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Autore: JulieTeller    21/09/2015    0 recensioni
Lee è bello, carismatico, voluto dalla maggior parte delle ragazze.
Giulia è bella ma impacciata, timida, chiusa in sè stessa.
Tra i due nasce qualcosa che vi lascerà, spero, il sorriso sulle labbra per molto tempo.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Universitario
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Giulia rientra dopo qualche ora nel suo monolocale, aveva fatto la spesa perché era finito quasi tutto e non poteva rimanere digiuna, il ritmo universitario era molto faticoso e stancante. Non aveva sentito Lee dal giorno prima, avevano litigato, lui era distaccato, freddo con lei. I giorni precedenti avevano fatto l’amore senza alcun problema, avevano riso, avevano cucinato, era tutto normale per lei. E poi, all’improvviso, lui era cambiato. Forse aveva trovato un’altra ragazza, forse gli piaceva più di lei. Sospira a quei pensieri che la facevano stare sempre male e chiude la porta, si era dimenticata di chiuderla a chiave, come sempre, ma non credeva che nessuno avesse potuto svaligiare un monolocale. Va in cucina e salta in aria, Lee era seduto e la stava guardando, aveva un’espressione strana, molto difficile da decifrare. Si riprende dallo spavento e, in un primo momento, fa finta di niente, riponendo cibo e buste dentro il frigo e nella credenza. Dopo aver fatto, dato che sentiva gli occhi del ragazzo puntati addosso da quando era arrivata, si volta verso di lui con le braccia conserte e lo guarda negli occhi finalmente, quegli occhi a mandorla che le piacevano tanto ma che in quel momento odiava. “ Cosa sta succedendo, Lee? Io sono molto confusa, spaesata, basta che parli e le cose si risolvono. “ Lui ascolta attentamente, visibilmente arrabbiato, guardava le labbra di lei e abbassava di tanto in tanto lo sguardo, sospirando. Poi, improvvisamente, si alza di scatto e batte una mano sul tavolo, dandole dell’idiota. Giulia era davvero distrutta, vedere il ragazzo che le piaceva più di chiunque altro, trattarla così. Lo manda a quel paese e cammina velocemente verso la propria camera, voleva chiudersi dentro e non uscire più, non ne poteva più di quella situazione. Ma prima di fare il secondo passo, si sente strattonare il polso e si volta di scatto verso di lui, che si protende verso di lei e la bacia, la bacia come faceva di solito, come faceva sempre da quando stavano insieme. Lei ricambia, non poteva non farlo e non voleva. Aveva bisogno di lui, ora più che mai. Lee si stacca bruscamente dopo qualche secondo, guardandola negli occhi e prendendola per le spalle, i loro nasi quasi potevano toccarsi ma lui non aveva intenzione di baciarla di nuovo. Le parla a quella distanza, con la mascella serrata e gli occhi fissi su di lei. “ Io sono innamorato di te. Lo sono da un bel po’. Ma quando ho capito che per te non era la stessa cosa, mi sono allontanato. Io voglio sapere cosa provi per me. Se vuoi ti lascio un po’ di tempo. Ma devi dirmelo. Non voglio investire tutti i miei sentimenti per una persona che non li ricambia. “ Parlava con il cuore, tremava quasi. Le lascia un ultimo bacio sulle labbra, intenso e profondo e la sorpassa, uscendo ed andando via, lasciando Giulia senza parole. Era innamorato? Beh, anche lei lo era. Lo era, eccome se lo era. Ma non riusciva a dirlo. Non ci riusciva. Aveva paura. Che finisse, che tutto quello che avevano condiviso potesse finire. Non sarebbe riuscita a sopportarlo. Si porta le mani tra i capelli e si accascia per terra, ripensando a tutto, tutto. A come si erano conosciuti cinque mesi prima in aula, durante una pallosa lezione, di come si erano guardati. Era forse stato amore a prima vista? Non era il classico sguardo, quello di una persona che è solo curiosa di guardarsi intorno e nulla più. Lui l’aveva guardata per tutta la lezione, Giulia era bella sì, ma troppo, troppo timida. Non riusciva nemmeno a parlare con i ragazzi. Però aveva ricambiato lo sguardo, ed era stata la cosa migliore che avesse potuto fare in tutta la sua vita. Era arrossita ma non gli importava, aveva visto in quel ragazzo qualcosa. Qualcosa che non aveva visto in nessun ragazzo, capiva subito se qualcuno volesse qualcosa da lei, di tipo sessuale soprattutto. Ma lo sguardo di Lee non era stato di quel genere. Una volta finita la lezione, Giulia prende tutti i suoi libri e aspetta la fila infinita di ragazzi che dovevano uscire, l’aula quel giorno era stracolma. Non diede peso a quegli sguardi, non voleva sentirsi ridicola. Magari si era fatta un film mentale, come ogni volta che vedeva un ragazzo carino. Sognare non costava nulla e non doveva nemmeno mettersi in gioco