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Autore: Ma_Nu    21/09/2015    2 recensioni
I clichè sui sabato sera sono polverizzati se parliamo della nostra compagnia di Beacon Hills, che decide di passare una serata a sbronzarsi. Ma se i due licantropi non possono sbronzarsi e tra di loro la tensione sessuale si taglia col coltello, come può andare a finire?
"Soltanto, Scott, la prossima volta, lascia che sia io a dirti se stai sbagliando o no."
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Allison Argent, Isaac Lahey, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Stileeeeeeeeeeees, allora! Ti dai una mossa? – urlò Lydia dall’interno dell’auto, tamburellando sul sedile con le dita. Il ragazzo, di tutta risposta, sbucò dalla porta di casa sua trafelato, inciampando sul tappetino d’ingresso e sbattendo con la spalla sulla portiera, prima di aprirla e sedersi accanto a lei, sui sedili posteriori.
-Ci siamo ora?- chiese Scott, aggrottando le sopracciglia e suonando una volta il clacson, per avvisare l’auto di amici dietro di lui.
Dall’altra vettura, in cui c’erano Allison ed Isaac, si udì un urlò di risposta.
I due veicoli, rispettivamente di Lydia ed Allison (nonostante alla guida ci fossero Scott ed Isaac, per motivi che risultavano ai due ragazzi ancora oscuri) partirono sgommando alla volta del centro città. La compagnia, terminati una serie di lunghissimi e orribili esami scolastici, era più che entusiasta di dimenticarsene con una delle più terribili ubriacature della loro vita.
Eccezion fatta per …
-Noi, noi licantropi! – sbottò Isaac, che aveva chiamato Stiles al cellulare in maniera tale che, nonostante fossero in due veicoli separati, potessero parlare assieme.
-Appunto per questo io ed Allison vi abbiamo lasciato prendere le chiavi delle macchine. – chiarì Lydia.
-Io non ho capito. – borbottò Scott, infastidito dalla prospettiva della serata. Era una delle poche cose che non digeriva, la storia dell’alcool. Occhi luminescenti, superpoteri vari come la velocità, l’udito iper - sviluppato (e la vista, e l’olfatto, e la guarigione!) gli facevano assai comodo … tranne quando voleva annegare nei fumi dell’alcool di sua spontanea volontà.
-Appunto perché siete delle creature sovrannaturali e, per di più, lucide anche dopo esservi scolati la dispensa casalinga del coach, dovrete guidare voi, al ritorno. – continuò la ragazza.
-Però, Lydia, non mi sembra molto giusto … -giunse la voce di Allison dal vivavoce.
-Sono stranamente d’accordo.- asserì Stiles, alzando l’indice in aria.
-Scott, hai sentito anche tu questa voce? Il re delle sbronze più epiche e catastrofiche di Beacon Hills ha parlato. – lo canzonò Lydia, roteando gli occhi al cielo.
Scott rise, cercando di mascherare i suoi veri pensieri. La prospettiva di rimanersene sobrio con Isaac, in un locale dalle luci soffuse, la musica e tutto il resto lo metteva assai a disagio. Ultimamente solo pensare ad Isaac lo metteva a disagio con se stesso, ed era costretto a censurarsi.
Per quale motivo? Ultimamente i suoi sentimenti e stati d’animo erano stati messi a dura prova ... da un ragazzo. E la sua eterosessualità? Mandata al diavolo bellamente.
Quindi, il motivo più sensato e plausibile era la paura.
Paura di non essere ricambiato, o di strare fraintendendo i comportamenti del beta, che gli lanciava … segnali? O era lui che distorceva il tutto, travisato com’era dai suoi stati d’animo altalenanti?
