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Autore: Darik    10/02/2009    0 recensioni
Il tempo comincia a scadere, e arriva il momento delle scelte. Nota: questo racconto si colloca dopo FMP The Second Raid.
Genere: Azione, Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Operazione Hunting'
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2° CAPITOLO

Il gruppo di operai stava lavorando intorno allo scafo di alcuni pescherecci bisognosi di riparazione.

“Sergio, passami il trapano” disse uno di quegli uomini, impegnato a puntellare un asta.

Il suo compagno sbucò da sotto la barca per passargli l’attrezzo, quando ad un tratto si bloccò e lasciò cadere il trapano per terra.

Il suo rumore attirò l’attenzione di tutti gli altri.

“Ma che diavolo fai?!” esclamò l’altro alquanto seccato.

Che poi si accorse che Sergio e tutti gli altri stavano guardando perplessi nella stessa direzione.

Due giovani e belle ragazze, una delle quali vestita come se avesse partecipato ad una festa in maschera, si stavano avvicinando al cantiere con passo calmo e deciso, e tenendo le mani bene in vista.

“E quelle due chi sono?”

Quando furono alla giusta distanza, la più grande delle due fece un cenno all’altra, che cominciò a parlare in italiano corretto, anche se con un chiaro accento straniero.

“Ascoltate, per favore. Siamo membri della Mithril come voi. Io sono il colonnello Teletha Testarossa, comandante del Tuatha De Danaan, e lei è il sergente maggiore Melissa Mao, membro dello SRT. Per piacere, chiamate subito i vostri superiori, c’è una grave emergenza in corso”.

Gli operai si guardarono un po’ perplessi.

Uno di loro si sparì dentro il cantiere.

E neanche cinque minuti dopo, due squadre di uomini in nero, armati fino ai denti, si materializzarono come dal nulla intorno alle due ragazze.

Che rimasero imperturbabili.

Sei uomini si strinsero su Melissa, ammanettandola e tenendola costantemente sotto tiro.

Tessa invece fu afferrata da due uomini per le braccia.

Una presa non brutale ma comunque ferrea.

Rapidamente vennero condotte dentro il cantiere.

In neanche dieci minuti era tutto finito.

Gli operai tornarono al loro lavoro come se niente fosse.


“Sono dentro. La Mithril quando vuole sa essere rapida. Però si sono scoperti molto facilmente” commentò Yu Fan dopo aver assistito a quella scena da un monitor.

“Non criticarli” gli rispose Sousuke al suo fianco “In condizioni normali quegli uomini neanche sotto tortura avrebbe ammesso che lì c’era una base militare. Ed è per questo che il colonnello ha parlato subito del De Danaan e dello SRT, per far capire che non era uno scherzo”.

“Comunque ora potremo seguire cosa succede tramite i sensori a infrarossi di KITT. E grazie al minuscolo microfono che Testarossa nasconde nell’orecchio, sentiremo cosa dicono”.

“Le basi della Mithril sono schermate contro le intercettazioni. Mi chiedo dove tu possa aver trovato tutte queste apparecchiature.

Quella volta ad Hong Kong hai mentito quando hai detto di averle rubate ad Amalgam”.

La voce di Sousuke era impassibile.

E Yu Fan replicò con la stessa impassibilità: “Si. E non vedo come la cosa possa stupirti. Dovresti saperlo che nella nostra vita si va avanti con le menzogne e le mezze verità. Quella sera ti dissi ciò che era necessario perché ti fidassi di me senza fare troppe domande”.

“E mi hai detto una menzogna. C’era pure una mezza verità?”

“Si. La scoperta del piano per dirottare il De Danaan è davvero avvenuta fortuitamente. Mi ero introdotta nella base per realizzare un sabotaggio, e ho scoperto le loro intenzioni.

Tuttavia non abbiamo potuto evitarlo perché non ne avemmo il tempo”.

