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Autore: RMSG    20/09/2015    6 recensioni
Dopo 14 anni e Supernatural bello che concluso, per Misha e Jensen si presenta una nuova sfida. Un amore, quello tra i loro figli, West e JJ, li unirà di nuovo e forse, se tutto va come previsto, potrebbe anche mostrar loro come i sentimenti non si possono nascondere sotto il tappeto.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Like fathers, like children
Chapter 3: Cake pranks


La caccia ha inizio il giorno dopo e la lista degli items è online. Sono assurdi, sconclusionati, alcuni palesemente illegali e beh, perfetti. E’ adesso che arriva il bello ed è adesso che West deve giocarsi le sue carte.

E forse, non solo lui.

JJ è seduta sul divano con il laptop sulle cosce e fissa mangiucchiandosi il pollice le varie sfide, mentre gli altri la circondano.

“A volte mi domando cosa ci sia nella testa di tuo padre, West…” mormora Thomas, fissando allibito le proposte di quest’anno. “Insomma, come fa a tirar fuori sempre qualcosa di nuovo e ancora più improbabile e imbarazzante?”

Maison si gira a guardare Thomas, sollevando le sopracciglia. “Non fare domande idiote, Tom”.

“Ok, zitti tutti!” esclama JJ. “Dato che noi siamo un team a ordinamento speciale e siamo solo sei dobbiamo lavorare molto più degli altri. Maison, tu sei l’addetta a ogni cosa artistica. Farai tutti i disegni, ok? Shepherd è il più bravo a lavorare con le mani, quindi questa… uhm, torre di Pisa fatta interamente di foglie di basilico, ad esempio, la farai tu… se ci riesci”.

Gli items vengono così distribuiti rapidamente, in base alle caratteristiche di ognuno e alla disponibilità di William a Londra, sino a quando, ormai giunti al numero duecento cinquanta, è West a prendere le redini. “Questo è mio e di JJ” dice subito, più sfacciato di quanto credeva di poter essere.

“… item 250.VIDEO. Tempo 20 secondi. Fai il “Gioco della bottiglia” con una persona sola e facci vedere come due tredicenni sanno divertirsi (niente sex tape, Gishbot potrebbe esplodere).” legge Tom ad alta voce, guardandolo poi crucciato.

JJ arrossisce, ridacchiando appena ma senza opporsi, segnando silenziosa i loro due nomi accanto quell’item.

“E perché dovresti farlo tu, West?” chiede Tom.

“Perché sono il più grande, a te non cresce neanche la barba, sarà più buffo con me. Poi ho un’idea geniale, verrà un bel video, vedrai”.

“Beh, allora io prendo il 253, quello sulla torta a forma di cuore. Quarantacinque secondi di video sono molti e…”

“Oh no no no, Tom! Anche quello è mio. Ci starebbe benissimo un “Cooking Fast and Fresh” edizione speciale. Se ricordi bene il più cliccato di quei video fu quello che facemmo io e JJ a casa mia. Tumblr impazzirà se ne facciamo un altro!”.

Thomas lo guarda, accigliato. “Certo. Tumblr. Non ci pensi che magari anche noi potremmo divertirci a far impazzire il web, mh?”

“Ma tu puoi fare quello che vuoi, Tommy. Non hai bisogno del mio permesso.” risponde sorridente West, sollevando le sopracciglia per irritare l’altro ancora di più.

“Non chiamarmi Tommy.” risponde secco.

“Oh, andiamo. Non mettere il muso, ok? Questi due e quello sul Destiel sono miei. Ne hai già un bel po’! Che ti cambia fare qualche item in più con JJ oppure no?”

“Ma io non-” prova Tom, fermandosi di botto. Non è JJ che voglio.

“Dai, basta così, stiamo perdendo tempo!” squittisce JJ, alzandosi dal divano col portatile in mano. “Io, West e Tom stamattina raccogliamo il materiale, i costumi e telefoniamo in giro per vedere se riusciamo a trovare una mucca e un cavallo. Nel pomeriggio Shepherd e Maison cominceranno già a lavorare su ciò che c’è da creare, così che non si ritrovino pieni di roba durante lo sprint finale. Tutto chiaro, ciurma?”.

