Il mio cuore è un aratro che fruga il
terreno
La mia anima è fumo degli olii della
fabbrica
Il mio corpo un kitsch
realsocialista
ma il principio, ignaro,
durava.
Il mio dio è la Ragione
l'umanità un delirio
d'uffici
il sistema, una macchina
pesante
ma il pensiero, disonesto,
volava.
Il mio mondo è nascosto dal
ferro
la mia vita tutelata dal
piombo
i segreti anneriti di
carbone
ma l'idea, tenace,
splendeva.
Morì l'idea, schiacciata dai
mattoni
venne libertà, e con lei i
cartelloni
la terra, più povera, ancora
respira
nessuno a sorvegliare il bosco
addormentato.
Svegliati, fratello, prima della
fine
fai la tua mente più svelta d'ogni
trappola
la storia, crudele, ci priva di un
padre:
Noi dobbiamo essere i genitori.
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