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Autore: Jeanger    18/09/2015    2 recensioni
La storia di come i genitori del semidio più famoso di tutti i tempi si siano incontrati. La storia d'amore dolce e terribile tra il dio Poseidone, che ha scelto di infrangere un patto con i suoi fratelli dei, e Sally, la mortale speciale che è riuscita con la sua semplicità ad incantare il grande dio. Il prequel (come lo immagino io) della grande saga.
Ciao a tutti, di solito non scrivo fanfiction ma storie originali, questa volta però mi sono voluta calare in questa piccola impresa e scrivere del come, secondo me, si sono incontrati la madre di Percy e suo padre.
Spero vi piaccia e di vedere tante stelline accese. Se vi piace, commentate e accendete una stellina, così capirò che vi ha colpito e continuerò a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Poseidone, Quasi tutti, Sally Jackson
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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La spiaggia era gremita di gente, alcuni ballavano a ritmo di musica, altri era seduti in riva al mare, con i piedi che toccavano le onde, altri ancora arrostivano marshmallow davanti al fuoco.
Sally era lì, in mezzo alla folla con le sue amiche, che si scatenava a ritmo di musica.
Era bellissima, aveva i capelli mossi e neri, che si muovevano con la sua testa, gli occhi verdi, la pelle abbronzata dal sole. Aveva 19 anni, era nel fiore degli anni.
Le sue amiche andarono a prendere da bere e lei rimase ad aspettarle, mentre si muoveva sul Carlto, di lato alla pista, aspettando che tornassero.
-Ehi- un tizio le si avvicinò. Era enorme, quasi un gigante, alto almeno de metri, spalle enormi, pelle chiarissima, occhi scuri e capelli castani. Indossava dei pantaloncini da surf e una canotta aderente. -Come va, bella?-
Sally alzò gli occhi al cielo e guardò dall’altro lato.
-Mi chiamo James- e si avvicinò ancora.
Sally lo fulminò con lo sguardo, ma a lui non parve importare.
-Bella serata vero?- altro passo.
Sally sbuffò e fece per andarsene, ma James la prese per il polso e se la tirò al petto, spazzando via ogni distanza fisica tra loro e bloccandola.
-Come ti chiami?- le sorrise. Sally dovette ammettere che sembrava quasi un dio, con quei suoi denti perfetti e quel viso che sembrava scolpito, ma il suo atteggiamento la stava davvero infastidendo.
-Lasciami andare!-
-Non ti spaventare, bambolina. Non voglio farti del male. Solo scambiare quattro chiacchiere-
-Magari saresti più convincente se il tuo “coso” non mi premesse contro la pancia!-
Lui sorrise e le sussurrò -allora lo senti?- con fare seducente.
Sally gli mollò un ceffone e lui per la sorpresa la lasciò andare.
-Ehi, ma che problemi hai?-
-Io? Che problemi hai tu! Idiota-
Sally girò sui tacchi, ma lui la fermò di nuovo, afferrandola per il polso.
-Ma che diamine…-
Il tizio provò la baciarla e lei vide come al rallentatore quelle labbra prominenti verso di lei.
-Ehi, mi pare di avere capito che la ragazza non vuole teste vuote tra i piedi- disse un ragazzo, poggiando la mano sulla spalla di James.
Il ragazzo si girò e si trovò davanti un ragazzo abbronzato, più basso e dal fisico scattante che lo guardava con i suoi profondi occhi blu.
-E tu che vuoi?-
-Lascia stare la ragazza-
-Levati di mezzo- disse mollandogli una gomitata. Quella se la prese giusto sullo stomaco, ma non sembrò farci caso. Per tutta risCarlta, strinse la mano che aveva sulla spalla di James e quello si afflosciò.
-Ma che…?-
-Vieni, andiamo via- il ragazzo le porse la mano e Sally l’afferrò senza pensarci due volte, scappando via.
Quando furono abbastanza lontani, si fermarono e si appoggiarono contro una palma.
Il ragazzo scoppiò a ridere, Sally lo guardò stupita.
-Cosa c’è da ridere-
-Quel tizio. Mi divertono un sacco quello come lui. Scommetto che si ripete in continuazione “sono così bello che nessuna pollastrella può sfuggirmi. Nemmeno io riesco a resistere al mio riflesso nello specchio. Perché l’automatrimonio è illegale?”
La ragazza scoppiò a ridere, non tanto per la battuta, ma per le facce buffe che il tizio aveva fatto.
-Mi chiamo Sally- disse lei porgendogli la mano.
Lui si inginocchiò e gliela baciò, cosa che la fece rimanere di stucco.
-Carl, enchanté-
Sally lo guardò e trattenne una risata.
