro aggiungesse altro.

Presi in mano il fuso e velocemente mi diressi all'esterno.

Facilmente spensi il fuoco che bruciava, così Biancaneve e il Principe avrebbero vinto un'ennesima volta.

Fatto ciò mi sedetti su una panchina lì vicina.

Feci un gran bel respiro e chiudendo gli occhi permisi ai ricordi di invadermi la mente.

-Henry questa è la tua nuova casa- esclamai felice, sistemando la culla sul tavolo, ma appena lo feci il bambino ritornò subito a piangere.

-No no piccolo non piangere- implorai tristemente prendendolo in braccio.

Gli cantai una canzone, lo feci giocare, gli diedi da mangiare, gli raccontai perfino una fiaba, ma nulla servì a farlo smettere di piangere.

-Henry per favore, farei di tutto per te, ma devi darmi almeno un occasione- implorai al neonato con le lacrime agli occhi.

Per l'ennesima volta lo presi in braccio ma in questa occasione le sue lacrime cessarono di cadere.

-Oh Henry grazie- dissi sorridendo per poi depositare un dolce bacio sulla sua piccola fronte.

-Tu sei l'unico che crede in me-

Quel ricordò fu il più forte e il più potente, il primo incontro con mio figlio fu per me una pugnalata al cuore ma ancora non mi arresi, prima di dormire per sempre avrei rivissuto i momenti più belli della mia vita.

-Regina, so di non poterti offrire né un castello, né una vita degna di te, ma sarei comunque l'uomo più fortunato dell'intero reame se tu mi concedessi l'onore di unirti a me per sempre-

Non ci potevo credere, il mio cuore aveva perso un battito così come il mio respiro si era congelato.

Ero in una stalla, circondata da maestosi cavalli, con escrementi ad impregnare l'aria dal loro fastidioso odore, eppure non ero mai stata più felice di così in vita mia.

-Si Daniel, voglio sposarti- riusci a mormorare incredula.

Sentì alcune lacrime scendermi sulle guance ma continuai.

-No sceriffo lei non capisce, o trova subito mio figlio o altrimenti io giuro che......-

Il fiato mi si strozzò in gola guardando attraverso la finestra.

-O mio dio!-

-Henry! Henry!- urlai uscendo di casa per andare ad abbracciare il mio bambino.

-Stai bene?Ero così preoccupata!- esclamai più serena ora che lo stringevo tra le mie braccia.

-Cosa ti è successo?-

Purtroppo l'abbraccio non fu ricambiato, e sgusciando via dalle mie braccia Henry corse in casa ma prima esclamò:

-Ho trovato la mia vera mamma!-

Solo allora notai che sul vialetto di casa mia era presente anche un altra persona.

Una giovane donna, da lunghi e folti capelli biondi, con occhi verdi e una giacca rossa di pelle mi guardava visibilmente in imbarazzo.

-Lei è la madre biologica di Henry?- chiesi scettica.

-Salve- rispose la donna sorridendo timidamente.

Purtroppo non riuscì a trattenermi e un singhiozzo sfuggi dalle mie labbra.

Faceva troppo male.

Faceva troppo male ricordare quel primo incontro che troppe volte avevo maledetto, ma che alla fine mi ero ritrovata a ringraziare.

Non sapevo neanche quando mi ero resa conto di provare tali sentimenti.

Semplicemente era successo.

Forse sull'Isola Che Non C'è? Quando quei due idioti tentavano in tutti i modi di aggiudicarsi il suo cuore?

Di una cosa ero certa, quando avevo preso in mano l'incantesimo del sortilegio, tutto era diventato più chiaro.

Avevo capito quale sarebbe stato il prezzo da pagare, che purtroppo avrei pagato solo io.

-Mamme allora io vado!- esclamò Henry affrettandosi ad uscire.

-Mi raccomando tesoro stai attento- mi raccomandai come al solito.

-Certo mamma, ormai ho 19 anni, non sono più un bambino, e poi esco solo con gli amici- brontolò lui imbarazzandosi.

-Lo so, ma per me resterai sempre il mio bambino- risposi dolcemente, mettendomi in punta di piedi per riuscire a depositare un bacio sulla sua fronte.

-Tranquillo vai pure ragazzino, a lei ci penso io- disse all'improvviso Emma.

-Sai mamma? É arrivato il momento di cambiare quel soprannome- e dettò questo Henry se la svignò di casa.

-Tesoro quando smetterai di fare la mamma chioccia?- mi chiese quella splendida voce prendendomi in giro.