Tutti annuiscono e finalmente la gara ha inizio.


****


“JJ mi ha chiesto se so dove trovare un cavallo da portare in un centro commerciale. Misha, perché devi sempre mettermi in queste situazioni?” chiede Jensen, trovandolo nella stanza dei cimeli in fondo al corridoio del primo piano.

“Beh, guarda il lato positivo: non ti ha chiesto prima di vestirti da Stortrooper mentre cavalchi una mucca in una farmacia…” commenta distratto l’altro, vagando per la stanza con le mani dietro la schiena. “E’ incredibile quanta roba tu abbia conservato dal set di Supernatural, Jay. Davvero. C’è di tutto… e su qualsiasi personaggio!” osserva Misha, prendendo in mano la spada angelica di Castiel, compagna di infinite storie. E’ strano vederla lì, fra le altre cose, come se fosse solo un souvenir.

“Supernatural mi ha cambiato la vita. Il minimo che potessi fare era dedicargli una parte della mia casa”.

Misha annuisce, rimettendo al suo posto la spada e alzando lo sguardo verso una grande mensola in legno, dove Jensen ha allineato tutti i premi vinti in carriera. E’ pronto a giurare che quella sia stata opera di Danneel più che di Jensen, ma cambia idea in un attimo quando nota l’ordine dei premi e quali sono posti in evidenza rispetto agli altri.

I loro Teen Choice sono lì, schierati come soldati, fieramente in ordine cronologico. Sono quattro, tutti dedicati alla fantomatica “chimica” di Dean e Castiel. Misha sbuffa una risata un po’ amara e si gira a guardarlo, le sopracciglia sollevate ironicamente. “E questi?”

“Sono i nostri premi”.

“Lo so, Jay. Ma non te n’è mai importato niente di questa roba, di quello che i fan pensavano di noi due, fuori e sul set”.

Jensen lo fissa, stringendo appena gli occhi e serrando la mandibola. “Stai generalizzando”.

“Non è una cosa che faccio”.

“Beh, la stai facendo ora!” ribatte seccato Jensen, avvicinandosi e guardando insieme a Misha i premi sulla mensola. “Non me n’è mai importato un accidente del Destiel e di tutte quelle altre diavolerie, è vero. Non più di quello che bastasse a far impazzire i fan, perlomeno. Ma tu… tu sei una cosa a parte. Non sei… una cosa creata dai fan.” dice, la voce priva di inflessione mentre ostinato fissa le tavole da surf colorate sulla mensola.

Misha non dice niente, fissandolo sbigottito mentre cerca il modo di rispondere a una cosa del genere. Quando è stata l’ultima volta che Jensen si era aperto così con lui? Quattordici? Quindici anni forse? Prima di quello che li aveva divisi, prima di quel passo che sembravano non essere pronti a fare e che nonostante tutto Misha aveva mosso?


****


Al piano di sotto, più o meno contemporaneamente, la realizzazione dell’item dedicato all’edizione speciale di Cooking Fast and Fresh with West è in atto. Sono tutti pronti, la cucina resa strategicamente caotica per riprodurre il tipico disordine e JJ è già dietro il bancone che dà un’ultima occhiata alla torta cucinata.

“Shep quindi è a casa vostra a realizzare la torre di Pisa in basilico?” chiede JJ sovrappensiero a Thomas, che annuisce, poggiando i gomiti sul lato opposto del bancone di marmo. Dietro di loro Maison in silenzio finisce di montare il cavalletto, masticando perennemente un’altra gomma alla fragola.

“Sì, mi ha appena mandato un messaggio. Credo stia per piangere per la disperazione…”. JJ sbuffa, ridacchiando appena e controllando un’ultima volta la glassa rosa che ricopre il dolce. “West dov’è?” continua Tom.