-Allora, Carl- disse marcando il nome con la voce. -Penso che dovrei ringraziarti-
Lui sorrise.
-Magari potresti venire a prendere un gelato con me, ora?-
Sally fece un mezzo sorriso. -Mi sta venendo il dubbio che quel James fosse un tuo scagnozzo e fosse tutto un piano-
-Oh, ma davvero?- chiese lei ridendo.
-Certo- disse lui mettendosi in Carla.
Carl guardò il cielo, mentre un groppo di strani uccelli passano loro di sopra.
Anche Sally guardò il cielo. Non erano uccelli, erano donne metà uccello, con il becco invece della bocca. Avrebbe voluto urlare, ma sapeva che la gente normale non poteva vedere quello che vedeva lei.
Carl aveva la sua stessa espressione corrucciata, poi abbassò lo sguardo su di lei e la guardò con aria interrogativa.
-Cos’hai? Sembra che tu abbia visto un fantasma-
-No, no va tutto bene- disse mordendosi il labbro.
Carl ebbe un sospetto, ma non gli chiese nulla.
-Conosco un Carlto molto buono proprio affacciato al mare, non molto distante. Andiamo?-
Sally lo guardò, poi annuì e tornarono a percorrere il marciapiede che sfilava lungo tutto il lungomare.
La gelateria era una piccola stanzetta fucsia e verde acqua, il cui spazio era per lo più occupato da un grande frigorifero con ogni gusto Carlsibile di gelato.
A Sally si illuminarono gli occhi. Poi però alzò lo sguardo sulla gelataia, un uomo con gli occhi da pesce, le branchie apCarlta delle orecchie e il corpo ricoperto da squame di pesce.
-Come lo vuoi il cono?- le chiese.
Sally rabbrividì e Carl se ne accorse.
-Qualcosa non va?-
Sally lo guardò con un espressione che sembrava voler dire “Non lo vedi? E’ un pesce!”.
Carl guardò il ragazzo e quello alzò le spalle come a dire “Non ho fatto nulla!”.
Forse i suoi sospetti erano fondati. Si guardò attorno, non c’era nessuno.
-Sally, esattamente, cosa vedi-
Lei lo guardò come se avesse anche lui le branchie.
-C-cosa intendi dire-
-Lo vedi, vero? Cosa vedi?-
Sally guardò il ragazzo dietro il bancone, che le sorrise con i denti aguzzi.
-Vedo u-un ragazzo con i denti aguzzi, la pelle di un pesce e le branchie invece delle orecchie-
-Lo sapevo!- disse Carl battendosi il pugno nel palmo della mano. -Vedi oltre la Foschia-
-Cosa?-
-Non è la prima volta che ne vedi uno, non è così? E’ successo anche poco fa, quando quelle arpie sono passate sopra di noi. Tu puoi vedere oltre->
-Che ne sai tu?-
-Carlso farlo anche io!- disse lui.
-Ed è una cosa buona?-
-Non è una cosa buona che tu Carlsa vedere? Non ti senti fortunata rispetto ai ciechi?-
-Sì, beh, ma…-
-Questo indica che ti sei ancora più fortunata rispetto ai normali vedenti-
Sally sbatté le palpebre.
-Ne sei sicuro?-
-Sì, allora, lo vuoi questo gelato?-
Il gelataio le sorrise di nuovo.
-Non spaventarti per i suoi denti. E’ innocuo-
Sally sospirò, poi scelse cioccolato fondente e Puffo.
-Invece cosa Carlso fare per lei, sommo…-
Carl gli lanciò uno sguardo di fuoco.
-Oh, ehm… signore-
Sally lo guardò corrucciata.
-Anguria e fragola-
-Subito, signore- disse marcando la parola con troppa enfasi.
Uscirono e si sedettero sulla piccola terrazza allestita oltre la strada, su una palafitta sulla spiaggia.
-Quindi non sono pazza. Li vedi anche tu, davvero?-
-Sì, beh, la mia situazione  è diversa rispetto a voi mortali-
-Mortali?-
Carl si morse la lingua.
-No, niente. Comunque, è una cosa buona. Se tu fossi davvero davanti un mostro pericoloso, lo potresti riconoscere e metterti in salvo. La Foschia non ti illuderebbe-
-Ci sono altri come me?-
-Pochissimi con l’abilità così sviluppata, ma sì, ce ne sono altri-
-Aspetta, aspetta, aspetta, frena. Quindi quelle cose che vedo, che pensavo fossero frutti della mia immaginazione e mi hanno fatto fare anni di psichiatria esistono? Tutti i mostri esistono?-
-No, non tutti. Cioè, quello che hai visto sì, ma non quelli delle fiabe eccetera. Anche se molti sono ispirati a quelli-
Sally diede una leccata al gelato.
