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Autore: Christi    20/09/2015    5 recensioni
Quando il primo giorno di scuola alle medie le avevano chiesto di descrivere il Minnesota, aveva scelto solo tre parole: freddo, ghiaccio ed Hockey.
***
Altro che Superman.
Quattro giocatori di Hockey del Minnesota come fratelli sono molto, ma molto meglio di Superman.
E di questo, ne era pienamente sicura.
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Big Time Rush, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One call away.


Quando il primo giorno di scuola alle medie le avevano chiesto di descrivere il Minnesota, aveva scelto solo tre parole: freddo, ghiaccio ed Hockey. 
Freddo, perché non vedeva il termometro alzarsi sopra i 15 gradi da ormai tre mesi. 
Ghiaccio, perché era l'ovvia conseguenza del freddo. 
Ed Hockey, perché praticava quello sport da quando era nata e poi, beh, era uno sport legato al freddo. 
Ma in prima media aveva solo undici anni ed erano cambiate un bel po' di cose da quel giorno. 
In realtà erano cambiate tre anni prima. 
«Non mi stai ascoltando, vero?»
Sun alzò la testa dalla sua cioccolata calda, annuendo. 
«Bene» il ragazzo davanti a lei esitò, sorridendo «Quindi che ne pensi?» domandò, incrociando le braccia al petto, soddisfatto della domanda che avrebbe incastrato l'amica. 
«Okay, non ti stavo ascoltando» sbuffò la ragazza, poggiando i gomiti sul tavolo e reggendosi la testa fra le mani.
«Stavo dicendo» il moro si schiarì la gola «Che mi sembra assurdo che l'allenatore se la sia presa con me» alzò le braccia al cielo «Non è colpa mia se il puck è finito sul naso di quello sbruffone di Anthony» sorseggiò un po' di cioccolata «Sunshine!»
La ragazza sussultò, di nuovo con la testa fra le nuvole. «Scusa, scusa» sussurrò, scuotendo la testa. 
Logan inclinò la testa di lato, scrutando l'amica. «Va tutto bene?»
Sun sorrise, annuendo. «Stavo solo pensando» iniziò, mentre faceva affondare il suo marshmallow nella cioccolata. 
«A cosa?» domandò lui, prima di sorridere malizioso «O dovrei dire, a chi?» chiese di nuovo. 
Sunshine gli lanciò un'occhiata tutt'altro che amichevole prima di sospirare. 
«Oggi sono tre anni che ci conosciamo» parlò la ragazza. Logan spalancò gli occhi, prima di tossicchiare. 
«Oh!» esclamò il moro con fare teatrale, iniziando a sudare freddo «Il mio telefono, sta, sta squillando» continuò afferrando il suo cellulare. 
Sun lo guardò dolcemente, indicando con un gesto della testa la porta. «Rispondi, ne parliamo dopo»
Logan le sorrise riconoscente, prima di alzarsi e sparire dietro la porta. 
Digitò velocemente il numero di Carlos, passando una mano nei capelli, nervoso. 
«Logie!»
«Carlos ti prego, non urlare»
Logan portò una mano alla tempia. «Sun sta iniziando ad essere sospettosa»
Seguì un breve silenzio in cui Logan, e ne era pienamente sicuro, riuscì a sentire qualcosa cadere. 
«Che intendi per "sospettosa"?» 
«Si è ricordata che oggi sono tre anni e lo ha ricordato tristemente»
«Oh, questo non va bene»
Seguì un altro breve silenzio e questa volta Logan riuscì a sentire la voce di Kendall in sottofondo. 
