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Autore: Flames    23/09/2015    2 recensioni
Minho come qualsiasi uomo è dominato dalla morale e dagli impulsi.
La morale è una sorta di maschera, ma di cui molti uomini non sono coscienti. A differenza di questi uomini, Minho è in grado di "gestire" la morale e di decidere le sue maschere, se usarle, se mandare a cagare le inibizioni e fare che cazzo vuole lui.
Perché alla fine è solo un uomo, e cos'è l'uomo se non pura follia?
E cos'è la follia?
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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A volte, capita di ferire le persone a cui si tiene maggiormente; più si cerca di non farlo e più aumenta il dolore che si infligge. Esiste, nelle mille sfumature dell'animo umano, qualcosa che ci spinge ad essere sadici, a godere involontariamente del dolore di qualcuno, che ci spinge a sorridere malignamente nel veder piangere questo qualcuno ed a far aumentare il proprio ego, che accresce in modo talmente smisurato da distorcere l'essere moralmente perfetto, a farlo accantonare in una stanza in fondo al corridoio, chiuso a chiave, di cui se ne è dimenticata addirittura l'esistenza.
Ed è proprio a causa di ciò, che si rompono le originarie catene della psiche.
<< Non ne uscirai più. A causa tua mi sono indebolito, non mi servi. Sparisci, essere inutile. >>
“ Sai d'aver bisogno di me, Minho. “
<< Menti, stai zitto. >>
 


-- L'uomo moderno che riesce a tenersi in equilibrio è un uomo apparentemente forte e civilizzato ma profondamente insicuro e debole. --


 
La camera è buia, il silenzio maniacale viene interrotto dal suono della sveglia puntata alle 9:15.
Le coperte vengono spostate e il letto viene abbandonato, Minho si alza per spegnere l'aggeggio e si trascina meccanicamente in bagno, come sempre, davanti allo specchio. Il riflesso mostra un uomo alto, ben piazzato, gli occhi grandi e le labbra rotonde, carnose. L'espressione tenebrosa e affascinante delinea i tratti del bell’ uomo qual è.
Come ogni mattina, tranne nei festivi, qualcuno bussa alla porta e Minho esce dal bagno per andare ad aprire, ma prima, come ogni volta che interagisce con un essere umano, indossa la sua maschera preferita e mostruosamente cambia espressione, sorridendo luminosamente alla persona davanti a lui.
Perché Minho sa, ed ha scelto, e proprio per questo, è un uomo forte.
<< Buongiorno Jinki-hyung! Oggi ti ho preceduto, sono sveglio già da un po'. Prego, entra. >>
<< Complimenti, Minho. È il tuo record personale? >>
Jinki ride, con quel suo sorriso sincero e paffuto che riscalda il cuore di Minho anche solo per qualche secondo.
<< Non prendermi in giro, hyung! Posso svegliarmi quando voglio, lo sai.>>
Il sorriso di Minho, invece, per quanto possa essere largo, non riesce a raggiungere la stessa bellezza di quello di Jinki e ne è consapevole, ma non gli interessa.
<< Si, certo. In 18 anni che ci conosciamo, a quel che mi ricordo, dovevano sempre buttarti giù dal letto. Hai 23 anni, dici ancora le bugie. >>
Minho e Jinki, hanno qualche anno di differenza, si conoscono da bambini, dalle elementari per essere più precisi, e da allora, non si sono lasciati più. I loro caratteri sono complementari, l'opposto, e questo ha sempre affascinato Minho, che vedeva il più grande come qualcuno a cui avrebbe tanto voluto somigliare. Nei momenti peggiori si sono sempre sostenuti: se accadeva qualcosa a Minho, Jinki lo stringeva e piangeva al posto suo; al contrario, Minho, era solito stare zitto, accanto al maggiore, tenendogli solo la mano.
<< Non dico bugie. Non sono come te che rubi il pollo dal frigo e poi dai la colpa al cane. >>
Jinki lo guarda interdetto e poi scoppia in una fragorosa risata, che fa incantare Minho.
<< Mi piace il modo in cui sorridi, hyung. Ti rende più bello. >>
Il più grande torna serio e arrossisce vistosamente, al che Minho gli si avvicina e lo stringe in un caldo abbraccio, questa volta sincero.
 
Entrambi i ragazzi lavorano in un bar sotto casa del più piccolo; il proprietario conosceva i loro genitori e non ha avuto problemi ad assumerli, data anche la loro bellezza.
La maggior parte delle ragazze, uscite dal liceo, si recano lì ogni giorno per poter strappare un 'eye contact' con l'affascinante Minho ed il tenero Jinki.
<< Hyung, oggi devo andarmene prima, è giovedi. Mi copri tu? >>
Minho si toglie il grembiule da cameriere e recupera gli oggetti personali, dando un veloce bacio sulla guancia a Jinki, che annuisce di rimando.
<< Certo. E mi raccomando, divertiti con il tuo ragazzo. >>
Minho ride ed esce velocemente dal bar.
 
