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Autore: just__hope__    19/09/2015    0 recensioni
"Che abbiano semplicemente scelto di tornare nel mio mondo insieme e me? O forse il disegno delle stelle è stato molto più complesso ... che siano tornati per mantenere l'ordine nel mio mondo? ... o forse loro ci sono sempre stati ... "
Una ragazza si risveglia in un mondo sconosciuto, dove farà la conoscenza dei 12 poteri ... non appena riuscirà a tornare nel suo mondo dovrà capire quale filo la lega con questi misteriosi ragazzi, tra cui compare l'amore della sua vita
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai improvvisamente con la faccia schiacciata al suolo.
Cercai di alzare la testa, ma girava troppo forte e non potei fare a meno di prendermela tra le mani … Dovevo aver fatto una brutta caduta, eppure non mi ricordavo niente. Avrei potuto descrivere volentieri quello che c’era davanti a me, ma nonostante il giramento di testa, intorno a me non vedevo niente. Somigliava ad un deserto, il luogo in cui mi trovavo, un deserto di sabbia grigio chiaro, e già pareva strano detto così. E non c’era alcun rumore, un silenzio quasi assordante, che se non fosse stato intervallato dai miei gesti, mi avrebbe provocato fastidio. Scossi la testa e presi un po’ di sabbia tra le mani, era grigia come avevo detto. Forse era troppo scontato da notare subito, ma anche il cielo non aveva colore, era quasi bianco, come quando smette di piovere e si aspetta che il sole si riappropri del suo regno … per il resto non c’era proprio niente intorno a me. Mi alzai lentamente e iniziai a camminare a dritto, sperando che mi portasse da qualche parte.
Per i primi 10 minuti di cammino non incontrai niente, successivamente invece qualcosa ruppe quel terribile silenzio, un ronzio. Iniziai a pensare positivo, il ronzio significava la presenza di zanzare, mosche o altro, delle forme di vita, e dove ronzano zanzare o altro, probabilmente c’è cibo o habitat giusto per loro. Aumentai il passo alimentata dalla voglia di nuovi sviluppi. Non avevo caldo, in quello strano deserto non faceva caldo, ma si sfiorava quasi il freddo. Più avanti trovai delle piante, sebbene piccole, e anche dei cactus, poteva somigliare di più ad un deserto.

Camminai per altri 30 minuti circa, avevo il mio orologio che me lo indicava, perché il cielo non variava mai di colore. Infine mi fermai, trovandomi davanti qualcosa di inaspettato. Un lupo bellissimo, dal pelo grigio e bianco, esattamente come tutto il resto intorno a lui, e gli occhi invece, brillavano di un azzurro ghiaccio. Non nascosi di avere un po’ di paura, ma sembrava non volermi attaccare, stava fermo, mi fissava.

Improvvisamente una leggera ombra mi coprì, così guardai in alto: qualcosa con delle ali di un forte rosso fuoco stava planando vicino a me.
Poco dopo mi accorsi che si trattava di un essere umano. Era un ragazzo alto, dai capelli biondi, vestito in nero e dalla sua schiena sbucavano ali fiammeggianti. Si avvicinò a me fissando il lupo, che iniziò ad agitarsi, ringhiando allo sconosciuto.
-Prima che si scagli contro di noi, dovremmo andare- mi disse il ragazzo, parlava la mia lingua, non era una sottospecie di alieno come credevo. Io esitai, per poi annuire, il lupo non smetteva di ringhiare verso di lui. Quindi indietreggiai, e il lupo si voltò verso di me, ma smise di ringhiare.
-Solitamente sono ostili, con tutti- disse il ragazzo afferrandomi il braccio, come per sollecitarmi ad andare via, ma io gli lanciai uno sguardo probabilmente furioso, visto come ritirò la mano rapidamente. Non sapevo esattamente perchè, ma forse quel lupo non era così cattivo come supponeva lui.
-C’è una sola creatura che è realmente ostile con tutti, ed è l’uomo- dissi io chinandomi guardando negli occhi color ghiaccio del lupo con sicurezza, e poi, senza staccarli, protesi la mano verso di lui. Nonostante non lo guardassi, stavo immaginando lo sguardo stranito del ragazzo, doveva pensare che fossi pazza.
Mantenendo comunque uno stato guardingo, il lupo avanzò verso di me, verso la mia mano tesa, immobile per evitare di spaventarlo. Arrivò tanto vicino da poterla annusare bene, e dopo averlo fatto incrociò gli occhi con i miei e si mise seduto. Sorrisi e mi sedetti per terra davanti a lui.
-Non può essere. Quindi è questo il tuo potere?- disse il ragazzo vedendo che il lupo si stava di nuovo avvicinando a me. Protesi la mano sulla sua testa e accarezzai il morbido pelo fra le sue orecchie.
-Di cosa parli? Io non ho alcun potere- dissi continuando ad accarezzare il lupetto. Forse per lui era scontato che avessi un potere … Lo guardai nuovamente spaesata nel vedere le sue ali fiammeggianti.
-Credo siano quelle ad impaurirlo … Perché hai le ali?- non era una domanda molto intelligente da fare, ma lui mi rispose molto seriamente ma con tranquillità:
-E’ il mio potere, possibile che tu non ne abbia uno?- chiese, probabilmente era convinto che anche io appartenessi a quello strano mondo dove ero finita. Per la prima volta feci caso ai vestiti che indossavo, un abito senza maniche all’altezza delle ginocchia nero come la pece, e non ricordavo di averne mai posseduto uno. Cercai di non pensarci, come con tutte le cose strane che stavano accadendo.
-Non ho mai volato, deve essere bello … - dissi cercando di deviare la conversazione.
-E’ come se il mondo ti appartenesse – spiegò lui tendendomi una mano. Io lo guardai, poi presi la sua mano e mi alzai. Accortosi di aver interrotto la conversazione, il misterioso ragazzo mi chiese se volessi provare a volare. Io annuii emozionata. Lui prese le mie braccia e le strinse ai suoi fianchi dicendomi di tenermi forte. Strinsi la presa più che potei, attaccandomi così a lui.
Riuscii a vedere con la coda dell’occhio la sua ala destra aprirsi e spiegarsi con il suo rosso fuoco nel grigio deserto. E poco dopo, i miei piedi si staccarono lentamente da terra. Chiusi gli occhi per paura di non resistere all’altezza, ma poco dopo quando fummo molto in alto li riaprii.
Nel momento in cui stavo deliziandomi guardando la bellezza del panorama di quel grigio mondo, il suo volo prese velocità, una velocità talmente forte che dovetti socchiudere gli occhi, strinsi la presa sulle sue spalle, la velocità stava facendo scivolare le mie mani.
Dopo l’elettrizzante emozione del volo, il ragazzo rallentò fermandosi sopra una zona di deserto, identica all’altra, per un attimo sospettai che avesse solo fatto un giro in tondo, ma prima di parlare pensai che forse quello strano mondo poteva essere tutto così, identico.

-Adesso devo andare … cerca di sopravvivere- disse lui planando e lasciandomi in quel punto indefinito del deserto. In realtà rimasi delusa, se ne era andato senza neppure aver tentato di attaccare bottone.
Mi voltai verso ogni direzione, in cerca di qualche segno, qualche odore o suono che mi potesse indicare la strada giusta, anche se non sapevo esattamente dove avrebbe dovuto portarmi questa “strada giusta”.
   
 
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