per farlo. Quando però  si inserisce tra la folla, in fila, sente qualcuno che le tocca la spalla. Sarà stato qualcuno per sbaglio, aveva pensato, ma sentì di nuovo quel gesto, al che si volta e lo vede. Vede il ragazzo dagli occhi a mandorla che le sorrideva e lei non poteva fare altro che ricambiare. Rimangono in silenzio, anche perché c’era un brusio insopportabile e lei era davvero in ansia, non parlava con un ragazzo da quando si era lasciato  con il suo ex, quasi un anno e mezzo prima. Aveva paura dei ragazzi. Finalmente esce dall’aula con un sospiro di sollievo e il ragazzo si presenta, porgendole una mano. “ Sono Lee, vivevo in Corea fino a poco tempo fa ma ho deciso di trasferirmi in Italia per cambiare vita. Un bel cambio di vita, direi. “ Rise. Giulia non aveva sentito una risata più bella di quella. Era contagiosa, piena di vita. Ma lei non riusciva ad essere così. Era chiusa in sé stessa in una maniera quasi fastidiosa, ma ricambia la stretta per educazione. “ So..sono Giulia, piacere di conoscerti. Ora però devo tornare a casa a studiare, tra poco ho un esame. “ Fa un piccolo inchino per salutarlo e va via, camminando velocemente e scuotendo la testa, le veniva quasi da piangere. Non aveva amici, lui era stato il primo che le avesse rivolto la parola e non voleva sentirsi in quel modo. In ansia, sotto esame. Dopo una decina di minuti torna a casa e sbatte la porta, abbandonandosi ad un pianto insopportabile per le proprie orecchie, ma non poteva fare altro.

“ Senti Lee, io non sono interessata a te. Non sono interessata a conoscerti, non sono interessata ad averti come amico. Stammi alla larga, ti prego. “ Ecco cosa disse Giulia dopo quasi tre settimane che si conoscevano, lei non faceva niente, era lui che le stava alle costole. La chiamava, le chiedeva di uscire e lei non aveva voglia di intraprendere qualcosa di serio, perché sapeva benissimo che un ragazzo ed una ragazza non sarebbero mai potuti essere amici, l’aveva già sperimentato e non era andata bene. Era uscita con lui un paio di volte e c’era stata una volta che, mentre guardavano un film al cinema, aveva avuto l’impulso di baciarlo. Lui aveva gli occhi incollati allo schermo e lei aveva gli occhi incollati su di lui. Era quello che la spaventò ed era quello che la fece parlare in quel modo così brusco e cattivo. Dopo aver sentito quelle parole lui annuisce, le sorride e va via, via per quasi un mese. Lei in quel periodo di tempo aveva un vuoto allo stomaco, probabilmente aveva rovinato ogni cosa. Ma era giusto così, aveva troppa paura di essere ferita. Lo vedeva nei corridoi, lo vedeva ad ogni lezione, lo vedeva in mensa. Era una persecuzione. Era sempre in compagnia di qualche ragazza, era un bel ragazzo e ovviamente tutte cercavano una scusa per parlargli. Lei sentiva una sensazione molto sgradevole allo stomaco ogni volta che lo vedeva sorridere ad un’altra ma distoglieva subito lo sguardo quando si accorgeva che volgeva lo sguardo verso il proprio tavolo. Così passo quel mese terribile, lei non riusciva nemmeno più a studiare ma l’aveva voluto lei, non poteva cambiare idea.

“ Ti piace qualcuna? Perché se non è così, vieni a casa mia, sono sola, i miei genitori arrivano stasera… “ Lucie, una grandissima p..persona senza un briciolo di umanità stava parlando una mattina a Lee, si conoscevano da circa una settimana e, dato che lei era l’opposto di Giulia, poteva permettersi di comportarsi da sgualdrina, ecco il termine adatto. Giulia era intenta ad aprire il proprio armadietto, non le interessava un accidente di lui insieme a lei o forse sì. “ Sì, mi piace una persona. Mi piace da impazzire e non tradirei mai i miei sentimenti per una come te, Lucie. “ Lucie era senza parole. C’era qualcuno che spettegolava su una presunta fiamma di Lee ma nessuno sapeva in realtà nulla. “ E’ quel cesso di Giulia? Non può davvero piacerti Lee, sii ragionevole. “ Lee ebbe una strana reazione a quell’offesa. Fece un passo in avanti prendendola per le spalle ma non senza scaraventarla, come si vede in qualsiasi film. Le parla a bassa voce, guardandola dritto negli occhi. “ Non ti azzardare a offenderla di nuovo. Ti avverto. Ecco qual è la differenza tra lei e tutte le ragazze come te: lei è speciale. Ha qualcosa che non ho mai visto in nessuna. E tu non devi permetterti di offenderla, solo perché ha qualcosa che tu non hai e non avrai mai. “ Dopo questo piccolo colloquio, Lee la lascia andare e prende Giulia per mano, era nascosta ma lui se n’era accorto. Se n’era accorto. Lei cerca di divincolarsi appena, ma il calore che emanava la sua mano nella propria le dava una sensazione di estremo benessere, di pace e di sicurezza. Si sentiva quasi protetta in quella