Minho non è gay. Lui si prende solo quello che vuole, ma non è egoista, o forse lo è..e forse anche tanto.
Il suo ragazzo è bello, di quelli tanto belli da sembrare una donna e forse Minho l'ha scelto anche per questo.
Lo aspetta sotto casa, perchè il giovedi è il suo ‘giorno libero’.
<< MINHO! Scusa, ho fatto tardi! >>
L'altro esce di casa, urlando, e si getta tra le braccia di Minho.
<< Lo fai sempre, non mi sono mica stupito. >>
<< Ya! Non è vero, di solito ti faccio aspettare solo qualche minuto.. >>
Kibum prende il viso di Minho fra le mani e gli schiocca un bacio sulle labbra, al che quest'ultimo lo guarda con un'espressione metà sorpresa e metà divertita.
<< Spero tu stia scherzando, Kibum. >>
<< No! Affatto. Anzi, a volte mi chiedo perchè non mi sia scelto un ragazzo più paziente. >>
Detto questo, scioglie l'abbraccio e fa per allontanarsi ma Minho lo raggiunge e lo blocca da dietro, mettendogli una mano intorno al corpo, sull'addome e spingendolo all'indietro contro di lui, così da non farlo muovere.
<< Mi hai scelto perchè sono incredibilmente abile a letto e soddisfo qualsiasi tua richiesta. Devo ricordartelo sempre? Se vuoi entriamo in casa e ti do una dimostrazione. >>
Kibum trasalisce alle sue parole, diventando immediatamente rosso in viso. Si libera dalla sua presa e si gira verso di lui, anche se tiene lo sguardo basso.
<< N-Non possiamo dare buca agli altri, lo sai. Non ci inviteranno più se continuiamo a dargli buca...questa sarebbe la quarta volta ...e-- >>
Nonostante il tono fermo di Kibum, Minho non dà per niente peso a quelle parole, tanto che inizia a lasciare piccoli e umidi baci sul suo collo, facendo tanto disperare l'altro da ammutolirlo all'istante.
Quando si riprende però, non ci pensa due volte e spintona Minho con tutte le forze - soprattutto forza di volontà - che ha in corpo.
<< Minho! Ho detto no. Muovi il tuo bel culo e sali in macchina, che non voglio fare tardi. >>
Minho ride e fa come gli viene ordinato. Gli è sempre piaciuto il carattere forte e lunatico di Kibum, pensa che forse lui sia l'unico in grado di tenere testa ad uno come lui, così.. costruito.
 
L'appuntamento con gli amici di Kibum è al karaoke, come sempre da qualche settimana a questa parte. Minho non sa perchè decidano di andare sempre in quel posto, fatto sta che non dice niente e acconsente a qualsiasi decisione di Kibum.
All'entrata si incontrano con due coppie, di cui Minho ignora i connotati, e subito entrano nel locale; dopo aver scelto la sala, un cameriere minuto accompagna il gruppo di amici fino ad essa, prende gli ordini e si allontana, lasciandoli soli.
 
Di solito, a Minho 'piace' stare in compagnia, ma non conoscendo nemmeno una delle persone lì con lui, dato che Kibum non ha avuto nemmeno l'accortenza di presentarli, gli risulta difficile intraprendere una conversazione, così si ritrova da solo, seduto su una poltrona di pelle rossa a tre posti, mentre tutti gli altri stanno in piedi a schiamazzare intorno allo schermo del karaoke.
D'improvviso, però, la porta si apre ed entra un ragazzo ( un ritardatario ), basso, anzi, secondo Minho sarebbe più giusto chiamarlo 'nano', seguito da due ragazze, belle, alte, forse delle modelle.
Gli occhi di Minho si impuntano sul corpo di quel ragazzo, squadrandolo da testa ai piedi, con il suo solito sguardo che mette in soggezione chiunque.
Il ragazzo incontra gli occhi di Minho e il suo sorriso per un attimo si spegne, ma ritorna immediatamente dopo, quando Kibum e tutti gli altri si avvicinano a lui per salutarlo.
Minho smette di guardarlo, perdendo interesse, così inizia ad osservare il suo ragazzo e gli altri da lontano.
Il 'nano' però, si siede accanto a lui, sulla stessa poltrona, e Minho si gira per scrutarlo più da vicino, serio, così l'altro, che non aveva smesso di fare lo stesso da quando è entrato, gira la testa, facendo finta di niente, lievemente imbarazzato.
In realtà, in quel momento, Minho si stava semplicemente chiedendo come faccia un nano come lui ad avere quel tipo di ragazze intorno.
Dopo un po’, per rompere quell’aria pesante, il ragazzo basso si alza ed esce dalla sala, farfugliando qualcosa riguardante il bagno, ma che nessuno sente, perchè troppo impegnati.
 
Il piccolo cameriere rientra, tenendo lo sguardo basso e il vassoio in mano, e, inciampando in qualche filo di corrente sparso lì per terra, sta quasi per cadere, quando prontamente Minho si alza e lo prende al volo, tenendolo tra le sue braccia possenti ma beccandosi anche così tutte le birre addosso.
Il ragazzo, imbarazzato, si sposta di dosso a Minho e si inchina più volte mortificato.
<< Mi dispiace, davvero! Non l'ho fatto di proposito, mi dispiace.. >>
Dice, tutto d'un fiato, mentre recupera un fazzoletto e tampona la camicia di Minho in modo così goffo da risultare tremendamente tenero, quindi Minho gli prende delicatamente il polso e gli sorride, incontrando il suo sguardo per la prima volta quella sera.
<< È tutto a posto, tranquillo. >>
Il cameriere, intimidito dalla bellezza del ragazzo più alto non riesce più a dire niente e scappa letteralmente via dalle braccia dell'altro, scomparendo dietro la porta.
Minho sogghigna tra sé e sé, trovando assurda la scena che gli si era appena proposta, mentre il suo ragazzo, che sta cantando beato sulle note di Bad Romance di Lady gaga, ne è totalmente all'oscuro. Successivamente, si allontana dalla sala per raggiungere il bagno; non appena oltrepassa la soglia, però, mentre si allarga il colletto della camicia, si ritrova letteralmente sbattuto contro la parete sudicia della stanza, con un ragazzo fin troppo basso appiccicato alle labbra.
Ha solo il tempo di realizzare che il ragazzo basso in questione è lo stesso "nano" amico di Kibum che stava nella sala del karaoke con lui, prima di accorgersi che questo nano gli sta slacciando i bottoni dei pantaloni e lo sta toccando nelle parti intime in modo fin troppo trasportato, con tocco fin troppo esperto.. ma anche la persona più esperta del mondo non riuscirebbe a tener testa a Minho che, ripreso possesso delle facoltà mentali, afferra con violenza i capelli del suddetto ragazzo e lo guarda con la sua solita freddezza compiaciuta.
<< Che diamine stai facendo? >>
<< Ho notato come mi guardavi, cosa credi ? È da quando hai posato gli occhi su di me che ho voluto assaggiare le tue labbra.. assaporare l'odore della tua pelle. >>
Il ragazzo più basso parla con eccitazione ed una punta di dolcezza, se è possibile inserirla in un contesto simile.
<< Qual è il tuo nome? >>
Minho ignora le sue parole e cambia completamente discorso, facendo nascere una punta di delusione nell'altro ragazzo, che si aspettava di essere ricambiato.
<< Jonghyun. Mi chiamo Jonghyun. >>
<< È da quando ho posato gli occhi su di te che ho voluto assaggiare le tue labbra..>>
Sembra che Minho abbia finito di parlare, ma invece dopo averlo leggermente spinto verso il basso e fatto abbassare, continua, con un sorriso beffardo e sensuale sul volto, scandendo con maggior enfasi l'ultima parola, facendo restare l'altro a bocca aperta, sconvolto.
<< ..per questo, succhiamelo, Jonghyun. >>
 


