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Autore: Elsira    20/09/2015    7 recensioni
Ed eccomi nella mia prima FF di DB! È stata buttata giù da un secondo d'ispirazione, perciò perdonatene la stupidità.. Cosa accadrebbe se Goku e Chichi allargassero la loro famiglia? Che nome darebbero alla new entry? E come reagirebbero nello scoprire che è una femmina? È ciò che racconta questa breve one-shot, buona lettura :)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Gohan, Goku, Goten, Nuovo personaggio | Coppie: Chichi/Goku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sangue del padre e occhi della madre'
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Anno 773

Dall’interno della culla, sotto le coperte tonalità pastello, spuntava una coda da Sayan.

Goku osservava pensieroso il lettino per neonati dai colori tenui di fronte a lui. Sua moglie aveva insisto molto per avere quel pargoletto dopo la vicenda di Majin Bu, nonostante la sua forse troppo alta età dato che oramai era sulla soglia dei 40 anni, ma mai lui si sarebbe aspettato una sorpresa simile. Dato che aveva avuto Gohan e Goten, ovvero due figli maschi, come si spiegava che adesso quella nella culla rosa pastello fosse una bambina?

Dal canto suo, Chichi era entusiasta, contenta come non mai di aver finalmente avuto una femmina da poter istruire come desiderava lei e che certamente non sarebbe mai diventata una "teppista dai capelli dorati": avrebbe fatto di tutto per impedirlo. La sua bambina non doveva cacciarsi nei guai con quel pazzo di suo padre e i suoi due fratelli. Naturalmente, sapeva che Gohan era il più assennato fra i tre, ed era orgogliosa di lui e degli studi che stava intraprendendo, ma anche lui aveva avuto un periodo critico da ragazzino; per non parlare di quando Piccolo lo aveva portato con sé per un anno intero. Goten invece era un bambino vivace e totalmente innocente, identico al padre alla sua età, ma proprio per questo si sarebbe potuto chiedergli tutto tranne che educare la sorellina come si deve. Nelle mani di Goku poi non l'avrebbe sicuramente mai lasciata, perché avrà anche salvato la Terra da decine di minacce ed essere un uomo e marito eccezionale, ma come padre era pessimo, soprattutto sotto il profilo di educatore.

L'unica cosa che restava da fare ora, era scegliere il nome della pargoletta. Né lei né suo marito erano pronti ad avere una bimba, ma questo non significava che non ne fossero felici. Ma la felicità lasciava adesso suoi loro volti un'espressione pensosa, alla ricerca di un nome che fosse adatto a quella creaturina.

Fisicamente, assomigliava tutta a sua madre, tranne che per la coda, con gli occhi scuri ed i lineamenti che aveva lei da piccola; a Chichi sembrava di vedersi in una vecchia fotografia, mentre per Goku era uguale identica a tutti i bambini piccoli che aveva visto in vita sua.

«Ci sono!» Disse Chichi con le braccia incrociate al petto e un'espressione soddisfatta in volto.

Suo marito alzò gli occhi dalla culla e la guardò dubbioso, ricordandosi con timore ciò che era accaduto con la scelta del nome per Gohan. «Si chiamerà Marie Curie, come la grande scenziata!»

Goku sospirò, poi cercò di distogliere quell'idea dalla moglie con delicatezza: «Marie Curie Son non suona molto bene però, ti pare Chichi?» Lei si voltò di scatto e lo fissò con sguardo assassino.

Il Sayan lo notò e si mise le mani davanti, colto da una paura tremenda della moglie: «Ma no.. Io dicevo solo che.. Magari..» Sorprendentemente, Chichi abbassò lo sguardo nervosa, per poi rialzare il volto e rivolgersi tranquilla a lui: «Si, hai ragione, non suona bene.» Per poi tornare a guardare la culla, con all'interno la piccola che dormiva.

Goku si rilassò per essere scampato dall'ira della moglie ed il silenzio tornò a calare pesante nella stanza.

