NdA:Dopo la Sizzy, non poteva mancare la Malec.
Come sempre spero vi piaccia, buona lettura!~


La sera era calata, ma di Alec non vi era traccia e Magnus stava per dare di matto. Quando Alec tardava lui si preoccupava inevitabilmente, pensando sempre al peggio, ma quando poi, dietro la porta d'ingresso, spuntavano due occhi azzurri tutte le sue preoccupazioni venivano spazzate via.
E così fu anche questa volta.
Il Nephilim aprì la porta della loro casa e con la poca energia che gli era rimasta si trascinò sul pavimento, mentre Magnus accorreva ad aiutarlo.
«Mi hai appena imbrattato la moquette, questa me la paghi.» Se non fosse che subito dopo Magnus lo strinse a sé, con la disperazione, la paura e l'amore negli occhi, quelle parole sarebbero state anche credibili.
Ad Alec si mozzò il respiro in gola e si morse il labbro inferiore per sopportare il dolore che si era impossessato del suo corpo, facendo uno sforzo immane nel spostare la mano fra i capelli pieni di glitter dello stregone e accarezzandoli debolmente.
Magnus si spostò leggermente dall'incavo del suo collo per guardarlo in faccia, per guardare i suoi occhi azzurri pieni di amore, nonostante a volte venissero sbarrati a causa delle fitte di dolore. Notò che non riusciva ad alzarsi da terra e la domanda gli sporse spontanea.
«Perché non hai usato un iratze?» Chiese lui, con un enorme punto interrogativo sulla faccia.
«Volevo mettermi alla prova, testando la mia soglia del dolore.» Affermò lui con un filo di voce, tossendo subito dopo per lo sforzo.
«Stupido, deficiente, cretino di un Nephilim. Mi farai morire di paura, per quanto io sia immortale.» Lo ammonì lui, ma subito dopo lo baciò, un bacio leggero e pieno di amore, che per Alec fu il più potente di tutti gli iratze esistenti.
Alec era il veleno e Magnus era l'antidoto.