«Va bene, noi abbiamo quasi finito, altri... venti minuti»
«Okay, venti minuti»
Logan chiuse la chiamata e tornò nell'altra stanza. Aveva finito gli argomenti ed era sicuro che la sua migliore amica iniziasse a sospettare qualcosa. L'aveva invitata a casa sua senza un motivo preciso, le aveva impedito di telefonare ai ragazzi e non le permetteva di uscire da ormai due ore. 
«Chi era?» 
Logan si voltò di scatto. Sun era seduta sul divano e sorrideva. 
«Oh, nulla di speciale era» esitò, pensando in fretta «Era mia madre»
Sunshine annuì. 
Logan si avvicinò a lei sorridente. Doveva trovare qualcosa per poterla distrarre. Ma aveva seriamente finito gli argomenti. Si guardò intorno, cercando qualcosa che lo potesse aiutare. Posò gli occhi sul camino acceso, poi sul muro dove erano appese centinaia di foto, ed infine sulla mensola che reggeva due trofei. 
Due trofei. 
Gli occhi di Logan si illuminarono, un'idea chiara in mente.
«La mazza da Hockey!» urlò, facendo sussultare Sun. «La mazza da Hockey?» domandò lei, passando una mano nei capelli color miele. 
«La mia nuova mazza!» urlò di nuovo lui, sparendo per qualche secondo nella sua camera. 
Tornò con una mazza, mostrandola all'amica. «Wow, Logie è molto bella» sorrise lei, ma Logan riuscì a cogliere un lampo di delusione nello sguardo della ragazza. Se solo avesse potuto dirle cosa sarebbe successo di lì a poco. 
«Trovi? Carlos ha rotto la vecchia e mi sono comprato questa» spiegò Logan, riferendosi all'episodio di qualche giorno prima. Sun scoppiò a ridere, ripensando a la faccia di Logan quando si era ritrovato con la mazza spezzata, e l'amico si sentì leggermente rincuorato da quella risata. 
«Comunque» parlò Sunshine dopo un breve silenzio, interrotto solo dallo strepitio del fuoco acceso nel camino. «Dicevo che oggi sono tre anni che ci conosciamo e»
La voce della ragazza fu interrotta dal vibrare del cellulare di Logan per la seconda volta ed il moro ringraziò mentalmente quella casualità, mentre leggeva il nome dell'amico sul display. 
Una chiamata da cinque squilli, quello era il segnale. 
«Preparati che usciamo» ordinò dolcemente Logan all'amica, che lo guardò sospettosa. 
«Io non ho voglia di uscire» borbottò «E non sono in condizioni di mostrarmi in pubblico» continuò, riferendosi all'enorme felpa cobalto che indossava, rubata a James qualche settimana prima, ai jeans chiari e ai suoi stivaletti imbottiti con il pelo, che la tenevano al caldo durante i freddi inverni a Minneapolis.
Logan scosse la testa. «Stai benissimo, andiamo»
«Benissimo? Logie non prendermi in giro!» esclamò lei risentita, alzandosi in piedi. 
Logan sorrise divertito. Cadeva letteralmente dentro quella felpa, essendo minuta e non troppo alta. 
«Sono anche struccata!» continuò lei, coprendosi il viso. 
Fu un attimo. Sun non fece nemmeno in tempo ad accorgersene che Logan l'aveva presa in braccio come un sacco di patate. 
Le proteste furono del tutto inutili e quando Logan le allacciò la cintura, finalmente in macchina, sorrise soddisfatto.