“Se questa misteriosa organizzazione per cui lavori, è cosi in gamba, perché non le chiedi se può intercettare il De Danaan? Faremmo prima”.

“Purtroppo” si inserì KITT “il mio sistema di trasmissioni ha ancora dei problemi causati dall’attacco di Hela. E’ operativo, ma non è ancora in grado di comunicare sulle lunghe distanze. Comunque non dovrebbe volerci molto perché torni completamente operativo”.

“Quindi aspettiamo” concluse Sousuke.

Sul monitor videro avverarsi quanto previsto da Yu Fan: la base della Mithril era un bunker sotterraneo, dalla struttura molto complessa, ma grazie al segnale del microfono, KITT poteva localizzare Tessa, che veniva rinchiusa in quella che sembrava davvero una cella.

E anche se non era visibile, sicuramente la stessa cosa era successa anche a Melissa.


Il mare sottostante era estremamente calmo, quasi piatto come una tavola.

Ed era privo di isole, solo all’inizio della traversata vicino alla costa aveva visto qualche isolotto.

Forse un panorama perfetto per una cartolina.

All’ammiraglio Borda non interessava, i panorami non gli avevano mai detto granché.

Semmai era la famiglia che gli interessava.

A causa del suo lavoro, non aveva mai avuto tempo per farsi una famiglia.

Non era mai riuscito per troppo tempo a vedere al di là della sua uniforme.

E solo un tragico evento gli aveva permesso di capire l’importanza della famiglia: la morte del suo amico Testarossa, che per lui era come un fratello, e di sua moglie.

Una disgrazia che lo aveva colpito negli affetti, provocandogli un dolore infinitamente superiore a quello fisico a cui era ormai più che abituato dal suo essere un mestierante della guerra.

Dopo quell’evento, si era sentito investito dalla responsabilità di provvedere alla prole del suo caro amico.

Di difenderli dal mondo e allo stesso tempo di farli crescere senza che ci sbattessero contro.

Aveva fatto del suo meglio per accudire quei ragazzi, trattandoli come se fossero dei nipoti, rispettando a sua volta la volontà del padre.

Per questo aveva deciso di non tirarli fuori dall’ambiente militare in cui il loro padre aveva stabilito di farli crescere.

Del resto fu una decisione dettata dal desiderio di proteggerli meglio.

E per questo aveva voluto che Tessa, venendo coinvolta quasi inevitabilmente nella mischia in quanto Whispered, restasse al sicuro dietro una scrivania del quartier generale.

E si era opposto all’incarico di affidarle il De Danaan, che l’avrebbe portata in prima linea, anche se diversa da chi combatte in trincea.

Comunque, nonostante il suo desiderio di proteggerla, sapeva che non poteva certo comandarla a bacchetta, e quindi aveva sempre rispettato la sua volontà.

Perciò anche dopo il misterioso dirottamento della settimana precedente, aveva resistito alla tentazione di ordinarle il rientro a Sidney per un incarico d’ufficio.

I pericoli c’erano, e ci sarebbero sempre stati, ma in cuor suo l’ammiraglio non si rimproverava niente nei riguardi di Tessa.

Del resto anche durante la crisi del dirottamento, l’ammiraglio aveva dimostrato il suo affetto per la sua bella, coraggiosa e brillante nipote adottiva.

Non aveva potuto occuparsi di persona del caso perché le alte sfere gli avevano ordinato di occuparsi solo dell’incontro che sarebbe avvenuto quel giorno, un incontro cosi importante che l’ammiraglio non aveva neppure avuto tempo per visionare un confuso rapporto sulla misteriosa battaglia di AS svoltasi poco tempo prima a Tokyo.

Ma Borda aveva comunque fatto in modo che venisse scelto per le indagini il sergente Sousuke Sagara, il brillante Uruz 7 che Tessa in precedenza aveva appoggiato con grande risolutezza.

E che l’aveva spuntata anche grazie all’appoggio di Borda.