-Incredibile- disse.
Diede un'altra leccata al gelato e al ragazzo passò un pensiero sconcio in testa, ma scrollò la testa prima che Sally potesse accorgersene. Se solo fosse successo, aveva l’impressione che quella ragazza gli avrebbe mollato un ceffone e sarebbe scappata via, e non voleva. La trovava interessante, non solo perché era bella quasi quanto una dea, anche perché le sembrava abbastanza sveglia e coraggiosa. E poi vedeva oltre la Foschia. Nel corso della sua lunga vita ne aveva incontrate davvero poche così.
-Si sta facendo davvero tardi, le mie amiche mi staranno cercando-
-Va bene, ti riporto indietro-
Carl cominciò a camminare.
-Non paghi?- chiese Sally.
Il ragazzo guardò il commesso.
-No, no, non ce n’è bisogno. Buona serata- disse quello.
Sally guardò preoccupata Carl.
Cosa c’era che non andava in lui? Che fosse un mostro anche lui?
Ma non vedeva niente di strano. Lo fisso meglio. Aveva una strana aura attorno. Si avvicinò e per la prima volta fece caso al suo odore. Odore di mare e sale.
Lo guardò perplessa.
Carl… C’era qualche nome che cominciava in quel modo. Lo guardò di nuovo. Aveva il fisico di un nuotatore, pelle abbronzata, faceva surf…
-Sei una sirena?-
Il ragazzo si girò e fece tanto di occhi.
-Che?- chiese stupido.
-Hai uno strano odore-
-No, non sono una sirena- disse lui. -E nemmeno un tritone. Quello lì dentro era un tritone-
-Dici sul serio?- Sally si voltò verso la gelateria. -Esistono? Davvero?-
-Già-
-Ma allora tu cosa sei?-
Non rispose alla domanda.
-Mi hai chiamato mortale, come se tu non lo fossi. Cosa sei tu? Dai dimmelo!-
-Non c’è niente da dire-
-Per favore!- continuò lei. -Mi hai appena svelato perché devo cose strane. Perché non vuoi dirmi cosa sei tu?-
-Perché non mi crederesti-
-Mettimi alla prova-
Carl la guardò.
-Facciamo così, io ti faccio vedere cosa so fare e tu capisci cosa sono. Va bene?-
-Va bene-
-Ma…-
-C’è un ma?-
-Se non indovini, io ti do un bacio-
-E chi mi dice che non sei un mostro?-
-Nessuno. Trai le tue conclusioni-
Sally ci pensò su. Se voleva ucciderla l’avrebbe già fatto, ne aveva avuto l’occasione, ma non era successo nulla, anzi, si era comportato piuttosto bene.
-Eh va bene-
Carl le porse la mano e lei la prese, mentre si avvicinavano al mare. -Siediti qui- le disse.
Lei fece come le veniva detto, mentre Carl si levava le scarpe.
-Guarda qui- cominciò a camminare sull’acqua.
-Ma come…-
Sally si alzò e posò un piede dentro l’acqua, proprio accanto a quello di lui.
-Dov’è il trucco?-
-Non c’è. Torna a sederti e goditi lo spettacolo-
Il ragazzo chiamò alcuni delfini, già cosa impressionante, e poi cominciò a muovere le mani. L’acqua cominciò a danzare, si alzò oltre il mare in tentacoli e cominciò a danzare, insieme ai delfini che saltavano dentro cerchi fatti completamente d’acqua o si esibivano in acrobazie e balletti.
Sally era meravigliata. Carl allungò un tentacolo fino a lei, quello poi le si avvolse attorno, stando attento a non bagnarla e toccarla. Dentro l’acqua c’erano ancora pesci che nuotavano confusi.
-Wow-
Il tentacolo poi torno danzante in mare e si riunì alle danze.
Ad un certo punto, i delfini si disposero in due file, come a formare un corridoio, poi l’acqua si alzò e vi creò  una cupola sopra. Dall’acqua riemerse completamente asciutto Carl, che si incamminò attraversando il corridoio d’acqua senza sprofondare sott’acqua e con le mani dietro la schiena.
Sally lo guardava meravigliata e sorridente mentre si avvicinava.
-Per te- in una mano aveva una collana fatta di conchiglie e perse marine, nell’altra un mazzo di anemoni.
Lei rise e li prese entrambi.
-Allora, hai capito chi sono?-
Sally guardò la collana e l’anemone, poi guardò lui e si morse le labbra.
Carl fu attraversato da un brivido.