“Oh, ancora in bagno credo…” risponde la ragazza e si gira verso il lavandino, versando un altro po’ di farina sul lavabo come ultimo tocco. C’è silenzio in cucina, uno apparentemente tranquillo e che sembra precedere risate e tempesta. Thomas lancia un’occhiata a Maison alle sue spalle, cercando la sua attenzione e non ricevendola nemmeno ‘stavolta. La più piccola di casa Collins è infatti troppo impegnata a controllare che la telecamera sia a fuoco e ben solida sul cavalletto. Tom si morde le labbra, abbassando gli occhi sul bancone e fissando la torta a forma di cuore ricoperta di glassa, così invitante e così potenzialmente utile. Vorrebbe fosse così semplice come mangiare un dolce, vorrebbe fosse come nei film dove basta fare un gesto più o meno eclatante per avere ciò che si vuole.

La torta rosa a forma di cuore continua a fissarlo imperterrita e candida e quando si sentono finalmente i passi di West che ritorna in cucina, Tom semplicemente… agisce secondo i suoi geni.

Allungando una mano, prende il piatto su cui la torta è posata e la solleva, approcciandosi all’entrata della cucina. West gira in quel momento l’angolo e in un secondo l’intero dolce gli viene spiaccicato sulla faccia con tutta la forza del caso. Tom scoppia a ridere, vedendolo traballare sotto il colpo e addirittura sbattere contro una parete. Maison prima si mette una mano sulle labbra e poi ride anche lei, fissando l’espressione sconvolta del fratello e la panna che gli ricopre viso, collo e capelli.

“Oh mio dio, Tom!” strilla JJ, invece, correndo da West con uno strofinaccio pulito. “Ma che fai, lo uccidi così! Westie, ti sei fatto male?”
 
West si gira a guardarla, leccando la panna che ha sulle labbra e scuotendo la testa. “Ma no… no, Jay, tranquilla… ouch! Fai piano!”

JJ lo guarda, gli occhi preoccupati mentre indietreggia e smette di pulirgli la faccia. “… ti sta sanguinando il naso… andiamo in bagno, vieni. Cristo, Tom! Un po’ più forte e gliela staccavi la testa!” sbraita la bionda, lanciando un’occhiataccia al ragazzo dietro di lei, mentre Maison ancora trattiene le risatine. “E tu non ridere! Cerca di recuperare una torta per il video!”.


****


“Cos’è stato questo rumore?” chiede Jensen in pensiero, dando le spalle a Misha e avvicinandosi alla porta. “Vicki e Dani non tornano prima delle quattro. Avranno rotto qualcosa giù?”

“Jay…”

“Forse qualcuno si è fatto male.”

“Jensen!”

“Cosa?!” Jensen finalmente si gira e Misha lo guarda, le sopracciglia curvate, gli occhi blu enormi e imploranti.

“Ti prego. Parliamo. Ora e come si deve…” mormora piano. “Da quando siamo arrivati mi dici delle cose… cose che non combaciano con quello che hai deciso tempo fa, Jay… cosa vuoi che faccia?”.

“No, aspetta un attimo, ehi!”. Jensen avanza, additandolo e premendo l’indice contro il suo petto. “Io non ho deciso niente da solo, abbiamo deciso insieme quindici anni fa questa situazione. Siamo rimasti amici, buoni amici”.

“Non so di cosa tu stia parlando, Jensen.” risponde Misha irritato, serrando la mascella e scostandogli il dito premuto sul suo petto, il tono della voce fin troppo alto. “Perché quando è finito Supernatural io ti ho detto quello che provavo e tu hai fatto tutto da solo, tu hai…”

“Shhh!! Abbassa la voce, cazzo!”

“Certo. Ovvio. Devo abbassare la voce”. Misha sospira esasperato. “Jensen, è troppo chiederti per una volta di essere sincero con me? Ci prendiamo in giro da tipo vent’anni, sarei un po’ stanco!”


****


“Oh, Westie… mi dispiace così tanto, Tom è… Tom è un… coglione, certe volte!” mugola JJ, in ginocchio sul letto della sua stanza, mentre tampona il sangue che esce dalle narici dell’altro. “Guarda che ti ha fatto…”

West ride a sentirla imprecare e la guarda, lasciandosi accudire placidamente. “Va bene, non ti preoccupare… meglio me che te”.