La donna si voltò di scatto verso il marito: «Allora Amalie Emmy!»

«E chi sarebbe?» Chiese perplesso lui. Lei aggrottò le sorpracciglia prima di rispondergli scocciata e ancora disarmata di fronte l'ignoranza del marito. «Ma si può sapere tu dove vivi? Amalie Emmy Noether era un'importantissima scienziata, la donna più importante mai esistita nella storia della matematica secondo il grande Albert Einstain! Ma come fai ad essere così ignorante?»

«Non sono mai andato a scuola, non conosco questi tizi...» Disse lui con fare arreso. Lei rispose con una smorfia.

In quel momento, entrambi udirono la porta della stanza aprirsi e si voltarono per vedere chi fosse.

«Che succede ragazzi?» Chiese Goku ai suoi due figli, fermi sulla soglia ad attendere il permesso di entrare. Fu il maggiore a rispondere. «Beh, io e Goten ci stavamo chiedendo se potevamo vedere nostra sorella.»

La donna annuì con il volto disteso: «Ma certo.» Fece cenno alla culla con un sorriso: «Ma state attenti a non svegliarla, si è addormentata da poco.»

I due camminarono a passo spedito verso la custodia chiara, evidentemente impazienti di vederla, sotto lo sguardo vigile della madre.

Goten era troppo basso per arrivare a scrutare l'interno della culla, perciò si alzò in volo. «Accidenti, sembra così fragile...» Commentò il piccolo.

«È naturale, è appena nata. Anche tu eri così, sai?» Rispose suo fratello con un sorriso.

Il minore si voltò verso il padre e chiese curioso: «Ehi papà, anche lei diventerà un super sayan e potrà combattere con noi?»

Gohan, intuendo che non era una domanda da fare in presenza della madre, tappò la bocca al fratellino, e mentre Goku stava per rispondere in tutta tranquillità, Chichi si avvicinò al figlio e gli urlò contro, fuori di sé: «Scordatelo! Lei è una ragazza, perciò si comporterà come tale! Non diventerà una teppista!» Poi si rivolse al marito, sempre con lo stesso tono, se non più severo. «Sono stata chiara, Goku?» Lui fece semplicemente cenno di sì con la testa, le mani di nuovo in avanti come se potessero proteggerlo dalla furia della moglie e il volto pallido dalla paura che quella donna riusciva a trasmettergli.

Alle grida di Chichi, si unirono ben presto quelle del pianto della piccola, che con quel baccano si era svegliata. Chichi lanciò un'occhiata assassina al marito, poi andò veloce a prendere la piccola tra le braccia e a cullarla dolcemente, per farla calmare.

Quando ebbe finito di piangere, si sentì nella stanza la voce del piccolo Goten. «Come si chiama?»

«Non lo abbiamo ancora deciso... Voi due avete per caso in mente qualcosa?» Rispose Goku. Gohan si mise a pensare, con un dito al mento e la fronte aggrottata. Goten rispose quasi subito, con le braccia dietro la testa. «A me piace Eri.»

Gli altri nella stanza si voltarono verso di lui, e la madre gli chiese curiosa. «Non è un brutto nome, ma come ti è venuto in mente?»

Il piccolo sorrise. «È il nome della ragazza che mi piace di più dei giornalini di Gohan.» Il maggiore divenne color pomodoro in faccia, il padre guardò entrambi i figli interrogativo mentre Chichi si fermò di colpo, chiedendo poi senza tono, mentre un'ombra oscura le era calata sul viso. «Di quali giornalini parli, Goten?»

Sapendo di non poter fermare né la bocca del fratellino, né tantomeno la furia della madre, il ragazzo tentò di avvicinarsi alla finestra dietro di lui per scappare dalla stanza prima dell'imminente catastrofe.

«Dei giornalini che il fratellone tiene sotto il materasso del letto, c'è pieno. Io li ho scoperti l'altro giorno perché era uscita mezza pagina di fuori. Ci sono delle ragazze molto carine, anche se vestite in modo strano.» Rispose Goten con l'innocenza dettata dalla beata ignoranza tipica dei bambini piccoli.