-Non riesco ancora a capirlo. Hai detto di non essere un tritone, eppure pensavo che fossero loro a sapere fare tutto questo. Sei uno spirito dell’acqua, forse?-
Lui scosse la testa e sorrise.
-Hai perso-
-Avevo solo una possibilità?- chiese Sally.
Lui poggiò le ginocchia sopra i suoi piedi, e si allungò verso di lei, posando le mani ai lati del suo corpo.
-Hai perso- disse di nuovo.
I suoi occhi si persero in quelli di lei. Il cuore di Sally batteva all’impazzata mentre guardava quelle labbra invitanti. Rimase immobile mentre lui avvicinava le labbra alle sue. Ci fu un secondo di esitazione, da parte di entrambi, poi lui la baciò. Prima leggero, come una carezza, poi, vedendo che lei non si ritirava ma anzi ricambiava il bacio, la abbracciò e la trascinò con sé sulla sabbia. Sally lasciò andare i regali e lo strinse forte a sé, immergendogli le dita nei capelli e continuando a baciarlo.
Carl la strinse più forte.
Ansimavano entrambi tra baci di sabbia e carezze sempre più profonde.
-Non, non possiamo farlo- disse lei mentre lui si sfilava la camicia.
-Perché?- chiese Carl, riprendendo il bacio.
-Non possiamo. Io ti conosco appena- sospirò di piacere quando lui le lasciò una scia di baci sul collo.
-E allora? Non ho intenzione di abbandonarti dopo. Voglio stare con te- disse serio.
-Ma non è giusto così- rispose affranta. Era davvero tentava, quel corpo caldo, quei capelli riccioli che gli ricadevano ai lati del viso, gli occhi blu penetranti. Gli teneva le mani sulle spalle, tenendolo lontano da sé, sapendo che se si fosse riavvicinato avrebbe perso il controllo.
-Come pensi che sia giusto, allora?-
-Noi non stiamo insieme-
-Allora pensi sia giusto se noi stessimo insieme?-
Sally annuì.
Carl allora sospirò, le diede un alto bacio, corto ma appassionato, poi si fece cadere sulla schiena accanto a lei e girò il viso a guardarla.
-Allora cercherò di conquistarti, così staremo insieme e a te non sembrerà sbagliato-
La ragazza lo guardò spaesata. Voleva conquistarla per stare insieme, farla sua e poi? Sarebbe scomparso come il suo ultimo ragazzo?
Carl rimase per un po’ in silenzio, a guardare le stelle, poi si mise sul fianco, passò un braccio oltre il corpo di lei e posò il viso sopra la sua spalla, chiudendo gli occhi e respirando il suo profumo.
Sally giocherellò con i suoi ricci e lo sentì più di una volta rabbrividire e gli accarezzò la pelle nuda del braccio.
-Posso rivederti?- chiese poi lui.
-Allora stavi dicendo sul serio-
Lui si alzò sul gomito. -Io sono sempre serio- disse con aria risoluta.
Sally lo guardò e non poté resistere all’impulso di baciarlo.
Lui la assecondò, le stuzzicò le labbra, la lingua, scese più in basso con la mano, sfiorandole il seno, poi però si ritirò e si fermò, con la testa appoggiata contro quella di lei.
-Basta, o mi farai davvero impazzire. Potrei non fermarmi-
A Sally il cuore batteva forte. Avrebbe voluto che non si fermasse, ma era meglio così. Non poteva. Sapeva che poi se ne sarebbe pentita.
-Hai ragione, è meglio che andiamo-
Lui le diede un bacio sulla fronte, si mise seduto e si rivestì.
Doveva assolutamente allontanarsi da lei. Ripensò solo allora al patto con i fratelli. Non avrebbe dovuto infrangerlo, era pericoloso, soprattutto con una mortale così potente. Sarebbe potuto accadere un disastro.
L’aiutò ad alzarsi, con la sua solita galanteria, poi la riportò alla festa.
Prima di lasciarla, lei si girò e gli sorrise.
-Domani, davanti al Palace Hotel, alle tre- disse lui.
Lei gli sorrise.
-Ci sarò-
-Promettimelo-
-Te lo prometto-
L’attirò a sé in un ultimo straziante bacio, poi la lasciò andare. Lei lo guardò solo un ultima volta, prima di girarsi e correre dalle sue amiche.
Si era appena infilato in un mare di guai.
 
 Ciao a tutti, se siete arrivati fin qui vi avverto che andrò avanti se raggiungerò almeno sei commenti. Se volete, potete seguirmi su wattpadd, dove potrete parlare direttamente con me e seguirmi. Su wattpad sono sempre presente e pubblico più velocemente.
Detto questo, spero di non aver turbato nessuno. Un saluto. Ciao!!
  
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