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Apre gli occhi lentamente e si ritrova nel buio quotidiano della sua stanza, sbatte più volte le palpebre e si gira lentamente su un fianco, ritrovando con sorpresa il corpo nudo e addormentato del suo ragazzo..quasi non si ricordava di averlo lì. Si alza con una delicatezza che non gli appartiene per non svegliarlo e si trascina stancamente davanti allo specchio della stanza, incontrando la sua figura in tutta la sua splendida oscurità.
“ Fammi uscire. Sai che non puoi fare a meno di me. “
Quasi non riconosce la voce nella sua testa e si guarda intorno spaventato, credendo che possa esserci qualcuno intorno a lui.
Sospira e si guarda di nuovo allo specchio: questa volta di fronte non ha più sé stesso, ma quel ragazzo basso, quel Jonghyun.
A quella vista, i ricordi della sera precedente riaffiorano uno ad uno nella sua mente, facendogli girare turbinosamente la testa tanto da costringerlo a sedersi.

 

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<< ..per questo, succhiamelo, Jonghyun. >>
<< A-Ah? >>
<< Vuoi che te lo ripeta? Suc ~ chia ~ me ~ lo. >>
Minho sorride beffardo, consapevole di avere in pugno ( letteralmente e figurativamente ) il ragazzo più basso, che come da manuale, si lascia inebetire dallo sguardo magnetico e da qualche parola sconcia. Con la mano non occupata si abbassa i boxer e libera il membro, semi-eretto per le attenzioni precedenti, davanti al viso dell'altro.
Jonghyun non resiste e lo accoglie tra le sue labbra senza replicare, mentre Minho sogghigna soddisffatto ed eccitato, con la testa appoggiata al muro, all'indietro.

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<< A-Amore..? >>
Minho si desta da quei pensieri di scatto dopo aver sentito la voce di Kibum, e non è preparato a gestire l'erezione mattutina causata da quei ricordi e il suo bellissimo fidanzato nudo di fronte a lui che guarda la sua nudità con fare molto.. voglioso.
<< Cosa c'è? Ieri sera non ti è bastato? Vuoi il bis? >>
Il ragazzo alto abbandona la poltrona su cui si era precedentemente seduto e si alza, fronteggiando l'altro.
Inizia a toccare il suo corpo come solo lui sa fare, in quel modo tanto delicato e possessivo allo stesso tempo, che fanno andare Kibum in estasi, che lo portano ad urlare di farlo suo, una volta, due volte, tre volte...
 


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<< Hyung, dopo ti va di andare a fare un giro con la moto? Non la uso da tempo e non vorrei arruginirmi. >>
A quelle parole, Jinki spalanca gli occhi e quasi gli diventano a cuoricino per l'emozione, perchè Jinki ama andare in moto a tutta velocità per le strade di Seoul insieme al suo migliore amico e quando quest'ultimo gli fa proposte del genere, non si lascia pregare più di tanto.
Dopo aver urlato qualcosa di incomprensibile ( che doveva assomigliare ad un sì ) nel bel mezzo del locale in cui lavorano, salta letteralmente addosso a Minho, che si salva barcollando all'indietro e appoggiandosi al bancone.
<< Ho capito, ho capito. Però non penso dovresti starmi cosi' attaccato davanti ai nostri clienti.. ne vale della reputazione. >>
Minho scherza e Jinki lo sa, ma il più grande non può fare a meno di notare gli sguardi sospettosi delle persone lì intorno, mentre loro due sono alquanto.. attaccati; così lascia andare l'altro e si allontana, riprendendo a lavorare.
 