Fermi al semaforo rosso, Stiles e Lydia continuavano a battibeccare, mentre dall’altro capo del cellulare proveniva il ronzio del chiacchiericcio sommesso tra Allison ed Isaac. Scott, muto, combatteva per non intromettersi ed interromperli. Quasi si era dimenticava che, tra i tanti problemi, c’era quello della sua gelosia inequivocabile e si sa che un alpha geloso è una rogna, in quanto a gestione della rabbia. L’aggettivo più adatto a descrivere come si sentiva era uno solo: (p)ossessivamente geloso (in una maniera assurda, se ne rendeva pienamente conto, ma come non si può essere gelosi di una divina creatura come ISAAC LAHEY?!).
Per mantenere il controllo del suo lupo interiore incazzato nero, stava facendo violenza psicologica su se stesso pensando a una marea di cavolate tutte in un colpo: di come Stiles si sarebbe ubriacato (molto buffo, epico nelle figure di merda, pensò Scott sogghignando sotto i baffi), a come Allison avrebbe alzato un po’ troppo il gomito, magari cominciando a straparlare, magari dichiarandosi ad Isaac per cui sembrava avere una piccola cotta … o forse non così piccola …
La luce del semaforo divenne verde e Scott pigiò con violenza sull’acceleratore, schizzando in avanti e facendo picchiare la testa ai due amici sui sedili posteriori.
-SCOTT! Sei ammattito?! – sbraitò Stiles, massaggiandosi la nuca.
-Amico, tutto apposto? – farfugliò Isaac dal vivavoce, facendo tornare l’alpha alla realtà. L’auto di Allison era molto più indietro della loro, e faceva lampeggiare i fendinebbia per avvisare Scott di rallentare.
Lydia, dallo specchietto retrovisore, lo scrutava con aria complice, gli occhioni indagatori non accennavano a mollarlo un secondo. Si sporse in avanti e, avvicinandosi all’orecchio dell’amico sussurrò :-E’ da settimane che la tensione sessuale tra te e Lahey si taglia col coltello. Risolvetela evitando di staccarmi il collo.
A Scott per poco non andò di traverso la saliva e guardò la ragazza con gli occhi rossi.
-Non guardarmi così, ti vorrei ricordare che le Banshee hanno sensazioni di morte, non di ragazzi con gli ormoni scalmanati.
Quindi voleva dire che era davvero evidente ciò che succedeva nella testolina bacata di Scott?
Il ragazzo deglutì rumorosamente, svoltando a sinistra con lentezza e timore. La luce neon del locale lo colpì in pieno viso, lampeggiando sul parabrezza.
-Arrivati. – sospirò il ragazzo alla giuda, togliendo le chiavi dal quadro.
 Stiles emise qualcosa come un ululato ( “Non sei divertente, Stlinski!” lo sgridò Isaac, chiudendo la comunicazione telefonica) e scese dall’automobile.
Lydia scompigliò i capelli a Scott, che le strinse il polso per trattenerla in auto.
-Un piano da bravo alpha ce l’hai, per Isaac?
-Sai che i piani li deve fare Stiles, i miei fanno abbastanza schifo.
Lydia sbuffò, socchiudendo gli occhi.
-Allora fatti dare un consiglio da una Banshee … ammalialo con le parole. Stravolgilo … vedrai che se aveva qualche minimo dubbio lo farai stramazzare ai tuoi piedi.
-Mia madre dice che è una buona tecnica con le ragazze, non …
-Andiamo, vuoi dirmi che con quella sciarpa blu non ti sembra una donna?
Entrambi volsero lo sguardo fuori dal finestrino, dove c’era il biondino, con la sua immancabile sciarpa, che si passava una mano tra i capelli riccioluti. Lydia e Scott scoppiarono a ridere, poi scesero dall’automobile.
Subito il ragazzo si trovò Isaac al suo fianco, che gli sorrise: sotto la luce dell’insegna del locale, i lineamenti mascolini e la mascella erano accentuati e lo rendevano ancor più attraente. E Scott pensò che, a parte quell’indumento terribile che portava al collo, era di una bellezza allucinante.
-Pronto a fare da mamma? – ironizzò Isaac, volgendo il viso verso l’entrata del bar.
-Sono abituato a gestire i miei beta, è la routine.