Sagara era perfetto per quella missione: non solo era abile ed esperto, ma conosceva personalmente sua nipote e teneva a lei, quindi Borda era sicuro che per ritrovarla ci avrebbe messo più impegno di qualunque burocrate o Rambo che la Mithril avrebbe potuto assoldare.

Molti avrebbero trovato riduttivo l’impegno di Borda, ma pochi potevano davvero rendersi conto di quanto difficile fosse barcamenarsi in quel intreccio di politica, famiglia e militarismo.

L’ammiraglio insomma si sentiva con la coscienza a posto, per quanto riguardava Tessa.

Tutt’altra cosa purtroppo era la faccenda di Leonard, il brillante fratello di Teletha.

Quando pensava a quel ragazzo, una sola parola veniva in mente a Borda: genio.

E non solo per il fatto che era un Whispered.

Perché Leonardo sembrava superiore anche a quelli che come lui avevano il dono, o la maledizione, dei ‘sussurri’,

Appariva semplicemente perfetto, capace oltre misura in qualunque campo.

Privo di difetti, di qualunque tipo.

Aveva persino una bella calligrafia.

Tutte le porte erano aperte per lui.

Finché un giorno scomparve.

Rapito dagli stessi che uccisero i suoi genitori, e chissà come avevano saputo di loro.

Per anni non si era saputo più nulla di Leonard.

Poi era apparsa dal nulla la ancora misteriosa Amalgam.

E ultimamente nell’ambiente erano cominciate a circolare delle voci su Amalgam.

Voci su un misterioso genio che lavorava spontaneamente per quella organizzazione criminale.

E siccome quest’ultima possedeva chiaramente la Black Technology, nella testa di molti, incluso Borda, era nato un sospetto.

Sussurrato a mezza bocca dando le spalle agli altri.

Che il genio di Amalgam fosse lo stesso genio scomparso anni prima.

Borda rifuggiva tale idea.

Per quale motivo un ragazzo brillante come Leonard avrebbe dovuto collaborare con quei criminali?

L’ammiraglio non ne trovava nessuno.

Poteva solo sperare in cuor suo che le voci fossero, appunto, solo voci senza fondamento.

“Mi scusi, ammiraglio”.

Sanders interruppe le riflessioni di Borda.

“Siamo arrivati” lo informò il collaboratore.

In lontananza si intravedeva una grossa isola, circondata da spiagge e alcune barriere di scogli.

Le spiagge erano piene di soldati e mezzi militari.

C’erano anche delle squadre di AS, che sembravano comandate da un M9 nero, che Borda sapeva essere della Mithril, per l’esattezza del maggiore Clouzot, Uruz 1.

E ben quattro navi da guerra pattugliavano le acqua circostanti.

L’elicottero della Mithril disattivò l’ECS e atterrò in una piazzola creata da poco.

Ad attenderli un gruppo di soldati e una jeep.

Borda e Sanders scesero, facendo il saluto militare al capo dei soldati.

Mentre salivano sulla Jeep, Borda osservò gli elicotteri che avevano scortato il suo mezzo andare ad unirsi alla già notevole difesa dell’isola.

“Un dispiegamento imponente” osservò Borda.

E Sanders aggiunse: “E lo sarà ancora di più quando le acque al largo saranno pattugliate dal De Danaan, signore”.


Tessa, seduta su una branda, aspettava nella cella in cui era stata rinchiusa.

Aveva detto a quegli uomini che voleva parlare assolutamente con qualche ufficiale per comunicare un pericolo gravissimo.

Per questo cominciava a spazientirsi, per tutto il tempo che ci stavano mettendo.

Possibile che in quella base della Mithril fosse cosi difficile trovare un ufficiale?

Poi sentì dei rumori dietro la porta.

Si aprì ed entrò un uomo sulla quarantina in uniforme.

Portava i gradi di maggiore.

L’uomo era scortato da due soldati, e si pose davanti a Tessa squadrandola.

