Superga, 04 maggio 1949
Venne a prendermi sul tetto d’Italia
che ormai aveva il mio nome
la sola, fredda Rivale che non seppi battere.
Svanii nel cielo plumbeo
saturo di nebbia e speranze
– non cielo granata ma granata nel cielo,
i miei giorni di gloria ridotti
in frammenti di ferro caddero
come neve di maggio a coprire
la collina infelice che mi spense la via.
Ma guardatemi ora mentre siedo nel mito:
sono il vento che spira
tra le punte d’orgoglio d’inflesse bandiere.
Venne a prendermi sul tetto d’Italia
che ormai aveva il mio nome
la sola, fredda Rivale che non seppi battere.
Svanii nel cielo plumbeo
saturo di nebbia e speranze
– non cielo granata ma granata nel cielo,
i miei giorni di gloria ridotti
in frammenti di ferro caddero
come neve di maggio a coprire
la collina infelice che mi spense la via.
Ma guardatemi ora mentre siedo nel mito:
sono il vento che spira
tra le punte d’orgoglio d’inflesse bandiere.
N.B. L’epitafio (in greco antico ἐπιτάφιον, ossia "ciò che sta sopra al sepolcro") è un'iscrizione funebre molto spesso in versi avente come scopo la celebrazione e la commemorazione del defunto. Uno degli espedienti più usati è quello di parlare direttamente a chi legge attraverso l'immedesimazione nel defunto stesso, rievocandone così la vita, i successi, le circostanze della scomparsa.