Quello stesso pomeriggio, una mezz'ora prima di chiudere il locale, Minho vede entrare un gruppo di ragazze ben equipaggiate ( toste, si intende ) e si offre immediatamente come cameriere proprio del tavolo a cui hanno intenzione di sedersi. Comincia a chiacchierare con le cinque tipe e addirittura si siede accanto a loro a sorseggiare del caffè, sotto gli occhi gelosi di Jinki, il quale non vede altro che tempo sottratto al suo imminente giro in moto.
Stufo, per il ritardo di ben 15 minuti nel chiudere il bar, si avvicina a Minho e decide di giorcasi il tutto per tutto.
<< Tesoro, smetti di intrattenere le ragazze, dobbiamo andare a casa. >>
Jinki si abbassa e bacia Minho sulla guancia con fare molto lascivo e sorride sotto i baffi nel vedere i volti sconvolti e disgustati delle ragazze, che avevano flirtato con il suo collega tutto il tempo e che, successivamente, abbandonano il locale una ad una, ovviamente dopo aver pagato.
Minho, che aveva assunto la stessa faccia sconvolta delle ragazze di prima, si alza in piedi e guarda il migliore amico molto male, con la chiara espressione di chi vuole sapere il perchè di quel gesto.
<< NON GUARDARMI COSÌ. >>
<< Jinki, ma che ti passa per la testa? Ci vuoi rovinare? Cosa succederebbe se si espandesse la voce che siamo omosessuali? >>
Il più alto parla con tono preoccupato, ma anche abbastanza irritato per essersi fatto scappare un'occasione in più per fare del buon sesso eterosessuale, mentre lascia le chiavi ad uno degli inservienti lì vicino che si occupa di rassettare il locale dopo averlo chiuso.
<< UNO. Mi hai promesso il giro in moto e non ce la facevo più ad aspettare. DUE. Sei fidanzato. La smetti di provarci con altre persone, e per di più donne? >>
<< Jinki devo ricordarti che non sono gay? E che Kibum sa benissimo il mio modo di fare alquanto libertino..o almeno spero. >>
Pronuncia le ultime tre parole a bassa voce, come se non sapesse nemmeno lui i pensieri nella sua testa e in quella di Kibum a proposito della loro relazione, ma comunque, non resta a pensarci troppo e dopo aver recuperato gli effetti personali, abbandona il posto per raggiungere la moto.
<< E tre... tu sei mio, Minho. >>
Jinki finisce di parlare quando l'altro non può più sentirlo e si sente talmente demoralizzato per questa sua incapacità nel parlare apertamente dei suoi sentimenti che è costretto ad abbassare gli occhi e a ricacciare indietro una lacrima.
 
Si tiene stretto a Minho con tutte le sue forze, mentre sfrecciano con la moto sull'autostrada principale, e tiene gli occhi ben chiusi, per la fastidiosa sensazione del vento che gli sbatte contro il viso, perchè Jinki non lo ha mai detto, ma ha una paura indescrivibile della velocità ma allo stesso tempo questa paura lo eccita; è anche per questo che preferisce condividere questi momenti solo con il migliore amico, l'unico in grado di capirlo davvero.
Jinki è sempre stato innamorato di Minho, ne è stato innamorato dal primo momento in cui lo ha visto, a 9 anni, all’età in cui non si capisce neanche cosa sia l'amore, ma lui ha covato dentro di sè quel sentimento per anni, scoprendo a poco a poco quanto fosse sincero e soprattutto profondo perchè nonostante avesse provato a stare con altre persone, alla fine si era sempre ritrovato a prendere e a prendersi in giro..
Alla fine, lui ha sempre voluto solo Minho.
 
<< Vuoi salire? >>
<< No, hyung, ho promesso a Kibum che lo avrei chiamato tra una decina di minuti e sai quanto possa diventare pesante quando non mi faccio vivo a telefono. >>
Jinki fa un sospiro triste: se lo aspettava, ma non può fare a meno di sentirsi depresso ugualmente.
Gli si avvicina e gli bacia la guancia, allontanandosi e scomparendo dietro il portone di casa sua.
Minho aspetta che il maggiore entri prima di voltarsi e camminare verso la moto parcheggiata lungo il marciapiede. Si ferma un attimo per prendere gli occhiali nel taschino della sua giacca di pelle e fa per indossarli, quando urta prepotentemente contro qualcuno e vede cadere, senza poter fare nulla, le sue Rayban da 400 euro per terra.
Chiude gli occhi e sospira, evitando di bestemmiare tutti i santi del calendario contro la persona che lo aveva spinto poco prima, ma quando li riapre, si riscopre piacevolmente sorpreso.
<< E' destino. >>
Minho ride, perchè se non è un destino beffardo quello, allora nient'altro potrebbe mai esserlo.
Ha in ginocchio davanti a sè, in una posizione assai poco consona, un ragazzo basso ( o come direbbe Minho stesso, "nano") e parecchio imbarazzato, con le sue Rayban in mano. Minho si sporge in avanti e prende gli occhiali, controllando minuziosamente che non ci siano graffi, e ignora completamente Jonghyun, che intanto si è alzato.
<< Mi dispiace.. andavo di fretta e.. >>
<< Minho. >>
<< C-Come? >>
Il ragazzo più alto ripone gli occhiali nel taschino, convinto che per quella giornata avrebbe evitato di indossarli, e dona finalmente attenzione all'altro, mostrandogli quel sorriso talmente finto da sembrare vero, quel sorriso talmente enigmatico da farti restare incantato, quel sorriso che ti incatena in una morsa atroce e piacevolmente soffocante da cui non puoi e non vuoi fuggire.
<< Piacere, il mio nome è Minho. >>
Ed ora, Jonghyun è in trappola.
 


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Quella decina di minuti che Minho avrebbe dovuto aspettare per chiamare il suo ragazzo li aveva totalmente dimenticati, come il cellulare, che segnava 72 messaggi e 25 chiamate senza risposta ( aventi lo stesso mittente ), perso chissà dove sul pavimento della sua stanza, tappezzata dai vestiti suoi e di Jonghyun, lo stesso ragazzo che aveva incontrato al karaoke e che gli aveva fatto un pompino coi fiocchi e lo stesso ragazzo che in quel momento si sta sbattendo violentemente sul letto della sua camera, letto che quella mattina aveva ospitato Kibum... che intanto sta bussando alla porta di quella casa con tutta la forza che ha in corpo.
 