-Mi fido di te, lo sai.
Isaac si incamminò, lasciando Scott lì imbambolato. Non aveva più intenzione di ignorare gli ambigui segnali che il biondo gli lanciava, era ora di tirare fuori le palle e dimostrare chi era l’alpha. Stendendolo con le chiacchiere, ovvio.
-Sì, lo so.- mormorò  Scott, avvicinandosi con un paio di falcate, e gli strizzò un braccio con intesa. Isaac rise e, dietro ad un euforico Stiles, entrarono nel locale.
***
 
Dopo circa tre ore il gruppo era a dir poco devastato. Lydia, che aveva incontrato casualmente Aiden gli si era spalmata addosso, decisamente poco lucida. Quei due si trovavano un po’ troppo casualmente, negli ultimi tempi e sempre nei luoghi meno improbabili per incontri inattesi.
Allison, libera da ogni freno, ballava al centro del locale affollato, accanto ad uno Stiles ubriaco fradicio, che si dimenava con uno stile assai discutibile.
-Perché non balli, Scott? – chiese Isaac, sbucando da dietro con un paio di bottigliette d’acqua in mano.
-Non amo molto ballare, sinceramente ... E quelle?- sviò, per non dire la verità.
Scott, inviperito, non era riuscito ad “ubriacare” Isaac con la sua spropositata conversazione.
Dava la colpa alla musica troppo alta, ma a chi la voleva dare a bere? I licantropi ci sentono sempre benissimo. Solamente, si era trovato con la bocca secca e il cervello vuoto (più vuoto del solito, sì). Così la cosa si era fatta assai imbarazzante ed ingessata. In tre ore era riuscito a chiedere che tempo faceva, guadagnandosi un :“Hai sniffato strozzalupo per caso? ‘Sta sera mi sembri fatto” da Isaac.
-L’acqua è per questi qui, che come hai notato sono leggermente ubriachi. – borbottò sedendosi accanto a Scott  posandogli una mano sul ginocchio (Scott ebbe un brivido che gli corse su per la coscia e strinse le gambe imbarazzato). Isaac si rivolse poi alla coppia che si stava mangiando la faccia:- Gemellino da brividi, dalle un po’ di questa quando le vostre lingue si staccano.
Il biondo lanciò una bottiglia al gemello, che la afferrò al volo senza staccare il viso da quello della Banshee. Arrivarono Allison e, a ruota, Stiles, urlando qualcosa come “WHAT DOES THE WOLF SAY?”. Isaac se la rise, ma Scott non riusciva a rilassarsi. Isaac lo rendeva nervoso ed insicuro.
-Scooooooooooott! Amico! Non accompagni il tuo vecchio a ballare?
-Perché, di solito Scott balla? Io l’ho visto fare solo il ballo del mattone … - biascicò Allison, barcollando leggermente.
-OH SI’ CHE BALLA.- sbraitò Stiles.
-Sul serio? – chiese Isaac, alzando un sopracciglio. Maledetto, l’aveva scoperto. In realtà non voleva fare altre cazzate nell’arco della serata, la sua scena muta bastava e avanzava.
Sperava che grazie alla musica troppo alta Isaac non sentisse che il cuore del sua alpha aveva battuto più veloce alla bugia, ma mai si sarebbe aspettato che proprio Stiles lo tradisse. Stiles, il suo migliore amico terribilmente sbronzo … che stava tirando Isaac per un braccio per farlo alzare.
A Scott si illuminarono gli occhi di rosso per un istante, ma poi scacciò la rabbia e soffocò l’attacco insensato di gelosia. Geloso di Stiles? Andiamo, quel ragazzo era proprietà off limits di Derek, senza discussioni.
Non sapeva cosa fare, era in panico. Ballare? Non ballare? Questo era il dilemma.
Scott si voltò verso Lydia, improvvisamente in cerca d’aiuto. Per la prima volta, l’alpha era rimasto senza cartucce da sparare.