“Con me non ci prova nemmeno se non vuole che lo prenda a calci…” sbuffa lei, accarezzandogli con due dita l’orecchio dentro e cancellando l’ultima traccia di panna. Istintivamente si porta le dita alle labbra leccando appena i polpastrelli, sotto gli occhi attenti di West. Quando si accorge di essere fissata arrossisce e poi ride piano. “Dai, smettila…”

“Cosa? Non ti posso guardare ora? Continua quello che stavi facendo, sembrava interessante. Vuoi altra panna? Fruga nei miei capelli…” dice lui, arruffandosi di più la zazzera sul capo.

“West!” JJ ride più forte, schiaffeggiandolo sul braccio come fa sempre e poi passando entrambe le mani fra i capelli di West, sorridente. Li pettina con le dita piano e gli va vicino, riordinandoli e finendo poi con incorniciargli le guance. Le unghie laccate di rosso contro la pelle abbronzata e la barbetta chiara spiccano ancora di più e JJ si morde le labbra a guardarlo, trattenendo un sorriso. “Dovremmo tornare giù. Dobbiamo fare il video”.

West annuisce piano, mantenendo però il viso fra le mani di lei e senza mai staccare gli occhi. “JJ, ci sono più o meno un milione di cose da fare in questa vita… concentriamoci su quelle prioritarie”.

“… tipo?”

“Vieni più vicino…” le chiede calmo, sebbene il cuore gli martelli in petto e l’infarto sia vicino.


****


“Oh no no no… non è seriamente il momento di parlarne, Mish. Non ora, non qui, non con i nostri figli qui sotto che giocano!”.

“Non usare la scusa dei bambini con me. Sono adulti, ormai, Jay!”

Jensen non gli risponde e si allontana di nuovo, andando verso la porta della stanza. “Vado a controllare che cosa hanno combinato quei quattro…” dice, senza aspettare risposta e varcando subito dopo la soglia. Cammina svelto per il lungo corridoio, le scarpe che quasi si schiantano sul parquet sotto i suoi piedi per la foga con cui scappa. Misha non lo segue e Jensen non sa se sia veramente una buona cosa, non è certo di volere sul serio che Misha smetta di rincorrerlo. Non ora. Non adesso che era a tanto così…

Scuote la testa, agitato e spaventato dai suoi stessi pensieri, e fa una deviazione verso destra per controllare la camera di JJ – più per abitudine che per vero e proprio bisogno. La porta è aperta quando arriva sulla soglia e lo scenario che gli si presenta davanti è… beh. E’ sia tenero che agghiacciante.

“Che state facendo?”

West e JJ si staccano in un secondo l’uno dalle braccia dell’altra. Ironicamente, tanto per cambiare, non erano ancora arrivati al punto di baciarsi.  

“P-papà… Tom ha… ha buttato una torta in faccia a West e… gli stava sanguinando il naso… e nel bagno della mia stanza avevo cerotti e disinfettante e…” JJ lo guarda, rossa come un pomodoro, e scrolla le spalle. Si alza dal letto, guarda West e sorride nervosa. “Uhm… v-vado giù. Bisogna rifare la torta e… e Tom avrà dato fuoco alla cucina. Penso. Uhm”.

West annuisce, l’espressione di chi vorrebbe tutto tranne che essere lì. “Scendo subito, Jay. Mi lavo un’altra volta la faccia e sono pronto…” dice, mentre JJ esce dalla stanza scansando il padre e lasciando i due uomini soli.

Come già detto, sebbene non sia proprio parte del suo corredo genetico, West si è sempre ritenuto una persona più o meno paziente. Sulla carta, addirittura, pare sia un genio. Quindi in teoria non è azzardato aspettarsi da un ragazzo come lui spessore culturale, profondità intellettuale e, perché no, anche coraggio da vendere.

L’unica cosa che riesce a pensare ora, però, mentre fissa gli occhi verdi di Jensen sbarrati e con l’espressione più strana e combattuta che West gli abbia mai potuto vedere indosso, è che la settimana di Gishwhes sarà davvero, davvero lunga quest’anno.

   
 
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