<< Cristo. >>
Minho ringhia, abbandonando il corpo di Jonghyun e lasciandolo ancora eccitato sul materasso, giusto per dargli il tempo di riprendersi, e si alza per andare ad aprire la porta, senza neanche avere l'accortezza di mettersi qualcosa addosso, tanto è sicuro di essere in grado di gestire la reazione del suo ragazzo.
<< MINHO CAZZO APRI LA PORTA O LA SFONDO IMMEDIATAMENTE. >>
<< Sono qui. >>
Apre la porta di scatto e si mostra completamente nudo, con l'odore del sesso ancora addosso e l'espressione più calma che un essere umano abbia mai potuto assumere. E forse è proprio da questa espressione che Kibum capisce tutto e Minho lo sa, perchè vede il suo viso diventare sempre più bianco e i suoi occhi farsi pieni di lacrime ma al contrario di ciò che il più alto si aspettava, Kibum gira i tacchi e si allontana senza dire una sola parola.
Minho richiude la porta con ancora il sorriso sulle labbra, come se non fosse successo nulla.
Magari, per lui, mostrare al suo ragazzo di essere andato a letto con un altro, senza neanche importarsi del dolore che avrebbe potuto infliggergli, è davvero cosa da nulla.
Ritorna poi da Jonghyun, che si sta bellamente masturbando per passare il tempo, e lo guarda divertito, appoggiato allo stipite della porta.
<< Allora, dove eravamo rimasti?>>
 
<< Minho..?>>
<< ..mh? >>
Minho si gira a guardare Jonghyun, steso comodamente sul suo petto e avvinghiato a lui peggio di un koala. Nonostante il suo carattere particolare, infatti, Minho ama avere un contatto fisico con le persone che “crede” gli possano piacere; “crede” perchè non sa neanche lui chi gli piaccia davvero e se esista qualcuno che gli possa mai piacere.. Però, se questi problemi non se li pone lui, perchè dovrebbe farseli qualcun altro?
<< Perchè ti comporti così? >>
<< Penso sia arrivato il momento di andartene.>>
<< Minho. >>
<< Cosa, Jonghyun? Solo perchè abbiamo scopato ora ti senti in diritto di giudicare quello che faccio? Credo tu debba farti i cazzi tuoi. Io faccio ciò che mi sento di fare, tu non farti problemi. >>
Jonghyun rimane letteralmente a bocca aperta per quella risposta, sprofondando nella più assoluta vergogna: è vero, hanno solo scopato, cosa voleva mettersi in testa?
<< Sei uno stronzo, Minho. Ecco cosa sei. >>
<< Non dimenticare di chiudere bene la porta quando te ne vai. >>
Il ragazzo più basso non sa cosa rispondere, fin troppo deluso dalla reazione di Minho ( per cui si è preso una bella cotta ), perciò recupera i suoi vestiti, che cerca di indossare alla bell’e meglio, e abbandona l'appartamento.
 
Minho resta improvvisamente solo; solo come non si è mai sentito, steso sul letto a guardare il soffitto della sua camera.
Prende il cellulare e digita un messaggio veloce, che invia senza pensarci due volte.
 
“ Vieni qui. “
 


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Bussano alla porta per la seconda volta in quella giornata e Minho si alza trascinando i piedi per andare ad aprire.
<< MINHO. >>
Un Jinki preoccupatissimo si lancia contro di lui nello stesso momento in cui gli viene aperta la porta, stringendoselo poi forte a sè.
Il più grande sa che, ogni volta che riceve messaggi del genere, la situazione non è delle migliori.
Minho richiude la porta, dopo aver staccato Jinki da sè, e lo fa accomodare in camera, entrambi stesi sul letto, a guardare il soffitto, come facevano da piccoli.
<< Ti va di parlarne?>>
Jinki va direttamente al sodo, sperando di poter far uscire qualche parola dalla bocca di Minho, rimasto in silenzio per tutto il tempo.
<< C'è un ragazzo...>>
<< AH? E Kibum? >>
<< Aspetta, fammi parlare. C'è questo ragazzo che... In pratica, ci sono andato a letto e Kibum lo ha scoperto. >>
Jinki deglutisce, mandando giù il magone che gli si forma ogni volta che Minho gli racconta delle sue nuove scappatelle.
<< Minho...e Kibum?>>
<< Hyung, non lo so. Non mi interessa. >>
<< Non è vero. Mandagli un messaggio..vai a prenderlo e chiedigli scusa. >>
Minho non risponde, ci pensa sù e si alza dal letto.
<< Hai ragione. >>
Non dice nient'altro ed esce via di casa correndo, lasciando il povero Jinki lì da solo, con un'espressione sconvolta in volto.
Minho non gli aveva MAI dato retta e tanto meno non lo aveva mai lasciato solo per rincorrere un ragazzo.
 
