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Autore: Wemil    11/02/2009    0 recensioni
Sei umani vengono portati in un labirinto per affrontare una prova ai limiti delle loro possibilità. Lo scontro con l'Ombra e gli Angeli porterà ad un duro confronto fra liberazione, fiducia e religione. Racconto nono arrivato al contest: L'angelo e... l'ombra
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP. 9: LOTTA


Dalla scomparsa di Enrick Marlack erano già passati sette giorni: i viveri erano già finiti il terzo giorno e l'acqua potabile, benché frazionata con cura, era esaurita il giorno prima. Ad aggiungersi a ciò, quei giorni privi di pioggia erano stati distinti da un caldo atroce e l'unico metodo per comprendere che si era passati al giorno successivo era guardare l'orologio.

Su quel pianeta non sussisteva la notte: solo un'eterna e afosa giornata di sole.

Gli Angeli non erano più apparsi e dell'Ombra che si portavano appresso non c'era più alcuna traccia.

Il prete si sentiva scoraggiato: aveva perso i suoi due compagni di ricerca a causa di quegli esseri con le ali e la speranza di trovare l'uscita si era ormai ridotta ad una mera delusione.

Con rabbia il prete strappò un fiore dalla siepe lì vicina e ne succhiò il nettare; almeno aveva la certezza che non sarebbe morto di sete: i fiumiciattoli, benché l'acqua fosse quasi imbevibile, e le piante erano un'ottima risorsa del prezioso liquido.

Sospirò pensando a Sebastian, ad Elisa e a Jannick; chissà se loro avevano trovato l'uscita o si erano fatti tentare.

Un'ombra passò improvvisamente di fronte a lui, ma proseguì verso un altro corridoio senza accorgersi della sua presenza.

"Aspetta!" mormorò Don Marek.

Il rumore di passi aumentò d'intensità: stava tornando indietro. Forse lo aveva sentito.

"Ehy! Ma te sei il prete!" disse stupito l'uomo che si palesò.

"Lupus in fabula." esclamò il povero prete a Sebastian: "Non ti vedo granché messo bene."

"Senti chi parla. Con quella lunga barba e quell'abito sembri un santone." lo schernì l'altro.

L'ex-seminarista si toccò la peluria che, effettivamente, non aveva avuto modo di tagliarsi; poi si guardarono e, in una risata liberatoria, si abbracciarono.

Finalmente non erano più soli: entrambi si erano sentiti impazzire nella solitudine di quell'intrigo; poi iniziarono a raccontarsi le reciproche esperienze avute in quegli ultimi giorni.

"Dov'è Jannick?"

"Si è buttato da una torre." sentenziò l'uomo.

"E' impazzito?!?" chiese spalancando gli occhi.

"No no... niente di tutto ciò." lo tranquillizzò spiegando cosa fosse accaduto e di come gli angeli l'avessero portato in cielo.

"Comprendo. Anche noi abbiamo avuto la visita di due angeli; Enrick e Yili sono spariti proprio a causa loro." Don Oral Marek fornì al suo nuovo avventore di come quelle creature gli avessero fornito diverse motivazioni per cui dovessero andare con loro.

"Quindi l'unica persona di cui non sappiamo più nulla è la magistrata... mi pareva si chiamasse Elisa." concluse il matematico.

"Ricordi bene."

"Te cosa ne pensi degli Angeli e dell'Ombra?".

"Sentendo da te che gli Angeli hanno preso al volo Evermont, facilmente non prevedono la nostra morte prematura. Evidentemente entrare nell'Ombra non equivale ad un suicidio com'ero stato indotto a pensare sinora. Forse è veramente un atto di fede a cui Dio ci sta mettendo alla prova."

"Bah... non credo a queste cose. E' possibile anche che, vedendo che io non mi sono buttato, l'abbiano portato nell'Ombra dove è stato ucciso. In questo modo io non ho potuto verificare se effettivamente Evermont si sia salvato o meno." disse con una logica ferrea Sebastian.