Tessa percepì una certa tensione.

“Con chi ho l’onore?” domandò la ragazza.

“Sono il maggiore Marco Ottaviani. E lei chi è?”

“Sono il colonnello Teletha Testarossa, comandante del Tuatha De Danaan. Devo avvertirvi di un grave pericolo”.

“Che un suo sosia è adesso a bordo del De Danaan?”

Tessa trasalì: “Come fa a saperlo?”

“Siamo stati avvertiti per tempo dal quartier generale” rispose l’uomo.

“Ah, bene. Allora che provvedimenti prenderete?”

“Li abbiamo già presi. Lei, ‘colonnello Teletha Testarossa’, resterà qui in attesa di essere portata in qualche carcere dove verrà sottoposta ad interrogatori. Poi cercheremo di restituirle la sua vera identità”.

“CHE COSA?! Ma che sta dicendo?!” sbottò Tessa scattando in piedi.

“Semplicemente non siamo cosi ingenui come i suoi mandanti credono. Il quartier generale ha scoperto per tempo i loro piani, ci ha informato che avrebbero mandato dei sosia per tentare di sabotare le nostre operazioni avvertendoci di falsi pericoli. Il quartier generale ha ordinato di trattenerla. Lei e quell’altra, la disertrice Melissa Mao”.

“Ma è impossibile!!! IO sono il colonnello Teletha Testarossa!!! Quella vera!! La mia sosia è sul De Danaan, e chissà quale scopo ha! Mi faccia parlare con l’ammiraglio Borda!”

“Lei adesso resterà qui. E le consiglio di restare calma. Lei non è chi crede di essere, e solo una poverina che è stata rapita, sottoposta ad una plastica facciale e condizionata per credersi Teletha Testarossa. Le hanno incasinato la mente, proprio come hanno fatto con Mao”.

Inebetita Tessa si lasciò cadere sul letto.

Fu tentata di provare ancora a convincerli, ma nei loro occhi vide solo indifferenza mescolata a compassione.

Comunque Ottaviani ritenne conclusa la discussione, e uscì con i suoi uomini.

Tessa si prese il volto tra le mani.


“Ma che sta succedendo?! Il mondo è impazzito?! Come può il quartier generale della Mithril aver fatto questo?”.

Stupore e incredulità si alternavano sul volto di Sousuke.

E anche Yu Fan era rimasta non poco sbalordita per quello sviluppo del tutto inatteso che avevano seguito dal monitor e ascoltato tramite il microfono nascosto nell’orecchio di Tessa.

“Siamo rimasti fregati” commentò la ragazza cinese.


Tessa si sentì prendere dallo sconforto, le venne persino da piangere.

Ma trattenne le lacrime.

E subito dopo, ebbe un intuizione.

“Ma certo!” esclamò.

Si girò verso la parete, e si tolse il microfono dall’orecchio per parlare a Yu Fan e Sousuke.

“Sergente Sagara! Yu Fan! Voi non potete rispondermi, ma non importa. Ascoltate bene, perché temo di aver capito cosa è successo: quando siamo scappati, il nemico ha intuito che saremmo venuti qui. Perciò in qualche modo ha contattato questa base facendosi passare per il quartier generale, e ha rivolto le nostre informazioni contro di noi.

Ora tutto dipende da voi. Dovete assolutamente intercettare il De Danaan, e qualunque cosa abbia in mente il nemico, cercate di fermarla.

Non provate a liberarci, potreste anche riuscirci ma perdereste tempo prezioso. E poi io e Melissa non siamo in pericolo di vita, avete sentito Ottaviani. Ci ritengono delle vittime. Ora andate, e buona fortuna”.


Sousuke e Yu Fan ascoltarono gli ordini di Tessa.

Sousuke a malincuore annuì.

“Fermare il De Danaan ha detto. Ma non sappiamo neppure dove sia. Qualche idea?”