Minho non aveva scritto nessun messaggio a Kibum, nessuna chiamata, perchè era sicuro di trovarlo nel luogo in cui l'altro si rifugiava sempre ogni volta che litigavano.
Cammina velocemente, animato da uno strano sentimento a cui non sa dare nome. Gli ultimi cento metri se li fa di corsa e un sorriso gli nasce spontaneo non appena vede la figura del suo ragazzo seduto su una panchina, accanto al bar che frequentano di solito.
"Kibum"; Minho lo urla con tutte le sue forze, sperando che l'altro possa sentirlo, ed infatti si gira, mostrando il suo viso ancora rigato dalle lacrime e che, appena incontra gli occhi dell'altro, assume un'espressione sorpresa. Si nota che non sa che fare, Minho lo vede titubante, poi alla fine si alza e si allontana a grandi passi, spaventandolo, perchè improvvisamente è sicuro di averlo perso.
Non si accorge di star correndo, non si accorge di preoccuparsi per qualcuno che fino a quel momento aveva solo usato per sfogarsi sessualmente, non si accorge del suo cuore che batte veloce e non per la corsa, non si accorge di aver dimenticato la sua maschera sul comodino della sua stanza.
"Kibum"; lo urla di nuovo e questa volta lo raggiunge e lo ferma bloccandolo dal polso.
<< Kibum.. >>
Parla stanco, il petto che si alza e si abbassa troppo velocemente, le mani e le gambe che tremano e il viso sconvolto...il viso che ha un'espressione vera.
Kibum si gira lentamente e quasi si spaventa a guardare Minho, perchè così vero non lo aveva mai visto, così umano non si era mai mostrato.. e quindi riprende a piangere, ma stavolta non è solo per la tristezza per il tradimento, è per la felicità di aver scoperto la persona che ama.
"Minho"; Kibum sussura, prima di svenire stremato tra le braccia dell'altro.
 
Jinki apre la porta più scocciato che mai, e anche mezzo incazzato si può dire, ma quando si ritrova di fronte Minho con in braccio Kibum, non può fare a meno di sciogliersi in un sorriso.
Minho si fa strada fino alla camera da letto e poggia su di esso il ragazzo addormentato tra le sue braccia, per poi tornare da Jinki, consapevole di dovergli delle scuse.
<< Non so cosa mi sia preso, hyung. L'ho fatto per impulso, scusami, non volevo lasciarti solo qui.. è che ..sentivo il bisogno di riprendermelo..tu mi hai aiutato.>>
Jinki è sorpreso, o forse sconvolto, perchè Minho non gli aveva mai fatto un discorso così lungo in cui erano comprese delle scuse, dei ringraziamenti e soprattutto non gli aveva mai detto di aver avuto ragione!
Dopo qualche altra battuta scambiata, Jinki saluta Minho e lascia la casa.
 
Kibum apre lentamente gli occhi, sentendosi leggermente stordito da un forte odore di talco che gli violenta le narici non appena riprende conoscenza, e si guarda intorno, cercando di capire dove possa essere. Sbatte le palpebre più volte, non credendo a ciò che vede , non credendo di poter avere Minho seduto accanto a letto, con la testa poggiata sulle sue gambe e la mano intrecciata alla sua. Kibum riesce a trattenersi a stento dallo scoppiare di nuovo a piangere, aiutato dal forte odore di talco che sembra lo stia drogando, perchè in fondo gli piace da morire.
 


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<< Perchè sei così...freddo? >>
<< Io non sono freddo, sono fatto in questo modo. Mi sembrerebbe anormale essere il contrario. >>
Un Kibum molto arrabbiato e con le mani incrociate al petto guarda il ragazzo alto di fronte a lui in cagnesco, mentre l'altro di risposta è più tranquillo che mai.
<< Ma siamo fidanzati da 2 settimane e neanche hai mai provato ad abbracciarmi! >>
Il più basso sospira, decidendo di lasciar perdere e abbassa lo sguardo, poi si volta di spalle e fa qualche passo in avanti per allontanarsi quando Minho lo raggiunge con un solo passo e lo stringe forte, abbracciandolo da dietro e inondandolo con il suo calore ed il suo profumo, il profumo di talco, forte e talmente afrodisiaco da far inebetire Kibum per qualche minuto, che infatti resta fermo, immobile nella stessa posizione anche dopo l'abbraccio. Il cervello gli parte poco alla volta, man mano che l'odore abbandona le sue narici, e quando si gira a guardarlo, quasi non si riconosce più.
<< Oddio.. io ti violento. >>

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Kibum stringe la mano al ragazzo addormentato al fianco del letto e sorride, inebriandosi del suo odore ancora per un po', in silenzio per non svegliarlo, siccome non sa quanto tempo ancora possa mai durare quell'attimo di pura felicità che sta vivendo: si è sentito ricambiato per la prima volta, dopo tanto tempo passato assieme.
Fa un brusco movimento con la mano per fermare le lacrime e Minho si sveglia, alzandosi con il busto e guardando Kibum con un'aria assonnata, senza riuscire ancora a mettere a fuoco.
Il ragazzo sul letto sorride e piange, alternando le due cose, perchè troppe emozioni gli stanno riempiendo il cervello, troppe causate da una singola persona che in quel momento gli è di fronte.
<< Kibum.. mi dispiace da morire.. Io mi sono reso conto che __ ___. >>
Kibum le ultime due parole non le sente perché gli sembra tutto così impossibile che il cervello si rifiuta di accettare la realtà, quella realtà che sembrava così lontana solo qualche ora prima. E anche se non ha sentito perché il suono è arrivato ovattato alle sue orecchie, sa fin troppo bene quelle due parole pronunciate dalla bocca di Minho.
 