La ragazza, in uno sprazzo di lucidità, si staccò da Aiden e mormorò:- Tira fuori le palle.
“Consiglio dell’anno.” Ma ridiede un po’ di sicurezza a Scott:- Sì, adesso balliamo, vi insegna il vero maestro.
Si alzò e prese per il polso  Isaac per trascinarlo in pista (era così vicino alla mano, così dannatamente vicino). Il ragazzo lo fissò con gli occhi azzurri così spalancati che gli sarebbero potuti cadere a terra, poi sfoggiò il sorriso bianchissimo e pazzesco che tirava fuori in rare occasioni in cui Scott era, stranamente, sempre presente.
Scott già si vedeva le mani del suo beta addosso, nella calca della gente che ballava, mentre Isaac gli sollevava appena la t-shirt sui fianchi e sotto le luci ad intermittenza lo baciava … ma Allison lo riportò alla realtà e, in preda ad una ridarola incomprensibile ai sobri, si piegò in avanti per ridere ancora e vomitò a terra.
Stiles, in tutta risposta, svenne subito come un sacco di patate.
-Merda … - sibilò Isaac, afferrando Allison per le ascelle:- La porto fuori, tu recupera Stiles e Lydia. Non possiamo gestirli ancora per molto.
Scott afferrò di peso l’amico svenuto a terra e, passando accanto ad Aiden che aveva assistito alla scena, sgusciò fuori dal locale.
La musica, ovattata e lontana, faceva da sottofondo ai conati della povera Allison, retta da Isaac.
-Passami la bottiglia, Aiden.- disse l’alpha, che la aprì e la versò dritta in faccia a Stiles, che rinvenne.
-Voglio dormire Scottie … - mugolò l’amico, con il labbro sporto all’infuori. Scott lo mise seduto sul cemento del parcheggio, reggendolo per le spalle.
-Torniamo a casa? – propose il moro.
-Voglio dormire … con Derek …
Il biondo nascose un ghigno a stento, mentre Aiden rumoreggiò con la bocca nello sforzo di non sghignazzargli in faccia. Cosa che, invece, Lydia non gli risparmiò.
Scott, sorridendo malignamente della confessione del suo migliore amico, lo aiutò ad arrivare alla macchina di Allison, dove lo adagiò sui sedili posteriori. Poi andò da Isaac e la cacciatrice che fortunatamente aveva smesso di dare di stomaco, borbottando qualcosa sullo stare bene e il voler andare a casa.
I due lupi, senza sforzo, la caricarono in auto accanto a Stlinski.
-Fa’ che non vomiti di nuovo … - sussurrò Scott, spostandole una ciocca di capelli dal viso. Chiuse la portiera e si voltò verso Aiden.
-Beh, la serata mi sa che finisce qui. La riporti tu a casa?
-Sì McCall. – e detto ciò Lydia sfilò dalla gonna il mazzo di chiavi dell’auto.
-Ma non le avevo io, quelle chiavi? – esclamò Scott.
-Non si scherza con una Banshee che vuol portarsi a casa un lupo mannaro.- gli rispose beffarda. E per fortuna che il loro incontro era avvento “per caso”.
Salito in auto con Isaac, Scott partì senza esitazioni alla volta di casa Argent.
-Posso mettere un CD? – chiese Isaac, frugando tra le custodie nel cruscotto.
-Allison non è esattamente nelle condizioni per risponderti … - rise Scott - … ma credo ti avrebbe detto di sì. Basta che tieni basso il volume, non voglio si sveglino.
I due si erano infatti addormentati di botto, accasciati sui sedili in un groviglio di braccia, gambe e capelli.
Isaac estrasse un CD dall’aria familiare, e lo inserì nel mangiadischi. Partì la canzone “Loving you”, di Minnie Riperton, ed il ragazzo si mise a canticchiarla, lanciando sguardi sempre più insistenti a Scott, che nel frattempo si era infilato in bocca la cannuccia della bottiglietta che aveva svuotato in faccia a Stiles.