"Anche questo è vero. Però è anche vero che se continuiamo a rimanere qua non ci rimane alcuna via di fuga. C'è il rischio veramente di rimanere su questo pianeta per sempre."

"Si se la mia ipotesi che sia un pianeta-labirinto si rivelasse corretta. Purtroppo non c'è alcuna stella in cielo con cui orientarsi."

"Allora cosa desiderate fare?" chiese una voce metallica vicino a loro.

I due umani guardarono verso destra e, seduto su di una roccia, attorniato con un numero illimitato di piume nere come le tenebre che lo seguivano, un angelo li guardava sornione.

"Avete, credo, analizzato tutte le scelte a vostra disposizione e avete già ascoltato le parole degli altri Messaggeri, quindi non mi dilungherò ulteriormente; vi offro un'ultima possibilità: volete entrare nell'Ombra?"

"Ci puoi lasciare un momento per pensare?" chiese il prete.

Il portatore delle tenebre estrasse da dietro una delle sue piume un pacchetto di sigarette e se ne accese una: "Il tempo di una sigaretta."

-Mai visto un angelo fumare.- pensò scettico il matematico: -Però effettivamente questo è solo il secondo angelo che vedo.-

"Cosa facciamo?" chiese l'altro, sentendo dubitare fortemente la sua fede nel trovare un'uscita.

"Non credo alle parole di quest'alieno. Io preferisco continuare a girare e cercare l'uscita; te rimani con me."

"Non saprei; ormai ho il sentore che quella potrebbe essere veramente una via di fuga."

Sebastian Ereth, con una forza inaspettata, colpì con un destro lo stomaco del suo compagno; il prete si accasciò per terra.

"Non era una domanda. Te rimani con me: se c'è una cosa che temo è la solitudine. Voglio che tu resti con me."

L'Angelo ormai aveva fumato mezza sigaretta.

Il prete si alzò e con un calcio cercò di rispondere all'attacco del ricercatore: lo mancò.

Sebastian lo colpì di nuovo con maggiore di forza di prima: Don Omar Marek scivolò per qualche metro sull'erba del labirinto.

"Non puoi obbligarmi a restare." mormorò il prete.

"ZITTO!" lo ammonì l'altro uomo colpendolo ancora con alcuni calci: "Se sei un prete abbi fede nelle tue scelte. Non puoi lasciarti ingannare dall'oscurità."

"Ma non posso nemmeno lasciarmi ingannare da TE!" gridò il religioso: UN LAPSUS! Erano le stesse parole che quella ragazzina aveva rivolto a lui al primo incontro con gli Angeli: "Lasciami andare!"

"NO! Tu rimarrai qua con me; non voglio che tu muoia come Jannick, Enrick e Yili."

L'Angelo finì la sigaretta e, con la maleducazione che contraddistingue gran parte dei fumatori, buttò il mozzicone per terra spegnendolo con il nero bastone che teneva nella mano destra.

Alzò lo sguardo verso i due ridicoli umani litigiosi: "Cosa avete deciso?"

"NO! Noi non veniamo!" rispose a nome di tutti e due il matematico.

Con uno scattò Don Marek Oral scattò verso l'Angelo.

"Io voglio entrare!"

"MALEDIZIONE! STAI SBAGLIANDO!!!" gridò il matematico cercando, invano, di colpirlo con una pietra.

Don Oral Marek riuscì ad entrare nell'Ombra.

L'Angelo guardò l'ultimo umano rimasto con superbia: "Sei l'unico rimasto qua: sei sicuro di non voler entrare?"

-Quindi anche Elisa è morta.- pensò fra se e se.

"NO!" gridò, infine, Sebastian Ereth.

"Ha fatto la sua scelta." pronunciò l'Angelo.

Poi spiccò un salto verso il cielo; l'Ombra sparì con lui.



  
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