<< Anche io Minho, anche io ti amo. >>
 
 
Dopo quella confessione di amore spensierata ed inaspettata, i due si sono ritrovati ad assaporarsi l'un l'altro, in quel simposio di passioni qual è il sesso, ma a cui, questa volta, Kibum è certo di poter affiancare la parola 'amore'.
Nel momento in cui Kibum si addormenta beatamente sul suo petto, Minho, divorato dalla felicità, manda un messaggio a Jinki, in cui brevemente gli spiega i buon esiti di quella sera, come per sdebitarsi.
All'improvviso però, quando il messaggio è finalmente inviato e Minho sta sorridendo come un adolescente alla sua prima cotta, la sua mente viene oltrepassata da un pensiero proibito, un ricordo peccaminoso che non vuole più restare tale: Jonghyun.
Solo riavere quel ragazzo nella sua mente gli manda in fuoco il cervello; non sa nemmeno perché ma ogni volta che ripensa a lui finisce sempre con il ritrovarsi con un problema abbastanza ingombrante tra le gambe.
Comincia a sudare leggermente, per la peccaminosità di quel pensiero, per quel desiderio profondo di fare suo un ragazzo che non sia il proprio, di farlo suo ancora una volta, nonostante abbia appena confessato i suoi sentimenti a qualcun altro.
Stringe le lenzuola sotto di lui e tiene gli occhi chiusi, cercando di concentrarsi su altro, sebbene il suo inconscio dispettoso non voglia lasciarlo in pace. Allora cede: guarda Kibum, nel pieno del suo beato sonno e si dà del malato, perchè ha appena posato la maschera del fidanzato fedele sul comodino, siccome lo avrebbe tradito di lì a poco.
Struscia appena la sua mano lungo il corpo, stando attento a non fare rumore o a muoversi bruscamente, controllando con costanza gli occhi chiusi di Kibum, e avvolge il proprio sesso, liberandosi di un sospiro di appagamento. Così si tocca e si strofina nel silenzio del suo stesso peccato, finché non si dà pace, finché quel ragazzo non esce dalla sua testa, in modo da potersi concentrare solo su Kibum, o almeno crede.
 
Si sveglia la mattina dopo a causa di alcuni raggi di sole che irrompono prepotenti dalla finestra; non hanno pietà per nessuno.
Kibum è già sveglio e lo sta guardando in modo strano, Minho non se lo spiega e fa per allungare una mano verso di lui quando si rende conto di averla ancora attorno al fallo, sporco di sperma. Minho non sa che dire, non si ricordava nemmeno di aver fatto una cosa del genere e venirlo a scoprire davanti al suo fidanzato non è proprio la cosa migliore che gli sarebbe potuta capitare.
Kibum interrompe l'imbarazzante scena scoppiando a ridere e Minho sprofonda sempre di più.
<< Minho, se avevi voglia potevi anche solo dirlo eh. >>
<< I-Io non ho fatto niente.. Stavo sognando.. Però.. Giuro Kibum non è come pensi!>>
Minho va nel panico più assoluto, diventando rosso come un pomodoro maturo e Kibum di risposta si accascia sul letto per le risate. Il ragazzo-pomodoro accanto a lui non sa più che fare e si limita a restare in silenzio mentre si pulisce con il lenzuolo con veemenza, per poter cancellare, non solo le tracce, ma anche il ricordo di quel 'crimine'.
 
<< Ehi.. >>
Kibum torna improvvisamente serio e guarda il suo ragazzo con un sorriso a dir poco enigmatico.
<< A che stavi pensando da non riuscire a trattenerti? >>
Minho a sentire quelle parole si irrigidisce di colpo e stringe le coperte sotto di lui come se fossero la sua unica ancora di salvezza da quella punizione imminente, se solo avesse osato dire la verità.
<< A-...niente. Cosa ne posso sapere ? Stavo dormendo! Ora.. Vado a farmi una doccia .. >>
Si dilegua dalle domande e dallo sguardo indagatore di Kibum, fin troppo sotto pressione in quel momento, e scompare nel bagno.
 
 
 
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Sospira.
Si guarda allo specchio e sospira di nuovo: è nudo, nudo di vestiti e di qualsiasi maschera di principi e moralità, di etica e di menzogna, senza alcuna illusione a nascondere la sua vera essenza. Però Minho non si piace; fisicamente è perfetto, il problema è il suo sguardo così spento e così malinconico che non riesce a spiegarsi.
Poggia una mano sul petto e il cuore gli batte più velocemente del normale, la causa è senz'altro l'espressione preoccupata del suo ragazzo a ciò che è appena successo.. O forse no?
Sbatte le palpebre più volte, si guarda di nuovo: cos'ha di sbagliato? Perché non può vivere come un normale uomo ?
" Stai sbagliando. "
Minho sobbalza. Non ha idea di come sia possibile aver sentito una voce uguale alla sua, di come la sua figura nello specchio ora gli stia mostrando una sua versione felice e spensierata.
<< Chi sei. >>
Sussura allo specchio dinnanzi a sè una domanda a cui sa già rispondere ma di cui non ha il coraggio di sentire la risposta.
" Stai sbagliando, Minho. Tu puoi vivere come vuoi, ma devi lasciarmi agire. Ti guiderò io. Con Kibum non è stato poi così difficile. "
No. Minho non può permetterselo. Non può cadere di nuovo in tentazione, lui è destinato a restare da solo.
<< Va’ al diavolo. >>
Questo lo urla, facendo spaventare Kibum nell'altra stanza che accorre immediatamente a vedere cosa sia successo e nell'aprire la porta, si ritrova Minho nudo con una mano insanguinata davanti ad uno specchio fatto a pezzi.
Urla. E Minho stizzito chiude di nuovo la porta, sbattendogliela in faccia.
<< Minho! Cosa stai facendo? Apri immediatamente la porta, ti prego! >>
Kibum non sa che fare, la porta non accenna ad aprirsi, e preso dal panico l'unica cosa che gli viene in mente di fare è chiamare Jinki.
 
Minho è in preda ad una nevrosi. La sua multipla personalità è in conflitto, il suo inconscio sta cercando in tutti i modi di sopprimere ciò che è rimasto della sua razionalità mentre quest’ultima sta combattendo per non perdersi nel labirinto della psiche.
Ride, come se stesse guardando lo spettacolo più divertente della sua vita, ed il secondo dopo ha lo sguardo perso, acqua che cade involontariamente dai suoi occhi determina la tristezza del momento. È stanco, non sa più che fare, la testa gli gira e decide di abbandonarsi quando sente una voce che lo ridesta, che lo porta alla realtà.
Apre la porta di qualche centimetro.
<< Entra. Solo tu. >>
Detta informazioni precise e si nasconde agli occhi delle persone fuori dal bagno, lasciando entrare solo Jinki.
 