La tensione che si era creata nel locale sembrava essersi protratta anche fuori, fin dentro lì.
“No one else can make me feel ~ The colors that you bring” 
-Perché ti prendi sempre cura di tutti? – sbottò d’improvviso il biondino.
-Non lo so … avrò preso da mia madre.
Isaac ridacchiò.
-Certo crocerossina, ma a te stesso ci pensi mai?
-Qualche volta sì, ma perché queste domande?
-Mi sembra che spesso tu soffochi quello che pensi davvero, per “il bene degli altri”. – lo scimmiottò Isaac facendo la voce bassa e si prese una botta scherzosa sul braccio dall’amico.
-Magari faccio solo ciò che mi sembra giusto. – sentenziò Scott, fermandosi davanti alla casa di Allison. Dopo averla riportata a letto entrando furtivamente dalla finestra, partirono alla volta di casa Stilinski.
“And we will live each day in springtime ~ Cause lovin' you has made my life so beautiful”
-Non sempre ciò che sembra giusto a te lo è davvero. – continuò il biondo.
-Tipo?
-Tipo … metterti i paraocchi davanti ad alcune evidenze.
-Fammi un esempio.- lo rimbeccò il moro, per metterlo all’angolo.
-Ci sono persone che ti vogliono bene ma tu sembri fare di tutto per evitarlo.
-Ti sei mai chiesto perché lo faccio?
“Loving you is easy ‘cause you’re beautiful”
-Sicuramente mi risponderai “perché mi sembra giusto”! Stare con Derek ti fa male.
“And everything that I do is out of lovin' you”
Sottointesi? Scott non capiva. Isaac era criptico come un sudoku.
Intanto, il biondo aveva fatto ripartire di nuovo la stessa canzone per la terza volta.
-Ti piace proprio questa canzone.- mormorò Scott.
Isaac si voltò verso di lui, fissandolo dritto negli occhi.
“Loving you is easy ‘cause you’re beautiful ~ making love with you, is all I wanna do”.
-Speravo piacesse pure a te.
Scott fermò l’auto, e si accorse che, al posto di essersi diretto a casa di Stiles, si trovava di fronte a casa sua. Si morse il labbro, aggrottando le sopracciglia.
Perché era lì?
-Ho sbagliato strada … - digrignò i denti il ragazzo.
-E non solo.
-Isaac, spiegami in che codice stai parlando perché non ti seguo più, è tardi e …
Isaac si sporse verso di lui, senza più incertezze, e si fermò a tre centimetri dal suo viso:-Soltanto, Scott, la prossima volta, lascia che sia io a dirti se stai sbagliando o no.
“Loving you is more than just a dream come true”
Le loro labbra si incontrarono con urgenza e senza timore, quasi febbricitanti a causa di tutta la tensione che, nell’arco di mezzo secondo, si era dissolta. Isaac portò le mani sul viso di Scott, che lo afferrò per la nuca, attirandolo ancora più verso di sé.
***
 
-Sì, sbagliavo. - finì Scott, steso nel suo letto, con Isaac appoggiato sul petto.
Il biondo gli afferrò i capelli con dolcezza, mentre si sporgeva nuovamente per baciarlo, ed il moro intrufolò le mani sulla sua schiena, scostando la maglietta.
-Toglitela.
Tra un sospiro e l’altro, Scott si ritrovò nella migliore delle sue fantasie.
-Scott …
-Mh?
-Mi sa che abbiamo lasciato Stiles in auto.
Scott soffocò una risata sul collo bianco di Isaac:-Domani mattina lo riportiamo indietro.
-Domani mattina posso restare? O dovrò sgattaiolare fuori dalla finestra come una sgualdrinella? – Isaac rise con la voce incerta che cercava di nascondere un certo nervosismo.
-Resta anche per sempre, idiota.
 ~Ciaooooooooo! Se avete letto la mia storia e magari vi è piaciuta, per favore recensitela, mi farebbe tanto piacere ~
   
 
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