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Autore: Himawari__    19/09/2015    2 recensioni
[Scritta per l'evento "Winter is Coming" indetto dalla community "We are out of prompt"]
Prompt: Charles/Erik
"Scusa l'approccio, ma ho fatto una scommessa con dei miei amici laggiù e mi chiedevo se potessi avere il tuo numero di telefono"
"Puoi avere tutto quel che vuoi da me"
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Erik approccia Charles con una scusa... singolare.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Scuse

Charles spesso utilizzava la sua telepatia per capire se qualcuno fosse interessato a lui; non era un metodo particolarmente onesto, per questo cercava di non essere mai invasivo, per quanto possibile.

Nel caso di Erik, però, non era necessaria la telepatia per capire che lo guardava come un tacchino farcito il giorno del Ringraziamento. Frequentavano due dipartimenti diversi, per questo i loro incontri erano sporadici e perlopiù formali, ma quando capitava che s'incrociassero nei corridoi la tensione fra loro era palpabile.

Tuttavia, Erik aveva anche la fama di essere una persona particolarmente rigida, e per qualche motivo che non riusciva a spiegarsi Charles non voleva spaventarlo con un approccio diretto. Era sicuro che avrebbe prima o poi fatto la sua mossa, così, dopo alcune settimane passate a maledersi, decise che la cosa migliore sarebbe stata aspettare i tempi e i modi di Erik.

Non si stupì quindi quando, nei bagni dell'università, un giorno Erik lo approcciò con una scusa stupida.

"Mi dispiace, so che può sembrare una scusa, ma-" indicò la caffetteria poco lontano "ho fatto una scommessa con dei miei amici, e ho perso."

Charles avrebbe riso forte, se l'espressione di Erik non fosse stata un dolcissimo (dolcissimo?) mix di imbarazzo e frustrazione. Mantenne l'espressione più giovale e pacifica che riuscì a mostrare, e, asciugatosi le mani con un panno, gli rivolse un breve sorriso. "Uhm, certo, figurati, dimmi tutto. Come posso aiutarti?"

Farti il pompino migliore della tua vita potrebbe essere una valida alternativa? Avrebbe voluto aggiungere, ma, per buona grazia, non lo fece. Dopo mesi di mordi e fuggi, non aveva intenzione di spaventarlo proprio ora.

Erik si schiarì la voce e abbassò lo sguardo. "Dovresti darmi il tuo numero di telefono. Per favore."

Charles poté quasi sentire fisicamente il proprio stupore. Si era aspettato qualcosa di un po' più ardito: un bacio, o una sega nei bagni... anche un abbraccio sarebbe stata una valida alternativa. Neanche al liceo i ragazzini facevano scommesse tanto stupide! Si vedeva da lontano un miglio che voleva entrare nei suoi pantaloni... avrebbe potuto inventarsene una un po' più credibile, ecco.

Probabilmente il suo disappunto doveva essere evidente, perché Erik sgranò gli occhi. "Mi dispiace, scusa," borbottò, pensando di averlo offeso "so che è una pessima idea - la farò pagare alla Frost - ma se non torno col tuo numero di telefono al tavolo, quella mi renderà il resto del semestre un vero inferno."

Emma Frost studiava nel dipartimento di psicologia, tuttavia Charles la conosceva bene: aveva imparato a sue spese che quando quella ragazza si metteva in testa qualcosa non c'era proprio nulla che si potesse fare per distoglierla dai suoi propositi.

A dispetto dell'idiozia della scommessa, forse non era una scusa; Charles provò un po' di pietà per Erik, ma, forse, se giocava bene le sue carte riusciva a girare la situazione a suo favore.

"Tranquillo," ridacchiò "puoi avere tutto quello che vuoi da me." Si inumidì le labbra e alzò lo sguardo, in cerca di un qualche tipo di conferma da parte dell'altro. Per la prima volta notò la bellezza dei suoi occhi, e arrossì brevemente: nonostante il colore molto particolare, ciò che attirò la sua attenzione furono la sincerità e l'intensità del suo sguardo, adesso velato da un filo di imbarazzo.

Nonostante il doppio senso, Erik non sembrava particolarmente stupito. Si guardò brevemente attorno, controllando che non ci fosse nessun testimone per quella scena, poi chinò la schiena fino a trovarsi faccia a faccia con Charles.

"Non promettere ciò che non mi puoi dare." Mormorò con voce impassibile. Con un gesto esitante, allungò la mano verso il suo viso, posandola su una sua guancia. Charles trattenne il fiato, sorpreso, ma rimase immobile.

"E' tutto da vedere." 

I loro volti erano vicinissimi. Charles poteva sentire il respiro di Erik sulle sue labbra, vedere le piccole imperfezioni sul suo volto sotto la barbetta ispida. Accarezzò a sua volta il suo viso, concentrando tutta la sua attenzione su quegli occhi tanto singolari.

Il suono della campana interruppe quel momento tanto singolare, ma nessuno dei due si mosse da quella posizione.

"Vieni stasera nella mia stanza, la n° 24." Gli disse Charles sottovoce, il tono involontariamente roco "Ti darò il mio numero."

Erik annuì mestamente, lo sguardo che brillava, colmo di promesse non dette e qualcos'altro.

   
 
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