Quando nella stanza ci sono solo loro due, Jinki prende delicatamente la mano ferita del più piccolo e l'accarezza.
<< Cosa stai combinando Minho? Kibum è sconvolto di là. >>
Nessuna risposta, nessun commento, perché niente è l'interesse rivolto a quelle parole.
Jinki sospira, guarda gli occhi del suo amico e non può provare che pena per lui, perché conoscendolo sa quanto non sia in sé in quel momento, ma ancora di più prova rabbia a causa della consapevolezza di essere completamente inutile....non può aiutarlo, lui non serve a niente, in fondo.
Però, nonostante la calma apparente, Jinki si pente di aver tenuto bassa la guardia, perché Minho, in un attimo di pura follia, lo scaraventa contro la porta del bagno, bloccandolo contro di essa.
Il più grande è spaventato, non sa come agire, riesce solo a sentire le urla di Kibum dall'altro lato della parete e inorridisce quando Minho le mette a tacere con un sonoro “Taci, puttana.”.
Non crede di aver sentito alle sue orecchie. Jinki a tutto avrebbe creduto furchè ad una cosa tanto sadica; non avrebbe mai pensato che il perfetto e bellissimo Minho potesse trasformarsi in questo modo.
La cosa peggiore, forse, è che Minho non si è trasformato affatto, ma anzi, questa dimostrazione di follia rappresenta la sua natura primitiva, rappresenta lui, senza alcuna inibizione.
Quando Jinki crede che il peggio sia passato, perché il più piccolo gli libera un braccio dalla sua presa, allora commette l'errore di guardare il suo migliore amico negli occhi, restando affascinato dall'oscurità di quella pazzia e da quello sguardo profondo, di cui è sempre stato innamorato.
Deglutisce, convinto di non poter combattere una guerra persa in partenza ed, infatti, l'aria gli viene a mancare quando Minho gli prende la mano e la porta sul suo membro già duro, strusciandola su di esso, in richiesta di attenzioni.
Jinki é letteralmente sotto shock perché l'amore della sua vita gli ha permesso di toccarlo e, anche se non dovrebbe, riesce solo a godere di quella situazione, gode nel tenere stretto tra le dita il fallo di Minho e gode in silenzio tra le sue labbra, che improvvisamente stanno toccando le proprie. Anzi, le stanno assalendo.
Il senso di colpa per Kibum non lo sfiora neanche di mezzo secondo, forse non sfiora nessuno dei due, forse si sono addirittura dimenticati della sua presenza, perché altrimenti Minho non avrebbe spogliato il suo migliore amico. No, Minho non lo avrebbe fatto sedere sul lavandino e non si sarebbe messo tra le sue gambe e ancora di meno non gli avrebbe sussurrato quanto ha voglia di lui in quel preciso momento: Jinki ne è sicuro.
Minho non lo avrebbe mai fatto ed infatti tutto ciò è solo un sogno.. Perciò, perché fermarsi?
Nel momento stesso in cui Minho sta per entrare in Jinki, il primo avverte come una sorta di dolore al petto e il respiro gli viene a mancare, tanto da portarlo a cadere, svenuto a terra, ancora nudo, sulle piastrelle del bagno.
 
Quando Jinki riapre la porta del bagno, è mezzo spogliato, con alcuni vestiti strappati e altri tolti direttamente.
Trema come una foglia mentre guarda Kibum sconvolto, il quale non aveva osato allontanarsi di lì per paura di ciò che sarebbe successo.
<< Mi...mi dispiace. >>
Jinki prende ciò che resta dei suoi vestiti sparsi a terra al bagno, senza più guardare in faccia l'altro in piedi davanti a lui, si riveste e va via.
 
Kibum non si muove, fermo nella stessa posizione da una buona mezz'ora e guarda Minho, ancora steso sul pavimento, senza sensi.
Guarda quel corpo inerme senza alcuna emozione e decide che basta, lui non può continuare in questo modo; è stanco della follia, dei tradimenti e delle bugie.
Fa un passo in avanti, più vicino all'altro ragazzo.
<< Va’ al diavolo, stronzo. >>
Seppur queste parole facciano male più di un coltello nello stomaco, Kibum sa di star facendo la cosa giusta e sa che gli occhi da cui fuoriescono le lacrime mentre abbandona per l'ultima volta quell'abitazione, non piangeranno mai più, per quell'uomo.
Perché quell'uomo non ha anima.
Perché quell'uomo vive solo di maschere..
..perché Minho, in fondo, non è nient altro che un uomo.
 


-- Ti ho mai detto qual è la definizione di.. follia ?
Follia è... fare e rifare la stessa cazzo di cosa, ancora e poi ancora, sperando che qualcosa cambi.
Questa è follia. --

 

FINE.










L'autrice:
A
llora, prima che voi mi ammazziate per questa cosa(?), vorrei giustificarmi dicendo che l'ho scritta durante gli studi per l'esame di stato e quindi capitemi, la filosofia mi ha dato alla testa.
So che molte/i di voi non c'avranno capito niente perciò vi invito a rilegge la descrizione della ff che sarà molto utile a delucidarvi, altrimenti potete sempre chiedermi qualcosa nelle recensioni.

PS: So che 'sta cosa è malata.. ma lo era anche il mio cervello a studiare tutti quei filosofi. Non voletemi male ( <3 ).
Arrivederci e grazie!
  
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