Il vendicatore ‘ Sono un mostro ’ Accendo la radio dell’auto per sapere se c’era qualche notizia dai poliziotti. “La polizia stradale ha appena comunicato che la bambina investita un’ora fa è deceduta. Yuya Koizumi, di anni sei, stava giocando con il fratello più grande a palla, quando questa è finita in mezzo alla strada. La bambina era andata a recuperarla, ma un’auto, che andava a tutta velocità, l’ ha investita. Il guidatore non si è nemmeno fermato a prestarle soccorso, cosa che secondo i medici avrebbe potuto aiutarla a sopravvivere. L’auto è targata PW 474 SL e appartiene al famoso giornalista Kyohei Nakano. Le forze dell’ordine stanno perlustrando la città alla ricerca del fuggitivo.” Spengo arrabbiato la radio. ‘ Sanno già chi sono ‘ Chiudo gli occhi per cercare di rilassarmi. Improvvisamente rivedo il volto innocente di quella bambina, le sue gote rosse, i suoi occhi impauriti quando si accorge della mia auto che le piombava addosso a tutta velocità. Rivedo sempre la stessa scena, all’infinito, solo che ora al posto della bambina vedo mia figlia, che ha più o meno la stessa età. “No!” urlo. Mi guardo nello specchietto retrovisore e mi accorgo di essere tutto rosso, sudato e sto ansimando dalla paura. Guardo il mio costoso orologio, sono le cinque di pomeriggio. ‘ A quest’ora dovrei essere alla partita di baseball di mio figlio maggiore, Nagisa. Gliel’avevo promesso, ma come al solito era stata una promessa inutile. Di solito me le perdevo sempre perché avevo da lavorare, ma oggi sono uscito presto e mi ero messo a guidare felice. Andavo anche più veloce del solito ed è stato questo a fregarmi. ‘ Ripenso a quello che ha detto la radio, che la polizia sta perlustrando la città alla mia ricerca. Dove mi trovo non mi avrebbero mai trovato, avevo scelto un posto sperduto: avevo parcheggiato vicino al fiume, sotto la boscaglia. Nessuno mi avrebbe mai trovato, tranne lui. Lui arriva ovunque. Nessuno sa chi è e che aspetto abbia; l’unica cosa che si sa di lui è che uccide gli assassini a distanza. Lo chiamano Kira, il killer; il vendicatore, come lo chiamavo io nei miei articoli. Ho un brivido alla schiena quando mi ricordo che la giornalista alla radio aveva detto il mio nome. ‘ Manca poco alla mia fine. ‘ Ripenso ai miei quarantadue anni di vita, una vita stupenda, con tutto ciò che si può desiderare: dei genitori amorevoli, una carriera perfetta, una moglie stupenda e tre stupendi figli. Improvvisamente sento un dolore lancinante al petto, precisamente al cuore. Un infarto. E’ questo il biglietto da visita di Kira. Non cerco nemmeno di ribellarmi al dolore, tanto la fine è certa. Giro la testa verso il lago, è stupendo. Il sole si riflette splendidamente sulla superficie cristallina. Sorrido contento della visione e faccio il mio ultimo respiro.