“KITT, il sistema trasmissioni non funziona ancora sulle lunghe distanze?”

“No, Yu Fan. Ci vogliono almeno due minuti”.

“E se provassimo ad avvertire noi la Mithril?” propose Sousuke.

“Non hanno creduto al tuo colonnello, figurati se crederebbero a noi. KITT, partendo dal computer di questa filiale puoi intrufolarti nel sistema informazioni della Mithril per scoprire l’ubicazione del De Danaan?”

“Questo posso farlo, ma ci vorrà del tempo”.

“Quanto?”

“Almeno un ora”.

“E’ troppo” obbiettò Sousuke.

“Si tratta di penetrare in uno dei computer più difesi al mondo. Una squadra di hacker normali ci impiegherebbe settimane, ma almeno un ora mi serve”.

Yu Fan ci rifletté sopra.

Alla fine prese la sua decisione, per quanto azzardata.

“Lascia stare. Impegna tutte le tue risorse per ripristinare al massimo il sistema trasmissioni. Devo parlare col maestro”.

“Il maestro? Ma…”

“Chi sarebbe questo maestro?” domandò perplesso Sousuke.

“Fidati di me. Ad Hong Kong è andata male, ma non è dipeso da me. Stavolta andrà meglio”

Rimasero in silenziosa attesa mentre KITT si impegnava al massimo per ripristinare a piena potenza il suo sistema di comunicazioni.

****

Nella grande sala, uno schermo olografico enorme troneggiava al centro, circondato da altri monitor più piccoli.

Decine di postazioni di controllo erano poste in fila davanti allo schermo principale, che mostrava elaborazioni digitali di immagini riprese al satellite di una zona al largo delle coste atlantiche del nord Africa.

Dietro a tutte le postazioni, Cameron mugugnava.

Non gli piaceva affatto l’idea che tra non molto si sarebbe svolta una battaglia di risonanza mondiale, e lui la doveva guardare da lontano, attraverso uno schermo.

Se si trattava di foto e filmati di vecchie battaglie, se ne faceva una ragione.

Ma quando la battaglia si svolgeva nel tempo presente, avrebbe fatto di tutto pur di assistervi in prima persona.

L’aveva anche chiesto ai suoi superiori, ma gli era stato ordinato di restare nella base H per coordinare l’operazione Hunting.

E anche se a malincuore, doveva obbedire agli ordini.

“Generale, una chiamata dalla base M-I” disse uno degli operatori.

“Bene, sapete cosa fare”.

L’operatore si mise una cuffia: “Parlate pure, base M-I, qui è il quartier generale di Sydney, codice 507”.

“Qui parla il maggiore Ottaviani. Il sosia del colonnello Testarossa e la disertrice Melissa Mao si sono presentate poco fa da noi, ed esattamente secondo le vostre informazioni, il falso colonnello ha raccontato una strana storia secondo cui sul TDD ci sarebbe una sua sosia. Seguendo le vostre istruzioni, le abbiamo collocate in cella. Siamo in attesa di ulteriori ordini”.

L’operatore si voltò verso Cameron, che gli ordinò di chiedere degli altri due fuggitivi.

“Maggiore, le due donne erano sole?”

“Affermativo, signore”.

“Mmm, sarebbe stato troppo facile sennò. Dì loro di trattenere le due prigioniere. Appena possibile manderemo una squadra a riprenderle”.

“E cosi avremo di nuovo la compagnia del colonnello Testarossa. E finalmente avrò grazie a quella Mao un nuovo angelo della guerra” pensò soddisfatto Cameron mentre l’operatore dava gli ordini.

“Ricevuto” rispose Ottaviani “Però, se mi consentite…”

Una certa incertezza si sentì nella voce dell’ufficiale italiano.

“Ecco, ma siete sicuri che quella ragazza sia solo una sosia? Voglio dire, le ho parlato e mi è sembrata estremamente sincera, convinta di quello che diceva”.