A sentire quelle parole, Chichi si mosse lentamente verso Goku e gli porse la piccola, poi si diresse verso il figlio maggiore, che intanto aveva raggiunto la finestra ma si era accorto troppo tardi che fosse chiusa, lo prese per un orecchio e gli si rivolse in un tono calmo ma furioso. «Vieni con me signorino...» Lui tentò di difendersi, inutilmente, tentando di sminuire la cosa, con il solo risultato di far infuriare ancor di più la madre, che lo portò nell'altra stanza e lo sgridò come forse non aveva mai fatto prima.

Mentre nella stanza accanto avveniva la fine del mondo per il povero Gohan, Goku e Goten erano rimasti con la piccola ancora senza nome.

Era la prima volta che Goku teneva in braccio la figlia e sentì un'emozione unica pervadergli il cuore. In quel momento si rese conto che quella piccola creaturina era completamente indifesa dal mondo, e mentre si guardavano reciprocamente negli occhi scuri, gli venne in mente il nome perfetto. «Kin.»

Il figlio lo guardò interrogativo, allorché Goku gli rispose con un'espressione felice in volto, senza alzare lo sguardo. «È il nome della piccola. Son Kin.»

Goku portò il proprio indice vicino al volto della bambina per farle il solletico e poter godere della sua dolce risata, quando lei glielo prese fra le manine e se lo portò alla bocca, iniziando a ciucciarlo. «Hai fame, eh? Sei proprio mia figlia.» Le disse con un sorriso dolcissimo, poi si voltò verso Goten: «Va' a chiamare tua madre, Kin ha bisogno di lei.»

Il piccolo rispose contraccambiando il sorriso del padre: «Vado subito.»

Goku tornò a guardare la figlia, mentre Goten si diresse nella stanza accanto, dove si stava consumando l'apocalisse per suo fratello. Entrò senza bussare e vide Gohan sotto le grinfie della madre infuriata, che l'aveva ridotto all'angolino mentre dava fuoco alle riviste. Un sorriso di commiserazione attraversò le labbra del giovane, che si rivolse in fretta alla madre: «Mamma, papà ha detto che devi venire di là perché Kin ha bisogno di te.»

I due lo guardarono interrogativi, domandando all'unisono. «Kin?» Il piccolo annuì con un largo sorriso sulle labbra e si diresse dalla sorella e dal padre, seguito dalla madre e dal fratello maggiore.

Arrivata nella stanza, tutta la rabbia di Chichi svanì in un istante grazie alla visione che i suoi occhi stavano ammirando. Goku si trovava davanti alla finestra con la piccola in braccio che gli rideva, mentre lui le faceva volare un piccolo pupazzo sopra la testa facendole versi divertenti, e la bambina stendeva le corte braccia nel tentativo di prenderlo; la luce del tramonto che proveniva dalla finestra dietro di loro attraversava a fasci il vetro, per infrangersi poi sui corpi dei due ed illuminare i loro volti, proiettando le loro ombre sul pavimento chiaro della stanza. Chichi pensava, anzi era certa, di non aver mai visto suo marito così bello.

Mentre era ferma ad ammirare la scena, Gohan e Goten si avvicinarono al padre e alla sorella, rendendo il quadro che la donna si stava imprimendo nella memoria del cuore ancora più bello.

 

 


Se lasciate una recensione con i vostri pensieri non potete che farmi piacere :) Intanto, colgo l'occasione per ringraziare PettyVeggySayan e SSJD per le correzioni di grammatica e struttura del testo :3 Spero di aver corretto tutto (o quanto meno, la maggior parte) xD Se notate degli errori o avete dei consigli, non esitate a farmelo sapere; voglio davvero migliorare il mio modo di scrivere e ve ne sarei davvero grata se mi aiutaste ^^

   
 
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