-Mi hai appena paragonato ad una gallina?- chiesi scettica alzando i sopraccigli e avvicinandomi alla persona che ormai era diventata il mio lieto fine.

-Certo tu potresti assomigliare a una gallina, se solo non fossi provvista di una splendida pelle diafana, occhi magnetici, labbra maledettamente sexy, un corpo da urlo e a mio dire anche di un favoloso fondoschiena- spiegò ridacchiando, facendo incrociare dolcemente le nostre mani.

-Ah davvero?- chiesi fingendomi arrabbiata.

-Eh già- rispose lei, avvicinando i nostri visi per potermi baciare, ma subito mi tirai indietro.

Se Emma voleva giocare, bene, avremmo giocato, ma alle mie regole.

-Ok- dissi dirigendomi in cucina per finire di preparare la cena.

-Se la pensi in questo modo allora stasera niente sesso- minacciai sorridendo maliziosamente.

-Cosa?No! Regina aspetta!- esclamò la bionda inorridita, correndomi dietro.

****

-Regina! Regina!- esclamò lei preoccupata.

-Emma...- sussurrai amorosamente appena aprì gli occhi.

-Che cosa hai visto?- mi chiese Mary Margaret agitata.

-Ciò a cui dovrò rinunciare per rompere il sortilegio- spiegai con voce da funerale.

Ed era proprio ciò che era successo.

Avevo dovuto rinunciare al mio lieto fine.

A mio figlio e a Emma, la donna che amo.

Ormai le lacrime scorgavano a fiumi dai mie occhi, e i singhiozzi mi permettevano a malapena di respirare.

Avevo ricordato ciò che andava ricordato, ma ora l'avrei fatta finita.

Presi un bel respiro, focalizzai mentalmente le immagini di Emma ed Henry e poi mi punsi il dito.

Per un secondo non successe nulla, ma subito dopo mi sentì mancare le energie.

Mi accasciai per terra e prima di chiudere definitivamente le palpebre e cadere in un buio profondo sussurrai una parola.

-Famiglia....-

 

Un anno dopo, Storybrooke

 

Di colpo aprii gli occhi.

Fu come se avessi trattenuto per troppo tempo il respiro sott'acqua.

Con uno scatto mi alzai e subito mi guardai intorno.

Ero seduta su una specie di letto d'oro, decorato da meravigliosi rami intrecciati ed indossavo un elegante e regale abito rosso.

Ero circondata da praticamente mezza Storybrooke.

David, Mary Margaret, Gold, Neal, Trilli, Uncino, Robin, Ruby, Granny, Leroy, Archie, Henry ed Emma.

Il ragazzo si trovava nelle braccia dei nonni, la donna invece mi stava tenendo per mano, con sguardo incredulo e lacrime di felicità agli occhi.

Ma cosa stava succedendo?

E all'improvviso ricordai.

Peter Pan, il sortilegio, La Foresta Incantata, il palazzo, Robin Hodd, l'incantesimo del sonno, i ricordi e alla fine il buio che sempre più velocemente mi trascinava con se.

Ma adesso ero sveglia?!

Come era possibile?

L'unico modo era con un bacio del vero amore......

Fissai incredula Emma e mi immersi nei suoi meravigliosi oceani verdi.

-Tu mi hai salvato- dissi esterrefatta.

-Regina...- mormorò la bionda a sua volta.

Entrambe eravamo incapaci di parlare, ma questa volta le parole non sarebbero servite.

Emma avvicinò i nostri visi e dolcemente posò le sue labbra sulle mie.

Subito fui invasa da un familiare profumo di cannella.

Le cinsi il collo con le braccia ricambiando il bacio e la nostra effusione da dolce e romantica si trasformò presto in passionale e coinvolgente.

-MhhMhh- si schiarì la voce David.

Emma imbarazzata interruppe a malavoglia il contatto.

-Emma io..- ma un suo dito bloccò le mie labbra.

-Lo so- rispose dolcemente ma questa volta non feci in tempo a sprofondare di nuovo nelle sue iride mozzafiato, che mi ritrovai sommersa da un caloroso e appassionato abbraccio di mio figlio.

 

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Ta dan! Spero vivamente che questa stramba idea vi sia piaciuta, l'unica mia giustificazione è che queste due mi fanno impazzire, ma credo che questo voi possiate capirlo XD. Grazie in anticipo a tutti quelli che leggeranno la storia.

  
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