 
***


«Stanno arrivando!» urlò James, chiudendo velocemente la tendina e correndo verso la porta. 
Kendall prese parola «Bene, torta?» chiese, ricevendo come risposta un «Pronta!» da parte di Carlos. 
«Regali?»
«Tutti perfettamente impacchettati»
«Proiettore?»
«Pronto»
«Cioccolata calda con marshmallow?»
«Pronta per essere scaldata»
«Cartellone?»
«Appeso»
«Coperte e cuscini?»
«In salotto, signore!» urlò a mo' di soldato James, provocando la risata divertita di Kendall. 
«E' tutto pronto, abbiamo fatto un bel lavoro ragazzi»
Kendall batté il pugno ad entrambi, sorridendo. 
Qualche secondo dopo, sentirono il campanello suonare e Carlos si precipitò alla porta. 
«Logan? Che ci fai qua?» domandò, restando al gioco. 
Il moro sorrise complice al latino. «Io e Sun abbiamo pensato di passare, disturbiamo?»
Carlos scosse la testa, invitando ad entrare entrambi. Si concesse di abbracciare la sua migliore amica, prima di lasciarla entrare e godersi lo spettacolo.
«Permesso» sussurrò lei, ancora gli occhi bassi. Carlos la osservò alzare la testa, rimanere un secondo impassibile, per poi voltarsi e guardare lui e Logan ancora sulla porta. 
«Che cosa, che avete fatto?» balbettò, già con gli occhi lucidi. Carlos si limitò a stringersi nelle spalle. 
Sun si voltò di nuovo e sorrise a James e Kendall, in piedi davanti a lei. 
«Ciao piccina» le sorrise Kendall, prima di spostare lo sguardo sul salotto di casa Pena completamente addobbato. 
Sopra al camino accesso era appeso un cartellone con scritto semplicemente "Tre anni", accompagnato da decisamente troppi punti esclamativi. Proprio accanto ad esso, uno schermo era stato calato dal soffitto e la luce di un proiettore illuminava la parete bianca. Il divano era stato spostato e sul tappeto regnavano una dozzina di cuscini ed altrettante coperte. Sul tavolino, una piccola torta e cinque tazze. Adagiati a terra invece, aspettavano di essere scartati sei regali. 
«Voi siete completamente impazziti!» urlò lei, prima di sorridere e portare le mani al viso. 
«Perché?» domandò poi, avvicinandosi a Kendall e James. «Insomma, mi sarei aspettata un fiore, sarebbe bastato come regalo» continuò. Carlos le fece segno di sedersi sulle coperte e Sunshine ubbidì. 
«L'anno scorso non ti abbiamo regalato nulla e non potevamo permettere che accadesse anche quest anno» iniziò a spiegare Logan, sedendosi. 
«Quindi abbiamo organizzato questa sorpresa» continuò James, avviandosi al proiettore. 
«Per, per ringraziarti» balbettò incerto Carlos, passando una mano dietro alla testa, imbarazzato. 
«Di cosa? Insomma io non faccio nulla di speciale» parlò lei, afferrando un cuscino e stringendolo al petto. 
«Non fai nulla di speciale?» domandò retorico Kendall, sedendo accanto a lei. 
«Siete voi a fare qualcosa di magnifico nella mia vita» continuò lei. 
Logan la guardò sorridente. 
«Accendi il proiettore 'Los»

 
Call me, baby, if you need a friend
I just wanna give you love
C'mon, c'mon, c'mon
Reaching out to you, so take a chance
No matter where you go
You know you're not alone


 

