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Autore: Cinnamon_Meilleure    21/09/2015    1 recensioni
Angels e devils hanno iniziato il loro secondo anno alla Golden School, e sono più pronti che mai alle nuove sfide che li attendono.
Raf, ancora innamorata di Sulfus, ha deciso di dimenticarlo per il bene di entrambi, nonostante ciò la distrugga.
Sulfus, invece, è ben deciso a non rinunciare a lei, a qualunque costo. Ma il prezzo che ha scelto di pagare è molto caro, il gioco che ha scelto di giocare potrebbe essergli fatale. Può l'amore andare oltre le regole e le convenzioni, oltre i peggiori ostacoli? Persino oltre... la morte?
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Ho scritto questa storia molto tempo fa, ai tempi in cui esisteva ancora il forum di angel's friends, forse i fan di vecchia data se ne ricorderanno. Mi chiamavo Dolce-Kira, e grazie a questa storia ho conosciuto una persona meravigliosa che è tuttora la mia migliore amica online. Lei insisteva sempre affinché la pubblicassi su EFP, e ora ho deciso di farlo.
La storia si collocatemporalmente dopo i 52 episodi della prima stagione.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Raf, Sulfus | Coppie: Raf/Sulfus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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25. La maledizione di Angel e Devil
 
“Dopo tutto il dolore provato, dopo tutto il desiderio di diventare ciò che il destino gli aveva negato di essere, e dopo esserci quasi riuscito, una persona può veramente arrendersi per sempre?”
 
-Direi che è il momento di andare - disse Arkan, guardandosi attorno.
-Sì, le do perfettamente ragione! - rispose Kabalé, scoccando un’occhiataccia a Sulfus e Raf che se ne stavano ancora dolcemente abbracciati.
-Ragazzi, direi che è meglio fare in fretta… mi sembra di vedere qualcuno laggiù, fra le macerie - aggiunse Cabiria.
Sulfus la guardò allarmato. -Come sarebbe a dire ti sembra di vedere qualcuno?-
-Mah, potrei anche sbagliarmi...
-... o forse no!- concluse lui, alzandosi in piedi. – E non voglio correre altri rischi, quindi è meglio se ce ne andiamo subito!
Raf annuì e si alzò con lui.
-Ancora non riesco a credere che sia successo tutto questo – mormorò lui. – Sono la Minaccia e la Salvezza… sono sempre stato io ad essere in pericolo, e sono venuto proprio qui!
Che stupido che era stato, a buttarsi da solo nella trappola tessuta per lui... e non aveva comunque risolto niente. Era sempre un devil – un devil speciale, certo: un demone bianco –, ma non un angel come voleva diventare.
Raf, vedendolo così abbattuto, gli strinse la mano talmente forte da sembrare che non volesse lasciargliela più. Poi gli porse il ciondolo con cui era venuta nella Terra Sospesa, e Sulfus capì che loro due sarebbero tornati indietro con quello, mentre Arkan con gli angel e Temptel con i devil sarebbero tornati rispettivamente con la sfera bianca e la sfera nera.
Sulfus strinse le dita attorno al cordino, senza mai smettere di guardare Raf negli occhi.
Mentre la luce li avvolgeva, lui la strinse a sé, e lei ricambiò l’abbraccio.
Immobili, stretti, le guance che si sfioravano, nella luce che li circondava esplodendo in un silenzio perfetto, interrotto dai battiti dei loro cuori.
Pochi secondi e tornarono alla Golden School.
Arrivati  lì, Raf fece scivolare la propria mano via da quella di lui e si voltò, proprio mentre gli altri sempiterni arrivavano.
La tristezza lo inondò da capo a piedi: era tutto uguale a prima. Era quasi morto tre volte, aveva sofferto, era diventato un demone bianco e ancora non poteva stare con lei?
I suoi pensieri vennero interrotti dai suoi amici devil che iniziarono ad abbracciarlo, potendo finalmente festeggiare il fatto che fosse vivo.
Lui sopportò passivamente, ma dopo un po’ la morsa di dolore che sentiva allo stomaco divenne troppo forte perché potesse sopportarla ancora, e corse via.
Sotto gli sguardi basiti di tutti, il professor Arkan lo seguì.
 