stretta. Cammina ad un posto abbastanza appartato, vicino la piazzola dove c’erano molti studenti che passavano la loro pausa a chiacchierare, mangiare o giocare. La mette con le spalle al muro, mettendoci anche le braccia, circondandola così che non avesse scampo. Lo guarda negli occhi tremando e mordendosi il labbro inferiore ed eccolo lì. Sente due mani che le afferrano il viso e delle labbra che la baciano, non aveva provato una sensazione simile da molto tempo. Stava volando? Gli circonda il collo con le braccia e si lascia sollevare da terra, era bassina e lui era altissimo. Lo bacia come se non volesse altro nella vita, lo bacia come se non ci fosse cosa più bella. Sente di nuovo la terra sotto i piedi e arrossisce vistosamente quando si staccano, ridendo, non aveva mai riso. Lui la stava cambiando. In meglio o in peggio? L’avrebbe capito presto. Quello era stato l’inizio della loro storia. Quattro mesi d’amore anche se, effettivamente, Giulia non gli dimostrava l’affetto che dimostrava lui. Lui era amorevole, dolce, lei era a volte fredda, si sforzava di essere dolce ma non ci riusciva il più delle volte. Aveva un’armatura che Lee via via le stava strappando di dosso. Giulia credette di averla persa la prima volta che fecero l’amore. Era sera, fuori pioveva e faceva freddo. Erano passati due mesi da quando stavano insieme, si erano limitati solo a baci appassionati o casti ma nulla di più. Ma quella sera era diverso. Avevano guardato un film, si erano stretti l’una all’altro e Lee l’accarezzava continuamente, le baciava la guancia e la cullava. Giulia non ne potè più di tutti quei limiti, di tutte quelle regole che aveva in testa. Si mise a cavalcioni su di lui e lo baciò come faceva sempre, però questa volta lo accarezzava, in viso, sul petto, sul collo. Si sentiva al sicuro con lui ed era davvero pronta a donarsi a lui completamente. Lo fecero sopra il letto matrimoniale, entrambi erano lì in quel momento, entrambi lo volevano. I corpi erano avvinghiati formando una cosa sola, si guardavano continuamente negli occhi e si sorridevano, godevano e si stringevano. Quella fu la prima di tante altre volte, Giulia si sentiva felice, spensierata ma talvolta vedeva Lee pensieroso, anche mentre facevano l’amore lo vedeva disorientato. E fu questo che la portò ad indossare nuovamente quell’armatura. Lo trattava male, lo allontanava ma sempre, sempre lui tornava da lei. Non potevano fare a meno l’uno dell’altra, il loro rapporto era così forte che non riuscivano a staccarsi, non riuscivano a non vedersi o a sentirsi. Ma Giulia sentiva nel profondo che lui aveva bisogno di conferme. Ecco perché talvolta si comportava così, ecco perché era disorientato e diverso. Aveva bisogno che lei gli dicesse che lo amava, che voleva stare con lui. Giulia nei quattro mesi che sono stati insieme non glielo disse mai. Facevano l’amore anche due volte al giorno, ma non gli diceva mai che lo amava. Per lei non era necessario, per lei erano più importanti i gesti. Ma evidentemente per lui era diverso. Per questo litigarono quella sera. La sera prima che Lee si dichiarasse finalmente a lei. Nei mesi precedenti le aveva detto che l’amava ma lei non lei aveva dato molto peso, pensava addirittura stesse scherzando. “ Giulia, cosa sono per te? Un giochetto sessuale? Una persona che puoi avere quando vuoi? Cosa cazzo sono per te? Sono stanco, stanco di vederti a volte completamente assente. Sono stanco di provare allo stomaco un vuoto terribile, una paura che non mi fa dormire nemmeno la notte. Sono stanco cazzo! Mi sono rotto. “ E se n’era andato. Senza dire altro, solo con quella frase. A Giulia cadde il mondo addosso, non poteva credere alle sue parole. E la colpa era sempre sua, in quattro mesi non era riuscita a dirgli quello che provava, non era riuscita a dirgli quanto lo amasse. E dopo la sua dichiarazione, dopo che lui ammise che era realmente innamorato di lei, lei cadde nel panico più totale. Era alle strette e doveva fare assolutamente qualcosa. Non voleva perderlo. Era il suo amore. Voleva dormirci su, voleva riflettere. Doveva trovare un modo per dirgli ciò che provava. Voleva riuscirci.
 
Il giorno dopo Giulia era carica, si era svegliata di buon’umore ed era pronta. Pronta per aprire il proprio cuore. Si vestii velocemente e si precipitò all’università un’ora prima della lezione, doveva trovarlo, doveva parlargli prima che fosse troppo tardi. Lo cercò dappertutto, non riusciva proprio a trovarlo. Finalmente lo vide. Era di spalle e lei sorrise, sorrise di cuore. Ma ciò che vide mentre si avvicinava la lasciò senza parole. Era pietrificata, senza sapere che cosa fare. 
  
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