Sun osservò la foto proiettata sul muro e non poté trattenere le lacrime. 
Ritraeva lei ed i ragazzi tre anni prima, durante le superiori. Loro quattro vestiti pronti per giocare ad Hockey e lei, in mezzo a loro che puntava la mazza contro l'obbiettivo come fosse una spada. 
Erano tutti e cinque sorridenti. 
Sun ricordava quel giorno perfettamente. Era il giorno della finale di Hockey e lei poche ore prima della partita aveva litigato con quella che credeva fosse la sua migliore amica. Aveva informato subito i ragazzi che le avevano imposto di chiamarli se avesse avuto bisogno di aiuto. 
Infatti, tutti e quattro avevano ricevuto un messaggio ed erano corsi da lei. 
«Ehi adesso siamo qua» aveva sussurrato James alla ragazza, mentre si faceva piccola nel suo abbraccio.
Erano rimasti con lei fino a poco prima della partita e durante quelle ore, Sun aveva scoperto di aver perso un'amica, ma di averne trovati quattro. L'avevano consolata facendola ridere e promettendole che se avesse avuto bisogno di un amico, sarebbe bastata una chiamata e ne sarebbero arrivati quattro. 
«Adesso datti una sistemata che andiamo» le aveva suggerito Kendall, lasciandole un bacio in testa. 
Sunshine aveva annuito ed era sparita per qualche minuto in bagno. 
Aveva avuto modo di ricordare come fosse stata fortunata ad incontrare quei quattro. 
In realtà aveva incontrato per primo Kendall, nel Supermarket dove lavorava il biondo. 
«Scusa» aveva attirato la sua attenzione «Sai dirmi per caso dove posso trovare lo sciroppo d'Acero?» aveva chiesto lei, guardandosi intorno. 
Prima che il ragazzo potesse rispondere, una voce lo aveva interrotto. 
«Ehi Kendall» un ragazzo dai tratti latini era spuntato da dietro il biondo e si era bloccato immediatamente. 
«Carina» aveva sussurrato all'amico, che gli aveva lanciato un'occhiataccia. «E' una cliente 'Los» aveva sussurrato tra i denti, facendo arrossire Sun, che sorrideva timidamente. 
«Oh» riuscì a dire il latino, prima che un altro ragazzo apparisse alle sue spalle. 
«Carlos dovevi chiedere a Kendall le patatine, perché ci hai messo così tanto?» domandò, fissando quello che Sun aveva identificato come Carlos. 
Il ragazzo moro spostò poi lo sguardo su di lei e sorrise. «Adesso capisco» sussurrò malizioso, fissando Sunshine.
Kendall roteò gli occhi esasperato. «Logan ti prego»
«Ragazzi queste patati-»
Un ragazzo dai capelli castani si era bloccato immediatamente alla vista di Sun, sorridendo. 
«James per favore sta zitto» lo aveva avvertito Kendall, prima che potesse dire qualsiasi cosa «E' nel corridoio quattro, vicino alle decorazioni per torte» aveva continuato, sorridendo cordialmente a Sun, che dopo aver ringraziato si era voltata per iniziare a camminare. 
I tre ragazzi avevano scosso Kendall, ancora intento a guardarla e lui, dopo essersi ripreso aveva urlato «Io sono Kendall!»
Sunshine si era voltata e dopo aver sorriso, aveva semplicemente risposto «Lo avevo intuito», per poi sparire tra gli scaffali. 
Da quel giorno, Sun passava regolarmente al Supermarket, cercando ogni scusa pur di stare con quei quattro ed era nata un'amicizia talmente solida da essere quasi irreale.
Dopo essere uscita dal bagno ed aver concluso il suo flashback mentale, i ragazzi l'avevano portata con se alla pista, per farla assistere alla partita.
Era stata scattata lì quella foto. 
Il padre di Logan aveva chiesto di mettersi in posa, ma i cinque avevano continuato a parlottare fra loro. 
«Ricordati scricciolo» aveva iniziato Kendall, sorridendo «Che non importa dove andrai, non sarai mai da sola. Ci saremo sempre.» aveva continuato il biondo, mentre il padre di Logan sistemava la macchina fotografica sul cavalletto. 
«Ehi!» aveva esclamato lei, afferrando la mazza di Carlos «Non ho bisogno di voi! So farcela da sola» aveva detto, prima di puntare la mazza contro l'obbiettivo con fare minaccioso e far scoppiare a ridere gli altri quattro.
In quel momento, il padre di Logan aveva scattato la foto, che era diventata una delle preferite dei ragazzi. 
«Prossima foto James» aveva sussurrato Kendall all'amico, soddisfatto della reazione di Sun.