 
-Ragazzo!- lo chiamò, a voce alta. Lui si fermò, senza voltarsi.
-Immagino ci siano cose che tu voglia sapere.  
A quel punto, lui si girò, un’espressione diffidente sul suo viso, ma annuì e seguì il professore, che lo condusse nel suo ufficio.
Lì, Arkan si sedette dietro la sua scrivania, invitando Sulfus a sedersi su una poltroncina dinanzi a lui.
-Ponimi ogni tua domanda, ti ascolto.
Il devil si sistemò meglio sulla sedia, premendo le dita sui braccioli dal nervosismo.
-Per prima cosa- esordì – voglio sapere perché esiste il V.E.T.O. Voglio sapere perché se un angel fa una scelta sbagliata o un devil una giusta è un sacrilegio. Perché non abbiamo possibilità di scegliere? – . Aveva decisamente alzato il tono della voce, ma il professore lo lasciò sfogare.
-Sapevo che mi avresti posto questa, come prima domanda... vedi, rispondere non è semplice, ma cercherò di spiegartelo come meglio posso.- Prese un respiro, accarezzandosi la barba. –Il V.E.T.O. esiste per suggellare un’antica maledizione...
-Maledizione?- fece Sulfus incredulo, sbattendo le palpebre.
Arkan annuì. -Sì, ma non interrompermi. Dicevo, esiste per suggellare l’antica maledizione di angel e devil. Quando il Supremo Creatore diede vita agli uomini e diede loro il libero arbitrio, capì che era necessario qualcuno che difendesse con convinzione sia Bene che Male. Così creò angel e devil, e per dividerli usò appunto il V.E.T.O., un patto millenario. Chiunque l’avesse infranto avrebbe commesso sacrilegio...
-... come me e Raf – concluse Sulfus, pensieroso.
-Esattamente. Perciò angel e devil sono le uniche creature che non hanno possibilità di scegliere... nel bene o nel male, sono le alte e basse sfere che scelgono per loro. L’equilibrio fra angel e devil, come previsto, durò per secoli... fino a quando non lo infransero Tyco e Sai, con il loro bacio.  
Sulfus chinò lo sguardo sulle proprie mani. Arrossì, pensando a quando lui aveva baciato Raf. Cosa aveva pensato, in quei pochi, fragili, appassionati istanti? Aveva pensato che le regole erano fatte per essere infrante, che lui amava Raf e che quella sensazione che provava al petto non poteva essere sbagliata. Aveva pensato che le sue carezze erano vere e sincere, e non trovava nessun motivo per non amarla, dato che era ricambiato. O, probabilmente, tutto questo lo aveva pensato dopo. In quel momento aveva pensato solamente che la amava, e basta.
-Adesso - continuò Arkan, riportandolo al presente – saprai la verità su chi sei e da dove vieni, su chi è Raf e su quali sono le vostre origini... e ti dirò anche la verità su cosa accadde a Tyco e Sai, secoli e secoli fa, dopo quel sacrilegio. Ma prima devo chiederti una cosa. Tu credi nei colpi di fulmine?
A Sulfus venne quasi da ridere per quella stramba domanda, ma rispose lo stesso.
- Sì – disse. Effettivamente era quello che gli era accaduto con Raf. –Ma non capisco l’inerenza col discorso.
-Ora capirai- disse il professore, intenerendosi.
E raccontò a Sulfus ogni cosa. Ogni piccolo, terrificante dettaglio.
-Tutto questo dovrai raccontarlo anche a Raf, naturalmente – disse Arkan, quando ebbe finito.
Gli occhi dorati di Sulfus s’illuminarono mentre annuiva senza indugi, perché significava vederla ancora. Poi però gli venne una domanda.
-Ma se anche lei doveva sapere queste cose, perché non l’ha fatta venire qui?
Arkan ridacchiò. –Perché, se lei fosse stata qui con noi, non credo che tu saresti stato molto attento!
Sulfus fece una smorfia e si voltò dall’altra parte.
-Naturalmente scherzavo - riprese il professore. – C’è una cosa che devo chiedere solo a te, per questo lei non è qui. So... anzi, tutti sappiamo che tu volevi diventare un angelo...
Lui sollevò la testa, fiero. -Sì, è così. E non intendo pentirmi per quello che ho fatto. Se volete punirmi fatelo pure, ma non avrete mai il mio pentimento!- Sentenziò.
Il professore sorrise. -Non voglio il tuo pentimento. 
-Ma che senso ha parlarne adesso, allora? Tanto non c’è modo per...
-Sì, invece.
Lui lo guardò, sgranando gli occhi. -Come? Dice sul serio?
- Mai stato più serio di così.
Il silenzio regnò per un attimo, mentre Arkan si alzava in piedi.
-Se lo vuoi, le alte sfere possono intercedere per te. Il modo per soddisfare il tuo desiderio l’hai sempre avuto sottomano, senza saperlo.
-Ma... adesso io... lei cosa propone?
Assurdo! Stava davvero chiedendo consiglio ad un angel? Su una cosa che considerava una certezza?
-La scelta deve essere solamente tua, Sulfus – disse il professore, alzando le mani.
Il devil camminò su e giù per la stanza, pensieroso.
La luce illuminava tutto, e i vetri delle librerie riflettevano ogni cosa. Sulfus osservò distrattamente la sua immagine riflessa...
…e la vide. E la toccò. La sua stella rossa.
-Io l’avevo cancellata! Chi... Kabalé?- chiese, osservando la punta del dito macchiata di cosmetico rosso.
- No – Rispose Arkan, serio, guardandolo dritto negli occhi. - E’ stata Raf, quando ti ha riportato qui dalla Terra Sospesa. Eri in uno stato pietoso, pieno di lividi e ferite... anche se adesso non è che tu sia ridotto molto meglio. Ma è stata una scena straziante. C’erano tutti, i tuoi amici, i suoi amici, piangevano e piangeva anche lei. Si è chinata su di te e ti ha ridisegnato la stella.
Involontariamente Sulfus si portò una mano al cuore.
-Quanto tempo ho per decidere?- mormorò, con un filo di voce.
-Tutto il tempo che vuoi!- disse Arkan. – Ma il mio settimo senso mi dice che tu hai già deciso...
Il ragazzo sorrise, la mano ancora premuta sul petto.
-Ha ragione, professore – disse, commosso. – In effetti ho già deciso.
   
 
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