Moving on
È come sempre in ritardo, ma ormai
al Nelson Mandela tutti se ne sono fatti una ragione (tranne Pellegrini,
ovviamente, ma lui è e sarà sempre un caso a parte).
Attraversa l’ingresso dello stabile
quasi di corsa e a malapena nota il portiere che si sbraccia dicendole qualcosa
che al momento non comprende. Solo a pochi passi dal portone, orami davanti
alla sua auto, si ferma alla ricerca delle chiavi nella sua borsa decisamente
troppo oversize in momenti come quello.
Ed è qui che Renzo la coglie di
sorpresa, facendole quasi venire un infarto.
-Che diavolo è questa?- chiede
l’uomo a denti stretti, nel vano tentativo di trattenere la rabbia.
Camilla alza lo sguardo verso la
mano di Renzo che trattiene convulsamente un foglio di carta, che ha visto
indubbiamente tempi migliori, vista la stretta spasmodica dell’uomo.
La donna afferra il pezzo di carta
e gli dà una veloce scorsa.
-E’ la lettera dell’avvocato,
Renzo. Tutto qui.
-Tutto qui?- sibila l’uomo, che
sembra più sull’orlo di una crisi di nervi.
-Sì. Che c’è di strano? Senti,
scusa, ma ora devo proprio andare. Sono in ritardo, come al solito. Ne parliamo
settimana prossima davanti all’avvocato, d’accordo?
-No! No, che non sono d’accordo!-
sbotta alla fine l’uomo, attirando l’attenzione del pettegolo portiere dello
stabile.
Camilla sbuffa, più per la
sceneggiata davanti al portiere che tempo mezz’ora sarà riferita a tutto il
palazzo che per il tono usato da Renzo.
-Quale è il problema questa volta?-
domanda esausta Camilla. Negli ultimi tempi Renzo era diventato intrattabile:
ogni volta che aveva dovuto mettersi in contatto con lui, l’uomo le era
sembrato tornare al solito atteggiamento passivo-aggressivo dei vecchi tempi! E
dire che l’unica cosa buona della nuova separazione e del figlio in arrivo era
il ritrovato buonumore di Renzo! Oddio, non era proprio l’unica cosa buona…adesso
poteva finalmente stare con Gaetano, e questa era in assoluto la cosa migliore
che le era capitata…beh, negli ultimi dodici anni!
Un momento…il rapporto con
Gaetano…il malumore di Renzo…no…non poteva essere…non può esserci un
collegamento tra le due cose!
-Quale è il problema? Stiamo
divorziando?
-E’ una domanda, Renzo? No, perché
mi sembrava fossi presente anche tu quando abbiamo deciso di separarci.
-A parte il fatto che l’hai deciso
solo tu e comunque si trattava di separarci! Nessuno ha parlato di divorzio, mi
pare!
-Credo sia implicito, sai?
-No, non lo è. Ci siamo già
separati una volta, Camilla, ma non mi pare che nessuno abbia mai parlato di
divorzio.
-Verissimo…ma Carmen non era
incinta all’epoca.
Renzo ansima pesantemente, una
pausa durante la guerriglia appena cominciata tra le parti.
-Vuoi dirmi, Renzo, che nonostante
tu stia stato con un’altra donna e aspetti un figlio da un’altra donna, pensi
ci sia ancora una possibilità che le cose tornino come prima?
Il tono di Camilla è più sprezzante
di quanto avrebbe voluto; del resto, una parte di colpa in tutta quella storia
l’aveva avuta anche lei, pure se le costava ammetterlo, soprattutto ad alta
voce e davanti all’ex marito: non aveva mai fatto granchè
per nascondere il piacere di aver ritrovato Gaetano, proprio di fronte a casa,
di aver ripreso i “contatti” con lui, le indagini di polizia e…di passare più
tempo con lui che con Renzo. Non ha mai biasimato il marito per la sua gelosia
nei confronti del vicequestore…ne aveva tutti i motivi, a ben vedere. Ma c’era
una differenza fondamentale tra lei e Renzo: nonostante fosse stata tentata, ed
era stata tentata eccome e più di una volta, non aveva mai ceduto, per quanto
potesse desiderare farlo. Renzo, invece, non aveva mai opposto grande
resistenza né ai tempi di Barcellona con Carmen, né durante il famoso convegno
di Venezia…grappa aromatica a parte.
-Io…non…non lo so! Ma non è questo
il punto, Camilla.
-Allora quale è il punto, Renzo? E
ti prego di arrivarci in fretta perché come ti ho già detto sono in ritardo.
-Il punto…il punto è che stai
correndo con le pratiche del divorzio per stare con lui. Con quello- sibila
Renzo non potendo evitare di diventare paonazzo nel solo riferirsi a Gaetano
Berardi.
-Ah, ecco- commenta Camilla
asciutta. Allora ci aveva visto giusto, poco prima. Il malumore di Renzo era
collegato al suo rapporto con Gaetano. –Allora lo sai- afferma la donna, che
non aveva mai ritenuto di informare Renzo di quanto accaduto con il
vicequestore. Del resto, Renzo aveva preso la sua strada e, per come la vedeva
Camilla, lei aveva tutto il diritto di prendere la propria, senza dover
chiedere il permesso a nessuno. Nemmeno a Livia, ma questa era un’altra storia.
-Certo che lo so! Volevi che
rimanesse un segreto, per caso? Sarebbe stato più eccitante? La prof e il
poliziotto: una storia segreta e sordida.
-Non c’è niente né di sordido né di
segreto, Renzo. Semplicemente credo che quello che faccio nella mia vita non
siano affari tuoi. Non più.