 
Come along with me and don't be scared
I just wanna set you free
C'mon, c'mon, c'mon
You and me can make it anywhere
For now, we can stay here for a while
Cause you know, I just wanna see you smile



Gli occhi verdi di Sun si illuminarono, quando sullo schermo apparì la seconda foto. 
«Oddio» sussurrò, mentre la osservava. 
Mostrava una pista ghiacciata, lei era seduta a terra e dava le spalle all'obbiettivo, mentre i ragazzi erano inginocchiati intorno a lei. 
«Ho ancora quella cicatrice» disse, poggiando una mano sul suo ginocchio destro. 
«Fu una brutta caduta quella» commentò Logan. 
«Io ho ancora i sensi di colpa» sorrise tristemente James, ricevendo come risposta un dolce sguardo da parte di Sunshine. 
Effettivamente, si erano impauriti quando l'avevano vista scivolare decisamente troppo vicina al pattino di James, che le aveva ferito il ginocchio. 
Sunshine avrebbe avuto un'importante gara di Hockey durante la settimana ed i ragazzi si erano impegnati nell'aiutarla ad allenarsi. Così avevano raggiunto uno dei laghetti ghiacciati nel parco ed avevano iniziato a giocare, con qualche amico come spettatore. Prima di iniziare però, Sun si era sentita leggermente in imbarazzo. 
«Avanti piccola, va tutto bene» le aveva detto dolcemente Carlos, tendendole la mano. Sunshine l'aveva afferrata ed aveva iniziato a pattinare, ma si era bloccata immediatamente. 
«Ehi va tutto bene» Logan si era avvicinato a lei.
«Sun tu ami il ghiaccio, ti fa sentire libera, ce lo hai detto tu» continuò Kendall.
«E lo sai che puoi fare di tutto e poi ci siamo noi» le spiegò James. 
«Ma se vuoi puoi fermarti, lo sai che vogliamo solo vederti sorridere» concluse Carlos, chiudendo il cerchio.
Sun sorrise istintivamente e dopo aver lasciato la mano di Carlos, si lanciò verso il puck, facendo scoppiare a ridere i quattro. «Ehi quello era un icing!» aveva urlato Sun, qualche punto dopo, prima di scivolare a cadere. James non era riuscito a fermarsi, colpendo così il ginocchio dell'amica con il suo pattino. 
«Oh mio Dio!» aveva infatti esclamato, chinandosi su di lei. 
«Scricciolo perché non hai messo le ginocchiere?» aveva domandato Carlos, avvicinandosi. 
«Le ho scordate» aveva sussurrato lei, bloccando il sangue con la mano. Aveva squarciato il jeans e cercava in tutti i modi di non far macchiare il tessuto. 
«Piccola mi dispiace» le aveva sussurrato James, mentre Kendall le fasciava la ferita. 
Lucas, uno dei ragazzi che aveva assistito alla partita aveva scattato la foto dal suo cellulare per sbaglio e in seguito i ragazzi gli aveva impedito di cancellarla. 
Ed ora quella foto era proiettata lì davanti a loro. 
«Ragazzi perché state facendo tutto questo?» 
«Sssh, continua a guardare»

 
And when you're weak I'll be strong
I'm gonna keep holding on
Now don't you worry, it won't be long
Darling, and when you feel like hope is gone
Just run into my arms