“Non si lasci impietosire, maggiore. Il nemico ha fatto un lavoro coi fiocchi, tutto qui. Esegua gli ordini”.

“Signorsì” concluse Ottaviani chiudendo il contatto.

“Ah, il destino. Peccato che non abbia reso le impressioni degli uomini infallibili. Se cosi fosse, quel tizio potrebbe mandare all’aria i nostri piani” commentò Cameron.

Il generale trovava davvero divertente come Amalgam riuscisse a gabbare la Mithril, facendole fare la figura della dilettante.

Ma del resto chi alla Mithril poteva immaginare che Amalgam fosse riuscita a decriptare tutti i codici di trasmissione del loro quartier generale a Sidney?

Controllare le comunicazioni di quel posto significava controllare le comunicazioni di tutta l’organizzazione nemica.

Che aveva ottime difese, pensate però per nemici dalla tecnologia inferiore alla sua, si trattasse pure di USA o URSS.

Amalgam invece era un nemico di pari forza, inoltre molto più spregiudicato e audace.

“Signore, una chiamata da parte di Mr.Silver”.

“Passa subito” ordinò Cameron, che si alzò mettendosi sull’attenti.

Davanti a lui si materializzò l’immagine elegante e rilassata del giovane capo di Amalgam.

“E’ un piacere, Mr. Silver”.

“Non sia cosi formale con me, generale. Volevo sapere l’esito della nostra operazione di recupero”.

“In buona parte è riuscita, signore. Abbiamo recuperato il colonnello Testarossa e il sergente maggiore Mao. Niente di fatto però per quanto riguarda Sagara e Yu Fan”.

“Oh, questo può essere seccante” commentò con una leggera punta di delusione Mr. Silver.

“E significa che abbiamo fatto bene a prendere quell’ulteriore precauzione” terminò il giovane.

****

L’ammiraglio Borda stava parlando con alcuni alti ufficiali tedeschi nell’enorme sala ovale che, insieme al piccolo palazzo che l’ospitava, era stata costruita a tempo di record in appena due settimane su quell’isola sperduta.

Ormai erano arrivati quasi tutti gli ospiti, mancavano solo i delegati francesi e canadesi.

Molti erano già seduti intorno all’ampio tavolo.

“Ammiraglio Borda” lo chiamò un uomo sulla sessantina.

“Generale Ulski” rispose l’ammiraglio andandogli incontro.

“E’ un vero piacere rincontrarla, ammiraglio”.

“Oh, lo è anche per me”.

“Immagino che per voi della Mithril questa sia un momento storico. Grazie a questi negoziati, la Mithril otterrà finalmente un riconoscimento ufficiale presso le grandi potenze, quindi non dovrete più preoccuparvi di agire in incognito”.

“Già, peccato che questo riconoscimento non potrà mai essere conosciuto nel mondo. Niente di ciò che accadrà su questa isola dovrà trapelare all’esterno”.

L’incontro sull’isola infatti era cosi segreto, che allo stesso equipaggio del De Danaan l’incarico era stato affidato solo due giorni prima.

“Che vuole farci, ammiraglio.” Proseguì Ulski “In fondo le grandi potenze sono stata in un certo senso costrette ad accordarvi questo privilegio, perché ormai siete di fatto una potenza, e tutto il mondo si può dire in debito con voi. Ma se si venisse a sapere, chissà quante altre organizzazioni non governative, vantandosi di essere soprannazionali come voi, pretenderebbero lo stesso privilegio. Perciò non se la prenda se quelli vogliono un po’ di segretezza. La Mithril ci guadagnerà solo da oggi.

Del resto, il fatto che il servizio di sorveglianza sia stato condiviso con la Mithril, dimostra la stima di cui gode”.

I due parlarono ancora, fino a quando non andarono a salutare il vice-presidente degli Stati Uniti, una delle molte personalità di spicco presenti sull’isola.

  
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