Renzo sembra riflettere sulla reale
portata di quella affermazione: stavano davvero diventando due estranei? Nella
prima separazione non era andata così: erano comunque rimasti legati, in
qualche modo. Lui lo voleva e credeva che anche lei lo volesse. Ma questa volta
sembrava intenzionata a tagliare i ponti con il passato.
-Lo vuoi sposare?- chiede a
bruciapelo, anche se non è certo di voler conoscere la risposta.
-Non sto chiedendo il divorzio per
correre a sposarlo domani, Renzo, se è questo che credi. Ma sì, vorrei
sposarlo, un giorno- ammette sincera e non per ferire Renzo, anche se una
piccola parte di sé non può che essere soddisfatta quando un accenno di dolore
si affaccia sul volto dell’uomo. –Senti, devo farlo per me, capisci? Il
divorzio, intendo. Devo mettere una pietra su quello che è successo. Voglio che
sia definitivo.
-Definitivo? Pietra? Stai parlando
del nostro matrimonio! Di vent’anni della nostra vita!
-Lo so, credimi. E lo faccio anche
per te, perché tu…Dio, tu non fai altro che commettere errori, uno dopo
l’altro.
-Io?
-Sì, tu. Mi lasci, poi torni da me
quando ti sto sfuggendo, poi mi tradisci di nuovo…e guardati ora…appena hai
saputo di Gaetano vieni qui a farmi questa scenata di gelosia, come se ne
avessi ancora il diritto. La verità è che ti piace sapere di poter tornare da
me, se mai ne sentissi il bisogno, se mai le cose con Carmen e il vostro bambino
dovessero andare male. Non è così. Hai già disfatto e rifatto questo matrimonio
per troppo tempo. Adesso è ora di crescere ed andare avanti. Hai fatto una
scelta, Renzo: devi avere il coraggio di portarla fino in fondo.
-Io non ho fatto nessuna scelta
Camilla, come te lo devo dire? Dicevi di credermi quando ti ho detto che non
volevo accadesse tutto questo con Carmen!
-E ti credo, infatti. So che a
mente fredda, ora, con il senno di poi, ti sei pentito di quanto accaduto. Ma è
successo e non c’è nulla che tu possa fare per cambiare le cose- Camilla si
morde il labbro per un istante mentre fissa l’ex marito come a cercare di
capire se è il caso di dire ad alta voce il pensiero che si è già formato nella
sua mente. -Senti, Renzo, non è un caso che tutto questo sia capitato con
Carmen. La grappa aromatica non c’entra. Siete voi. Siete sempre stati voi. Quando
sei tornato da me qualche anno fa, avevi solo paura di quello che ti aspettava
a New York, avevi paura di perdere Livietta: io facevo solo parte del
pacchetto, credo. Tanto che una volta a Torino tu hai subito rivoluto Carmen al
tuo fianco.
Renzo alza un dito con l’intenzione
di interrompere Camilla, ma è lei a bloccare le sue osservazioni sul nascere:
-Lo so, Carmen è un ottimo architetto. Non lo metto in dubbio, ma non avevi
bisogno di lei per le sue capacità professionali, ma per la complicità e l’intesa
che c’era tra voi.
-Anche tra noi c’è sempre stata un’ottima
intesa, Camilla.
-Sì, hai ragione, c’è stata. Anni fa.
Adesso non siamo più sulla stessa lunghezza d’onda nemmeno per le cose davvero
importanti, come nostra figlia. Senti, ammetto che all’inizio mi sono sentita
ferita ed umiliata da tutta questa storia, ma ora…onestamente non posso dire di
averti perdonato, Renzo, né posso garantire che questo accadrà mai, ma capisco
che abbiamo sbagliato entrambi. Non avremmo dovuto riprovarci anni fa: tu ti
eri innamorato di un’altra ed io a dire il vero mi ero accorta che, nonostante
tutto, potevo vivere senza di te…ed essere felice. Esattamente come ora. Sono
felice ora…e non si tratta di Gaetano. Oh, piantala! Non fare quella faccia
ogni volta che lo nomino, tanto ti ci dovrai abituare- commenta Camilla notando
l’espressione torva e quasi nauseata di Renzo al solo sentir pronunciare il
nome del poliziottosuperpiù. –Gaetano in questa
storia non c’entra niente. Sarà forse banale dirlo, ma sono cambiata io in
tutti questi anni e se prima mi sembrava sensato se non addirittura doveroso
far funzionare a forza un rapporto che evidentemente era incrinato da tempo,
adesso mi chiedo che senso abbia mentire a noi stessi. Tu non ti sentivi
sufficientemente appagato da quello che avevi in famiglia e hai cercato rifugio
nel lavoro e di conseguenza in Carmen…ed io, beh io semplicemente sono
innamorata di un altro uomo. E prima capirai questa cosa, prima potremo tornare
ad avere un qualche tipo di rapporto. Mi sono spiegata?
Senza attendere la risposta di
Renzo, Camilla apre la portiera della macchina; fa per infilarcisi quando torna
sui suoi passi: -Ti aspetto la prossima settimana dall’avvocato, perché nonostante
tutto spero che i rapporti tra noi possano ancora essere civili, se non per noi
almeno per nostra figlia. Se non ti vedrò…beh, sappi che andrò avanti comunque.
Perché la sola cosa che voglio fare adesso è andare avanti.
Il silenzio quasi irreale della
strada è rotto dal rombo del motore dell’auto di Camilla, che parte sgommando
in direzione del Nelson Mandela, lasciandosi alle spalle Renzo che, mentre
guarda la vettura allontanarsi non può far altro che comprendere che Camilla è
davvero cambiata, è davvero andata avanti, senza di lui. E questa volta nessuna
corsa forsennata in mezzo a una strada trafficata di una grande città l’avrebbe
riportata da lui.