Sun sentì delle voci e realizzò che quello proiettato sul muro era un video, non una foto. 
«Non posso crederci»
«Io lo uccido a quel cretino»
«Kendall ti prego, non fare così»
«Ha dato punto a quella squadra di pivelle solo perché è corrotto!»
«Kendall...»
«Cristo, Logan non hai visto che punto ha fatto Sun? La sua squadra meritava di vincere»
«Kendall per favore»
Sunshine sorrise imbarazzata mentre il video la mostrava mentre piangeva. 
Era probabilmente stato Carlos a fare il video, durante la partita. 
Sunshine si era impegnata moltissimo e la sua squadra era riuscire ad arrivare fino a poco prima di fine match in vantaggio. Ma la squadra avversaria aveva recuperato durante gli ultimi minuti e l'ultimo goal era stato assegnato proprio a quest ultimi. 
Al fischio finale, Kendall, fino a quel momento davanti a Carlos era entrato in campo, non badando al fatto di non avere i pattini ai piedi ed aveva aperto le braccia pronto ad accogliere la sua migliore amica. 
«Ehi campionessa» aveva sussurrato, quando Sun si era nascosta fra le sue braccia. Il video si interrompeva in quel momento, ma Sunshine ricordava perfettamente cosa le aveva detto Kendall.
«E' colpa mia» aveva detto piangendo lei, alzando leggermente gli occhi «Dovevo stare più attenta, ma ero convinta che Samantha non fosse riuscita a sfilare il puck a Juliet» continuò, togliendo il casco e lasciando che i capelli biondi le ricadessero leggeri sulle spalle. 
«Sunshine ascolta» Kendall le aveva preso il viso fra le mani e la guardava sorridente «Tu sei stata bravissima, il tuo goal è stato sensazionale e» abbassò la voce «Sta certa che il goal di quella Samantha non era valido, l'arbitro non aveva ancora fischiato, fidati di me»
Sun sorrise tra le lacrime, ma non riuscì a fermare il pianto di delusione. 
«Ehi ehi» la richiamò Kendall. Si era ripromesso che sarebbe stato forte quando lei non sarebbe riuscita ad esserlo. 
«Non preoccuparti, passerà anche questa» le sussurrò, accarezzandole i capelli. 
Sunshine si rincuorò, il profumo di Kendall era sempre riuscito a tranquillizzarla. 
Sapeva bene che quando credeva di aver perso le speranze, doveva correre fra le sue braccia.

 
«Ragazzi, io, io sono senza parole» aveva sussurrato Sunshine, qualche minuto dopo, quando sullo schermo erano state proiettate tutte le foto. 
«Ancora non riesco a capire cosa ho fatto per voi»
«In tutte le foto che ti abbiamo mostrato siamo sorridenti» iniziò a spiegare Carlos «Ecco cosa fai scricciolo. Ci fai sorridere sinceramente»
Sunshine abbassò gli occhi sorridente. 
«Apri i regali adesso» esclamò James, sedendo accanto a lei. 
Prima di scartare il primo pacchetto, Sunshine si concesse un secondo per riflettere, illuminata dalla luce del camino. 
Se la professoressa delle medie le avesse chiesto di descrivere il Minnesota, avrebbe usato le stesse parole, ma ne avrebbe aggiunta una: l'amicizia.
Poi sorrise, la mente attraversata da un pensiero.
Altro che Superman. 
Quattro giocatori di Hockey del Minnesota come fratelli sono molto, ma molto meglio di Superman. 
E di questo, ne era pienamente sicura. 


 
I'm only one call away
I'll be there to save the day
Superman got nothing on me
I'm only one call away



Chris' Corner
Salve ragazze!
Okay non chiedetemi cosa è questo affare, so solo che l'idea mi frullava in mente già da un po' e quindi eccomi qua. 
Allora, questa è la prima one-shot di una futura raccolta che chiamerò "Minnesota." che vede come protagonista la nostra Sunshine ((Sun per tutti)) e i quattro hockeisti del mio cuore. 
In questa storia i Big Time Rush non sono famosi ed è leggermente ispirata al telefilm.
Se volte nelle prossime storie potrei anche farci incastrare una storia d'amore, fatemi sapere voi. 
E' fluff, molto, troppo fluff, ma who cares. 
Vi prego, supplico e vi scongiuro di lasciarmi una recensione, positiva, negativa o neutra che sia, perché ci tengo davvero tanto.
Ci tengo veramente molto a spare che ne pensate, in modo da poter anche valutare se continuare la Raccolta o no. 
Ora vi lascio piccine. 
Un bacio enorme piccole mie, a presto
Chris
   
 
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